Simply

Visualizzazione post con etichetta pratica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pratica. Mostra tutti i post

mercoledì 15 giugno 2016

Potta, pratica, prenderla a veglia

Potta, pratica, prenderla a veglia, prendere i' traicche, prendere la lepre con carro, memorizzate questi modi di dire, perché in alcune parti della Toscana potreste sentirli spesso


POTTA: vanesio, esibizionista. Contrazione di potestà, un personaggio  che quando era in veste ufficiale usciva dal suo palazzo in gran pompa, seguito da un codazzo di cortigiani: da qui "fare il potta", cioè pavoneggiarsi, far mostra di sè. I derivati sono: "pottata", che in Versilia significa anche sciocchezza, sbaglio; "pottaione e pottone". Meriterebbe uno studio particolare il meccanismo linguistico che ha permesso al potestà, ovvero al "potta", di prendere anche il significato di vulva. La "potta", in gergo, significa appunto questo.


PRATICA: relazione d'amore illegittima

PRENDERLA A VEGLIA: prenderla come abitudine, in senso ironico. "Che l'ha preso a veglia di venire a chieder quattrini a me?"

PRENDERE I' TRAICCHE: andarsene. L'espressione è originaria di Arezzo, poi si è diffusa in altre parti della Toscana

PRENDERE LA LEPRE COL CARRO: quando si vuol raggiungere uno scopo con prudenza, senza affrettarsi, con circospezione


venerdì 25 marzo 2016

Tipologie energetiche e l'aromomassaggio

Nella pratica dell'aromomassaggio può essere utilizzata una classificazione in cinque tipologie energetiche che si rifanno ai cinque principali caratteri bioenergetici. Occorre però precisare che questa classificazione non è altro che una griglia di riferimento, infatti ognuno di noi è quasi sicuramente un carattere misto con una prevalenza più spiccata di un tipo o dell'altro.

Anche se i tipi caratteriali puri sono molto rari, si può comunque catalogare una persona come appartenente all'uno o all'altro tipo, poichè manifesta sempre un disturbo dominante che fissa lo schema di base del suo comportamento. Nella realtà quasi mai si trovano individui chiaramente identificabili.

Le varie tipologie o tendenze si mescolano e sovrappongono nella totalità degli atteggiamenti e nella diversità delle circostanze. "Sono io" potrà pensare qualcuno riconoscendosi in ognuno dei tipi che vedrà descritti. Ma non basta avere le gambe magre o il collo largo per essere oggettivamente un tipo dipendente o sottomesso.

Ciò che può essere catalogato non è mai la verità della persona, quanto ciò che teoricamente può essere riconosciuto secondo un certo sistema come meccanismo di difesa o atteggiamento "patologico". E' sempre comunque necessario l'intervento di una interpretazione di "quel" momento espressivo, per "quella" persona in "quella" situazione.

venerdì 5 febbraio 2016

Ricordi subconsci

Vi sono altre forme più sottili, che spesso sono soltanto memorie affioranti dal subconscio; anzi talvolta accade che qualcosa, descritta dal veggente, sia immediatamente riconosciuta dall'interessato. Molto spesso questi dirà: "Non poteva trattarsi di telepatia, perchè non pensavo affatto a quella cosa". Tuttavia, potrebbe essere veramente così, poichè tali forme-pensiero possono agire alla conclusione di una lunga concatenazione di ricordi associati che vengono dal profondo del subconscio. Naturalmente, ciò non riguarda tutte le forme, ma sembra certamente spiegare gran parte della cosiddetta "evidenza".


Talvolta le forme viste e descritte dal chiaroveggente risultano essere solo immagini vivide costruite dalla mente di una persona in seguito alla lettura di un libro che ritrae tali personaggi. Ad esempio un chiaroveggente disse ad una signora: "Vedo con le una strana figura. Lei ha qualcosa a che fare con il mare? Perchè vedo di un uomo che sembra un marinaio e che ha combattuto in una battaglia navale, dao che ha una gamba sola. Vedo intorno a lui una vegetazione tropicale, e ricevo una forte impressione di violenza e di spargimento di sangue". E la signora sorrise e disse: " Sì, riconoscono la figura....vede, ho appena finito di leggere L'isola del tesoro di Robert Luois Stevenson!"

