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lunedì 4 luglio 2016

Riportare l'Amaranto in tavola


Riportare l'Amaranto in tavola è davvero importante per la nostra salute. Già conosciuto nell'antichità questo pseudo cereale è ricchissimo di principi nutritivi utili al nostro benessere



L'Amaranto è una pianta molto antica che è stata fra gli alimenti base delle popolazioni precolombiane. Proprio recentemente se ne sono ricoperte le benefiche qualità nutrizionali soprattutto per i celiaci, proprio perchè non contiene glutine. Ma essa è anche alla base dell'alimentazione vegetariana e vegana per la ricchezza di proteine vegetali. L'Amaranto però non è un cereale, se ne usano i chicchi che vengono preparati come i cereali.


E' una piccola pianta con fiori color rosso scuro i cui  semi commestibili che si mangiano a seguito di una cottura un po’ lunga, circa 45-50 minuti. E’ preferibile non abbinarli ad altri cibi proteici ma, ad esempio, a porzioni di verdure.

Amaranto vanta un contenuto alto di fibre,  sali minerali, calcio, ferro, fosforo e magnesio, vitamina C, vitamina A e vitamine del gruppo B. Alto anche il contenuto di proteine che lo rende un alimenti perfetto per vegani, vegetariani, celiaci e soggetti debilitati. Inoltre si adatta perfettamente all'alimentazione di anziani e bambini perchè altamente digeribile. Dell'Amaranto sono commestibili anche le foglie, apprezzate per la ricchezza in ferro. Contiene lisina, un amminoacido di cui sono carenti quasi tutti i cereali. Le fibre stimolano le funzioni dell’intestino, in particolare il colon e rafforza il sistema immunitario grazie alla notevole presenza di ferro.

Non esistono controindicazioni legate al consumo di Amaranto, ma dato che contiene in discrete quantità di acido ossalico, l’amaranto può complicare l’assimilazione da parte dell’organismo di zinco, calcio e altri minerali. E’ quindi relativamente sconsigliato a chi è affetto da patologie renali, artrite reumatoide o gotta. Inoltre, per il suo notevole contenuto proteico, non andrebbe consumato assieme ad altri cibi particolarmente proteici, quali carne, uova, latte e suoi derivati.


giovedì 30 giugno 2016

Il tè giallo, un infuso da imperatori

Il tè giallo, un infuso da imperatori, non solo perché è un tè molto raro, ma soprattutto per il costo elevato. Scopriamo le sue proprietà.

Il tè giallo, un infuso da imperatori

Il tè giallo viene così descritto da Lu Tong, Maestro della Sorgente di Giada:

"La prima ciotola mi bagna le labbra e la gola. La seconda mi solleva dalla solitudine, la terza libera la mente intorpidita, la quarta provocando un leggero sudore, disperde con quello i mali della mia vita, la quinta purifica il corpo e la sesta mi ha reso Immortale. La settima, infine, ultima tazza, sprigiona lieve brezza dalle ascelle"

Il è la bevanda che amo di più in assoluto, ne amo il colore, il profumo, il sapore, ne ho assaggiate mille qualità, ma sono un'autentica dipendente del tè giallo, forse uno dei tè meno conosciuti, ma dalle qualità sorprendenti.

E' un tè semifermentato, il cui processo di lavorazione risulta simile a quello previsto per il tè verde. Prima che avvenga la fase di essiccazione, le foglie vengono sottoposte a un leggero e delicato getto di vapore, poi vengono adagiate in un contenitore coperto con un panno umido traspirante.

Dopo circa 20 ore si verifica il processo ossidativo, a seguito del quale si procede con l’essiccamento e l’arrotolamento. Principali componenti di questo tè sono gli antiossidanti, fra cui la teobromina, uno stimolante naturale del cervello e dei centri nervosi, in grado di svolgere anche una leggera azione diuretica e vasodilatatrice.

E' un buon coadiuvante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari grazie alla sua azione protettiva di cuore e arterie, favorendo la concentrazione nel sangue di colesterolo buono. Risulta privo di calorie e sodio, mentre elevato è il contenuto di vitamine A, B2, C e P.

Una delle sue caratteristiche più apprezzate è infine la presenza minima di caffeina, che lo rende adatto al consumo in ogni ora della giornata. Resta tuttavia meno adatto alla prima colazione (secondo alcuni, ma io lo trovo sublime al mattino), per la quale risulta più indicato un tè nero dalle tonalità tenui o decise in funzione del gusto personale, ma anche il tè bianco dal sapore delicatissimo.

La temperatura indicata per la preparazione del tè giallo è di 85 gradi, con tempo di infusione compreso tra 1 e 2 minuti. Si preferisce un’acqua con basso residuo fisso e ridotto contenuto di sodio.

Tra i più conosciuti e ricercati si trovano lo Yun Shan Yin Zhen, proveniente dalla provincia cinese dello Hunan, e il Yun Shan Silver Needle, raccolto solo con la gemma della pianta e la prima foglia vicina. E ricordate, una tazza di tè giallo delizierà anche la vostra vista, poichè le gemme, fluttuando nell'acqua si disporranno in posizione verticale.


mercoledì 29 giugno 2016

Il regale Basilico, cenni e usi

Il regale Basilico, cenni e usi. Una pianta nobile che vanta rituali molto antichi e le cui proprietà non si limitano al suo uso in cucina.


Ocimum deriva da okirnon, nome greco della specie di piante a cui appartiene il basilico, mentre basilicum significa ''regale". . . La nobiltà di questa pianta, originaria dell'Oriente, era sottolineata dai rituali che ne regolavano la raccolta presso i Greci. Si doveva purificare la mano destra, aspergendola mediante un ramo di quercia con acqua di tre diverse fonti. Si doveva, inoltre, indossare abiti candidi e astenersi da contatti con esseri considerati impuri. In Egitto, il basilico fu uno dei componenti del balsamo usato per la mummificazione ma ebbe successo anche come condimento.

Presso i Romani il basilico, oltre ad essere simbolo degli innamorati, figurava tra gli odori utilizzati in cucina. Apicio, per esempio, lo inserisce in una ricette per i piselli. Nel medioevo si attribuiscono a questa pianta proprietà magiche e, ad esempio, la si considera portentosa contro il drago basilisco. Ancora nel '600 si sosteneva che se uno avesse fatto a pezzetti  qualche foglia di basilico e li avesse riposti in un buco tra due mattoni, dopo breve tempo ne sarebbero nati degli scorpioni. Ai giorni nostri, il basilico è uno degli aromi più usati nella cucina mediterranea.


Caratteristiche e proprietà
Si tratta di una pianta erbacea della famiglia delle Labiate; ha fusto eretto, raggiunge un'altezza di 30-60 cm con foglie opposte, verde vivo sulla parte superiore e verde-grigie inferiormente. I fiori sono piccoli, bianchi. Il basilico cresce bene nei terreni leggeri, ben drenati, in posizioni soleggiate.
Da tutta la pianta emana un piacevole caratteristico profumo e viene coltivato con successo anche nei vasi sui davanzali delle finestre. Le foglie fresche possono essere raccolte da maggio fino a settembre. Si possonoessiccare, disponendole in strati sottili, in luogo all'ombra, riparato ed aerato.
Il prodotto, che anche essiccato mantiene un certo profumo, va conservato in recipienti di vetro o porcellana. Le foglie non vanno tagliuzzate col coltello ma sminuzzate con le dita. Il basilico ha proprietà toniche, calmanti, ed è utile ai nervosi e agli insonni.

Utilizzo
Il basilico è l'ingrediente fondamentale in due famose preparazioni della cucina mediterranea: il pesto genovese e il pistou provenzale. Il primo si confeziona pestando un buon numero di foglie di basilico, uno spicchio d'aglio e formaggio pecorino sardo, olio d'oliva finissimo sino ad ottenere
una crema liquida ma non troppo. Alcuni aggiungono nel mortaio un po' di pinoli. Il pistou vede invertite le proporzioni fra aglio e basilico. Come formaggio viene usato il parmigiano. Per il resto il procedimento è uguale a quello del pesto.

