Le proprietà anti-cancerogene
del peperoncino
Già nel 1930 si studiavano le proprietà anti-cancerogene del peperoncino con la dieta Moerman sperimentata in Olanda. Questa dieta prevedeva la somministrazione ai pazienti di cibi contenenti iodio, acido citrico,
vitamine del gruppo B, ferro, zolfo, vitamina A, vitamina E, vitamina C.
Si parte dal presupposto che questi elementi, ristabilendo una
giusta ossigenazione e riequilibrando il metabolismo, siano in grado di
prevenire i tumori.
Recentemente i ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles negli Stati Uniti, hanno studiato l´effetto della capsaicina in
vitro ed hanno potuto dimostrare che questo principio attivo diminuisce
fortemente la proliferazione delle cellule di cancro alla prostata in
coltura.
Questo effetto è dipendente dalla dose usata, cioè aumenta all´aumentare
della dose di capsaicina. Le cellule muoiono attraverso la apoptosi, la
cosiddetta morte cellulare programmata, che dal 3% ottenuto alla basse
dosi di capsaicina sale al 75% causato dalle alte dosi.
Potrebbero bastare 300 mg di capsaicina tre volte a settimana
(l’equivalente di un peperoncino abanero) per combattere il tumore alla
prostata o almeno avere un effetto protettivo. Ma per il momento non ci
sono dati sull’uomo. Molte le evidenze scientifiche anche per il cancro
ai polmoni e al colon.