Simply

martedì 4 marzo 2014

DISTANZE











Distanze,
equazioni della relatività.
Spazio, tempo,
arterie di viaggi
spazio mente
corpo tempo.
Molecole smembrate,
lanciate attraverso porte invisibili,
finestrini su mondi
ma non stazioni.
Distanze,
algoritmi senza bagaglio,
ignote funzioni di velocità.
Autostrade,
che percorro  senza muovermi,
cordoni ombelicali d'energia,
semplice fusione dei nostri atomi.

martedì 25 febbraio 2014

ANIMA FARFALLA










Corpo,
scafandro di anima farfalla,
prigioniera di limiti di carne.
Fragili, colorate ali
come di colibrì,
che indomite s'agitano
al peso delle catene.
Anima farfalla,
danzante Dakini,
energia di cieli agognati.
Solo un fiore su cui riposare,
dentro il corpo scafandro
di poca luce illuminato. 


Oggi nella mia rubrica:Dalle inquinanti buste di plastica arriva il diesel

I sacchetti di plastica sono estremamente inquinanti, non sono biodegradabili e quindi pericolosi. Certo è che se ci fosse un modo per riciclarli e farli tornare a nuova vita sarebbe un vantaggio per tutti e soprattutto per l'ambiente. Uno studio  svolto dall'Illinois Sustainable Technology Center, ha trovato il modo di rendere “utile” uno dei principali nemici dell'ambiente. Pare infatti che possano trasformarsi in diesel.
Durante tale processo di trasformazione, si produce più energia rispetto a quella necessaria per alimentare la reazione. Il risultato è costituito da carburanti per i trasporti, soprattutto diesel, che secondo gli scienziati, può essere mescolato con biodiesel a bassissimo contenuto di zolfo. Ma non solo. Oltre al diesel, dalle buste di plastica è stato possibile ottenere altri prodotti, come il gas naturale, la nafta, la benzina, alcune cere e oli lubrificanti. Come? La tecnica americana consiste nello scaldare i sacchetti in una camera priva di ossigeno, un processo chiamato pirolisi. Nota anche come piroscissione, essa consiste nella decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuta mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante, in questo caso l'ossigeno. Per dare un'idea, dalla distillazione del petrolio greggio è possibile ottenere solo dal 50 al 55% di carburante, spiega Brajendra Kumar Sharma, a capo dello studio. Ma dai sacchetti, costituiti da petrolio, si può recuperare quasi l'80 per cento per farne carburante tramite distillazione. Studi precedenti avevano utilizzato la pirolisi per convertire i sacchetti di plastica in petrolio greggio. La squadra di Sharma invece ha ulteriormente portato avanti la ricerca sul frazionamento del petrolio greggio in prodotti petroliferi diversi e ha testato le frazioni diesel per vedere se rispettavano le norme nazionali (americane) sui combustibili a bassissimo contenuto di zolfo. “Una miscela di due frazioni distillate, fornendo l'equivalente di diesel # 2, ha soddisfatto tutte le specifiche richieste da altri combustibili diesel in uso oggi, dopo l'aggiunta di un antiossidante,” ha spiegato Sharma. “Questa miscela diesel ha un contenuto di energia equivalente, un numero di cetano più alto e una migliore lubrificazione del gasolio a bassissimo contenuto di zolfo”. In questo modo, gli americani potrebbero affrontare la gestione dei sacchetti di plastica, anche se non è ancora chiaro cosa comporterebbe un simile processo in termini di produzione di emissioni inquinanti. Ciò che è certo è che attualmente gli americani buttano via circa 100 miliardi di sacchetti di plastica ogni anno. La US Environmental Protection Agency riferisce che solo il 13 per cento viene riciclato. Il resto finisce nelle discariche o peggio ancora nei corsi d'acqua e in mare. Le conseguenze sono note a tutti, sopratutto agli animali. Le tartarughe, i pesci e molte altre creature trovano spesso la morte a causa delle buste. Se l'Italia le ha finalmente messe al bando e l' Europa si appresta a seguire il nostro esempio, negli States, a parte alcuni Stati come la California, ancora non se ne parla di dire addio alle inquinanti buste di plastica. Riutilizzarle per produrre carburante può rappresentare dunque una strada da percorrere? Per utlizzare le tonnellate di sacchetti che già circolano per il mondo, forse sì, ma non sarebbe meglio impegnarsi per un cambio radicale di prospettiva che ci affranchi una volta per tutte dalla dipendenza dal petrolio?

