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mercoledì 16 marzo 2016

Buoni Motivi per togliersi le Scarpe in Casa

Indossare le pantofole o le ciabatte , come volete chiamarle, quando si rientra in casa è sempre una buona abitudine. Ma sono ancora molti coloro che in casa continuano a tenere le scarpe. Ci sono dei buoni motivi per compiere questa azione, e prima fra tutti liberare i piedi. Ma andiamo per ordine e vediamo tutti i perchè. 



Igiene
Con le scarpe portiamo a casa tantissimi batteri che raccattiamo in giro, ne sono stati contati almeno 400 mila tipi diversi che entrano con noi in casa insieme alle nostre scarpe, e insieme a loro anche virus, che poi possono portare svariati tipi di patologie, fra cui anche polmonite e meningite. Dovremmo fare particolare attenzione a questo soprattutto se in casa abbiamo persone malate o bambini, i quali poi se ancora non camminano, magari gattonano o tendono a stare sul pavimento e i bambini si sa non hanno ancora sviluppato il loro sistema immuniatrio in maniera completa. Ma c'è anche una ragione pratica oltre a quella igienica: di sicuro lavare un pavimento sul quale non si cammina con le scarpe costa sempre meno fatica, meno uso di detersivi aggressivi e quindi tossici. Teniamo in considerazione anche l'aspetto green della faccenda, infatti lavare un pavimento con un detersivo fai da te, a base di acqua, aceto e bicarbonato fa bene anche all'ambiente.

Contaminazione
Togliendo le scarpe evitiamo inoltre di attaccare ai pavimenti residui di pesticidi, erbicidi che possono sempre venire a contatto con i bambini e i nostri animali domestici, considerando il fatto che i bambini portano tutto alla bocca e che i nostri animali possono comunque leccare il pavimento.

Usura di tappeti o pavimentazioni in legno
Consideriamo anche l'aspetto dell'usura: con le scarpe l'usura dei pavimenti in legno è maggiore, ma anche i tappeti e le moquette inevitabilmente si consumano oltre al fatto che devono essere lavati più spesso.

Rispetto
Se abitate in condominio, considerate anche il fattore rispetto per chi abita sotto di voi, o anche a fianco, ricordate avere sulla testa i lrumore di tacchi molesti è molto fastidioso.

Relax
E poi pensiamo ai piedi, costretti tutto il giorno dentro una calzatura, anche per loro ci vuole rispetto: lasciamoli liberi, di distendersi, respirare e aiutiamo anche la circolazione. Quindi coccoliamoli con un bel pediluvio rilassante e indossiamo delle comode pantofole in cui il nostro piede potrà stare comodo e allargarsi.

Come sbiancare i Denti in maniera naturale

Se volete sbiancare i denti in maniera naturale senza ricorrere a sostanze di sintesi esistono dei rimedi semplici e naturali da usare con regolarità. Basterà solo un po' di costanza e avrete dei denti tutti da mostrare. Madre natura è sempre generosa nei nostri confronti, accettiamo quello che ci offre e non ce ne pentiremo mai.


Mele:  contengono acido malico, sostanza che, se  utilizzata così come contenuta naturalmente nella frutta ha potere schiarente. Mangiando una mela al giorno, preferibilmente con la buccia, si possono ottenere risultati soddisfacenti, dovuti anche all’effetto meccanico dato dall’affondare i denti nella polpa del frutto.

Latte e parmigiano: ebbene sì,  il calcio e fosforo contenuti nel latte sono sufficienti a mantenere forti i denti e a ridurre l’acidità in bocca, aiutando così a proteggere i denti dai batteri. Il parmigiano invece mangiato dopo i pasti stimola la secrezione di saliva, che contribuisce a lavare gli acidi e a prevenire la carie.

Fragole: contengono enzimi che aiutano a sbiancare i denti, perciò per rimuovere le macchie, schiacciate una fragola e strofinate la sua polpa sui denti, con le dita, per circa un minuto. Ovviamente, bisogna poi risciacquare con cura la bocca e se occorre passare il filo interdentale.