L'olio al basilico si prepara mettendo nell'olio un certo numero di foglie di basilico spezzettate e lasciando macerare un paio di mesi.
L'aceto al basilico si ottiene versando aceto bollente sulle foglie sminuzzate di basilico; lasciato macerare per due o tre giorni va poi filtrato.
Anche la medicina popolare utilizza variamente il basilico. Contro la caduta dei capelli si mette una manciata di foglie fresche di basilico in una tazza d'acqua bollente. Dopo un quarto d'ora, strizzate bene le foglie, si friziona la cute con il liquido.
Un pizzico di foglie di basilico in acqua bollente zuccherata serve a preparare un ottimo energetico.
Un infuso ottenuto con 5 g di basilico fresco in una tazza d'acqua bollente, con succo di limone e zucchero serve a calmare gli spasmi gastrici.
Un rimedio per l' alito cattivo si ottiene mettendo in infusione in mezzo litro d'acqua bollente 30 g di foglie essiccate di basilico, 30 g di bacche di ginepro e 10 g di foglie di rosa rossa. Quando il liquido si è intiepidito, bisogna colarlo strizzando bene foglie e bacche e versarne l'infuso in una bottiglia. Serve per fare sciacqui alla bocca. Per ottenere un efficace colluttorio da adoperare contro le infiammazioni della bocca, basta far bollire per 10 minuti 50 g di foglie essiccate di basilico in mezzo litro d'acqua. Si adopera il liquido per sciacquare la bocca.
Quando un raffreddore non si risolve giova molto provocare degli starnuti liberatori aspirando col naso una presa di polvere di basilico. Un infuso di foglie secche in acqua bollente calma il vomito.

lunedì 6 giugno 2016

Il Burro di Cupuaçu, ottimo cosmetico

Il Burro di Cupuaçu, ottimo cosmetico, ha proprietà nutritive che favoriscono l'elasticità dei tessuti cutanei e contrastano la secchezza della pelle.


Nasce e cresce nelle zone tropicali in particolare nel nord del Brasile, ma viene coltivato anche nelle giugle della Colombia de del Perù ed è il  Cupuaçu, frutto del cupuaçuzeiro, anche detto cupu, albero della famiglia delle Malvacee, parente stretto della pianta del cacao.


E' noto per le sue proprietà nutritive davvero straordinarie, tanto da essere considerato un superfrutto, gustoso e ricco di principi attivi, e per questo usato anche a scopo medico e curativo. Spremendo i suoi semi se ne ricava un burro dal colore bianco-giallastro dalle favolose proprietà ammorbidenti e sgrassanti dalle eccezionali proprietà cosmetiche.

Vediamo cosa contiene: acidi grassi e fitosteroli ad attività anti età, in particolare nei confronti dell'invecchiamento causato dai raggi UV. Contiene teacrina, un potente antiossidante, antinfiammatorio e analgesico. Consigliato per tutti i tipi di pelle, per il suo elevato contenuto di Omega 9 e Omega 6 è dotato di una eccellente capacità di incrementare l'elasticità dei tessuti cutanei ed è molto efficace contro la secchezza della cute per la sua azione idratante e nutriente.

Possiamo dire che il cupuaçu ha la capacità di incrementare l'idratazione della pelle e quella di ridurre la perdita di acqua del tessuto epidermico. Il burro in particolare presenta un'elevata capacita' di assorbimento dell'acqua (fino a 419% del proprio volume e molto superiore a quello di karite') così da  consentirgli di mantenere l'idratazione cutanea per diverse ore. Per la presenza di acido linoleico e dei fitosteroli stimola la rigenerazione cutanea.  Usarlo quotidianamente migliora le piccole imperfezioni della pelle come rughe, cicatrici e smagliature. Si rivela efficace contro le dermatiti, ed è indicato anche dopo la depilazione e la rasatura.

mercoledì 25 maggio 2016

Asparagi: tutti i benefici

Asparagi: tutti i benefici. Una miniera di nutrienti benefici per la nostra salute e il nostro benessere che la stagione primaverile ci mette a disposizione. Portiamoli in tavola.


Se la primavera  è foriera di sbalzi di umore e allergie da un lato, dall'altro ci regala tanta frutta e verdura di stagione ricca di benefici. Gli asparagi cadono proprio a proposito. Hanno un sapore particolare è vero e non tutti lo gradiscono ma sono una miniera di nutrienti. Essi infatti contengono fibre vegetali, acido folico e vitamine, fra cui la vitamina A, la vitamina C ed la vitamina E. Tra i sali minerali, il cromo, un minerale che permette di migliorare la capacità dell'insulina di trasportare il glucosio dal flusso sanguigno verso le cellule del nostro organismo.


Fra l'altro alcuni studi hanno dimostrato che gli asparagi possono essere utili alla prevenzione del diabete di tipo 2 . Gli asparagi, sono ricchi di glutatione, che stimola la depurazione dell'organismo, eliminando così sostanze dannose e componenti cancerogeni. Inserire gli asparagi nella nostra alimentazione può essere utile alla prevenzione di alcune forme di cancro, come quello alle ossa, al seno, al colon, alla laringe e ai polmoni. Inoltre, l'acido folico in essi contenuto, in associazione con la vitamina B12, permette la prevenzione dei disturbi che potrebbero affliggere la sfera cognitiva con l'avanzamento dell'età.

Non dobbiamo poi dimenticare  l'amminoacido denominato asparagina, dall'azione diuretica, che aiuta ad espellere il sodio in eccesso. Si tratta di una proprietà particolarmente benefica per coloro che soffrono di ritenzione idrica, edema o ipertensione. La presenza di potassio regola la pressione, il funzionamento dei muscoli, cuore incluso. Dal consumo di asparagi trae beneficio anche il nostro apparato digerente per il contenuto di inulina,  una tipologia di carboidrato che arriva intatto all'intestino e che è una fonte ideale di nutrimento per la flora batterica, con particolare riferimento ai lactobacilli.



domenica 22 maggio 2016

Quinoa: cinque proprietà

Quinoa: cinque proprietà. Impariamo a conoscere la quinoa, considerato un alimento povero e invece ricchissima di proprietà benefiche. Cinque buone ragioni per introdurla nella propria dieta.


La quinoa oggi molto diffusa anche da noi, è stato ed è un alimento povero dei contadini delle Ande, è ricercatissimo per le sue proprietà. I suoi semi possono essere bianchi, rossi o neri, ed è erroneamente definito cereale anche se in realtà non lo è. In Italia ha subito uno straordinario boom di vendite tale che si è diffusa anche nei supermercati, e ora è stata introdotta anche nei menù di molti ristoranti. 


Contiene proteine ( 13 %), carboidrati ( 60,1 %), grassi ( 6,7%), fibra alimentare ( 8,6%), alcuni minerali tra cui, particolarmente abbondante la presenza di magnesio, il sodio, il fosforo, il ferro e lo zinco. Vi sitrovano alcune vitamine del gruppo B, la vitamina C e la vitamina E. In più ha due importanti aminoacidi: la lisina, importante per la crescita delle cellule cerebrali, e la metionina, molto importante in quanto è essenziale nell'essere umano e va assunta tramite alimentazione, poiché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarla; la metionina svolge un ruolo attivo nella metabolizzazione dell'insulina.

In sintesi possiamo riassumere le sue proprietà in cinque punti:

1 – È molto ricca di ferro, più degli spinaci;
2 – Ha più proteine della soia, simili a quelle di carne, pesce e uova;
3 – Contiene i dieci aminoacidi essenziali;
4 – È ricca di sali minerali, fibre, acidi grassi Omega 3 e 6;
5 – È gluten free, dunque adatta ai celiaci.

sabato 23 aprile 2016

Curare la pelle con il burro di Karitè

Avere una pelle molto delicata, sottile, secca, molto delicata, soggetta agli arrossamenti, tendente all'aridità, e che subisce gli strali delle condizioni meterologiche e dello stress, è un bel problema per molte persone, anche economico, dato che, in questi casi, bisogna averne particolare cura. Come? Il burro di karitè può essere la giusta soluzione.


Il burro di karitè è un prodotto ecologico, perché non viene neppure coltivato, ma raccolto in natura. E' una sostanza che si estrae da una piccola noce, frutto dell'albero di Mangifolia. I frutti di questo albero vengono raccolti, da essi si rimuove la polpa fino ad arrivare alla piccola noce che viene essiccata o arrostita. La noce viene ridotta in polpa, impastata e lavorata a mano con acqua, fino a che la parte grassa coagula e viene separata dall'acqua. A questo punto il burro viene fuso per separarlo dai residui del guscio; quindi il burro puro, viene fatto solidificare.

