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giovedì 23 giugno 2016

Insonnia: come aiutarsi a Dormire

Insonnia: come aiutarsi a Dormire. Chi soffre di insonnia spesso è alla ricerca di un metodo consolidato per riuscire a riposare la notte. Dobbiamo però prestare attenzione anche all'ambiente in cui viviamo in particolare in casa


Non è semplice determinare e quindi cercare di eliminare, le cause che creano l'insonnia. Anzichè cominciare dalle cause più serie, più profonde e nascoste, si può affrontare questo problema, che affligge un numero sempre crescente di persone, cominciando da quelle più modeste, più immediate e ovvie. L'ambiente, la temperatura, i piedi freddi, l'aria, la luce, il letto, le coperte, i rumori, la digestione, la stanchezza, l'umore, le preoccupazioni, i pensieri: sono tutti elementi che possono di volta in volta esercitare un'influenza decisiva sulla qualità del nostro riposo.


Cominciamo dunque ad analizzare:
  • Se la stanza ha la temperatura corretta: quindi nè troppo calda nè troppo fredda; fra le due meglio piuttosto fredda. Un'aria stagnante non giova a nessuno, ma per chi è abituato a una vita abbastanza sana, all'aperto, l'aria viziata e surriscaldata di una camera può impedire il sonno
  • Se il letto è sufficientemente rigido e non crea una buca nel mezzo, mancando di sorreggere nel modo adeguato la spina dorsale. Mettere un'asse sotto il materasso può andare benissimo, ma bisogna ricordare che il letto deve "accogliere" l'individuo, non respingerlo e tenerlo sollevato come sul dorso di un mulo
  • Se le coperte sono calde e leggere, oppure dure e pesanti. Le coperte non devono mai creare un senso di soffocamento e di oppressione. Nella stagione calda inoltre conviene sempre avere un lenzuolo sottile con cui proteggersi, perchè dormire completamente scoperti può creare insicurezza.
  • Se vi sono rumori molesti: i suoni a cadenza regolare sono i peggiori, il ticchettio della sveglia, la giccua insistente che cade da un rubinetto mal chiuso. Creare il silenzio, anche a costo di mettersi itappi nelle orecchie, è importante.
  • Se non c'è troppa luce: l'oscurità favorisce il sonno e aiuta l'attenuarsi dell'attività cerebrale
  • Se le estremità sono gelate: chi ha i piedi sempre freddi, si metta nel letto una borsa d'acqua calda
  • Se la causa dell'inquietudine e della difficoltà a prendere sonno non viene da una digestione difficile: rimpinzare lo stomaco è sempre una pessima abitudine, specie al pasto della sera, e un'altra pessima abitudine è cenare molto tardi
Bisogna cercare di aiutarsi a dormire. Avere un buon rapporto con il letto, non guardarlo come un luogo di passione e di angosce, ma un luogo dove si trova rifugio, come in un grembo materno. Abbandonare i pensieri, la realtà della giornata; essa tornerà comunque a noi, trasformata nelle vesti metaforiche del sogno. Per creare un cuscinetto protettivo fra la vita attiva e la pausa di riposo che è il sonno, la lettura anche se breve è di aiuto. Ma che il libro non sia eccessivamente eccitante, o si otterrà l'effetto contrario.

A volte la mente è affaticata entre il corpo non ha avuto modo di esaurire tutta la sua energia. Un corpo piacevolmente stanco favorisce un buon sonno. Chi non ha tempo di dedicarsi a qualche attività sportiva, può sempre camminare, andare in bici, fare qualche lavoro manuale, qualcosa che comunque impegni un po' i muscoli, fosse anche mettere in ordine la cantina o il ripostiglio di casa.

Arrabbiarsi nelle ore serali che precedono l'andare a letto, impegnarsi in discussioni violente e sgradevoli sono errori da evitare con la massima cura. Ascoltare buona musica, invece, è mettersi sulla buona strada. La musica ha un effetto suasivo e rilassante, svuota i contenuti della realtà, trasportando la mente in modo astratto, lontano dalle contraddizioni e dai conflitti.

E infine, bere una tisana calda, carezzevole è già un atto di riposo. Ne liquido odoroso che colma il cavo di una tazza c'è una promessa di benefica clama, di salutare, compiacente avvio verso le braccia di Morfeo.



lunedì 14 marzo 2016

Psicopittografia, come acquistare la fiducia in sè

 Cosa ci porta ad agire come agiamo?
E' una domanda abbastanza frequente. E la risposta è questa: noi agiamo in un certo modo a causa dei pensieri che abbiamo. Un pensiero timido produce un'azione  timida o un sentimento titubante. 

Un pensiero sicuro è il trampolino per un'azione  risoluta. 
Impariamo questo segreto: le idee che determinano i nostri pensieri sono trampolini che rendono la vita quale essa è. Cambiando queste idee, pensando ad un livello più elevato, noi innalziamo la vita nel suo insieme.

Nel Messico vi sono dei giovani nuotatori che si gettano da un'alta roccia in un mare agitato. Nella scelta del luogo più adatto per il grande tuffo i nuotatori hanno vagliato molte possibilità. Un posto era troppo basso, un altro poco profondo. Ma alla fine trovarono un punto nel quale si potevano tuffare con sicurezza e destrezza [Immagine mentale 38]

E' ciò che anche noi dobbiamo fare. Dobiamo lanciare le nostre azioni quotidiane partendo da posizioni mentali corrette. Se non ci comportiamo in questo modo, non avremo nè sicurezza nè successo. Quali sono le idee che danno la fiducia per mezzo della quale si può agire? Ricordiamoci queste cinque:
  1. Il vero IO non va soggetto alla depressione
  2. Le Immagini Mentali ci arricchiscono
  3. Le emozioni negative possono essere eliminate
  4. Uno studi osincero del proprio Io è sempre ricompensato
  5. C'è una via d'uscita per ogni situazione
A partire da oggi, pensiamo sulla base di idee positive quali queste. E' aolo in questo modo che potremo cambiare nella vita le cose che vogliamo cambiare

domenica 6 marzo 2016

ERO UNA BAMBINA DISAPPETENTE

Sono stata una bambina disappetente, così diceva il pediatra. Per me lo stimolo della fame non esisteva affatto, fame non ne avevo mai. A dire il vero, a chi mi aveva intorno, apparivo come un derviscio (benchè fossi paffutella, nessuno a vedermi avrebbe detto che ero una che non mangiava) in continua meditazione, capace di digiuni prolungati per giorni. A mangiare naturalmente venivo forzata, con mio grande disappunto. Ovviamente crescendo le cose sono cambiate, sono diventata una buona forchetta e una grande buongustaia, adoro la buona cucina e i piatti ben cucinati che apprezzo con tutto il mio essere. Nonostante tutto però, non sopporto di stare a lungo a tavola, mangio volentieri, con gusto, ma il tempo deve essere limitato, questo suggerisce il mio istinto.