Bicarbonato: noto ai più e spesso contenuto nei dentifrici. Va usato però una  volta ogni due settimane, perchè l'uso eccessivo rovina lo smalto. Bagnate dunque lo spazzolino da denti ed immergetelo in un mucchietto di bicarbonato di sodio, coprendo tutte le setole: lavate i denti per due minuti circa, non sfregando con eccessiva forza e risciacquando abbondantemente dopo l’uso. Per rendere il sapore più gradevole, potete aggiungere poche gocce d’olio essenziale di menta. In alternativa, potete spremere alcune gocce di limone su un cucchiaino di bicarbonato, raccogliere la sostanza con il dito o con lo spazzolino e passarla leggermente sui denti come fosse un vero e proprio dentifricio. O ancora, usatelo come collutorio, sciogliendone un cucchiaino dentro un bicchiere d’acqua. Attenzione: il bicarbonato di sodio può sciogliere la colla ortodontica, non va usato quindi se si ha un apparecchio.

Limone: va bene per togliere le tanto odiate macchie gialle. Ha un forte effetto sbiancante, ma il rischio è che, essendo acido, corroda i denti se usato in eccesso e di frequente. Fate dei risciacqui una volta a settimana con una soluzione composta per metà da succo di limone e per metà da acqua calda.

Scorza d'arancia:  una volta sbucciato e mangiato il frutto, basterà strofinare la parte bianca della buccia su tutta la dentatura. Anche in questo caso, non bisogna esagerare: la vitamina C presente nell’arancia potrebbe infatti provocare sensibilità ai denti.

Salvia: sfregate foglie di salvia sui denti, così verranno liberati i principi attivi della pianta che aiutano a togliere la patina giallognola dallo smalto dei denti. Si può anche preparare un decotto facendo bollire nell’acqua per circa 15 minuti alcune foglie di salvia: il decotto, che contribuisce anche a combattere l’alitosi, dovrete poi utilizzarlo per eseguire degli sciacqui, 2 o 3 volte la settimana. Oppure masticate una foglia: in questo caso fate attenzione a non ingoiare il liquido che verrà rilasciato, perché se ingerito in quantità può essere tossico.

Aloe: per ottenere un dentifricio naturale con potere sbiancante è sufficiente unire 1 cucchiaino di polpa di aloe vera ad 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio e a poche gocce di acqua ossigenata. Una volta mescolato e amalgamato, il composto potrà essere usato come pasta dentifricia per spazzolare i denti.

E' ovvio che questi rimedi naturali sono efficaci se coadiuvati da una corretta igiene orale costante e quotidiana, quindi spazzolate i denti almeno due volte al giorno e se possibile utilizzate almeno una volta al giorno il filo interdentale: in questo modo aiuterete i vostri denti a prevenire le macchie gialle.

Buoni motivi per introdurre la Crusca nell'alimentazione

Tutti sanno che la crusca fa molto bene, ma forse non tutti sanno di preciso cosa sia. Si tratta del rivestimento esterno dei cereali che viene eliminato quando questi vengono raffinati. Ecco perchè oggi sono moltissimi ormai i nutrizionisti che esortano a mangiare gli alimenti integrali, per non perdere questa parte fondamentale che è una miniera di vitamine, sali minerali e, soprattutto, di fibre. L'eccessivo uso di cibi raffinati e con scarsa presenza di fibre causa spesso infiammazioni, stitichezza, diverticolosi e, se perdura nel tempo, a degenerazione dei tessuti intestinali. Se non siete fra coloro che sono disposti a passare ad una alimentazione integrale, è necessario arricchire la nostra dieta con almeno un cucchiaio di crusca al giorno.


Ma quali sostanze troviamo nella crusca? Acidi grassi polinsaturi, magnesio, ferro, fosforo e niacina, vitamine del gruppo B, D (stimola l’assorbimento a livello intestinale di calcio e fosforo) ed E (che rinforza unghie e capelli): è dunque un benefico integratore per il benessere di tutto l’organismo. Il cereale più ricco di  crusca è il frumento e a seguire vengono il riso, l’avena e l’orzo. Chi soffre di stipsi è bene che consumi la crusca di frumento perché l’alta percentuale di fibre insolubili che nel loro passaggio nello stomaco e poi nell'inestino si gonfiano assorbendo i liquidi e favorendo l’evacuazione. Si aumenta la motilità del colon ed si eliminano le tossine prodotte dai cibi e accumulate nell’intestino. E poi dato che dà subit osenso di sazietà, facilita il dimagrimento e riequilibra l’assorbimento di grassi e calorie. E come ciliegina sulla torta  è anche un ottimo alimento per chi ha tassi elevati di grassi nel sangue e non innalza la glicemia: è utile in caso di colesterolemia e trigliceridi alti e previene le malattie cardiovascolari e l’arteriosclerosi.

