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martedì 1 luglio 2014

Eliminare i parassiti delle piante: afidici | Varie

Ormai è arcinoto che le nostre belle piante, sia quelle da appartamento che quelle da giardino, vengono infestate da molteplici tipi di parassiti: fra cui appunto gli afidici (quegli animaletti che succhiano la linfa delle piante).


Come fare per eliminarli senza usare i soliti veleni? Un primo passo se la vostra pianta è in vaso, è lavarla sotto un debole getto d'acqua. Se l'infestazione è molto estesa, spruzzatela con un prodotto specifico purchè naturale da diluirsi in acqua  3-4 volte a distanza di 4-5 giorni sino alla scomparsa degli afidi.

Se invece avete un giardino e le vostre piante sono in esterno, stendete un foglio di alluminio alla base della pianta: il riflesso confonde gli insetti e li allontana.

Nell'orto invece, consociate con gli ortaggi quelle piante che risultano sgradite agli afidi, come la cipolla, l'aglio e l'erba cipollina



lunedì 30 giugno 2014

Manualità dell'aromomassaggio: movimento 1 | Salute

Mettetevi alla testa del vostro paziente, che è steso in posizione prona. Ponete entrambe le mani, con le dita parallele e rivole verso i piedi del paziente, all'altezza delle due scapole. Ciascuna delle due mani si trova a lato della spina dorsale.

Fatele scivolare verso il basso. All'altezza dell'osso sacro esse si separano, e passando sui glutei raggiungono le due anche, per risalire in seguito lungo il fianco destro e sinistro. Nel risalire lungo i fianchi operate un leggero stiramento, che aiuterà il vostro paziente a riempire d'aria i polmoni.

Ripetete questo percorso diverse volte. L'andata (sulla schiena) va fatta sul ritmo dell'espirazione, vostra e del vostro paziente. Il ritorno lungo i fianchi va compiuto sull'ispirazione.  Questo primo movimento, come tutti quelli che sono diretti verso il basso, è calmante. E' il movimento da adottare per le persone agitate, nervose, insonni, che si emozionano facilmente.

Cambiare l'acqua nell'acquario di casa | Varie

Se amate i variopinti colori dei pesci e avete un piccolo acquario non dotato di sistemi elettronici per ricambio dell'acqua, quelli moderni di oggi,  potete ovviare al problema del ricambio con un sistema relativamente semplice fai da te.

Del resto è meglio saper fare a mano anche nel caso in cui siate dotati dei più moderni mezzi a vostra disposizione, perchè come dico sempre io: non si sa mai.

E poi tenete sempre presente che i nostri amici pinnuti, sono comunque sensibili alla nostra presenza e alle nostre cure.

Per il benessere dei pesci, cambiate circa un terzo dell'acqua ogni settimana. Il metodo più semplice consiste nel creare un sifone con un vecchio tubo di gomma o un pezzo di tubo di plastica.

Stringete fra le dita l'estremità inferiore e riempite il tubo di acqua di rubinetto; con l'altra mano, stringete l'altra estremità e portate il tubo all'acquario.

Inserite un'estremità nell'acqua e l'altra in un secchio appoggiato sul pavimento: l'acqua scorrerà dall'acquario al secchio.

Quando avrete asportato un terzo dell'acqua, riempite l'acquario con acqua che avrete lasciato a temperatura ambiente per diverse ore.

Per  ovviare il sifone senza riempire il tubo, succhiate con forza dall'estremità più bassa del tubo, prima di introdurla nel secchio.

Fate comunque molta attenzione se no nvolete assaggiare l'acqua dell'acquario.


A gallèggio, agganghì dalla sete, agli zoppi grucciate, aìtamelo dì | Parole e verbi in disuso



A GALLèGGIO: "Tenere un foglio da mille lire a galléggio da i' vianio" significa anticipare, er comodità, i lcosto di alcune bevute così da scontarne via via l'importo. L'espressione è fiorentina. A Pisa si usa GALLEGGìO nel senso di agitazione: "Mi fai vieni' 'r galleggìo di stomao".

AGGANGHì DALLA SETE: aver sete da morire; usato soprattutto nel Pisano e in Versilia. Il verbo AGGANGHISSI significa "struggersi dal desiderio o dalla pena per qualcosa; accorarsi".

AGLI ZOPPI GRUCCIATE: quando a qualcuno, già abbastanza disgraziato di suo, piombano addosso altri malanni o disgrazie

AìTAMELO DI': letteralmente "aiutami a dirlo". Modo dialettale pisano usato come aggettivo col significato di "straordinario, meraviglioso"

domenica 29 giugno 2014

L'unzione nell'aromomassaggio energetico | Salute

Cospargete il corpo del vostro paziente, o meglio la sua parte posteriore, dal collo fino alla pianta dei piedi, con l'olio scelto per il massaggio. I gesti per distribuire l'olio sulla superficie del corpo sono liberi, non esistono regole particolari. Tuttavia è bene che siano fatti leggermente, senza pressione (un gesto di questo tipo si chiama sfioramento).

E' anche bene che siano scorrevoli e dove è possibile, come sulle ampie zone del dorso e sui glutei, che siano rotondi. Quando descriverete dei cerchi il senso del movimento sarà quello delle lancette dell'orologio. Descrivendo dei cerchi in senso orario, date alla persona un senso di sicurezza e armonia.

Provate per esempio a risalire dal bacino fino alla spalla, sulla metà della schiena opposta al alto dove voi vi trovate. Attraverso la ripetizione dei cerchi, che però si spostano, voi potrete conseguiredue obiettivi: da un lato rassicurare la persona con una sensazione già percepita e quindi nota; dall'altro stimolarla con la gradevole sorpresa del contatto che avvolge una parte del corpo ignota (e quindi l'ignoto diventa noto): ciò è molto rassicurante.

I gesti circolari, sia nel distribuire l'olio nel massaggio vero e proprio, si compongono in una spirale. Ciò è vero soprattutto per il dorso. L'idea del cerchio rimane, ma è un cerchio che si sposta dalle spalle fino ai glutei e viceversa. Per il resto la distribuzione dell'olio può benissimo seguire l'anatomia del corpo.

Sul retro delle gambe, per esempio, i movimenti potranno essere lunghi, con una prevalenza di "discese" sull'esterno della gamba e di "risalite" sul lato interno dell'arto.
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