Una riflessione la mia, che è maturata recentemente, forse perchè mi è stato fatto più volte notare e soprattutto in famiglia, che ho la tendenza a togliere, con fulminea velocità, i piatti da tavola, talvolta mentre i malcapitati familiari stanno ingoiando l'ultimo boccone. Così, mi son messa a pensare a questa sorta di mania. Perchè mi comporto così?  Ripensando ai miei trascorsi infantili, a quando per me il verbo "aver fame, essere affamati" non aveva alcun significato, mi sono riaffiorati alla mente dai vecchi cassetti della memoria, i pensieri di un tempo: mangiare uguale perdita di tempo prezioso.

Tempo tolto ai miei pensieri, ai giochi, alla lettura, alla mia voglia di stare da sola nella mia cameretta senza essere disturbata da nessuno, quindi gli orari dei pasti (oltre al fatto che la fame non si faceva mai sentire), sottraevano tempo. Ripensando a ciò, ho rivisto anche il mio modo di essere adesso, ancora legato a quegli istinti. Mangiare mi piace, ma nella mia mente continua ad essere una perdita di tempo, tempo sottratto, tempo mancante, pericolo forse? Se sono sola, per me diventa inutile persino sedermi a tavola, mangio in piedi, comodo e veloce; se sono con i miei familiari, sosto a tavola solo il tempo necessario a masticare, deglutire, complimentarmi per la bontà delle pietanze (siano esse cucinate da me o da loro) e poi via, prepararsi a sparecchiare, fare la cucina e togliere tutto di mezzo, andare in altra stanza. 

Per me è una totale assurdità che si stia a tavola una volta finito il pasto semplicemente per chiacchierare, con la tavola ancora da sparecchiare e i piatti da lavare, il mio solito atavico istinto mi dice che si deve sbarazzare tutto e poi dedicarsi alla conversazione in un luogo più consono ad essa. Mi chiedo se non vi sia una sordida sensazione di paura, il pasto come sosta, come pausa, il fermarsi chissà, in un luogo pericoloso, sotto il tiro dei cecchini, con il pericolo di un agguato, quindi, sbrigarsi e marciare per andare in un luogo sicuro. L'unico pasto che per me vale la pena godersi è la colazione, illuminante momento di delizia. Sola o in compagnia, per colazione siedo, e sosto (mai troppo), ma sosto; respiro l'inizio della giornata come fosse una sorta di nascita, un nuovo affacciarsi al mondo, giorno, metafora della vita, tutto da vivere.


sabato 20 febbraio 2016

Lungo il canaletto

Cammino lungo l'argine di un canaletto per l'irrigazione, dove l'erba ormai trascolora nei colori dell'autunno. E' ancora morbida. I miei passi sono attutiti e intorno c'è un piacevole e musicale silenzio, la compagnia che preferisco. Accanto a me trotterella Sissy, con la sua pettorina rossa, tutta presa dagli odori che si spandono intorno ai vigneti, dove i grappoli dell'uva matura pendono pesanti fra i pampini dalle sgargianti sfumature.


Un passo dietro l'altro senza pensieri, forse è il mio modo di meditare, di staccare la mente, di fermare l'impertinente e sfacciato flusso di pensieri, parole, immagini che turbinano come una tempesta confusa nella mia mente sempre sull'attenti, come un soldatino ben addestrato agli inganni del mondo. Ma qui no, posso lasciarmi andare, calare il ponte levatoio fortificato con cui blindo l'ipersensibilità che mi appartiene, radice troppo forte che affonda le sue braccia dentro la mia anima.

Getto via questa pesante armatura, mi va bene solo ciò che mi circonda: l'erba del canaletto, le occhiatine di Sissy, in perfetta armonia con se stessa, perchè nulla chiede se non quello che ha, i vigneti sobri e gli alberi da frutto. In questo camminare senza pensiero alcuno, libero il mio essere e giungo in una raduretta solinga. Sorrido,  perchè la mia introversione mi ringrazia di questo isolamento che concedo a me stessa da tutta la confusione umana che non sopporto da sempre.

C'è un bellissimo albero di nocciolo, l'albero di Cenerentola, dei rabdomanti, simbolo di saggezza e della Luna. E così come per caso gli canterello dei versi:

"Presto alberello scuotiti al vento,
in fretta ricoprimi d'oro e d'argento"

Dette queste parole trovo una bella nocciola fuori stagione, che metto felice in tasca, ringraziando il nocciolo per aver udito le mie parole. Poco più avanti incontro l'imponente noce, dal secolare tronco, simbolo delle divinità femminili, legato a storie di streghe e simbolo di rigenerazione. L'ho ammirato in tutto il suo splendore e anche a lui ho canticchiato una canzoncina, per ricordargli i fasti medioevali di cui godeva:

"Sotto l'acqua e sotto il vento,
vicino al noce di Benevento"

Ai suoi piedi c'erano infatti delle noci ancora intatte nel verde mallo che le racchiudeva, e che ho accettato volentieri come segno di duratura amicizia. Sissy invece, aveva trovato alcune giuggiole. Nel misticismo magico in cui ero immersa sapevo che dovevo tornare sui miei passi, pur a malincuore e così sempre rivolgendomi al mio amico noce, ho canticchiato la canzoncina al contrario:

"Sopra l'acqua e sopra il vento
lontan dal noce di Benevento"

E passo passo, con la mia soddisfatta introversione, senza pensieri e il ponte levatoio ancora calato, accompagnata dal ritmico trotterellio di Sissy son tornata lungo il canaletto, le vigne e i frutteti là nella casa con il giardino di dove non so.




mercoledì 17 febbraio 2016

Psicopittografia, Il segreto di una volontà duratura

Spesso la gente dice di aver cercato per anni, senza riuscirvi, di utilizzare la loro forza di volontà. Ma se questa forza esiste realmente, come trovarla?

