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venerdì 26 giugno 2015

Oligoelementi, Manganese

Tra le funzioni del Manganese troviamo il benessere del sistema nervoso e del cervello, il mantenimento della produzione degli ormoni sessuali, il normale sviluppo dello scheletro, il buon funzionamento del sistema immunitario e la formazione del sangue. 

E' importante nella cura dell'anemia da carenza di ferro e per l'utilizzazione della tiamina e della vitamina E. Il manganese partecipa attivamente a numerosi meccanismi biologici utili all'equilibrio della salute: coagulazione, attività tiroidea, fertilità, sistema immunitario, colesterolo, glicemia, formazione delle ossa ecc. Inoltre, questo oligoelemento sembra avere riscontri positivi per la profilassi di alcune affezioni, quali epilessia, deficit neurologici, diabete mellito, ritardi della crescita, ulcere, insufficienza renale, infarto (in particolare del miocardio) e persino tumori. 

Il ruolo biologico del manganese in alcuni sistemi dell'organismo merita di essere approfondito. Come accennato, il manganese sembra intervenire positivamente nel sistema immunitario, al fine di promuovere la sintesi di numerosi anticorpi; anche i meccanismi della riproduzione sembrano essere, in qualche modo, strettamente correlati alla quantità di manganese nel sangue: la carenza di questo minerale, infatti, pare responsabile di una ipotetica diminuzione della fertilità. Ancora, la carenza di manganese durante la gravidanza potrebbe avere riscontri negativi sullo sviluppo delle ossa del nascituro, aumentando il rischio di malformazioni e/o anomalie ossee. 

Un giusto tasso ematico di manganese è utilissimo per tenere sotto controllo gli attacchi epilettici: non a caso, nel sangue di pazienti – soprattutto infanti – malati di epilessia si osservano spesso quantità minime di manganese; ciò fa pensare che un giusto apporto di manganese sia utile per prevenire l'epilessia o diminuire la frequenza e l'intensità delle crisi epilettiche.



Gli oli essenziali, proprietà generali

L'aromaterapia è la cura delle malattie e lo sviluppo del potenziale umano mediante l'utilizzo degli oli essenziali, estratti in modo da conservare le caratteristiche e le proprietà. Da millenni le essenze sono state sfruttate per le loro proprietà antisettiche, potere generale pur con composizioni chimiche molto differenti, e si realizza sia in presenza dei loro vapori, che per contatto diretto. 


Le essenze che hanno maggiore potere antibatterico allo stato di vapore sono, in ordine decrescente: limone, timo, arancio, bergamotto, ginepro, citronella, lavanda, niaouli, menta, rosmarino, sandalo, eucalipto. Per contatto diretto, l 'ordine è leggermente diverso: timo, limone, ginepro, menta, niauoli, arancio, citronella, lavanda, rosmarino, bergamotto, eucalipto, sandalo. Gli antichi pur senza conoscere i dati sperimentali, utilizzavano i fumi delle essenze per arginare e combattere le epidemie.

Le essenze sono inoltre dotate di una capacità atossica, cioè di inattivazione dei prodotti di deteriormento delle cellule: nelle piaghe infette si legano alle tossine e le inattivano, non per coprire i cattivi odori, bensì per impedire i processi di decomposizione (ricordiamo i processi di imbalsamazione). Tali proprietà antisettiche sono completate dal potere cicatrizzante; il richiamo sanguigno che esse provocano stimola infatti la rigenerazione cellulare. Soluzioni acquose di oli essenziali (lavanda, salvia, rosmarino, timo), facilitano i processi di riparazione dei tessuti e stimolano la cicatrizzazione di piaghe e ulcere cutanee. Le proprietà antiparassitarie (timo, geranio, alloro) si esplicano utilmente nell'allontanamento di insetti, tarme, zanzare e nel trattamento di pediculosi e scabbia. 

