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sabato 26 settembre 2015

Incenso, olio essenziale

Nome botanico: Boswellia thurifera
Famiglia: Burseracee
Provenienza: regioni del Mar Rosso
Estrazione: dalla resina
Profumo: caldo, ricco, dolce, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antisettico, astringente, cicatrizzante, espettorante, antiemorragico, antidepressivo
Principali indicazioni: tosse con catarro, bronchite, asma, dismenorrea, metrorragia, cistite, ansia stress


La radice di incenso discende dal latino incendere, bruciare, ed è associata al fuoco: infatti questa gommoresina estratta dal tronco di un particolare albero, se sottoposta al calore di un braciere sprigiona profumate fumigazioni, da sempre offerte per onorare la divinità, sia nei culti religiosi dei popoli occidentali che orientali. Questa sostanza era tenuta nell'antichità in tale considerazione che i proprietari degli alberi da cui si ricavava la resina erano ritenuti sacri e, durante la raccolta, dovevano evitare contatti imputi.

L'aroma dell'incenso, sia in ambito religioso che magico- esoterico, contribuisce a creare un tramite tra l'umano e il divino, purifica l'ambiente dalle influenze negative, stimola le facoltà psichiche superiori. Oltre al suo utilizzo nelle cerimonie sacre, l'incenso era ampiamente apprezzato anche in cosmesi e in medicina: era per esempio, uno dei costituenti principali del khol, la sostanza scura con cui le donne egizie si tingevano gli occhi, e che, oltre a scopi estetici, per il suo potere antisettico, preveniva le malattie oculari.

Questa usanza poi fu adottata da altri paesi orientali e islamici. L'essenza è calda, secca, astringente, dolce e leggera. Ha spiccate proprietà antimicrobiche e anticatarrali, da sfruttare, per frizioni sul petto e inalazioni, nella bronchite e nell'asma, dove calma l'affanno rendendo il respiro più lento e profondo. Probabilmente è questa sua capacità di rendere il respiro più profondo che fa dell'incenso un'essenza che predispone alla calma e alla meditazione; agisce sulla sfera psichica in caso di ansia, stress, paure. Trova impiego nelle affezioni genito-urinarie, cistite, leucorrea, dismenorrea, mestruazioni troppo abbondanti, aiuta la digestione e svolge una benefica azione sulla pelle nella prevenzione delle rughe e per il trattamento di macchie e cicatrici (gli Egizi lo usavano per maschere di bellezza).


venerdì 25 settembre 2015

Aut Caesar aut nihil

Io ironicamente lo tradurrei così: Oggi il quartiere, domani il mondo.....ricordo di averlo letto nei fumetti di Linus e di aver riso abbondantemente. In realtà questo adagio latino è stato il motto di ben noto personaggio storico.

Aut Caesar aut nihil: O Cesare (cioè imperatore, potente fra i potenti), o nulla. Motto di Cesare Borgia, detto il Valentino, duca di Valentinois e di Romagna, preso ad esempio quale figura di governante ideale nel Principe di Machiavelli.

E pensare che i diari del Burcardo sono così ricchi di notizie in merito alla famiglia Borgia, il Burcardo infatti, fu il segretario di Papa Alessandro VI Borgia.

Abboccàto, a brùzzico, a buco | Parole e verbi in disuso

ABBOCCàTO: è abboccàto chi mangia volentieri di tutto, senza guardare tanto per il sottile. Questo significato è solo toscano (fiorentino e pisano; nella Lucchesia si ha "abboccaticcio") mentre per i dizionari italiani "abboccato" è il vino che tende al dolce, gradevole al palato. L'etimilogia, comunque, si rifà al gergo dei vinai, i quali erano tenuti per legge ad a vere sempre i fiaschi abboccati, cioè di bocca intatta e segnati con un piccolo bollo


A BRùZZICO: di prima mattina, quando il cielo comincia a schiarire. Per estenzione abbastanza naturale vuol dire: "a occhio; a caso". Come se le cose fossero viste in una luce incerta

A BUCO: a tempo; per l'appunto; all'ultimo momento. A Pisa e a Livorno, A BùO: "Siè venuto proprio a bùo", sei arrivato proprio a proposito. Se a qualcuno sembrasse un po' volgare, è consigliabile il pisano A CHICCO e anche A PEPE. Naturalmente con lo stesso significato. A BùO FERMO, invece, significa: con fermezza

Psicopittografia, Come combattere la depressione

Vi sono persone che non hanno problemi economici, ma il fatto che possano aver molta disponibilità economica non significa che vivano una vita felice. Non è un grosso problema guadagnare denaro per vivere una vita confortevole, ma è molto difficile prender gusto alle proprie attività remuneratrici. 