Sì la forza di volontà esiste; ma, a meno che un uomo non abbia raggiunto un certo grado di unità interiore, non può utilizzarla. Guadagnando un certo grado di unità, un uomo troverà la volontà di realizzare i suoi desideri.Tale uomo vive la propria vita; egli non è alla mercè del suo falso Io.

Un uomo senza unità interiore è simile a un grupo di bambini che giocano. Essi sono d'accrodo di fare una passeggiata, ma non sono d'accordo sulla direzione da prendere. Un bambino grida agli altri di seguirlo verso nord e fa qualche passo in questa direzione. Un secondo grida che sarebbe meglio andare a Sud, e tutti si volgono nella nuova direzione. Essi vanno avanti e indietro, non arrivando da nessuna parte. Alla fine stanchi e spossati, rinunciano alla gita. [Immagine mentale 33]

L'uomo possiede un centro emotivo composto da ogni sorta di desideri e tendenze, di cui molte in opposizione tra loro. La sua mente contiene una grande varietà di pensieri, opinioni e punti di vista, compresi quelli negativi e contraddittori. Quando un uomo si dedica allo studio di se stesso, riunisce tutte le parti positive in un'unità attiva. Indi queste forze positive si armonizzano tra loro in vista di un fine ben preciso. L'uomo diviene come un'automobile le cui parti sono riunite nel motore che ha la forza di muoversi. Tale uomo possiede una vera volontà. Come raggiungere l'unità interiore che dà forza di volontà? Assimiliamo le Immagini Mentali, poichè esse hanno per scopo la nostra unità.

martedì 9 febbraio 2016

A proposito del denaro, ecco una realtà stupefacente secondo la Psicopittografia

Ecco una domanda che nasce spesso, specie tra coloro che si occupano di affari: "Sono perfettamente conscio della necessità di esplorare il mondo interiore costituito dai miei pensieri e dalle mie emozioni. Dopo tutto la vita dell'uomo vale più delle sue proprietà materiali. 

Egli vive nel mondo invisibile dei desideri, delle simpatie e degli affetti. Ma c'è da chiedersi: non dedichiamo troppo tempo al mondo interiore? Il mondo esterno non è il mondo pratico? Dopotutto se sono un commerciante è naturale che io dedichi la mia attenzione ai profitti, alle vendite, ai clienti, e a cose simili. Che valore avranno quindi queste nuove idee nel mio mondo? Perchè dovrei studiarle intensamente?"

Non vi è nulla di più importante per un uomo d'affari, del capire che vi è una relazione assoluta tra la sua vita interiore, psicologica, e la vita esteriore, commerciale.
Quando le grandi verità psicologiche mantengono il nostro equilibrio interno, la nostra attività esterna, compresi gli affari commerciali, prospera. Non permettete alla vostra vanità interiore di avere il sopravvento. 

Le idee psicologiche e spirituali hanno un interesse pratico nel mondo degli affari. Non dimentichiamolo; esse non solo risolvono i problemi professionali, ma fanno ancor meglio: non permettono a questi problemi di porsi in primo piano. Colleghiamo le idee della Psicopittografia alle attività giornaliere, compresi gli affari economici. Potrete personalmente constatare la loro efficacia.

venerdì 1 gennaio 2016

Raggi di luce, aura

Un altro fenomeno interessante connesso con l'aura eterica è l'apparizione occasionale, al suo interno, di quelli che sembrano raggi di luce e che, in molti casi, partono dal corpo fisico per irradiarsi nello spazio intorno. In alcuni casi si è notato che questi raggi erano diretti a qualcuno o a qualcosa nelle vicinanze, e si è accertato che la persona di cui veniva studiata l'aura, stava pensando fortemente all'individuo o all'oggetto raggiunto dal raggio aurico. E' possibile  che questo sia un aspetto della trasmissione telepatica dei sentimenti e dei pensieri.


Veniamo ora a un altro aspetto interessante dell'aura: quello che comunemente è detto "spazio sicuro". Ha uno spessore variabile tra 1,5 e 6 mm, e segue esattamente i contorni del corpo. Tutte le aure partono da questo spazio sicuro, che sarebbe la superficie del corpo eterico. Naturalmente, potrebbe anche essere un'altra parte dell'aura, ma le ricerche non hanno ancora accertato esattamente il suo ruolo.

Infine, come ho già detto, c'è un'aura dovuta all'azione biologica in atto nel corpo e nella pelle; essa genera un minuto campo elettromagnetico intorno al corpo fisico, che può venire misurato con strumenti molto sensibili. Sembra che si intensifichi quando una luce forte cade sulla superficie del corpo, e i vari tipi di luce, ultravioletta, infrarossa, colori primari, influiscono in modo diverso sul campo stesso.

giovedì 24 dicembre 2015

Offrire del cibo agli uccelli, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Il compito di questa settimana ci richiede di entrare in contatto con la natura e, in particolare con le creature alate. Prestiamo attenzione ai tanti messaggeri di cui il cielo è popolato: impariamo a riconoscerli, a prendere coscienza del ruolo che hanno nella nostra vita e ad apprezzarli di più.