Chiaramente il burro in tali condizioni è l'ideale, ha il massimo del suo potere nutrizionale, curante e cosmetico. Ha proprietà lenitive e antibatteriche. Panacea della pelle secca, squamata, o infiammata, ottimo sulle ferite e le abrasioni. E' la sostanza che alcuni indigeni africani cospargono sulla pelle dei bambini dopo la scarificazione (il rito in cui si fanno delle abrasioni sulla pelle per lasciare delle cicatrici permanenti), per evitare infezioni.

Sulla pelle è idratante, lenitivo e curativo (pelle secca), divino sulla pelle scottata, con piaghe, psoriasi. Può essere utilizzato su eczemi ed è perfetto per gli eritemi da pannolino.

Ha un'azione che promuove il rinnovamento cellulare e incrementa la circolazione sanguigna. Ciò che lo rende così adatto alla pelle è poi il suo alto contenuto in acidi grassi indispensabili per l'idratazione e l'elasticità. Inoltre è naturalmente ricco di vitamine A, E ed F, essenziali per un buon equilibro della pelle. Perfetto su labbra, mani e piedi quando la pelle è screpolata o fissurata, questa sostanza ha infatti delle proprietà antimicrobiche. Sembra che il burro di Karitè aiuti a migliorare la circolazione capillare e quindi a migliorare l'ossigenazione dei tessuti e l'eliminazione di tossine. Non solo, il burro di karitè ha un'azione antinfiammatoria che, oltre che sulla pelle, risulta efficace anche su altre manifestazioni dolorose. Infatti viene utilizzato per ridurre i dolori muscolari, sui muscoli indolenziti, ma anche: dolori articolari, dolori legati a traumi che generano gonfiori, e per lenire i dolori da artrite.

Il suo alto contenuto di acido cinnamico gli conferisce la proprietà di bloccare alcuni raggi UV dannosi del sole, garantendo una certa protezione nell'esposizione solare. Inoltre la sua consistenza grassa consente di creare una barriera efficace contro le irritazioni da vento, freddo, prodotti e detergenti aggressivi, senza occludere i pori, ma grazie al lento assorbimento della pelle. Essendo una sostanza idratante, che rende la pelle elastica e che non occlude i pori,  ha un'efficace azione anti radicali liberi, dovuta alla sua ricchezza di vitamine, dunque è un ottimo antirughe.

Inoltre può essere usato per rimuovere il make-up. Utilizzato in preparazioni per i capelli o come balsamo è ottimo per curare i capelli danneggiati e aiuta in caso di forfora. Sui capelli la sua efficacia sembra essere migliore del burro di cacao e dell'olio di Jojoba.
ATTENZIONE: il burro di karitè è sconsigliato per chi ha allergie a noci e al lattice.


martedì 19 aprile 2016

Proprietà curative del Pungitopo

Nel periodo natalizio siamo soliti comprare o confezionare decorazioni da appendere fuori dal portone, come centrotavola, da appendere all'albero di Natale, magari utilizzando piante caratteristiche di questo periodo: fra queste il Pungitopo. Ma quanti di noi sanno che il Pungitopo è altrimenti denominato Rusco? E che le sue proprietà sono utilissime alla nostra salute?


Ad esempio in erboristeria vengono usate le radici del rusco, che contengono al loro interno saponine steroidee, olii essenziali e resine che possono essere usate nel trattamento di infiammazioni e altri disturbi della circolazione venosa periferica. Molto utile in caso di dolore e pesantezza alle gambe, oltre che per disturbi come edema, prurito e crampi notturni ai polpacci. Il rusco viene usato per il trattamento delle emorroidi, oltre che nelle turbe della circolazione retinica.

Ma non finisce qui, perché può essere usato in caso di cellulite, ma anche per le sue proprietà antiedemigene e diuretiche. Tutto merito della sua azione flebotonica, resa possibile dalle ruscogine, che rendono questa pianta utile per ritrovare il tono venoso, l’elasticità delle pareti dei vasi e per risolvere problemi di fragilità capillari. In commercio lo troviamo in vendita sotto forma di estratto secco o di tintura madre: chiedete consiglio al vostro medico curante, al vostro erborista o al vostro farmacista, per capire quale uso e quali dosi sono consigliate nel vostro caso.


lunedì 18 aprile 2016

Tutte le proprietà del Ganoderma Lucidum

Il Ganoderma Lucidum è una delle medicine tradizionali cinesi più famose. E’ stato dimostrato che possiede attività farmacologiche ed effetti terapeutici in immuno-modulazione, anti-cancro, anti-radiazioni e disintossicazione per varie patologie, tuttavia, l’accumulo dei suoi ingredienti attivi e i meccanismi farmacologici sono principalmente sconosciuti. Gli acidi ganoderici, sono uno dei principali ingredienti attivi del Ganoderma Lucidum, sono una sorta di triterpeniche metaboliti secondari che hanno la capacità di partecipare a molte attività biologiche tra cui quella antitumorale e antiossidante.


Cresce sugli alberi in decomposizione, la lignina è uno dei suoi principali componenti polimerici e si trova sulla parete delle cellule vegetali. E' altamente resistente alla degradazione chimica e biologica. Infatti viene impiegato per molti tipi di patologie e sicuramente uno dei suoi componenti più importanti è il Reishi, il più potente antiossidante esistente. La maggior parte dei composti benefici si trova all’interno delle spore, tanto che gli scienziati hanno iniziato a fare progressi in materia di efficienza rompendone il guscio, ottenendo così il massimo dei risultati. Questo buffo fungo contiene minerali importanti come potassio, magnesio, calcio, sodio, manganese, ferro e zinco. Riduttivo dell' ansia, migliorativo del sonno, della circolazione e delle funzioni cerebrali, dà una spinta al sistema immunitario, allevia bronchite e asma, anallergico, anti-infiammatorio, anti-batterico, migliora la funzione corticosurrenale, favorisce la guarigione dell' acne, il miglioramento dell'epatite cronica, la menopausa, ed è un ottimo energetico.

 Molte aziende coltivano il Ganoderma Lucidum chimicamente mettendo delle buste alle radici per farlo crescere cosi, ma questo procedimento è sbagliato, infatti il metodo più raffinato e sicuramente naturale, è proprio quello di far crescere i tronchi sotto terra, così non occupano molto posto e sono totalmente naturali. Per migliaia di anni, il Ganoderma è stato considerato dai cinesi come una medicina di alta qualità a base di erbe, che può migliorare la salute, aumentare la capacità di guarigione del corpo, e contribuire a mantenere un corpo sano e attivo.

Possiamo confermare che il Ganoderma Lucidum è un’ottimo rimedio per molti tipi di patologie, ma non solo perché è uno degli antiossidanti più potenti al mondo, studi recenti hanno confermato che il Ganoderma Lucidum è un nutraceutico, che riesce a risolvere qualsiasi tipo di patologia, ma ovviamente come ogni sostanza che fa bene al nostro corpo, il Ganoderma impiega del tempo ed è necessaria da parte nostra una certa costanza!

Scheda riassuntiva Ganoderma Lucidum:

  • abbassa il colesterolo nel sangue e la quantità di grassi liberi; 
  • riduce il livello di zuccheri nel sangue, ripristinare le funzioni del pancreas; 
  • abbassa lipidi nel sangue e stabilizza membrana dei globuli rossi; 
  • contiene adenosina che può abbassare agglutinazione piastrinica e previene trombogenesi; 
  • migliora la funzione della corteccia delle ghiandole adrenalina per mantenere l’equilibrio endocrino; 
  • eleva la capacità naturale di guarigione del corpo, permette al corpo di stabilire un forte sistema immunitario; previene la degenerazione delle cellule dei tessuti; 
  • previene allergie causate da antigeni, perché inibisce il rilascio di istamina.

venerdì 15 aprile 2016

Depurarsi e dimagrire con il Sidro di Mele

Siamo abituati a pensare al Sidro di Mele come ad una bevanda legata al Nord Europa e alle sue antiche usanze, ma sono molte le cose che non sappiamo su di esso. Credo che siano molti coloro che non conoscono le sue benefiche proprietà. Eccole in breve.