Si possono inoltre riscontrare proprietà antitossiche e antivelenose: contribuiscono a neutralizzare il veleno di cespe, api, ragni (lavanda e geranio). I cacciatori usavano strofinare della lavanda sui loro cani nella sede del morso di vipera per inattivare il veleno. Molte essenze possiedono capacità antireumatiche e antinevralgiche (rosmarino, camomilla), utili nel trattamento di affezioni dolorose articolari (artrosi, gotta). Agiscono anche applicate localmente attraverso impacchi o per massaggio, grazie alla loro grande capacità di propagazione dalla pelle ai tessuti profondi. La maggior parte delle essenze (pino, geranio, basilico, santoreggia, rosmarino) è stimolante e tonificante a livello di ghiandole endocrine, tra cui la corteccia surrenale, responsabile della capacità di resistere allo stress. 

Molte hanno proprietà stimolanti sull'apparato genitale e sulla sessualità (gelsomino, neroli, patchouli). Comune a molte essenze (lavanda, maggiorana, verbena, melissa) è l'attività antispastica, che permette di trattare condizioni di spasmi viscerali, quali coliche, colon irritabile, singhiozzo, tendenza alle coliche epatiche o renali. Alcune (salvia, cipresso, verbena, finocchio), hanno proprietà ormonali: esercitano un'azione di regolazione sulle ghiandole endocrine, senza sostituirsi ad esse. L'essenza di cipresso agisce sulle ovaie, pino e basilico sulla corteccia surrenale.


giovedì 25 giugno 2015

Olio di germe di grano: l'antiossidante che favorisce il dimagrimento

A tutti voi saranno noti gli usi cosmetici dell'olio di germe di grano, che si ottiene spremendo a freddo i chicchi di frumento e, grazie a questo procedimento, mantiene inalterata tutta la sua composizione e il prezioso contenuto di vitamina E. Ha un bel colore giallo scuro, un sapore gradevole e un buon odore. E' ricchissimo di sostanze benefiche per la nostra salute, scopriamole insieme. 




Vitamina E e tocoferoli misti: si tratta di sostanze liposolubili, che, per l'alta affinità con la pelle, penetrano in profondità ed esplicano un’azione nutritiva per i tessuti, fungono da protettrici delle membrane cellulari (fosfolipidi) contro l'attacco dei radicali liberi;

Flavonoidi e carotenoidi: contrastano l’invecchiamento e sono alla base di creme e sieri per il trattamento di inestetismi come invecchiamento cutaneo, perdita di tono dei tessuti;

Minerali: potassio, magnesio, calcio, rame, zinco e manganese, essenziali per garantire il corretto equilibrio idrico;

Octacosanolo: è una sostanza presente in molti vegetali, in grado di ringiovanire e rinvigorire le cellule, in grado di aumentare le prestazioni fisiche, donando più forza, resistenza alla fatica, acutezza visiva, prontezza di riflessi;

Acidi grassi insaturi, acido linoleico e Omega 3: ottimi contro la secchezza cutanea,  perdita eccessiva di acqua ed insuperabili nel contrastare l’accumulo di grassi.

Questo olio si rivela eccellente per lo smaltimento dei lipidi, grazie alla presenza dell’acido linoleico, che il nostro corpo non produce e va introdotto attraverso gli alimenti. Da diversi studi è emerso che questo elemento favorisce lo sviluppo della massa magra, cioè dei muscoli, controllando  la formazione della massa grassa.

L'olio di germe di grano non può essere assunto dai celiaci.



Lavare le cavità nasali con la lota

Raffreddore, sinusite, naso chiuso, riniti, voce cavernosa..... Sono tutti disturbi che irritano le cavità nasali, che andrebbero lavate spesso e mantenute ben pulite  per evitare ulteriori peggioramenti o il trascinarsi nel tempo degli strascichi che queste patologie comportano. Esiste un metodo molto efficace per lavare le cavità nasali e trovare sollievo: sichiama Jala neti, e fa parte della tradizone dell'Hata yoga.


Il lavaggio del naso effettuato con questa tecnica è ottimo anche per il drenaggio dei seni frontali e più in generale per disinfettare le vie respiratorie e pulirle dall’inquinamento atmosferico oltre che, naturalmente, per sciogliere il muco e poter così respirare meglio. Per effettuare questa operazione si usa la lota.  Il funzionamento della lota è semplicissimo e serve a far fluire dolcemente una soluzione di acqua e sale da un narice all’altra. Ma vediamo meglio come fare...