  • Gli uccelli come le farfalle e tutte le creature alate, sono messaggeri spirituali e vengono spesso impiegati per inviarci dei segni dal mondo dello spirito. Molte volte, quando un un uccellino o una farfalla civengono vicino desiderano trasmetterci un messaggio d'amore e di speranza che gli è stato affidato dai nostri cari che non ci sono più
  • In questi sette giorni impareremo a riconoscere e apprezzare le dimostrazioni d'amore che le creature celesti ci inviano attraverso la natura
  • Avete mai dato da mangiare ai gabbiani in spiaggia, alle rondini che hanno fatto il nido sotto le grondaie di casa o alle anatre in un parco? Questa settimana dovremo fare un passo in più 
  • La prima parte dell'esercizio consiste nel preparare una torta per gli uccelli. Scegliete noci, semi, briciole di pane e qualsiasi altra cosa sia gradita ai nostri amici alati, poi riuniamo tutto in una terrina e iniziamo a mescolare. 
  • Possiamo aggiungere un po' d'acqua per amalgamare gli ingredienti. Ma il segreto per ottenere un buon risultato è l'energia che mettete nella preparazione, perciò fate attenzione ai vostri pensieri
  • Pensate agli uccelli e alla natura, e al modo in cui arricchiscono la nostra vita. Formulate pensieri spirituali e aggiungete un pizzico d'amore e gratitudine all'impasto continuando a mescolare
  • Offriamo il nostro dolce agli amici alati: li nutriremo di affetto e riconoscenza. Osserviamoli mentre si radunano attorno alla torta che abbiamo preparato con tanta cura: sono messaggeri spirituali, quindi mentre diamo da mangiare a loro stiamo offrendo un alimento prezioso anche alle "creature celesti" e ai nostri cari che abitano nel mondo dello spirito. E così facendo sazieremo la fame d'amore della nostra anima


sabato 12 dicembre 2015

Piccolo delirio cerebrale

Mi chiedo dove sia Apollo, e perché mi abbia abbandonata così presto, dato che lui è, di solito, piuttosto insistente. Credo che se Apollo non mi avesse piantata in asso, sarei stata più vitale. Comunque me la caverò anche senza di lui e la sua cetra (e pensare che qualcuno lo sfidò ad una gara di canto e poi è stato scorticato...).

In verità mi pare che questo brano sia totalmente slegato, forse non lo capisco nemmeno io, ma non me ne importa nulla. O forse dovrei dedicarmi totalmente all'arte mantica o addirittura alla filosofia, almeno vivrei solo di dottrina pura. Ma se è vero che le vie del Signore sono infinite, forse ce la farò anch'io a sopravvivere a questo olocausto che mi tortura l'anima e a sua volta il corpo.

Il decadimento fisico è la prova schiacciante che l'anima è sull'orlo dell'abisso della disperazione? Avrei fatto meglio a parlarne con il caro, vecchio, Giacomino Leopardi, parlare del senso della vita, del significato dell'essere e del divenire, per poi finire per buttare a mare chissà mai quanti orologi e il loro fastidioso ticchettio.

A volte mi chiedo perché  la mia educazione culturale non si è fossilizzata a quelle collane editoriali tipo Bluemoon o Rose Blu, piuttosto che rammaricarmi o stupirmi sulle gesta e le azioni di un Carlo V o di una Elisabetta d'Inghilterra o di papa Alessandro VI Borgia. A che cosa sono servite le loro abbuffate di potere, quando sul più bello hanno dovuto mollare tutto per passare a miglior vita? Del resto anche Verga nella novella "La roba" ce ne dà un caldo esempio. Meglio il focoso Boccaccio, e il raffinato Balzac delle "Sollazzevoli Istorie".
E allora qual è il senso del senso?


domenica 6 dicembre 2015

La nebbia dell'ignoto

 Apro gli occhi, sono in mezzo ad un mare di nebbia spessa, senza punti di riferimento, senza luce, immersa in un grigiore tutto uguale, dove anche il respiro si fa affannoso. 
Il passo è incerto, non v'è percezione di ciò che mi circonda. Giro su me stessa ma tutto intorno a me è uguale. Cerco disperatamente di guardarmi i piedi, per capire dove poggiano, ma non li vedo, sento solo qualcosa di gelatinoso e globoso che mina la mia stabilità. Provo a camminare, lentamente, portando le mani avanti, per proteggermi, ma sembra che mi trovi in uno sterminato spazio aperto dove non c'è suono, solo nebbia. 

Sembra un muro gigantesco, impenetrabile, che il mio tatto percepisce, ma che non è consistente. E' una cataratta che mi avvolge, e io cerco di camminare.
Ad ogni passo mi pare di sprofondare, come su trucioli di gomma, barcollo. Non riesco ad articolare parole, vorrei urlare, ma non ci riesco, sono sola con i miei pensieri e un intento che non controllo.
La nebbia preme sul mio corpo, ne avverto la pesantezza, so che non devo fermarmi per nessun motivo, mi sento braccata, ma non so da cosa o chi.

Vado avanti a tentoni, incespicando, camminando in quella che mi pare essere una eternità caotica e senza forma. Non ho percezione del tempo che passa, senza riferimenti visivi è come non esistere. 
Mi struggo, nella paura e nella disperazione e quando il mio io cede alla rassegnazione, mi accascio a terra e allora sento, come foglie di sottobosco umide, il fruscio di un terreno reale, e la nebbia comincia a lasciare qualche sprazzo di confuso panorama.

Di fronte a me un ponte. Ma dove porta? Su cosa è sospeso? Cosa c'è al di là? Mi siedo al suo limitare, sotto il ponte nebbia, intorno nebbia, la mia vista scorge solo pochi metri avanti, un tratto del ponte che penetra dentro questo grigio muro. Mi par di percepire una voce, una voce che viene da dentro, che mi istiga ad andare avanti, guardo il ponte, forse c'è qualcuno, una sembianza che si confonde con il lattiginoso essere di questo velo nebbioso che copre ogni cosa. 

Comincio a percorrere il ponte, scossa dal terrore del vuoto, strizzo gli occhi per mettere a fuoco l'incerta forma che sembra attendermi in quella che credo essere la metà del ponte. Dentro la mia testa risuona sempre più forte quella voce che mi incita, quasi mi frustasse, ad andare avanti, ma cos'è quella voce? 