Lo conoscevano i Romani e lo producevano, ma oggi è più diffuso in Francia e Inghilterra che non in Italia: si tratta del Sidro di Mele, che pian piano si sta diffondendo anche da noi soprattutto come aperitivo. In realtà il Sidro di Mele è un'ottima alternativa al vino, ma può essere usato anche come integratore depurativo e dimagrante.  Il Sidro si produce dalla spremitura (e in seguito fermentazione) di mele acidule, piccole e che abbiano alto contenuto di tannini, ad esempio la mela renetta e di solito la sua gradazione alcolica varia da 4 a 8 gradi.


Quali le sue proprietà? E' un ottimo riequilibratore del pH dell’intestino, favorisce il transito e depura a fondo l’organismo dalle sostanze tossiche e acide, con un effetto sgonfiante. L'azione depurativa è favorita dall’altissimo contenuto di polifenoli, responsabili della formazione di un enzima disintossicante, di fibre solubili e insolubili e dell’acido malico presente nella polpa e nella buccia delle mele. Ricordate, l’acido malico, impedisce l’accumulo di acido urico e previene edemi, ritenzione idrica e cellulite. Per queste sue proprietà si consiglia il sidro sia durante che dopo la dieta, poichè aiuta ad evitare che si manifestino cedimenti e flaccidità.

Il sidro può essere dolce, frizzante e fruttato che può essere abbianto a formaggi, frutta e dessert, oppure il sidro secco che ben si accompagna a carne o pesce. Dal sidro inoltre può essere ricavato l'aceto di sidro di mele, che si dimostra efficace nel regolarizzare la glicemia e riduce il rilascio di insulina nel sangue.  Prima di ogni pasto, si può assumere 1 cucchiaio di aceto di sidro di mele, puro o diluito in 1/2 bicchiere d’acqua: così si favorisce la perdita di peso perché si evita l'accumulo di grassi ed in più stimola il metabolismo.

mercoledì 13 aprile 2016

Cinque motivi per introdurre il latte di cocco nella nostra dieta

Oggi parliamo del latte di cocco, delle sue proprietà e di almeno cinque buoni motivi per introdurlo nella nostra dieta. I benefici sono plurimi, in particolare per le sostanze nutritive in esso contenute.

Sono sempre di più le persone che si scoprono essere intolleranti al lattosio, mentre altre decidono di fare una scelta etica e smettono di consumare il latte vaccino. Ma al di là delle motivazioni che spingono a rinunciare al latte, si accumulano i motivi per iniziare a consumare il latte di cocco. Un alimento questo dalle grandi proprietà nutritive e con qualità che lo rendono uno dei migliori sostituti del latte.



Quali benefici?  Vediamo di riassumere i principali
 1) Buona fonte di minerali, in particolare antiossidanti come il selenio e il magnesio, ma anche micronutrienti chiave come potassio, ferro e zinco.

2)  Contiene anche vitamine C ed E, antiossidanti protettivi contro l'azione dei radicali liberi.

3) La metà dei suoi grassi è composta da acido laurico, che nonostante sia un grasso saturo, ha dimostrato di diminuire i livelli di colesterolo LDL (cattivo) in favore del colesterolo HDL (buono), e di avere una forte azione antibatterica e antivirale (qui lo studio).

4) E' un ottimo regolatore di sazietà come risulta da uno studio, che ha dimostrato che i particolari grassi del latte di cocco portano a consumare una media di 256 calorie in meno al giorno. Questo anche grazie anche alle fibre contenute, a differenza del latte vaccino che ne è totalmente privo.

5) Un bicchiere di latte di cocco è un valido rimedio naturale per calmare i sintomi del reflusso acido.

Attenzione a non confondere il latte di cocco con l'acqua di cocco, infatti il latte di cocco è la polpa del cocco in foma liquida, l'acqua invece è quella contenuta al suo interno. Reperibile nei negozi che vendono alimenti biologici può avere un prezzo un po'alto, ma non dimenticate l'autoproduzione, frullando  la polpa del cocco oppure a partire dal cocco grattugiato (si compra in buste di plastica al supermercato), mettendolo a bagno in acqua calda per poi filtrarlo.

Il latte di cocco è ottimo da aggiungere ai frullati di frutta e verdura fresche, regalando gli un sapore delizioso. Va benissimo con il caffè oppure lo si può gustare così semplice semplice. In quest'ultimo caso però, è consigliato moderare la quantità a chi vuole perdere peso, essendo comunque ricco di grassi e contando circa 250 calorie per bicchiere. E' un valido ingredientep er la cucina esotica,  thailandese e di altri Paesi africani e del sud-est asiatico .

martedì 12 aprile 2016

Come migliorare il metabolismo con lo yogurt greco

Oltre ad essere un alimento altamente benefico, lo yogurt può essere utilizzato per migliorare il proprio metabolismo sfruttando le sue potenzialità e in particolare i fermenti lattici che contiene. Lo yogurt greco è un toccasana. Vediamo come e perché.

Lo yogurt è uno degli alimenti che a me non viene mai a noia, non solo perché amo il suo gusto, ma anche e soprattutto perché fa bene, anzi benissimo. Io lo mangio e assaporo tutto l'anno, per me è un complemento fondamentale della colazione e spesso anche della cena, ma se non siete grandi amatori, pensate almeno ad introdurlo nella vostra dieta a periodi alterni, primo fra tutti, prima dell'arrivo della primavera, per ripulire  i tessuti dalle tossine e dalle scorie che si "appiccicano" al tubo digerente.


Le stramaledette tossine, se restano in circolo, s’infiltrano nell’organismo in profondità, innescando fenomeni infiammatori e col tempo si trasformano in ristagni e in grasso, ma non finisce qui, perchè poi  migrando nei tessuti, ne determinano la perdita di tono. Lo yogurt contiene miliardi di fermenti lattici vivi, che rivitalizzano la microflora intestinale,  migliora l’assorbimento dei nutrienti, a beneficio di tutte le attività metaboliche. Il contenuto di calcio, inoltre, contribuisce a tenere sotto controllo l’appetito. Va detto che lo yogurt nasce dalla fermentazione del latte e il lattosio (lo zucchero principale del latte) in questo prodotto si presenta già scisso in glucosio e galattosio, risultando più digeribile alle persone con intestino sensibile e agli intolleranti.

Più denso e compatto di quello tradizionale, il divino yogurt greco lo si trova in versione intera (96 kcal l’etto) che magra (73 kcal per 100 g), che è quasi priva di grassi. Entrambi garantiscono un apporto bilanciato di proteine (tonificanti) e carboidrati (che aumentano il metabolismo), ma il maggior pregio è rappresentato dalla particolare consistenza, che riempie la bocca e lo stomaco e ci regala la sensazione di “mangiare tanto” pur assumendo poche calorie. Il bello è che proprio in virtù del fatto che ha un sapore neutro, lo yogurt greco è un'ottima “base” per svariate preparazioni sia dolci che salate.

Se si fa sport, frullare un vasetto di yogurt greco intero con una banana (ricca di potassio, scongiura crampi e ritenzione) e un bicchiere di latte di mandorle (favorisce sazietà e buonumore). È una bevanda che dà energia ed è leggero da digerire.

Come salsa nell'insalata, frullare 100 g di yogurt greco magro con 2 filetti di acciuga, una scatoletta di tonno all’olio d’oliva (sgocciolato), un cucchiaio di capperi dissalati, un battuto di timo e una presa di pepe nero. Amalgamare bene e usare la salsa per condire.

Se si hanno problemi di pancia gonfia e l’intestino è pigro, consumare lo yogurt greco magro la mattina a colazione al posto del latte aggiungendo un cucchiaio di crusca d’avena, un cucchiaino di sciroppo d’acero e 2 prugne secche precedentemente bollite.

Prima di un pasto, per mangiare meno, mescolate uno yogurt greco magro  con verdure a tocchetti (pomodorini, zucchine affettate, ravanelli ecc. ) e condirlo con olio d’oliva e semi di sesamo: attenua smagliature e cellulite.

