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lunedì 17 agosto 2015

Psicopittografia, la soluzione di non far nulla

Come comportarsi di fronte ad un problema nei confronti del quale non sappiamo come reagire? Cosa dobbiamo fare? 
Non è detto che si debba fare per forza qualcosa, anche se, è radicato nel nostro modo di pensare che è necessario reagire. E' naturale riflettere, ed essere certi che il problema non si risolverà da solo se non facciamo qualcosa. Attenzione! A volte l'azione corretta consiste nell'inazione

L'inazione può essere un processo fecondo che porta a soluzioni sorprendenti. Ad esempio anzichè fornire una risposta, dissolve il problema stesso. Noi siamo troppo ansiosi di fare qualcosa in presenza di un problema perchè non amiamo l'indecisione e l'incertezza. Faremo di tutto per risolvere il problema in un modo o nell'altro. Ma ciò conduce a compiere passi falsi ed azioni impulsive che non fanno che aggravare le difficoltà.

Non facciamo le cose che facciamo normalemente, prendiamo una nuova strada. Non facciamo le cose che abitualmente danno risultati infelici. Non siamo impazienti di ottenere una soluzione. La soluzione è dentro di noi, non possiamo vederla perchè la inseguiamo con troppa frenesia. E' come se si volesse rintracciare una moneta nel fondo di uno stagno. Se agitiamo l'acqua tutto attorno, non possiamo vederla. ma se aspettiamo e smettiamo di agitare l'acqua, la moneta apparirà. Possiamo chiamare ciò la soluzione di non fare nulla? Sì, consideriamo questo processo come un'inazione costruttiva. 

Un esempio? Supponiamo che un uomo abbia dei problemi familiari che lo rendono infelice. Egli si rende conto che le sue azioni abituali sono vane. allora saggiamnte, abbandona il metodo errato. Lo respinge perchè inadeguato. Ora la tranquillità che nasce da questo "non fare" gli illumina la mente. Egli constata perl a prima volta, che è molto più importante possedere un ambiente familiare gioioso che l'essereun dittatore domestico. In questo sta il segreto: sostituire le azioni abituali con un nuovo modo di vedere le cose. Non facendo le cose abitudinarie, scopriamo quelle inconsuete che risolvono le difficoltà. Dobbiamo liberarci dalle false opinioni per raggiungere la verità. E siamo certi che essa verrà.


domenica 24 maggio 2015

La Riflessione di Zoe - parte terza

Il solo fatto che l'uomo avesse il dono di raziocinare, faceva desiderare a Zoe di non essere parte del genere umano, ma solo del mondo animale. Perché? Ma perché l'animale vive secondo l'istinto, e l'istinto lo guida e lo corregge in qualunque momento e fa sì che esso non sbagli mai, ma lo educa senza che l'animale rimanga deluso.

Invece il genere umano, grazie alla sua capacità raziocinante, ha anche questo vantaggio!
Che cosa è il raziocinio se non il metodo più immediato e meno costoso di complicarsi la vita? E in più è gratis!
La vita è l'avventura più rischiosa del mondo. Dal momento in cui si nasce, nel momento fatidico della nascita, inizia un'avventura che terminerà solo con la morte.
 
Ogni giorno che noi trascorriamo in questo pazzo mondo, è un grosso, enorme, punto interrogativo, è un imprevisto, mai una probabilità. Eppure se ci guardiamo attorno, tutto sembra procedere secondo programmi, orari, secondo il nostro ritmo e le nostre idee: non è vero.
Tutto procede secondo un oscuro disegno, una corsa inesorabile e inarrestabile, di cui non si conosce il fine.
 
