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venerdì 25 settembre 2015

Abboccàto, a brùzzico, a buco | Parole e verbi in disuso

ABBOCCàTO: è abboccàto chi mangia volentieri di tutto, senza guardare tanto per il sottile. Questo significato è solo toscano (fiorentino e pisano; nella Lucchesia si ha "abboccaticcio") mentre per i dizionari italiani "abboccato" è il vino che tende al dolce, gradevole al palato. L'etimilogia, comunque, si rifà al gergo dei vinai, i quali erano tenuti per legge ad a vere sempre i fiaschi abboccati, cioè di bocca intatta e segnati con un piccolo bollo


A BRùZZICO: di prima mattina, quando il cielo comincia a schiarire. Per estenzione abbastanza naturale vuol dire: "a occhio; a caso". Come se le cose fossero viste in una luce incerta

A BUCO: a tempo; per l'appunto; all'ultimo momento. A Pisa e a Livorno, A BùO: "Siè venuto proprio a bùo", sei arrivato proprio a proposito. Se a qualcuno sembrasse un po' volgare, è consigliabile il pisano A CHICCO e anche A PEPE. Naturalmente con lo stesso significato. A BùO FERMO, invece, significa: con fermezza

sabato 4 luglio 2015

Levistico, di un brodo e di alcuni infusi

Levisticum viene dal verbo latino levare perché la pianta solleva dalle digestioni difficili; officinale perché usato nelle antiche farmacie. ll levistico, o sedano di montagna, spesso si trova nei pressi di antiche malghe o in zone abbandonate dove un tempo c'erano gli orti. Infatti nei tempi andati questa pianta era molto coltivata, venendo usata sia come condimento che come medicinale. 


Originario dell' Europa meridionale, il levistico ebbe grande fortuna presso Greci e Romani e in Apicio lo troviamo pressoché dovunque. Successivamente furono i Benedettini a tenerlo in auge, utilizzandolo macerato nei liquori e negli 'elisir a scopo digestivo.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Apiacee (ex Ombrellifere). Di notevole struttura con parecchie radici succose e fusto cilindrico, molto alto e ramificato. Le foglie alla base sono molto grandi, composte in stratificazioni di due o di tre. Le foglie superiori sono più piccole e prive di gambo. I fiori sono riuniti in grosse ombrelle di colore giallognolo e il frutto è formato di due parti secche, contenenti ognuna un solo seme. Le foglie si raccolgono in primavera-estate, i fiori in luglio-agosto. L'essiccazione avviene disponendo le foglie su di un telo, in luogo aerato. Le ombrelle vengono riunite in mazzi e appese in luogo ombreggiato. Quando sono ben secche si battono per separare i semi. Si conservano in vasi di vetro e questo è uno dei casi, non molto frequenti, in cui le foglie secche sono più aromatiche di quelle fresche. I principi attivi sono olio essenziale, sostanze resinose, sostanze tanniche e acidi organici. Possiede qualità terapeutiche molto notevoli essendo un potente diuretico e tonico dell'intestino.

Utilizzo

Oggigiorno il levistico non è molto usato in cucina, a torto perché le foglie danno un profumo particolare a minestroni, sughi e altre pietanze.
Brodo vegetale: mettere in una pentola, con un litro e mezzo d'acqua fredda, 2 patate, 3 carote, 1 cipolla, 1 pomodoro, 1 gambo di sedano e una foglia spezzettata di levistico. Portare a ebollizione a fuoco molto moderato, salare e lasciar cuocere per circa un'ora. Togliere dal fuoco, eliminare le verdure e passare il brodo attraverso il colino.
Nella medicina popolare, illevistico è stato sempre utilizzato. Tra i montanari è radicato l'uso di liberare le vie aeree dal catarro solamente inalando i vapori dell'acqua bollente in cui si gettano ripetutamente a pizzichi le foglie e i frutti seccati.
Infuso depurativo: versare 30 g di radice di levistico in un litro d'acqua bollente. Filtrare il liquido intiepidito e berlo a tazzine durante il giorno.
Infuso contro il meteorismo intestinale e le flatulenze di stomaco: in un litro d'acqua bollente versare 10 g di semi di levistico e bere l'infuso filtrato nella dose di tre tazzine al giorno.


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