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mercoledì 22 luglio 2015

La manna: usi curativi e cosmetici

Molti di voi sicuramente la ricorderanno per averne fatto uso da piccoli: la manna. Anzi qualcuno potrebbe obiettare e dire mannite, ma attenzione si stratta di due prodotti ben diversi, in quanto la mannite non è altro che un sostanza zuccherina di sintesi (come spiegato alla fine di questo post). La manna si ricava dalla linfa del frassino maggiore ed è un essudato zuccherino. I suoi principi e la sua composizione dipendono in gran parte dalla zona di provenienza del frassino, dall'età dell'albero, dal terreno su cui è cresciuto, dall'andamento stagionale. Sicuramente saranno molti che ricorderanno di aver preso la manna per favorire la peristalsi intestinale, ma la manna ha altre sorprendenti proprietà di cui vale pena parlare e sicuramente, per chi non la conosce, scoprire.


Visivamente la manna si presenta come la linfa di frassino che fuoriesce dalla corteccia per la puntura degli insetti, e si estrae attraverso incisioni praticate fatte con un particolare coltello detto "mannaruolu". In questo modo la linfa  cola  e si rapprende  a contatto con l’aria cadendo all'interno di una scodella posta alla base della pianta.

Questa linfa rappresa si presta a numerosi usi e si rivela utile alla cura di diversi disturbi:
- è un blando purgante che non presenta controindicazioni, in particolare adatto ai bambini, alle donne in gravidanza e alle persone molto anziane debilitate e convalescenti.
- utile a combattere la stipsi perché attira acqua nell'intestino e facilita lo svuotamento del colon;
- è fluidificante, emolliente e sedativa della tosse e svolge un’azione benefica sull'apparato respiratorio;
- è ottima come dolcificante naturale per il basso contenuto di glucosio e fruttosio, e può essere usata anche dai diabetici.

Essa contiene mannitolo (50-60%) che svolge l'azione purgante,  mannoso, mucillagini, tannini e resine che svolgono un'azione antidiarroica poichè assieme all'acqua assorbono eventuali tossine presenti nel lume intestinale. La manna non contiene impurità e può essere assunta da tutti perché non si conoscono controindicazioni correlate al suo utilizzo, se non la subocclusione intestinale e l’appendicite acuta.

Oltre a questi usi, che sono i più conosciuti, la manna può essere usata anche a scopo cosmetico, come un vero e proprio prodotto di bellezza, infatti è ricca di  oligoelementi antiossidanti attivi nella rigenerazione delle cellule. Per una buona azione antietà la manna può essere assunta al mattino durante la colazione, unendone un cucchiaino a tè, tisane o acqua. ma ben si presta anche alla preparazione di maschere per il viso.

Ecco alcuni esempi e facili preparazioni da fare a casa per usare la manna come cosmetico.
Maschera allo yogurt riequilibrante per pelli grasse e miste:  mescolare bene 100 grammi di yogurt biologico intero assieme a 8-10 grammi di manna e ½ cucchiaino di miele. Stendere il composto sul viso per 15 minuti, 1-2 volte a settimana.
Maschera allo yogurt nutriente per pelli grasse e miste: mescolare 3 cucchiai di yogurt biologico intero assieme a 8-10 grammi di manna e 2 cucchiai di amido. Stendere il composto sul viso per 15 minuti, 1-2 volte a settimana asportando con un batuffolo inumidito di acqua di rose.
Maschera al cetriolo per la pelle sensibile tendente ad arrossamenti: tagliare a pezzetti un cetriolo privato della scorza e frullare assieme a 8-10 grammi di manna. Il composto va applicato su viso e collo ben detersi. Lasciare agire per 15-20 minuti e asportare con un batuffolo umido prima di picchiettare il volto con acqua di rose.
Maschera all’avena nutriente ed ammorbidente: in 70 cc di latte, sciogliere 10 grammi di manna e tanta farina di avena quanta ne occorre per ottenere un impasto facilmente spalmabile sul volto e sul collo. Lasciare agire 15-20 minuti e asportare con un batuffolo umido prima di picchiettare il volto con acqua di rose.