Mi prendo la testa fra le mani, forse sto impazzendo, ma non la  posso  arginare, ripete continuamente di andare avanti. Voglio gettarmi nel vuoto, e farla finita, ma non riesco a staccare i piedi da terra se non per proseguire.
Cedo, non ho più la forza di contrastare quella voce, chiudo gli occhi e disarmata, lascio che quella voce sia la mia guida. 
All'improvviso un lieve tepore,  socchiudo le palpebre, mi ritrovo nel mio mondo, niente più nebbia, solo in lontananza quella voce: "Sono la voce del "vedere", hai assaggiato l'ignoto!"


domenica 29 novembre 2015

Il respiro del Tiglio


Il suono dei miei passi era attutito da una leggera nebbia mattutina, grigia e umida, ma non così fitta da impedirmi la vista. Seguivo a testa bassa il ritmo regolare dei miei passi lungo la stradina stretta e solitaria che costeggiava i verdi e muscosi canali sul cui greto, sassoso e vuoto, occhieggiavano splendide conchiglie di fiume, le cui valve aperte mostravano la lucida madreperla. 

 Era freddo, e certo rimanere al calduccio era stata una forte tentazione, ma dovevo camminare, e quella solitudine agreste consolava in parte il disagio stagionale.
Sapevo inconsciamente dove ero diretta, ma preferivo non prestarvi attenzione, e mi aiutavo in questo sbirciando i casolari lungo la strada, dove razzolanti e grasse galline, si riposavano appollaiate sui pioli di una scala che metteva in comunicazione la fredda terra con il fienile. Ogni tanto un solitario e dondolante papero mi accompagnava per qualche tratto. 

Svoltai a destra e continuai la mia marcetta, era la strada che in primavera avevo percorso in bici, una di quelle biciclettine fuori moda, un po' gracchiante, con le ruotine piccole, che nulla aveva a che fare con le moderne mountainbikes e i loro cambi sequenziali, una biciclettina su cui puoi pedalare con i jeans e le scarpe da ginnastica senza abbigliamento tecno e integratori. Mi accorsi che stavo sorridendo e mi compiacqui. Istintivamente rallentai, e alzai la testa, che fino a quel momento guardava imperterrita la stradina e i piedi: eccolo!

Allargai le mani e le tesi verso le volute delle molteplici braccia del verde Briareo dormiente: il mio amico tiglio. Andai ad abbracciare il suo enorme e nodoso tronco, rifugio di piccole e indifese creature, e vi appoggiai l'orecchio per sentire il suo respiro. Mi accostai, chiusi gli occhi e lasciai andare a lui i miei pensieri, nel cui turbinio colsi i versi di una filastrocca che recitai: 

"Bel vitellino accucciati,
sta' con la tua pastora 
e non l'abbandonare,
come quel giovin principe
che la sua dolce sposa,
sotto il frondoso tiglio
lasciato ha lagrimosa"

Feci fluire tutte le mie sensazioni, e mi guardai intorno: la casa del mio amico tiglio aveva delle particolarità cui non avevo fatto gran caso prima. Non tanto il bel prato, letto delle sue profonde radici, ma la casa abbandonata a poca distanza da lui, sul tetto della quale spuntava in ferro battuto, l'orizzontale falce della luna araba. Lì vicino in pietra grigia, un mezza piramide su piedi di leone. Baluardo segreto di un moro in fuga in una campagna totalmente estranea ai fasti dell'Alhambra? 
Solo la secolare presenza del mio amico tiglio ne custodiva la storia, ma non feci domande, mi accontentai della sua benevola accoglienza. Indugiai ancora un poco, indi presi congedo e, ripresi i miei passi, tornai.

giovedì 26 novembre 2015

Siate una fonte inesauribile di apprezzamenti, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quelli altrui

Quando siamo felici e spensierati è facile essere gentili e generosi con gli altri. Ma quando ci sentiamo tristi, depressi, arrabbiati o delusi, spesso riversiamo le nostre frustrazioni sulle persone che ci circondano. E non abbiamo alcuna voglia di comportarci bene. Ma non dobbiamo darci per vinti!


  • Quando tutto va a gonfie vele è facile vivere, amare, lavorare...anche compiere una buona azione, se non richiede un grande sacrificio. Voler bene agli altri e dimostrarlo non sempre è così semplice, anzi.
  • L'azione di questa settimana consiste nel fare un complimento a tutte le persone che incontriamo durante la giornata. Troviamo un modo carino per renderle felici, rivolgiamo loro un apprezzamento
  • I pensieri sono fatti di energia e per questo non conta solo ciò che diciamo o facciamo, ma anche il modo in cui ragioniamo. I complimenti che nel corso della settimana rivolgeremo a chi ci sta intorno non saranno soltanto un dono per loro, ma anche un regalo per noi: ci renderanno più saggi e sensibili
  • Nel cercare un parola gentile e sincera da offrire a chi incontriamo, prenderemo inevitabilmente coscienza del modo in cui pensiamo e potremo lavorare per trasformare la nostra energia negativa in energia positiva
  • Non esitiamo, dimostriamo la nostra generosità: appena ne abbiamo l'occasione, rendiamo felici le persone rivolgendo a chi ci circonda un complimento. Anche se è difficile, impegniamoci per renderlo possibile. Alla fine della settimana ci accorgeremo che ne è valsa la pena e ci ritroveremo a sorridere

giovedì 22 ottobre 2015

Tenete un diario, un consiglio a settimana per migliorare la nostra vita e quella altrui

I prossimi sette giorni avremo bisogno di un po' di disciplina e costanza per portare a termine la nostra azione, sarà un ottimo modo per conoscere meglio noi stessi e inoltre avremo la grande opportunità di crescere nello spirito.