COME USARE LA LOTA Il piccolo recipiente va riempito con acqua tiepida a cui bisogna aggiungere un cucchiaino di sale marino integrale ogni 500 ml di acqua utilizzata (ottimo per le sue proprietà anche il sale rosa dell’Himalaya). Non superate le dosi perché altrimenti il sale potrebbe causare bruciori. A questo punto mettetevi sul lavandino piegatevi un po’ in avanti e infilate il beccuccio della lota in una narice piegando leggermente la testa dal lato opposto e fate fluire l’acqua che entrando da una narice uscirà da quella opposta (ovviamente per fare questo dovrete respirare dalla bocca).

Finita la pulizia da un lato, soffiate dolcemente il naso e procedete nuovamente infilando il beccuccio nell’altra narice. Se la testa è inclinata correttamente e si respira con la bocca, l’acqua fluisce naturalmente da una narice all’altra. All’inizio magari vi occorrerà un po’ di tempo per trovare la posizione ideale ma poi vedrete che si tratta di una tecnica semplicissima e che richiede pochi minuti. Finito il lavaggio soffiate delicatamente ma bene il naso per lavare via tutte le impurità.

Questa pratica può essere eseguita ogni giorno anche più volte soprattutto se avete il raffreddore, soffrite di sinusite o riniti allergiche. Mentre possono bastare un paio di volte alla settimana se volete semplicemente pulire il naso dalle polveri inquinanti e dagli allergeni che avete respirato. Buona regola è praticarla ogni mattina insieme alla pulizia della lingua. Questa tecnica viene sconsigliata solo a chi soffre di emorragia cronica.

DOVE SI COMPRA Non è semplicissimo trovare la lota in erboristeria o farmacia a meno che non siano particolarmente specializzate.


Eliminare il glutine e i passi successivi


E' un grosso sacrificio, ma è l'unica strada percorribile: il soggetto intollerante al glutine deve eliminarlo, proprio come fa il celiaco. Al bando quindi tutto ciò che è a base di frumento, farro, avena, orzo, kamut, segale; attenzione anche a tutti gli alimenti che contengono il glutine fra gli ingredienti (alcuni insaccati, salse di vario genere, preparati già pronti), quindi attenzione alle etichette.

Ma una volto tolto, per quanto tempo va tenuto lontano dalla dieta? In realtà no nsi sa. Infatti, mentre per la celiachia, intolleranza permanente, l'eliminazione è vita natural durante, per la sensibilità al glutine non è ancora chiaro. Le teorie sono svariate, o meglio c'è chi sostiene che la sospensione può essere temporanea, mentre altri sostengono un'eliminazione protratta nel tempo. Probabilmente la reintegrazione dovrebbe essre valutata caso per caso e comunque non prima di aver risolto completamente l'infiammazione della mucosa e di aver ripristinato l'integrità e la salute dell'intestino. 

La natura dispone di un rimedio straordinario la cui attività riparatrice è stata scientificamente dimostrata: si tratta dell'Estratto dei semi di pompelmo (GSE). Grazie ad uno studio dell'Università di Cracovia, è emerso che il trattamento con il GSE accelera la guarigione delle lesioni della mucosa gastrointestinale. E non solo, ma effettua anche una "pulizia" selettiva che libera dai patogeni e preserva la flora batterica fisiologica. Da associare al GSE, l'Agar Agar, la cui ricchezza di mucillagini lenisce la mucosa infiammata.  Non dimentichiamo che è necessario integrare con fermenti lattici, magnesio ed enzimi digestivi per ottimizzare il "terreno intestinale". Via allora all'assunzione di Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium bifidum, i due colonizzatori principali del nostro intestino. Indicato anche un apporto adeguato di enzimi digestivi (quali le maltodestrine fermentate), che favoriscono il processo di digestione degli alimenti e infine ultimo ma non meno importante, il Magnesio che un ruolo fondamentale in oltre 300 reazioni enzimatiche tra cui funzionamento e secrezione degli enzimi digestivi. Domani alcuni consigli per la detossificazione dell'organismo.


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