Fate attenzione perchè solitamente in commenrcio si trova la ben più nota mannite, come accennato all'inizio di questo post, ma la la mannite altro non è che  una sostanza zuccherina di sintesi industriale ricavata dalla fermentazione della melassa di barbabietola e per questo le proprietà sono diverse. La manna pura da frassino la si trova in erboristeria e per gli usi che se intendono fare è sempre bene rivolgersi ad un esperto.


martedì 21 luglio 2015

Pietre e cristalli, Crisoberillo

Il nome trae le sue origini dal greco antico: crysos, che significa d'oro e beryllos (pietra brillante) che è l'elemento caratterizzante del minerale. 

CRISOBERILLO
Caratteristiche: ossido di alluminio; sistema rombico; cristalli tabulari spesso trigeminati a stella; colori giallo, verde e rosso; nel crisoberillo non è raro il fenomeno del gatteggiamento (varietà cimofane, detto "occhio di gatto"). La varietà alessandrite è una gemma molto rara e di grande valore, con la particolarità di avere una colorazione verde scuro alla luce naturale e rosso violacea a quella artificiale. Questo cristallo può essere confuso con il topazio.

Proprietà: dà forza e combatte il senso di inferiorità
Disturbi: agisce sulle infiammazioni delle tonsille e sul gonfiore delle ghiandole
Associazione con i chakra: terzo

Gli oli essenziali e le simbologie planetarie, Luna

Da sempre la Luna esprime il principio femminile materno, che fu adorato come la Grande Madre in molte civiltà. La Luna è soprattutto legata alla ciclicità femminile e alle funzioni femminili in generale; l'attrazione gravitazionale causata dalla massa lunare agisce sui liquidi terrestri (il fenomeno delle maree) e su quelli del corpo. 

Quindi l'elemento legato alla Luna è l'acqua, ed essa governa tutti i liquidi del corpo. La Luna è connessa con il riposo, il buio, il sonno, al contrario del Sole che è una forza generativa e stimolante per la sessualità, è associata alla quiete mentale. La fase della Luna piena, il momento in cui Terra, Luna e Sole si trovano allineati, coincide con la fase in cui la Terra subisce la maggiore attrazione gravitazionale. 

Quel momento è particolarmente importante per la vita dell'uomo, e si associa con un maggior numero di nascite, ma anche decessi e a quello in cui i malati di mente subiscono delle crisi psichiche. La Luna si associa al simbolismo del cervello, all'aspetto mentale, "freddo", e all'aspetto immaginativo. Essa è (nel senso di qualità lunari) fredda, umida, femminile, immaginativa, ritmica, sedativa, passiva.  Da Paracelso: " La sede della Luna è nel cervello, l'influenza della Luna è fredda e i folli sono stati chiamati lunatici perchè spesso sono danneggiati dalla Luna".
Le essenze con caratteristiche lunari avranno proprietà raffreddanti, emollienti, sedative, influenzeranno le secrezioni liquide, gli organi della riproduzione, la digestione, il sistema nervoso.

Verbena o Vervain, il fiore di Bach per chi persegue fanaticamente i propri ideali

La Verbena officinalis o Vervain, è una delle piante più diffuse in Europa.  E' piuttosto robusta e presenta piccoli fiori color lilla-malva. E' il fiore di Bach cui si adatta la parole chiave  “fanatico”, ma può essere anche visto come un predicatore, un informatore, missionario o un martire.

I caratteri Vervain hanno un travolgente entusiasmo, di solito impegnati in iniziative sociali,  idealisti, sono scattanti, veloci, attivi, irascibili, nervosi, mentre parlano si muovono spesso e cercano sempre “seguaci”. Se però non sono in sintonia con se stessi  esagerano con l'iperentusiasmo cercando perciò di convincere gli altri ad andare verso la loro causa. Rifiutano però la sconfitta a vanno avanti per molto prima di arrendersi. Questo modo di comportarsi porta con sé molta pressione, sfiancando il prossimo,  la loro esagerazione stanchi i loro "adepti", i quali alla fine li abbandonano.


Son caratteri che si irrigidiscono e difficilmente ascoltano le idee all’esterno, perseguendo fanaticamente solo le loro. Ecco che questo fiore di Bach porta benefici fondamentali per costruire un percorso e ripartire, armonizzando la parte alta del corpo, facendo silenzio tra le perturbazioni mentali; ingenera tolleranza e lungimiranza nella vita, saggezza, relax e moderazione, creando opinioni ben salde, ma flessibili.