Anche per il veggente esperto è difficile, talvolta, distinguere la differenza tra queste forme-pensiero e altre forme che possono prevenire nell'aura da altre fonti. Soltanto una lunga pratica gli permetterà di riuscirvi: e anche così, è possibile che sbagli spesso.

La seconda parte dell'aura emotivo mentale è l'alone luminoso che si estende intorno alla persona. In alcuni individui può essere solo d'una sessantina di centimetri, ma in altri è assai più ampio. Ora rimane da considerare questa atmosfera luminosa in base ai colori che vi si trovano.




martedì 9 dicembre 2014

Contro lo spreco alimentare chiedete la Doggy Bag

Che cos'è la "doggy bag", non fatevi ingannare dal nome, non serve per metterci Fido, nè ha la forma di un animale. E' naturalmente una parola anglosassone che definisce più una pratica che un oggetto vero e proprio. Una buona pratica sia per il risparmio che per la sostenibilità ambientale: consiste infatti nel mettere da parte il cibo avanzato al ristorante e portarlo a casa. Del resto il cibo è stato pagato e si suppone che sia di buona qualità, quindi perchè permettere che finisca nella spazzatura? Non fatelo, chiedete allora una "doggy bag". 

Ora letteralmente “doggy bag” si traduce in “busta per il cane”, ma oggi la si richiede più per se stessi che non per il proprio animale domestico. E' sufficiente comunicare al cameriere che si vogliono portare a casa gli avanzi; ciò che è rimasto nel piatto sarà posto in un altro contenitore, come le vaschette di alluminio o  in cellophane e stagnola, e poi riposto in una bustina. Così confezionato non vi sarà nemmeno il rischio di macchiare abiti o mezzi di trasporto.


Su questo tema è stata condotta una ricerca, da  Sitcom Editore, su un campione di 937 italiani e 118 ristoranti da cui è risultato che quattro italiani su dieci portano a casa il cibo che non finiscono al ristorante. Qui non si tratta di bon ton, ma di motivazioni ben precise in merito allo spreco del cibo o bevande. Se ora la tendenza di andare al ristorante è dettata più dal desiderio di stare insieme che non da quello dalla voglia di mangiare, con la doggy bag non sarà un problema gustare a casa ciò che si è lasciato nel piatto al ristorante.

Per quanto riguarda la conservazione dei cibi è bene che siano posti in contenitori chiusi, separando il primo dal secondo, i cibi cotti da quelli crudi,  anche nel caso di vegetali, e gli alimenti crudi dai “ready to eat” (ovvero pronti al consumo, ad esempio salumi, formaggi, latte..). L’INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, consiglia che gli avanzi in frigorifero vanno riposti in piccole porzioni ed è sconsigliato riscaldare lo stesso cibo più di una volta. Inoltre, per proteggersi dai microrganismi, è fondamentale scaldare correttamente il cibo, aspettando che esso diventi caldo all’esterno ma soprattutto all’interno, poichè la maggior parte degli agenti patogeni non sopravvive a temperature superiori ai 75°C.

Cosa mettere nella doggy bag? Sicuramente i cibi che hanno subito un processo di cottura e verranno cotti nuovamente prima di essere consumati. Prediligete alimenti come formaggi stagionati, frutta molto acida (ananas, ciliegie, lamponi, mirtilli, pompelmi, limoni, ecc.), salumi e vino, che presentano una conservabilità maggiore rispetto ad altri. Evitate, sfiziosi antipasti, in genere sono preparati con largo anticipo e molti sono conditi con salsine che non si mantengono per troppo tempo. Non mettete nella doggy bag alimenti crudi salati e dolci, perché non necessitano cottura e quindi sarebbe impossibile sterminare gli eventuali microrganismi che nel frattempo si sono formati. 