Come dessert leggero, amalgamare un vasetto di yogurt greco magro con un cucchiaino di semi di sesamo, uno di semi di lino e uno di semi di girasole, una tazza piccola di frutti di bosco e un pizzico di vaniglia.

lunedì 11 aprile 2016

Non chiederti cosa tu puoi fare con i porri, ma cosa loro possono fare per te

Non so voi, ma io adoro sia l'aglio che la cipolla, che utilizzo abitualmente in cucina, mi piacciono incredibilmente sia l'odore che il sapore. Ma vorrei spezzare una lancia anche per il porro che è loro parente (facciamo tipo cugino ok?), che contiene sostanze nutritive ed ha un ottimo sapore, molto delicato pur parente dell'arrogante cipolla e dell'aglio nemico dei vampiri (ci sarà stato un motivo no?). Ma il porro è molto meno noto e anche evitato quasi fosse da scartare, ma sono convinta che sia solo perchè non se ne conoscono le moltissime virtù.


Il porro fa parte della stessa famiglia delle alliaceae. Ed è il solfuro di allile che gli conferisce, come del resto ai suoi parenti, il tipico odore e sapore. Eccone elencate le proprietà: anticancro, depurativo, protegge il cuore. Nei secoli passati era usato in cucina come alimento diuretico e depurativo. Per queste sue proprietà, a livello curativo è impiegato in caso di obesità, infiammazioni renali, gotta e per combattere il colesterolo alto.

La presenza di allile, il principio attivo del porro, assieme ai flavonoidi presenti fa sì che svolga un'azione benefica sulla circolazione del sangue in grado di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Recenti studi hanno anche verificato la sua utilità nella prevenzione dell’artrosi dell'anca.

Altre proprietà nutrizionali del porro? Vitamine e fibre utili per la regolarità intestinale (a tal proposito specifichiamo che le fibre più utili per regolarizzare l’intestino e combattere la stipsi sono quelle contenute nella parte bianca) , ottima fonte alimentare di vitamina C, acido folico e betacarotene. Le fibre contenute nella parte verde sono più pesanti da metabolizzare ed è per questo motivo che del porro si utilizza il bulbo e la sola parte bianca.

Non solo, il porro svolge un’azione antibatterica e antisettica. Ma come utilizzarlo al meglio? Il porro è un ortaggio da consumare preferibilmente crudo, se si vuole sfruttare appieno tutte le sostanze nutritive che contiene. Se volete proprio cuocerlo, evitate la lessatura e preferite una cottura veloce a fuoco basso o fatelo al vapore. Il porro è economico e può essere conservato in frigorifero anche una settimana se intero. Se lo tagliate va consumato immediatamente. E ora correte a provarlo, e ricordate, non ucciderete nessuno con una fiatata se lo mangiate!


martedì 5 aprile 2016

Cura e salute dell'apparato digerente: l'efficace aiuto del carrubo

La cura del nostro apparato digerente è molto importante, perchè da essa dipende gran parte della nostra salute. In presenza di acidità gastrica, steatorrea, reflusso gastroesofageo, diete dimagranti, può venire in nostro soccorso un efficace alleato naturale: il carrubo.

La Ceratonia siliqua o carrubo è nota per i suoi impieghi per la cura di piccole lesioni quotidiane e per il suo potere di regolarizzare le funzioni digestive e per l'efficace cura della diarrea e stipsi. Il suo uso è tipicamente interno perchè grazie alla gomma di carrube svolge una efficace azione contro il reflusso gastroesofageo e inoltre attenua i sintomi del colon irritabile. Si trova in forma di polveri, frantumazioni, bevande, sciroppi e capsule.


Oltre alle suddette proprietà è efficace contro il  vomito persistente, l'acidità gastrica, la steatorrea (cioè l'eccessiva presenza di grasso nelle feci), emorroidi, anemia e carenze nutrizionali. E molti saranno felici di sapere che è un ottimo alleato delle diete dimagranti, poichè inibisce, da un lato, alcuni enzimi digestivi grazie all'elevata presenza di tannini e, dall'altro, creando una sensazione di sazietà. I ricchi nutrienti di cui è composto prevengono le eventuali carenze che possono accompagnare i regimi dimagranti.


Come detto anche per le piante descritte nei mie post precedenti, anche il carrubo è noto fin dall'antichità, infatti  nell'antico Egitto, i suoi baccelli, mescolati a miele, farina di avena e cera erano utilizzati per la cura della diarrea, infezioni oculari, i disturbi della vista e infestazione da parassiti intestinali. E' noto che i Berberi consumano i frutti del carrubo come bevanda per attenuare i disturbi digestivi. La farina di carrube è impiegata anche nell'alimentazione dei bambini come sostitutiva della farina di grano presente nel latte in polvere, per la sua scarsa capacità di provocare reazioni allergiche e per il tenore elevato di elementi nutritivi.

In fitoterapia sono i frutti del carrubo sono le parti più utilizzate perchè permettono di ottenere due prodotti distinti: la gomma di carrube, originata dal sottile involucro dei semi, e la farina di carrube, che deriva dall'essiccazione, dalla torrefazione e dalla frantumazione dei baccelli. I principi attivi del carrubo si trovano nelle pareti carnose che separano i semi dai baccelli. La polpa contiene proteine, amido e zucchero (saccarosio e glucosio) oltre che fibre, sali minerali, tannini e grassi. Inoltre contiene anche oligoelementi, come il calcio, il ferro, il magnesio, il fosforo e il silicio. La gomma di carrube contiene dei polisaccaridi, tra cui il galattomannano. Si tratta di zuccheri complessi che possono sostituire l'amido.

Anche se il consumo giornaliero di carrubo non ha alcun effetto collaterale, è sempre bene rispettare le dosi indicate per evitare i rischi di intossicazione.
 - Per curare i disturbi digestivi dell'adulto, la dose da assumere nell'arco delle 24 ore è di soli 30 g. La polvere di carrubo va sciolta nel latte, nel tè o in acqua calda. La bevanda così ottenuta può essere consumata in qualsiasi momento della giornata, in quantità minime di 2 g ogni due ore.

- Per i bambini e i ragazzi di età inferiore a 18 anni, la quantità deve essere ridotta di circa 10 g al giorno. Nei neonati, la proporzione di polvere di carrubo da assumere deve rispettare la seguente formula, ovvero: 1,5 g/kg/giorno.

- Le capsule di carrubo, di circa 330 mg, vanno assunte a pranzo per attenuare i disturbi digestivi. La dose efficace è di 2 capsule.

- Per beneficiare dell'effetto di soppressione della fame, si raccomanda di assumere da 3 a 4 e capsule di carrubo un'ora prima di pranzo.

È indispensabile consultare uno specialista prima di avviare un trattamento a base di polvere di carruba a lungo termine. Chi è diabetico, anemico, e che soffrono di insufficienza renale, devono sottoporsi ad un controllo medico. Non va somministrato ai neonati che presentano un'insufficienza ponderale, oltre che nei pazienti affetti da disturbi metabolici o che sono allergici a uno dei suoi componenti.



E' possibile osservare reazioni allergiche, come eruzioni cutanee, inoltre il carrubo rischia di modificare le azioni delle piante officinali, che riducono il tasso di glicemia nel sangue. Questa pianta officinale può aumentare in modo rilevante l'effetto delle statine o di altri farmaci per la riduzione del tasso di colesterolo. Nei pazienti diabetici è stata anche riscontrata una variazione rilevante dei livelli di insulina.

mercoledì 23 marzo 2016

L'Escolzia o papavero della California, la pianta del Sonno

L'escolzia o papavero della California è noto come sedativo e ansiolitico naturale, utile nel trattamento di diversi disturbi del sonno  di adulti bambini: difficoltà di addormentamento, insonnie, enuresi... Questa pianta, che non dà alcun tipo di assuefazione alcuna, placa anche gli stati di nervosismo e le forme lievi di ansia, oltre che attenuare i disturbi psicosomatici correlati.

Uso interno: come sedativo  favorisce l'addormentamento. Calma i bambini prima di andare a letto, riduce i risvegli notturni, l'enuresi e gli incubi. Come ansiolitico migliora i disturbi psichici normalizzando le funzioni psicologiche. Combatte il nervosismo e lo stress senza creare assuefazione, come gli stati lievi di ansia responsabili di palpitazioni o di sensazioni di oppressione. Ma è anche un antispasmodico e come tale  attenua i dolori, le coliche, le irritazioni intestinali, i crampi o le infiammazioni biliari o a carico della colecisti che accompagnano i disturbi del sonno.