  • Forse avete già un diario in cui registrate ogni giorno i vostri pensieri e tutto ciò che vi accade. Ma il diario a cui mi riferisco è un po' diverso: vi insegnerà a riflettere  più a fondo sulle vostre esperienze quotidiane e ad accrescere la consapevolezza di voi stessi
  • Il modo migliore per assicurarvi di essere costanti è stabilire un momento preciso da dedicare a questo compito e prendervi un po' di tempo per meditare sulle azioni che avete compiuto nel corso della giornata. Prima di iniziare, rispondete alle seguenti fondamentali domande:
  • Fate una lista delle vostre azioni. Quante ne avete compiute oggi? Vi siete sforzati di essere gentili con qualcuno? Qunate frasi gentili avete pronunciato? In quante occazioni vi siete resi utili agli altri o li avete sostenuti in qualche modo?
  • Elencate le azioni che gli altri hanno realizzato per voi. Quanti sorrisi vi sono stati rivolti? Avete ricevuto qualche parola gentile?
  • Di fianco ad ogni azione scrivete che sensazione provate nel ricordarla. In certi giorni la vostra lista sarà più breve che in altri, ma non fatevene una colpa. Ricordate: qualsiasi dimostrazione di bontà che concedete a voi stessi vale tanto quanto quelle che dedicate agli altri
  • Ripercorrendo la giornata vi renderete conto di quante azioni avete realizzato senza nemmeno pensarci. Prendete per esempio tutte le volte in cui avete sorriso: avrete riempito il mondo di luce senza esserne coscienti. E' da questo che si riconosce una buona persona. Custodite il vostro diario come un tesoro: sarà uno strumento straordinario per ricordarvi i progressi compiuti nel corso dle vostro viaggio spirituale.

lunedì 7 settembre 2015

Psicopittografia, Come eliminare le preoccupazioni

Elevate i vostri pensieri e i vostri punti di vista. Volgetevi ad un livello più alto di conoscienza. Volgete lo sguardo al mondo superiore. Perché questa esortazione a innalzare voi stessi, anziché agire sulle circostanze che vi circondano? Perché siete voi a determinare le circostanze quali che esse siano. Vivete in un mondo materiale e psicologico creato da voi stessi. Ciò significa che potete crearvi un mondo nuovo, esente da crisi e difficoltà! Potete vivere una vita senza preoccupazioni. Eccone un esempio perfetto: 

Gli abitanti di un villaggio situato in una vallata profonda erano preoccupati per le continue inondazioni. Vi erano frequenti e rovinose frane. Il raccolto e il bestiame erano costantemente minacciati. Era una vita dura, ma era l'unica che essi conoscessero. Ma un bel giorno capitò nel villaggio un uomo dotato di discernimento e disse loro: «Il problema non è nelle inondazioni, le frane, le paludi. Il problema siete voi che vivete ad un livello troppo basso senza alcun motivo. Cercate di capire, il vostro basso livello vi porta ad una crisi dopo l'altra. Finché abiterete qui avrete delle noie. ELEVATEVI e i vostri problemi cesseranno. - Come? - Chiesero quelli. Allora l'uomo dotato di discernimento mostrò loro come costruire case al di sopra della vallata sui versanti delle montagne. Alcuni costruirono nuove case appena sopra il livello della valle. Altri piu saggi, costruiron le case più lontano , sui versanti della montagna. - Ora disse l'uomo dotato di discernimento, farete l'esperienza d'una vita senza preoccupazioni. Spostando le vostre abitazioni, avrete eliminato ogni problema. - Si, risposero, ora è tutto chiaro. - Mi domando - aggiunse qualcuno -perché non abbiamo fatto ciò molto prima. [Immagine mentale 13]

lunedì 31 agosto 2015

Psicopittografia, Come conoscere tutte le soluzioni

L'Io interiore, il vero Io conosce tutte le soluzioni, e non si sbaglia mai. È un fatto indiscutibile. Trovate il saggio vero Io e non dovrete più affrontare alcuna crisi di decisione. Ecco come il Dott. Fromm spiega il modo in cui procedere: «Solamente le qualità derivanti dalla nostra attività spontanea danno forza all'Io e quindi costituiscono la base della sua integrità. L'incapacità ad agire spontaneamente, a esprimere ciò che si sente veramente, e la necessità che ne deriva di presentare agli altri e a se stesso uno pseudo-Io sono all'orizine dei complessi d'inferiorità e di debolezza.» Siate voi stessi e non il risultato dei vostri pensieri ordinari e abituali. Vi è grande differenza tra questi due modi di essere. 

II terremoto è causato da un assestamento interno della terra. La stessa cosa capita all'uomo scosso da una crisi personale. Gli strati sub-coscienti della mente poggiano su fondazioni difettose, cosicché una crisi improvvisa provoca un terremoto che scuote l'individuo e lo fa comportare in modo abnorme e nefasto. Fortunatamente vi è molta differenza tra un terremoto fisico e uno psicologico. Il terremoto nell'uomo ha un rimedio sicuro. L'uomo non può vivere nel timore di continui sussulti. Egli deve ancorarsi alle fondamenta della realtà psicologica. [Immagine mentale 12] 

Ve ne darò un chiaro esempio. Si tratta di una questione di moralità personale. Nessun'altra crisi può causare tanta dolorosa ansietà e vani sentimenti di colpa. Ne deriva questo quesito: «Sono perplesso a proposito della moralità. Quale è esattamente il bene e quale il male? Ho un grande desiderio di mutare la mia vita abituale. Che pensare di questo mio impulso? È immorale? » - Perché non mutare vita? Perché non vivere come desiderate realmente? - Lo vorrei, ma ... - Vorreste sapere perché non lo fate? Molte persone rispondono SI! » - Il vostro senso della moralità è falso. La società vi ha imposto i suoi prototipi ipocriti di comportamento. Essi vi indicano ciò che dovete loro. Attenti! Non lasciatevi trascinare. 

Voi dovete qualcosa unicamente a voi stessi alla vostra libertà interiore. » A questo punto una donna chiese: «Quale atteggiamento dobbiamo assumere nei confronti di coloro che hanno inculcato nella nostra mente le idee false, e si servono di noi per i loro scopi egoistici? - Non preoccupatevi per loro. Qualcuno li ha indotti in errore. Non dovete biasimare nessuno. Reagite unicamente contro le idee false. Allora qual'è la vera' moralità? Come comportarci? - Non fate nulla che possa nuocere a voi stessi o agli altri. Questa idea è più profonda di quel che pensate. Chi dorme non si rende conto del male che fa a sé stesso. Un uomo deve risvegliarsi per poter raggiungere la felicità.


venerdì 31 luglio 2015

Piantiamo un albero e guardiamolo crescere, un consiglio a settimana per migliorare la propria vira e quella altrui