È sconsigliato conservare certi cibi in determinate stagioni, come il tiramisù perchè durante la stagione estiva è meglio lasciarlo al ristorante e non portarlo a casa. D’estate, infatti, è più facile che il cibo vada a male, in quanto i valori ottimali di crescita di microrganismi sono intorno ai 37°C. Gli ingredienti principali del tiramisù sono uova e mascarpone e assieme, complice la temperatura elevata, potrebbero giocare un brutto scherzo.

lunedì 9 giugno 2014

Tipologie energetiche | Salute

Nella pratica dell'aromomassaggio può essere utilizzata una classificazione in cinque tipologie energetiche che si rinfanno ai cinque principali caratteri bioenergetici. Occorre però precisare che questa classificazione non è altro che una griglia di riferimento, infatti ognuno di noi è quasi sicuramente un carattere misto con una prevalenza più spiccata di un tipo o dell'altro.

Anche se i tipi caratteriali puri sono molto rari, si può comunque catalogare una persona come appartenente all'uno o all'altro tipo, poichè manifesta sempre un disturbo dominante che fissa lo schema di base del suo comportamento. Nella realtà quasi mai si trovano individui chiaramente identificabili.


Le varie tipologie o tendenze si mescolano e sovrappongono nella totalità degli atteggiamenti e nella diversità delle circostanze. "Sono io" potrà pensare il lettore riconoscendosi in ognuno dei tipi che vede descritti. Ma non basta avere le gambe magre e il collo largo per essere oggettivamente un tipo dipendnete o sottomesso.

Ciò che può essere catalogato non è mai la verità della persona, quanto ciò che teoricamente può essere riconosciuto secondo un certo sistema come meccanismo di difesa o atteggiamento "patologico". E' sempre comunque necessario l'intervento di una interpretazione di "quel" momento espressivo, per "quella" persona in "quella " situazione.

sabato 28 dicembre 2013

A proposito del Natale


Il Natale è fatto per i bambini, è un momento speciale per loro, fatto di colori, di luci, di carte che luccicano, di desideri. E' per loro un periodo entusiasmante, magico. Ne ho vissuti molti di Natali così.
Ma crescendo il Natale ha perso la sua magia, non è questo il suo significato primigenio. Adesso posso affermare che se fosse in mio potere, lo salterei direttamente. Avete capito bene, non mi piace, non mi piace quello che rappresenta adesso, non v'è luce, decorazione, carta che smussi il mio spigoloso pensiero. Tuttavia quest'anno esso ha portato qualcosa di speciale. Ho sempre sostenuto e sostengo che gli appelli natalizi alla bontà, ai valori, al calore familiare sono inutili se non si praticano ogni giorno con dedizione e sacrificio, non sono certo valori e sentimenti che si scartano come i regali, nè si toglie loro la polvere come si fa per le decorazioni che giacciono addormentate per quasi tutto l'anno. Non funziona così. E' la pratica quotidiana che poi porta i risultati, è il costante allenamento alla coerenza che produce piccole vittorie. Amo la mia famiglia e i miei affetti, e tutte le persone che ne fanno parte. E quest'anno il Natale mi ha fatto un regalo splendido, ha aggiunto alla mia famiglia due speciali persone, che hanno condiviso con me e i miei, il pacifico e affettuoso clima familiare di casa mia. Hanno affrontato un bel viaggetto per arrivare da noi, e hanno persino sfidato il tempo,  la burrasca, e gli strali dell'influenza, ma sono venuti e il loro semplice affetto si è fuso con il mio. Questa è la dimostrazione che il bene e l'amore se coltivati con trasparenza e sincerità producono frutti altrimenti insperati, che le distanze non sono mai così invalicabili, quando si apre il proprio cuore a coloro che, altrettanto sinceramente ci hanno accolto nel loro come si accoglie un figlio nuovo. Grazie Catia e Antonio.
Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.