E' originaria della costa pacifica degli Stati Uniti, e del Canada meridionale, ed è stata un rimedio tradizionale dei popoli amerindi per le sue proprietà analgesiche: questa pianta infatti contribuiva ad alleviare il mal di testa e il mal di denti di cui soffrivano queste popolazioni.

Anche se parente del papavero sonnifero (Papaver somniferum), l'escolzia non è un narcotico. In fitoterapia sono le parti aeree assunte per via orale. Principi attivi sono costituiti da alcaloidi isochinolinici, glucosidi flavonici, fitosteroli, carotenoidi, mucillagini, linamarina.

Dosaggio:
Gli alcaloidi responsabili dell'effetto ansiolitico dell'escolzia non sono solubili in acqua, perciò gli infusi non sono efficaci nel trattamento delle forme leggere di ansia.
- Un infuso si prepara utilizzando 5 g di parti aeree essiccate, da lasciare in infusione per quindici minuti in una tazza di acqua bollente, da bere prima di andare a letto.
- In capsula di estratto secco, la posologia è di 2 capsule da 100 g, da assumere a cena, poi altre due al momento di coricarsi.
- L'assunzione di escolzia sotto forma di tintura madre richiede la diluizione di un minimo di 100 a un massimo di 150 gocce in un bicchiere d'acqua. Bere il composto un'ora prima di andare a letto. Può risultare più facile consumare l'estratto fluido, più concentrato, in dosi da 15 a 30 gocce, da una a tre volte al giorno.

ATTENZIONE:  operatori di macchinari o conducenti di veicoli devono considerare gli effetti sedativi dell'escolzia. Inoltre, non va assolutamente associato al consumo di alcol. Le persone in attesa di sottoporsi a interventi chirurgici dovranno interrompere l'assunzione di escolzia da una settimana a dieci giorni prima dell'operazione, per evitare interferenze con eventuali altri farmaci (anestetici o altri).

Benchè la pianta sia priva di tossicità, l'escolzia è sconsigliata durante la gravidanza e l'allattamento, nei bambini di età inferiore ai 6 anni e in caso di antecedente di glaucoma, per la presenza di alcuni alcaloidi, tra cui la sanguinarina. Benché si sospetti che la sanguinarina sia responsabile della formazione di glaucomi, questa sostanza è principalmente concentrata nella radice della pianta, che non viene utilizzata in fitoterapia. E' anche controindicata nei soggetti allergici alle piante della famiglia delle papaveracee e ad alcuni farmaci, come la morfina e la codeina.

Raramente l'escolzia può indurre un leggero stato di torpore. Tra gli altri effetti collaterali, sono stati riferiti sonnolenza mattutina e rigidità muscolare. Utilizzata in associazione con il biancospino, l'escolzia può anche causare nausea.

Può essere associata ad altre piante, in funzione dell'effetto desiderato: il papavero in caso di incubi notturni, l'eleuterococco contro l'enuresi, il marrubio per le persone che hanno difficoltà ad addormentarsi. In compenso,  intensifica gli effetti di altre piante officinali, in particolare il kawa kawa, la valeriana, il corniolo giamaicano e l'iperico, con un rischio di sonnolenza.

Se  associata all'assunzione di tranquillanti, l'escolzia può aumentarne le proprietà sedative. Interagisce con gli oppiacei, i barbiturici e le benzodiazepine. Ne è quindi sconsigliata qualunque associazione.

mercoledì 16 marzo 2016

Buoni motivi per introdurre la Crusca nell'alimentazione

Tutti sanno che la crusca fa molto bene, ma forse non tutti sanno di preciso cosa sia. Si tratta del rivestimento esterno dei cereali che viene eliminato quando questi vengono raffinati. Ecco perchè oggi sono moltissimi ormai i nutrizionisti che esortano a mangiare gli alimenti integrali, per non perdere questa parte fondamentale che è una miniera di vitamine, sali minerali e, soprattutto, di fibre. L'eccessivo uso di cibi raffinati e con scarsa presenza di fibre causa spesso infiammazioni, stitichezza, diverticolosi e, se perdura nel tempo, a degenerazione dei tessuti intestinali. Se non siete fra coloro che sono disposti a passare ad una alimentazione integrale, è necessario arricchire la nostra dieta con almeno un cucchiaio di crusca al giorno.


Ma quali sostanze troviamo nella crusca? Acidi grassi polinsaturi, magnesio, ferro, fosforo e niacina, vitamine del gruppo B, D (stimola l’assorbimento a livello intestinale di calcio e fosforo) ed E (che rinforza unghie e capelli): è dunque un benefico integratore per il benessere di tutto l’organismo. Il cereale più ricco di  crusca è il frumento e a seguire vengono il riso, l’avena e l’orzo. Chi soffre di stipsi è bene che consumi la crusca di frumento perché l’alta percentuale di fibre insolubili che nel loro passaggio nello stomaco e poi nell'inestino si gonfiano assorbendo i liquidi e favorendo l’evacuazione. Si aumenta la motilità del colon ed si eliminano le tossine prodotte dai cibi e accumulate nell’intestino. E poi dato che dà subit osenso di sazietà, facilita il dimagrimento e riequilibra l’assorbimento di grassi e calorie. E come ciliegina sulla torta  è anche un ottimo alimento per chi ha tassi elevati di grassi nel sangue e non innalza la glicemia: è utile in caso di colesterolemia e trigliceridi alti e previene le malattie cardiovascolari e l’arteriosclerosi.

In commercio si trovano più comunemente la crusca di frumento e quella di avena. Quella di frumento contiene un quantitativo maggiore di fibra (45%) insolubile, di niacina (vitamina B3) e di tocoferolo (vit. E), ferro e magnesio. Se accompagnata nella sua assunzione da una sufficiente quantità di liquidi, ha un effetto antistipsi in quanto aumenta la massa fecale e facilita la peristalsi. La crusca d’avena è più energetica perché maggiore è la percentuale di lipidi e proteine. Nonostante ciò, è più indicata nei casi di sovrappeso perché essendo ricca di fibre solubili (beta-glucani) aumenta il senso di sazietà, placa la fame nervosa e crea sul colon una patina protettiva resistente alle tossine. Inoltre, avendo una quantità più bassa di glucidi, la crusca d’avena abbassa l’indice glicemico ed è indicata nella prevenzione del diabete senile.

Per consumarla la potete  aggiungere allo yogurt oppure alle ricotte di latte vaccino, ai caprini morbidi, alle minestre, alle zuppe, nelle frittate, crêpes e crocchette. Oppure sciolta nel latte di cereali (riso, avena, grano saraceno, soia) diventa un alimento molto nutriente ed energetico. Se usata come complemento a un buon apporto di liquidi (acqua, succhi senza zucchero o spremute di pompelmo, arancia o kiwi), stimola l’intestino e la peristalsi e regola l’evacuazione.

martedì 15 marzo 2016

La Consolida maggiore o erba di San Lorenzo per la pelle, i muscoli, le fratture e distorsioni

Si chiama Symphytum officinale ma è nota anche come orecchio d'asino o erba di San Lorenzo ed era nota già nell'antichità per le sue proprietà di rinnovamento delle cellule della pelle e dei muscoli, e la capacità di facilitare la guarigione di fratture, distorsioni e stiramenti. E in più è utile in dermatologia. Si può usare sia internamente che esternamente.



Uso interno: come antifiammatorio l'infuso di consolida maggiore è un coadiuvante nella cura di disturbi digestivi, diarree e coliti ulcerose. Mentre come astringente la foglia attenua i dolori causati da artrosi, crampi o nevralgie muscolari, favorendo il rilassamento dei muscoli, ma dato che contiene una sostanza epatotossica se limita fortemente l'uso interno.

Uso esterno: applicata su compresse di garza, consente di curare contusioni, storte e fratture. E' utile per curare ferite e piaghe da decubito,  come antinfiammatorio attenua le contrazioni e gli stiramenti muscolari. Se ne può fare un cataplasma,  per purificare i polmoni e curare le tossi secche. Facendo gargarismi o sciacqui, agisce sulle lesioni e sulle infiammazioni della cavità orale. Ha proprietà emollienti, perciò si rivela  molto utile in ambito dermatologico contro foruncoli, acne, psoriasi e, in generale, per contrastare qualsiasi forma di disidratazione della pelle.