Le sembrava persino inutile continuare a scrivere ciò che altri avevano già magistralmente descritto, ma del resto anche Zoe che viveva nell'anonimato del mondo, aveva diritto ad una sua opinione.
Stranamente Zoe guardava al futuro come ad una fonte che le avrebbe elargito abbondanti doni: serenità, felicità, tranquillità e soddisfazioni, mentre invece avrebbe dovuto essere più inquadrata, sognare di meno e lavorare di più, il futuro avrebbe dovuto costruirlo lei, con le sue mani.
Ciò che le scopriva anche l'ultimo nervo erano l'incertezza e l'insicurezza del futuro, perché non c'è niente di peggio dell'impotenza di fronte agli eventi e sentirsi   piccini piccini ed inesorabilmente inutili.
 
Si chiedeva cosa fossero i valori, quando la storia stessa le aveva insegnato che tutti ne avevano fatto volentieri a meno per portare avanti i loro progetti, per realizzare i loro scopi; quindi a che pro imbestialirsi? Perché guardare agli altri con la paura di essere giudicati, quando loro stessi non provano nemmeno a giudicare se stessi? Perché stare attenti a non offendere alcuno con qualche nostro atteggiamento se gli altri non si preoccupano minimamente del loro?
 
Difficile muoversi in un tale campo minato, non sarebbe più semplice una "satura lanx" (per capirci il piattino di primizie della terra destinato agli dei) e buonanotte suonatori? Non sapeva nemmeno lei che vita avrebbe voluto, ma di sicuro avrebbe volentieri eliminato i problemi. Forse voleva tutto e niente al tempo stesso, forse si contraddiceva allegramente come diceva Cicerone, o forse desiderava solo che la sua vita fosse ricca e attiva, attiva sempre in tanti aspetti, modi. Soprattutto il suo anelito era al mondo, a conoscere luoghi, popoli, tradizioni, modi , usi.... Aveva sete del mondo, di tutto il mondo e per il mondo, avrebbe voluto guardarlo dallo spazio e vederne i colori: il blu del mare, il verde degli alberi, il bianco delle nuvole.

lunedì 27 ottobre 2014

Scleranthus, il fiore di Bach chi vive nel dubbio

Lo Scleranthus (Scleranthus annuus)  è una pianta che si estende in lunghezza anziché in altezza e la si trova nei campi di grano, nei terreni sabbiosi.  Sclerato é un ottimo rimedio: “…per coloro che soffrono molto per l'incapacità di decidere fra due cose, considerando giusta ora una ora l'altra. Sono di solito persone tranquille, che sopportano in silenzio le loro difficoltà, non essendo portati a discuterne con altri…”.

La parole chiave è “l’Amleto” di William Shakespeare, cioè di chi convive con un tipo di dubbio che blocca e impedisce l'azione. In queste persone sono frequenti gli sbalzi d’umore spesso altalenanti, che oscillano da un estremo all’altro, come se fossero preda di una tempesta, passano dalla felicità alla tristezza anche in una sola giornata, generando disarmonia interiore, altalenanza di sentimenti e di intenti, confusione.

Purtroppo i loro comportamenti sono inaffidabili, e ne conseguono danni per l'economia del proprio vivere: queste persone perdono inutilmente tempo e si lasciano sfuggire occasioni importanti, non colte per via della loro cronica indecisione. Scleranthus apporta una evoluzione, infatti questi tipi riescono ad adattarsi rapidamente, con flessibilità e con mente aperta, come se fosse magicamente illuminata, riuscendo a decidere ed essere pronti al momento giusto.
• Emozioni iniziali-inibite (prima di prendere il fiore): indecisione, incertezza, insicurezza ed umore oscillatorio.
 • Emozioni evolutive-sciolte (dopo aver assunto il fiore): sicurezza, capacità di scelta, equilibrio.

Adatto alle persone sempre indecise, che hanno difficoltà a scegliere, in particolare quando sono poste di fronte a due alternative; inoltre manifestano una carenza di equilibrio, data dalla loro costante incertezza, celando notevoli conflitti interiori.  Scleranthus è prezioso per coloro che anelano tanto nello scegliere subito fra due proposte, ma non riescono mai, per coloro i quali vorrebbero la prontezza dell’azione, la padronanza di sé, il dubbio svanito e semplicemente sentire un mare calmo dentro se stessi.



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