Che senso c'è a lavorare otto ore al giorno per un breve riposo serale? Senza soddisfazione alcuna? Perché non essere sereni tutta la giornata?  Questa osservazione  ne richiama  un'altra: perché si parla spesso di emozioni negative?  Esiste il mezzo di sbarazzarci di ogni emozione negativa abituale? È il motivo per cui siamo qui, per trovare questo mezzo.  Che  pensare della depressione? Come uscirne?  Quando ci sentiamo depressi non dobbiamo identificarci con questo stato. Quando ci sentiamo depressi, non ammettiamo automaticamente che noi siamo la depressione. Non diciamo: «Sono depresso. » 

Non ci identifichiamo con questo stato. Consideriamolo come qualcosa di separato da Noi. Ciò interrompe il processo d'identificazione e annulla lo stato depressivo. Solo il falso Io è soggetto alla depressione, al vero Io non capita mai.  Non identifichiamoci con la depressione consideriamola come il vento che ci sfiora il viso senza arrestarsi.

Il Rolfing: riequilibrare la postura lavorando sul tessuto connettivo

Tra le discipline olistiche che sono preposte al riequilibrio armonico del corpo e della postura, un metodo particolarmente efficace è il Rolfing. Questa metodologia prende il nome dalla Dottoressa Rolf, che ne intuì i benefici effetti. La Dottoressa Rolf era un biochimica americana che concentrò i suoi studi sul tessuto connettivo del corpo umano: lavorando su di esso infatti, è possibile ridare al corpo il suo movimento funzionale e armonizzarlo con la forza di gravità.

Su quali principi si basa? Il concetto principe di questo metodo si basa sulla correlazione che intercorre tra la forza di gravità e l'armonico funzionamento del corpo. Affinchè vi sia armonia è necessario che il nostro tessuto connettivo sia plastico, perchè questa sua caratteristica consente al corpo di cambiare forma. L'operatore che pratica il Rolfing agisce attraverso un tocco sensibile e deciso liberando il corpo dalle restrizioni che il tessuto connettivo irrigidito ha  creato e in questo modo riallinea la postura correttamente rispetto alla forza di gravità.

Come funziona? Il lavoro dell'operatore si svolge nell'arco di 10 sedute durante le quali lavora in profondità sulle fasce muscolari del paziente e sulla sua capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli con l'obiettivo di riallineare  l’organismo assecondando la forza di gravità e non andando contro contro di essa.

In che modo avviene tutto questo? Nelle fasce muscolari il tessuto connettivo si estende come una rete che  collega non solo tutti i vari segmenti dell’apparato locomotore, ma, come sappiamo, riveste le cavità e ricopre gli organi. Se in un settore di questa fitta rete accade qualcosa, ne risente tutto il corpo: in parole povere se uno dei segmenti va fuori asse, crea uno squilibrio. Affinchè si ristabilisca un ordine armonico è necessario non solo che l'operatore lavori nell'area dove è presente lo scompenso, ma anche nelle aree in cui si sono creati altri scompensi. Gli squilibri si creano per vari motivi: una postura scorretta, un trauma, un gesto ripetitivo, un atteggiamento di difesa.

Facendo sì che il tessuto connettivo ritrovi la sua plasticità attraverso il tocco dell'operatore i movimenti articolari migliorano sensibilmente e il paziente ritorna ad usare in maniera corretta ed equilibrata i muscoli flessori ed estensori.

A chi è utile? Praticamente a tutti: a chi soffre di mal di schiena, agli sportivi, ai bambini che hanno posture scorrette, agli anziani che soffrono di artrosi, a chi ha la scoliosi, a chi soffre di tendiniti. Grazie al Rolfing si impara ad entrare in contatto con il proprio corpo e i suoi effetti sono davvero duraturi.


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