E' anche addolcente, contiene infatti mucillagini che la rendono un ottimo trattamento complementare in caso di screpolature o spellature, oltre che di punture di insetti. Plinio il Vecchio ne descrive le proprietà terapeutiche per la cura delle fratture. All'epoca, la consolida maggiore era anche impiegata in caso di disturbi intestinali, bronchiti o pleuriti. Nel tempo si è diffusa grazie a viaggiatori e pellegrini. Il nome botanico symphytum si riferisce alla parola greca symphuo, che significa "crescere insieme".

La fitoterapia ne utilizza la radice e le parti aeree: la radice si raccoglie in autunno, periodo durante il quale presenta il tasso di allantoina più elevato, mentre le parti aeree, dalle proprietà astringenti e antinfiammatorie, vengono raccolte in estate.La consolida maggiore contiene: allantoina, acidi fenolici, alcaloidi, tannini, mucillagini, terpenoidi. Ed  è anche ricca di calcio, potassio, fosforo, ferro e silicio.


Dosaggio:
-principalmente utilizzata come cataplasma, sia versando dell'acqua bollente sulle foglie fresche tritate, prima di avvolgere il tutto in una garza, sia mescolando il 50% di farina della foglia di consolida maggiore al 50% di amido per ottenere una pasta spessa.
- la tintura madre di radice di consolida maggiore si utilizza pura sui foruncoli dell'acne. È possibile collocare direttamente le foglie tagliate sui foruncoli o utilizzarle in caso di psoriasi.
- il decotto si prepara utilizzando 100 g di radici spellate per 250 ml di acqua e deve essere limitato al solo uso esterno, in applicazioni di una quindicina di minuti, da ripetere ogni 3 ore.
- un infuso di consolida maggiore si prepara mescolando 6 foglie grandi fresche o essiccate, in 1 litro di acqua, prima di filtrare e lasciar raffreddare. Questo infuso può essere impiegato in uso interno o esterno, mescolandolo ad esempio all'acqua del bagno.
- è anche possibile consumare il succo di consolida maggiore, preparato con le foglie passate al mixer, mescolate a un po' d'acqua e poi filtrate Precauzioni d'uso della consolida maggiore

E' necessario fare attenzione nell'uso della consolida maggiore perchè contiene alcaloidi pirrolizidinici isolati che possono, a dosi elevate, rivelarsi estremamente tossici per il fegato. essi si concentrano soprattutto nella radice. Per questo motivo, è fondamentale non impiegare la radice per uso interno. In generale, i ricercatori raccomandano una durata massima di utilizzo di sei settimane all'anno, per evitare che questa sostanza epatotossica si possa accumulare nell'organismo. La consolida maggiore non va applicata su una ferita aperta che non sia stata pulita. Peraltro, la durata massima di utilizzo di questa pianta sulle ferite è di tre giorni.

ATTENZIONE:  è controindicata nei bambini, nelle donne incinte o che allattano, e nei soggetti affetti da malattie epatiche. Al di fuori di un potenziale rischio allergico, non esistono effetti collaterali noti.

lunedì 14 marzo 2016

La celidonia o erba delle rondini

Erba delle rondini è un appellativo molto affascinante, rimanda a qualcosa di naturalmente magico nel mio immaginario. L'erba delle rondini è la  celidonia, conosciuta  fin dall’antichità per le sue proprietà medicinali. Si chiama così perchè celidonia deriva dal greco chelidôn che significa rondine, secondo una leggenda infatti, questi uccelli la utilizzavano per guarire gli occhi dei loro piccoli nati ciechi. E' facile dedurre quindi, che la tradizione le attribuisca proprietà curative nei confronti delle patologie oculari, ma oggi se ne fa uso per curare le verruche, ed è per questo che viene anche chiamata erba delle verruche o erba dei porri. In verità le proprietà della celidonia sono molte, cominciamo a vedere quali.


Uso interno: per i crampi intestinali e gastrici e per il trattamento dell’asma,  trattamento di affezioni vascolari ed epatiche come l’ittero, la colecistite o la litiasi (calcolosi), problemi di nervosismo e di insonnia per il lieve effetto sedativo.

Uso esterno:  affezioni dermatologiche, in particolare le verruche causate da alcuni tipi di papillomavirus, grazie alle sue proprietà antimicotiche. Combatte l’eczema, la tigna e le ulcere.

Vi sono anche altre proprietà terapeutiche che ha la celidonia, fra queste l'aumento del calibro delle arterie coronarie che la rende utile al trattamento dell’aterosclerosi, perché riduce il battito cardiaco e la pressione arteriosa, ma non è efficace nei confronti dei problemi di pressione dovuti al sistema renina-angiotensina-aldosterone.

Della celidonia si usano le parti aeree della pianta, il suo lattice (o linfa gialla) e le radici. Bisogna comunque fare attenzione, perchè a fronte delle sue innumerevoli proprietà, la celidonia è una pianta tossica che contiene: alcaloidi (1%) molto potenti, come la berberina, la coptisina, la chelidonina, la sanguinarina e l’allocriptopina.

Dosaggio

- Per l’uso esterno, sui calli, i duroni e le verruche, si applica una piccolissima dose di succo fresco facendo attenzione a non toccare le parti sane della pelle per evitare di provocare irritazioni. È possibile cogliere e frantumare da soli la pianta e applicare 2 o 3 volte al giorno una goccia di lattice direttamente sulla zona da trattare.

- Per uso interno, fare un infuso o un decotto di foglie, 3 volte al giorno. Lasciare in infusione per qualche minuto 5 g di foglie al massimo, in acqua bollente. Il gusto è particolarmente amaro.
- Esistono anche delle capsule e delle preparazioni omeopatiche per trattare i problemi epato-vescicolari.

Come accennato precedentemente, essendo la celidonia una pianta tossica, per la presenza di sostanze attive alcaloidi, bisogna assolutamente evitare un trattamento prolungato o superare le dosi e le quantità prescritte per la preparazione di infusi o tisane; inoltre non bisogna ingerire la pianta fresca né il lattice, che è altamente corrosivo per le mucose. Dosi elevate possono inoltre risultare tossiche per il fegato (epatiti).

Per questi motivi è bene tenere presenti le controindicazioni a cui si può andare incontro: non assumere in gravidanza,  vietata ai bambini a causa della sua tossicità. Se sono state assunte dosi eccessive di celidonia, esiste un rischio elevato di gravi irritazioni della mucosa digestiva, con sintomi come nausee, vomito, diarree gravi e quindi rischio di disidratazione. Anche il lattice è altamente corrosivo per le mucose. L’assunzione di dosi ancora più elevate può provocare gravi disturbi nervosi e l’ingestione massiccia di questa pianta può essere mortale.




domenica 13 marzo 2016

Carbone vegetale usi e proprietà

Il carbone vegetale è uno dei più attivi  disintossicanti naturali conosciuti, in particolare quello originato dalla combustione dei gusci delle noci di cocco. E' utile a curare diversi problemi di salute, fra cui, i più noti, disturbi digestivi e intestinali.Vediamo dunque nel dettaglio le sue proprietà.

Effetto depurativo: purifica l'organismo.
Effetto disintossicante: in caso di sovradosaggio da farmaci, intossicazione lieve da metalli pesanti, avvelenamento.
Disturbi intestinali: primo fra tutti regolarizza il transito, calma la diarrea, la gastroenterite e la costipazione causata dalla fermentazione intestinale.
Disturbi digestivi: bruciori di stomaco, reflusso gastrico, aerofagia, flatulenze, gonfiori, eruttazioni, colon irritabile, crampi conseguenti a un consumo eccessivo di lipidi e zuccheri.
Altri importanti: abbassa il colesterolo e i trigliceridi nel sangue. Elimina il problema dell'alito cattivo (alitosi). Riequilibra l'insufficienza renale.