• Emozioni iniziali-inibite (prima di prendere il fiore): Entusiasmo eccessivo, l’ipereccitazione, iperattività e rigidità.
 • Emozioni evolutive-sciolte (dopo aver assunto il fiore): Moderazione e calma, capacità di rilassarsi, tolleranza e flessibilità. Il dott. Edward Bach indicata così l’effetto benefico del rimedio: “… I grandi successi si ottengono più con la sostanza che non con l’azione… ”.

E' particolarmente adatto per chi ha idee e principi ben radicati che ritengono giusti e che sono disposti a cambiare molto raramente. Queste persone sono pertanto dedite totalmente a un'idea o al lavoro, hanno coraggio e costanza; per questo viene usato nei casi in cui lo smodato entusiasmo svii l’individuo con il conseguente insorgere di stanchezza.

Sono coloro che hanno i nervi a fior di pelle, non amano ascoltare i consigli altrui, si irritano facilmente, sono ipertesi e non riescono a rilassarsi. Nei bimbi ipercinetici questo fiore è usato con successo, inoltre viene utilizzato nei trattamenti di mal di testa dovuto ad una tensione muscolare e nervosa, per fibromialgie, crampi muscolari e diarrea. Prezioso per coloro che tendono ad essere troppo e si attaccano alle “questioni di principio”, che cercano la sfida e contemporaneamente la meta, che hanno una forte volontà e sono ribelli e sono disposti a sacrificare la vita per il successo dei loro ideali e per il bene dell’umanità.

Il dolore della perdita

E' sordido, silente, come un predatore strisciante, quel dolore dell'anima che assale all'improvviso e con le sue invisibili mani stringe la gola. Essa si chiude in uno spasmo doloroso che non lascia spazio al respiro, mentre lo stomaco viene preso a calci e si contrae. Non c'è preavviso, attacca, assale, dilania. Potrei paragonarlo ad un virus latente, dormiente, in attesa solo di uno stimolo anche minimo, quella scintilla di energia che gli serve per mettersi in moto.


E' il dolore per la mancanza di chi non c'è più, che si alimenta per il solo fatto di esistere e che se pur in stato soporoso, esso vigila in attesa di un momento di debolezza di colui o colei che  seco lo portano. Basta nulla a provocarlo, un gesto, uno sguardo, una parola, un pensiero distratto, un riflesso di luce, un suono, un semplice silenzio, nel secolare quotidiano che rintocca la  vita.

E' amaro quel dolore, tanto amaro da doverlo deglutire più volte, e per deglutirlo è necessario uno sforzo sovrumano. E' un dolore egoistico, ne sono consapevole, che vive in compagnia dell'altrettanto egoistico desiderio di riavere indietro coloro che ci hanno lasciato, un desiderio cieco e solo proiettato al soddisfacimento personale. Per noi che siamo restati, si tratta, qualunque sia stata la modalità che ci ha strappato le persone a noi care, di una privazione che ci è stata imposta anzitempo, e forse lo è.

Tutti noi abbiamo un tempo che ci è stato concesso, più o meno lungo, allo scadere del quale Atropo taglia il filo che ci tiene in vita, come ha fatto con coloro di cui ci ha privati, e noi che restiamo dobbiamo inevitabilmente convivere con il vuoto che ci è stato imposto. Errano coloro che sostengono che il tempo lenisce il dolore, non c'è lenimento alcuno, ci si convive cercando di tenerlo seppellito perchè la disperazione non abbia il sopravvento.

Per lenire i miei di dolori ho cercato un'alternativa non egoistica, una spiegazione che potesse in qualche modo avere la parvenza di una pseudo giustificazione. Ho pensato a chi ha lasciato dentro di me un vuoto largo quanto l'abisso, al loro modo di essere, al loro carattere, a tutti gli aspetti che hanno caratterizzato la loro vita e il loro rapporto con me e sono giunta alla conclusione che Atropo quel filo l'ha tagliato affichè loro non fossero destinati a vedere lo squallido sfacelo che è seguito alla loro dipartita. Non consola, ma ha una sua triste logica.


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