Un albero, una siepe, un'aiuola fiorita o un piccolo vaso di erbe aromatiche. Non importa che cosa. L'essenziale è che questa settimana cominciamo a coltivare e ad accudire qualcosa di vivo per seguire giorno dopo giorno la sua crescita.
  • Concediamoci un momento per decidere ciò che vogliamo piantare. Scegliamo qualcosa di cui prenderci cura, qualcosa che desideriamo veder crescere
  • Mettiamoci all'opera e mentre lavoriamo godiamo la sensazione della terra tra le dita. Non dimentichiamo che la nostra energia darà forza alla pianta, perciò riempiamo i nostri pensieri di positività, tenerezza e affetto. Parliamo con lei a mano a mano che cresce: così facendo entreremo in contatto con la sua energia vitale e permetteremo alla nostra di aumentare
  • Dobbiamo impegnarci per alimentare e accudire la nostra pianta
  • Pensiamo al significato che la pianta assumerà per noi con il passare del tempo. Ci siederemo accanto a lei e ne perceriremo la forza? Raccoglieremo i fiori per illuminare la nostra casa con la loro vivacità? Arricchiremo le nostre pietanze con le erbe aromatiche riempiendo i nostri piatti dell'energia positiva con cui ci siamo presi cura di loro? Condivideremo uno di questi momenti con qualcun altro? 
  • A volte capita. Il nostro giardino o il nostro balcone non fioriscono. Vuol dire che non siamo in sintonia con le necessità delle piante, perchè quando abbiamo affidato i semi alla terra abbiamo agito da esseri umani. Ci sono tanti fattori che influenzano la crescita: il clima, la posizione, l'ambiente, la giusta sequenza dei gesti. Mentre mettiamo a dimora ciò che abbiamo deciso di coltivare, domandiamoci cosa serve davvero alla pianta, non cosa noi crediamo le serva
  • Quando accudiamo e nutriamo una pianta accudiamo e nutriamo la nostra anima. Ricordiamoci: entrando in contatto con l'energia della natura entriamo in contatto con l'energia della nostra anima, e quando vedremo il nostro giardino  sbocciare sapremo che anche dentro di noi è nato un nuovo fiore

sabato 25 luglio 2015

Aesculus hippocastanum o White Chestnut, il fiore di Bach per i rimuginatori folli

L'Aesculus hippocastanum o White Chestnut, non è altro che l'imponente e affascinante albero dell'Ippocastano. E’ lo stesso albero di cui si usano i boccioli per la preparazione di Chestnut Bud. Tenere in tasca uno dei suoi frutti tiene lontani i malanni da raffreddamento.I fiori invece sono di vari colori dal bianco-giallo al rosa-rosso.

E' Originaria della Turchia, venne introdotta in Europa nel XVI secolo. Secondo Bach questo rimedio è adatto a: “… coloro che non riescono a evitare che la loro Mente sia costantemente invasa da pensieri, da idee e da ragionamenti che essi non desiderano. Ciò succede di solito nei momenti in cui il loro interesse per il presente non è abbastanza forte da occupare del tutto la loro mente. I pensieri, anche se respinti, ritornano immancabilmente, come in un turbinio, causando una specie di tortura mentale. La presenza di questi pensieri spiacevoli toglie la pace e impedisce di concentrarsi sul lavoro o sul piacere quotidiano…”.

 Questi tipi di carattere non sono lucidi e neanche obiettivi, anzi spesso assenti e poco concentrati, non riescono a trovare la soluzione ai problemi, rimuginano consumando molte energie. Discutono con se stessi continuamente. Il loro volto è teso e anche la fronte, un’andatura instabile e muscolatura contratta.  La sua testa è come una stanza con l'eco: cogita senza tregua.

Pensa e parla con se stesso continuamente senza una direzione chiara: disordine, confusione. I benefici di questo fiore sono di trasformare la mente, aprendo la porta alla pace e al silenzio mentale, permettendo al pensiero di ritrovare la sua funzione naturale, in equilibrio, al servizio dell'unità psicofisica della persona. Questo rimedio aiuta a fare chiarezza nella mente evitando monologhi continui e poco proficui.
 • Emozioni iniziali-inibite (prima di prendere il fiore): "Non riesco proprio a non pensarci". Ruminazione mentale continua, pensieri persistenti quasi ossessivi.
 • Emozioni evolutive-sciolte (dopo aver assunto il fiore): Silenzio e chiarezza della mente, lucidità, visione positiva con fiducia e pace. White Chestnut è indicato alle persone prigioniere dei loro stessi pensieri, che ripensano ossessivamente a un accaduto specifico.

Indicato per coloro che sono tormentati da pensieri insistenti e girano intorno a questi come se fosse un cerchio. Infatti, soffrono di insonnia, in cui si pensa e si ripensa alle stesse cose e non si riesce a prendere sonno, o quando non ci si riesce a rilassarsi durante un atto sessuale perché la testa è da un'altra parte. Possono soffrire di tic nervosi, stress, mal di testa di origine tensiva e disturbi d’ansia con atteggiamenti ossessivo-compulsivi, sudorazione, vertigini.



domenica 5 luglio 2015

Bada a come pensi, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

I pensieri sono qualcosa di vivo. Dobbiamo ascoltare i nostri pensieri e prendere in esame come influenzano noi e chi ci circonda. 
  • Molto spesso i pensieri si trasformano in giudizi. Durante questi sette giorni prestate attenzione a ciò che pensate e a come i vostri pensieri e i giudizi che ne ricavate, si traducono in azioni. Mi raccomando: distinguete sempre ciò che credete sia vero da ciò che sapete essere vero.
  • Il nostro modo di ragionare è umano e in quanto tale imperfetto. Di conseguenza, non tutti i nostri giudizi sono corretti. Ricordate: in qualunque circostanza è opportuno non saltare alle conclusioni. Prima di formulare un giudizio affrettato fermatevi, fate un passo indietro e imparate a concedere sempre il beneficio del dubbio
  • I pensieri hanno un potere molto grande e la loro energia è in grado di esercitare un'influenza enorme su di voi e sugli altri. 
  • Ciò che pensate si riflette in maniera inevitabile sui vostri comportamenti. Se formulate un pensiero negativo, agirete di conseguenza. Se invece la vostra mente è ispirata da sentimenti positivi. Essi traspariranno dai vostri gesti. 
  • Riflettete: in genere avete un atteggiamento positivo e tendete ad essere pessimisti?
  • Inviate ogni giorno tre pensieri positivi all'universo. Che sia sempre lo stesso pensiero o tre differenti , l'importante è che teniate bene a mente che in qualche modo l'universo ascolta e le vibrazioni arriveranno ovunque desideriate.
  • Pensate positivo! Riempite la mente di buoni propositi e riceverete in cambio piacevolissimi doni. Dimostrate positività attraverso i vostri pensieri, attirate energia positiva nella vostra vita.