Gli usi del carbone vegetale sono molto antichi: ne abbiamo testimonianza grazie a Ippocrate e Plinio (400 anni prima di Cristo). Ma sembra che già intorno al 1550 a.C. gli egizi lo utilizzassero per purificare l’acqua. Più recentemente  è stato utilizzato per purificare e decolorare alcuni prodotti, come lo zucchero bianco. Oggi il carbone vegetale o carbone attivo è uno dei prodotti naturali più impiegati come rimedio per le intossicazioni e gli avvelenamenti (assunzione di droga, sovradosaggio da farmaci, avvelenamenti alimentari o ingestione di prodotti domestici). Si rivela inoltre utile in nefrologia, gastroenterologia, pediatria, cardiologia ed è tra i farmaci comunemente usati dai veterinari.

Per ottenere il carbone vegetale è necessaria la carbonizzazione del legno di frassino o di pioppo (Populus nigra, Populus pyramidalis) oppure dei gusci delle noci di cocco, che avviene a temperature elevate (600-900°C) e in totale assenza di aria. In seguito avviene una fase di attivazione in cui si  riscalda di nuovo il carbone alle stesse temperature ma con l’aggiunta di aria, vapore acqueo e gas ossidanti: è grazie a questo procedimento che si conferisce al prodotto la sua caratteristica porosità, che gli permette di assorbire una quantità di gas pari a cento volte il suo volume.

Ma quali sono le sostanze che contiene e i suoi principi attivi? Si tratta semplicemente di Carbone allo stato puro. Ed ora vediamo come usarlo in maniera efficace ai nostri scopi.
Dosaggio:  per il mantenimento si raccomanda un grammo al giorno, anche se si possono assumere fino a 100 grammi senza alcun rischio per la salute. In caso di gravi problemi di salute, come il colesterolo alto o l’insufficienza renale, è possibile che il medico prescriva una dose da 20 g. L'assunzione può avvenire in forma di capsule, compresse o granuli è più semplice rispetto alla polvere, ed è data ai pazienti con problemi circolatori e debolezza (4 o 5 diluizioni centesimali o CH) o secondo la prescrizione dell’omeopata.

Per la gastroenterite: 4-8 capsule al giorno fino alla completa scomparsa dei disturbi intestinali. Per i bambini con più di 6 anni: 1 capsula due volte al giorno. Accompagnare sempre l’assunzione del carbone vegetale con un bicchiere grande d’acqua.

Vediamo anche quali precauzioni prevede l'uso del carbone. Dato che il suo potere assorbente è molto elevato, il carbone vegetale può ridurre l’efficacia dei farmaci, compresi i tranquillanti, la pillola anticoncezionale e gli antibiotici, se essi sono assorbiti nello stesso momento. Perciò è preferibile assumere dei farmaci in altri momenti della giornata o due ore prima o dopo l’assunzione del carbone vegetale. Attenzione però assumere troppo carbone attivo può inoltre causare costipazione.

E' sconsigliato passumere il carbone vegetale in caso di gravidanza e allattamento, vietato ai neonati   e ai bambini di età inferiore ai 6 anni.Tra gli effetti collaterali il carbone vegetale rende le feci di colore nero. Il carbone vegetale in capsule si può assumere in combinazione con piante o oli essenziali, come l’anice, l’aneto, il cardamomo e il finocchio. Se si vuole aumentarne l'efficacia, in caso di problemi digestivi, è possibile associare il carbone vegetale al timo o all’angelica, nonché il lievito Saccharomyces boulardii, mentre per i problemi intestinali è possibile associarlo all’argilla verde.

La ricerca scientifica ha dimostrato proprietà davvero straordinarie del carbone vegatale, infatti nel 1813 una dimostrazione presso l'Académie française de médecine, diretta da Pierre-Fleurus Touéry, ha dimostrato che una dose letale di stricnina può essere neutralizzata se rivestita da carbone vegetale. Inoltre grazie ad uno studio recente è stato evidenziato che il carbone vegetale è in grado di assorbire alcuni virus, come il vaiolo bovino, il rotavirus e la febbre aftosa.

venerdì 11 marzo 2016

Le proprietà della Bacopa Monniera

La Bacopa monniera è una piantina grassa perenne che non supera i 20 - 25 cm di altezza, ha  steli slanciati, carnosi e ramificati. E' anche chiamata issopo d'acqua o brahmi e cresce nelle regioni paludose dell'India, del Nepal, della Cina o dello Sri Lanka, ma anche in alcune aree degli Stati Uniti orientali, ad esempio in Florida. In India è largamente impiegata nell'ayurveda, la medicina tradizionale indiana, da quasi trenta secoli.

La medicina tradizionale indiana la usa per trattare le malattie cerebrali, poiché per gli indù, il cervello è il vero centro dell'attività creatrice. Inoltre viene utilizzata per la cura dei disturbi nervosi, della memoria, ma anche dei disturbi psicologici o mentali. In Cina, invece, la bacopa è riconosciuta come tonico. Viene infatti prescritta per curare disturbi sessuali come l'impotenza o l'eiaculazione precoce.


Sembra che svolga un'azione curativa anche sulla sterilità, ma possiede anche proprietà antidolorifiche, è prescritta per il trattamento dei reumatismi e dei problemi articolari in genere. Se in Indonesia, la bacopa è indicata per il trattamento della filariosi, malattia particolarmente diffusa nei paesi tropicali e subtropicali, provocata da vermi nematodi appartenenti al genere Filaria, a Cuba viene impiegata come lassativo e diuretico, sotto forma di decotti ottenuti dalla pianta.

Infatti il suo succo spremuto, mescolato all'olio, viene utilizzato nel trattamento dei dolori associati all'artrosi. Tradizionalmente, la foglia e gli steli di questa pianta venivano pressati per estrarne il succo. Essiccato al sole, il succo veniva poi ridotto in polvere e utilizzato come base per la preparazione di sciroppi, bibite rinfrescanti o pasta spalmabile.

Vediamo quali sono i principi attivi: flavonoidi come luteolina, apigenina. Calcio, fosforo, ferro, acido ascorbico. Saponine triterpeniche; alcaloidi. La bacopa monniera è in grado di ridurre le patologie a carico del sistema nervoso, quali nevralgie, epilessie o malattie mentali. Questa pianta allevia anche i disturbi digestivi (indigestione, ulcera, flatulenza, stipsi). Grazie alle sue proprietà toniche, la bacopa aiuterebbe anche in caso di disturbi sessuali (impotenza, eiaculazione precoce, sterilità).

Uso interno: disturbi della memoria e della concentrazione. Disturbi gastrointestinali (flatulenza, indigestione, ulcera, stipsi). Malattie respiratorie (asma, bronchite). Disturbi sessuali (impotenza, eiaculazione precoce), sterilità. Disturbi del sonno. Nervosismo, ansia.

Uso esterno: antidolorifico per dolori articolari (reumatismi). Contrasta la caduta dei capelli, la forfora e il prurito del cuoio capelluto. Disturbi del sonno (insonnia). 

Dosaggio:  viene abitualmente impiegata nei preparati confezionati e standardizzati. Nella maggior parte dei casi, la bacopa si presenta sotto forma di polveri, di estratti o di olio. La dose giornaliera da rispettare è di 300 mg di estratto al giorno.

Sono disponibili anche dei preparati fatti in casa:
- Maschera ricostituente per capelli: aggiungere un cucchiaino da caffè di bacopa diluito con un po' di acqua calda alla maschera per capelli abituale per un effetto ricostituente.
 - Olio di bacopa fatto in casa: per un cucchiaino da caffè di bacopa, versare un cucchiaio di acqua bollente. Lasciar riposare due ore. Mescolare il composto ottenuto aggiungendo circa 5 cucchiaini da caffè di olio. Filtrare, quindi riscaldare un'ultima volta a fuoco lento e versare in una bottiglia o un flacone, per uso giornaliero come olio per capelli o come olio per massaggio ayurvedico.

Precauzioni d'uso: se assunta nelle dosi terapeutiche indicate, l'assunzione di bacopa non comporta prescrizioni particolari. Tuttavia, in caso di trattamento concomitante con farmaci neurolettici, di cui la bacopa può amplificare gli effetti, consultare il medico curante o il farmacista di fiducia. E' sconsigliata alle donne in gravidanza e durante l'allattamento. Non utilizzare in caso di congestione intestinale, enfisema, o di ostruzione urinaria.

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