In commercio si trovano più comunemente la crusca di frumento e quella di avena. Quella di frumento contiene un quantitativo maggiore di fibra (45%) insolubile, di niacina (vitamina B3) e di tocoferolo (vit. E), ferro e magnesio. Se accompagnata nella sua assunzione da una sufficiente quantità di liquidi, ha un effetto antistipsi in quanto aumenta la massa fecale e facilita la peristalsi. La crusca d’avena è più energetica perché maggiore è la percentuale di lipidi e proteine. Nonostante ciò, è più indicata nei casi di sovrappeso perché essendo ricca di fibre solubili (beta-glucani) aumenta il senso di sazietà, placa la fame nervosa e crea sul colon una patina protettiva resistente alle tossine. Inoltre, avendo una quantità più bassa di glucidi, la crusca d’avena abbassa l’indice glicemico ed è indicata nella prevenzione del diabete senile.

Per consumarla la potete  aggiungere allo yogurt oppure alle ricotte di latte vaccino, ai caprini morbidi, alle minestre, alle zuppe, nelle frittate, crêpes e crocchette. Oppure sciolta nel latte di cereali (riso, avena, grano saraceno, soia) diventa un alimento molto nutriente ed energetico. Se usata come complemento a un buon apporto di liquidi (acqua, succhi senza zucchero o spremute di pompelmo, arancia o kiwi), stimola l’intestino e la peristalsi e regola l’evacuazione.

martedì 15 marzo 2016

Il Pugile Pittore: Bart van Polanen Petel

Il pugilato per gli appassionati del settore, è una vera propria arte fatta di tecnica, agilità, forza, strategia e studio dell'avversario. Ma cosa pensereste se alla fine di un incontro di boxe invece di un avversario ko, trovaste invece un bel dipinto?  Beh, c'è un arista che lo fa, si chiama Bart van Polanen Petel, ed è un pugile pittore, che realizza quadri prendento a pugni le tele, opportunamente avvolte intorno al sacco, con i guantoni da boxe. Davvero originale non c'è che dire.

E' lui stesso a dire: “Se la vita è una lotta darwiniana per sopravvivere, allora la box ha il merito di essere chiara su questo”, e chiarisce di sentire un legame con l’uomo dell’età della pietra e del medioevo quando è sul ring a combattere contro un avversario. “L’evoluzione non è allo stesso livello della società. Anche se non serve più, una antica fiamma brucia dentro di noi. Con la boxe può essere liberata”.

Sulle sue opere, van Polanen racconta: “Uso i pugni per creare, anziché per rompere denti e ossa. Uso esclusivamente tecniche della boxe, con veri guantoni. Non ci sono pennelli o correzioni. Le tele sono avvolte introno al sacco. E’ un espressione esplosiva di emozioni: paura, aggressione, rabbia. Diretti, ganci e montanti muovono la pittura sulla tela. Quello che rimane è un eco della ‘bestia interiore’”.

E' possibile cancellare i Ricordi?

La City University of New York ha condotto una interessante ricerca testata sui topi da laboratorio il cui obiettivo è quello di capire se e come  sia possibile cancellare la memoria di brutti ricordi. Potrebbe essere davvero utile scoprire come fare, soprattutto per chi dopo aver subito gravi traumi, è vittima di crisi postraumatiche, stress, ansia, depressione.

L'attenzione dei ricercatori si è concentrata sulla curcumina, il principale componente della curcuma, ma perchè? I ricordi secondo gli scienziati sarebbero essenzialmente delle connessioni tra neuroni, inizialmente deboli, ma continuando a richiamarli alla memoria, si rafforzano inevitabilmente e diventano “indelebili”.


Il team ha indotto i topi ad avere paura di un determinato suono, ma non solo, hanno fatto in modo che quel suono diventasse un ricordo, tanto da provocare nei topi un effetto condizionato. I topi erano terrorizzati da quel suono, e ogni volta che lo sentivano si bloccavano. Essendo lo scopo dello studio quello di capire se la curcumina fosse effettivamente in grado di eliminare i brutti ricordi, gli scienziati hanno fatto assumere ad alcuni di questi topi impauriti della curcumina, al contrario di altri, la cui dieta ne era priva.

Il risultato del test sembra aver dato ragione agli scienziati: i topi che avevano assunto curcumina, quando sentivano il suono che tanto li aveva spaventati in precedenza, sembravano impassibili, quasi come se non lo riconoscessero. Al contrario, quelli che non avevano assunto la curcumina, erano ancora spaventati e si bloccavano. In conclusione l'esperimento condotto, ha incoraggiato gli scienziati, anche se la ricerca naturalmente deve continuare e capire poi come potranno beneficiarne gli esseri umani.

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