venerdì 19 giugno 2015

Psicopittografia, le quattro chiavi d'oro verso la nuova libertà e la felicità

Vi sono quattro chiavi d'oro che permettono di scoprire il vero io e l'io libero e felice. Eccole:
  1. Un desiderio sincero di mutamento interiore
  2. Il contatto con principi efficaci
  3. L'onestà verso se stessi
  4. La perseveranza
1) Un desiderio sincero di mutamento interiore:
Un uomo deve veramente desiderare di essere diverso. Il suo primo desiderio dovrebbe essere quello della verità stessa. L'uomo coraggioso osa navigare in mari sconosciuti. Quando infine giunge in porto, si accorge che il luogo, così strano a prima vista, è lo stesso a cui ha sempre anelato. "La sincerità profonda e vera è la prima caratteristica di tutti i possibili eroi" (T. Carlyle).

2) Il contatto con principi efficaci:
Ciò significa che dobbiamo essere in contatto con una fonte di aiuto veritiero: una persona che già possiede la libertà o un libro, o il nostro nuovo modo di pensare. Diffidate delle contraffazioni, non accettate una cosa per vera, solo perchè vi sembra attraente. Dobbiamo verificare personalmente ogni idea che si presenta.

3) L'onestà verso se stessi:
Il vero coraggio sta nell'essere onesti con se stessi. Ma essere onesti non significa mutare i propri punti di vista solo per il gusto di cambiare. Significa invece esplorare i propri pensieri per separare il vero dal falso. Non vi è nulla di più positivo che l'essere onesti con se stessi.

4) La perseveranza:
Una persona può essere sincera e onesta, ma deve possedere anche la qualità della perseveranza per progredire nella via della felicità. Come sta scritto nel Nuovo Testamento, non dobbiamo seguire vie sbagliate. Chi si ferma durante il proprio cammino per la confusione o per lo scoraggiamento non deve desistere, basta che riprenda i concetti delle quattro chiavi d'oro e ritroverà la giusta via sgombra da ostacoli.

domenica 14 giugno 2015

Clematis, il fiore di Bach per la concentrazione, il sonno e l'ansia

La Clematis o Clematis Vitalba, più nota  come la “gioia del viandante”, è una pianta rampicante e legnosa che sboccia in estate, è praticamente assente di radice, i suoi fiori sono a cespuglio, bianchi chiari. Come fiore di Bach è indicato in casi di disturbi del sonno e ansia, ma è ottimo anche per i bambini che hanno problemi di concentrazione. Bach la associò alla figura del “Romantico”, colui che ha la sempre la “testa fra le nuvole”, come i suoi cespugli, e sogna ad occhi aperti, distaccandosi dalla realtà e proiettandosi nel futuro.


Infatti, il carattere Clematis  ha  un’evidente mancanza di concentrazione;  il suo animo è gentile e quieto, pur non trovando allegria e né gioia nella vita così com’è . Si possono riscontrare tipi Clematis che si soffermino a lungo a pensare e vagare nei pensieri della propria mente, concentrandosi su persone scomparse, che hanno perso, vivendo completamente in un altro emisfero del mondo e della vita. La trasformazione avviene già con poche gocce, ed il beneficio che questo fiore apporta è fondamentale per riascoltare il proprio corpo, è una maggiore presenza di sé, un interesse per la vita, la gestione al meglio dei propri pensieri e la capacità di concentrazione, l’attenzione per l’istante, una realizzazione nella parte pratica della vita e la gioia di vivere a prescindere!
Emozioni iniziali (prima di prendere il fiore): Indifferenza, l’essere trasognato, carenza di interesse per ciò che circonda.
Emozioni evolutive (dopo aver assunto il fiore): Concentrazione ed allegria, presenza, stato di radicamento sulla terra, come radici ben salde nel terreno, nel qui ed ora, osservando la realtà circostante.
Clematis è indicato per coloro che nella vita non hanno molto interesse, che si svegliano desiderando quasi che non ci sia un altro giorno da affrontare perché la vita è difficile e dura, con poca gioia e “verve”. Dunque, questo fiore è particolarmente adatto a coloro che non trovano valore in nulla, che sono sprovvisti di senso pratico, fuggendo dalla realtà per rintanarsi nella fantasia, sognando un futuro immaginario.

Questo rimedio è utile per combattere tutti gli stati d’animo di assopimento, di ansia legata a disturbi della memoria e della perdita di equilibrio, disturbi del sonno, svenimento ed incoscienza; infatti i pazienti Clematis, come afferma Edward Bach : “…Quando si ammalano, in genere, non fanno grandi sforzi per rimettersi in salute e, talvolta, arrivano persino a desiderare la morte, nella speranza di tempi migliori o forse per ritrovare una persona amata che hanno perso…”

Questi caratteri sono indifferenti alla vita, sono senza  entusiasmo. In tal senso si riscontrano casi in cui il tipo Clematis, ascolta solo metà di ciò che gli viene detto, non è presente nel corpo, essendo la maggior parte persone trasognanti, apatiche, lontane, che vivono quasi sempre loro pensieri vorticosi. Clematis è prezioso per quei bambini con problemi di concentrazione, dovuti al loro essere trasognanti, piuttosto che ad una carenza intellettiva ed gli artisti che vogliono cercare ispirazione, facendo emergere il loro potenziale creativo e sfruttandolo a pieno; per coloro che sono quindi, distratti, sbadati, ai quali capitano sovente, a volte con più frequenza degli altri, incidenti e contrattempi della vita di tutti i giorni, dovuto alla loro deconcentrazione, che hanno ambizioni che non riescono a concretizzare, che sono felici nei loro sogni e nella loro mente, non vivendo nel presente.
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