lunedì 24 febbraio 2014

AVVENTURE DI ZIA E NIPOTE: LEONETTO ALL'ASILO NIDO


Leonetto
Quando ho saputo che mio nipote Leonetto doveva fare l'inserimento all'asilo nido, ho provato una piccola stretta al cuore. E' troppo piccolo mi son detta, ha solo sei mesi, ed è il più piccolo di tutti i bambini iscritti. Che succederà? Si prenderanno cura di lui? Lo terranno in braccio? E che dire delle maestre? Se rientrassero in quella maledetta schiera di persone che maltrattano i bambini? 
Presa da questo vortice di pensieri semi infausti, progettavo piani punitivi verso le probabili diaboliche maestre, vedendomi già indossare i panni della vendicatrice mascherata (tipo Super Zia manga o roba del genere).
Inutili le parole con me, dovevo verificare di persona. Perciò son partita, e me ne sono andata allegramente da mio nipote, nidificando in casa sua per farla breve. 
Leonetto è piccolo sì, ma è un bambino molto acuto ed intelligente, dotato di una grande capacità di osservazione (che probabilmente ha ereditato nel suo corredo genetico da me medesima). Pur avendo sei mesi, si fa delle gran risate ed è perfettamente in grado di stare con tutti (altra caratteristica che ha preso da me....).  Per il suo inserimento all'asilo era stato dotato di un paio di fantastici pantaloncini in vellutino a coste mimetici e felpa color crema con Woodstock in prima linea. A completare il tutto il mio tocco creativo: pettinatura easy rider. 
Al nostro arrivo ci ha accolto una dolce maestra che, per il piacere dei miei occhi, indossava un bel grembiule a quadrettini tutto sgaleante. Intorno, un nugolo di bambinetti già grandicelli che guardavano Leonetto incuriositi. Ma questo ovviamente, non mi ha distratta dai miei proprositi di indagine e usando la mia vista da agente del KGB, ho analizzato la struttura nel suo complesso, controllando appendiabiti, battiscopa, piastrelle, finestre, tappeti, cuscini, tavolini, annusando l'aria per captare odori sospetti, scannerizzando l'ambiente per trovare microbi (controllo per altro già fatto dalla mamma a cui io ho voluto aggiungere il mio per forza). Ad un primo screening  tutto regolare. Dal canto suo Leonetto, già tombeur de femmes, si è profuso in sorrisi spaccacuore lasciandosi andare fra le braccia della maestra ormai colpita da uno strale di Cupido. Tempo di permanenza come da istruzioni, un'ora, giusto il tempo di andare a prendere un caffè e fare qualche commissione nei dintorni. Al nostro rientro per riprendere Leonetto, io e Simona ci siamo un attimo soffermate di fronte ad una porta finestra, dalla quale si vedeva il piccolo principe adagiato su una sdraìna a dondolo con la maestra inginocchiata di fronte a lui, tutta presa a parlargli. Proprio in quell'istante la maestra si è accorta della nostra presenza e guardando Leonetto ci ha indicate. Beh, lasciatemelo dire, mio nipote si è girato verso di noi, ha guardato attraverso il vetro e ci ha omaggiate di uno dei suoi più splendidi sorrisi senza denti che un bambino di sei mesi può fare. Lui può. Che felicità, che orgoglio....Lo abbiamo dunque preso e lo abbiamo portato a casa dove un compito ben più arduo ci attendeva: la pappina svezzamento e la sua maledetta consistenza.

Oggi nella mia rubrica: spunta in Australia un nuovo marsupiale molto promiscuo

L'Australia è la patria dei marsupiali, chi non conosce il canguro? Vero è che è pensiero comune esser convinti che non abbiamo da scoprire più nulla, invece non è vero. Un gruppo di studiosi ricercatori della Queensland University of Technology allo Springbrook National Park, ha scoperto un nuovo e molto promiscuo marsupiale simile ad un topo: l'Antechinus dalla coda e i piedi neri. Questo particolare marsupiale è stato trovato nelle zone della World Heritage Area.
Si tratta della terza specie del genere Antechinus che il gruppo di studiosi coordinato da Andrew Baker ha scoperto nel corso degli ultimi due anni. Tutte specie provenienti dal Queensland sud-orientale. Oltre alla coda nera, l'animale mostra distintive macchie giallo-arancio intorno agli occhi e sulla groppa. L'inedito Antechinus e' decisamente promiscuo: i maschi si accoppiano per lunghi periodi di tempo con molte femmine per promuovere i propri geni. Una covata di una singola femmina e' generata tipicamente da diversi padri che durante gli accoppiamenti vivono impennate drastiche e spossanti dei livelli ormonali, al punto che muoiono tutti prima della nascita dei figli. La ricerca e' stata presentata su 'Zootaxa'.
Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.