I fatti che sto per raccontare sono realmente accaduti, ma per preservare la privacy dei protagonisti, nomi e luoghi sono stati ad arte modificati.
L'headquarter dello Uaisipiei era il quartier generale di Charlie, il capo supremo, padrone indiscusso della struttura ricettiva nella quale Zoe era stata reclutata per alcuni mesi. Charlie aveva sempre una grande quantità di ospiti danarosi e quindi capricciosi, talvolta molto alternativi, difficili da trattare quanto può essere difficile catturare il feroce Saladino o inseguire l'Uccello Roq.
Charlie non si vedeva quasi mai, in compenso però la sua voce riecheggiava fra le mura dell'headquarter e senza necessità di altoparlante. Per assicurarsi che tutto all'interno dell'headquarter fosse assolutamente perfetto, Charlie si affidava ad uno strategico sistema di spionaggio, che gli consentiva di sapere tutto nei minimi dettagli anche se non presente in sede. Non solo aveva fatto installare un complesso sistema di telecamere, ma aveva anche una sorta di segretario, tutto fare, leccapiedi: Bosley. Bosley si avvaleva di sistemi informatici avanzati e non si separava mai dal suo "Cursore" un telefono cellulare modificato, praticamente uno strumento degno di 007.
L'headquarter era una struttura sobria, locata vicino al mare, in una delle più belle località toscane. Aveva una hall ampia e accogliente, arredata sapientemente in stile marinaro: predominati il bianco, il legno e il cotto. Essendo una struttura privata e vip, l'entrata non era libera, la porta si apriva solo dall'interno, la clientela, selezionata, dotata di tesserino nominativo, si presentava al desk per identificarsi e poi poteva accedere ai piacevoli servizi che l'haed offriva ai suoi soci.
Ma quali servizi? Beh, Charlie non aveva badato a spese, quindi aveva creato un piccolo angolo di paradiso dotato di una piscina di acqua salata dalla quale si poteva accedere, tramite un piccolo sentierino, alla spiaggia, un ristorante/bar che aveva una veranda da cui ammirare gli incendiati tramonti sul mare, una piccola sala da gioco con tanto di tavoli verdi, un salotto con ampi divani che invitavano alla lettura, una saletta tv, una piccola sala riunioni, una scuola di vela per i figli dei suoi ospiti e in fieri, una palestra per il fitness.
Zoe entrò in quello strano mondo quasi per caso e vi rimase per diverse stagioni di seguito, stagioni durante le quali fu testimone di esilaranti scene e situazioni imbarazzanti, incontrò persone e scoprì un mondo davvero strano.
Alla perenne ricerca di una occupazione, Zoe, aveva trovato l'annuncio relativo alla ricerca di personale presso lo Uaisipiei su un giornale locale, così aveva inviato il curriculum ed era stata chiamata per un primo colloquio. Le toccò parlare con Bosley, che le parve una sorta di piovra o forse sarebbe meglio dire la dea Khali al maschile, per la quantità di azioni che espletava mentre parlava con lei, senza mai separarsi dal fido Cursore. A coadiuvarlo la sua aiutante, che, dall'espressione, manifestava tutto il suo disprezzo verso Bosley, sui motivi del quale Zoe ebbe illuminazione mesi più tardi.
Alla perenne ricerca di una occupazione, Zoe, aveva trovato l'annuncio relativo alla ricerca di personale presso lo Uaisipiei su un giornale locale, così aveva inviato il curriculum ed era stata chiamata per un primo colloquio. Le toccò parlare con Bosley, che le parve una sorta di piovra o forse sarebbe meglio dire la dea Khali al maschile, per la quantità di azioni che espletava mentre parlava con lei, senza mai separarsi dal fido Cursore. A coadiuvarlo la sua aiutante, che, dall'espressione, manifestava tutto il suo disprezzo verso Bosley, sui motivi del quale Zoe ebbe illuminazione mesi più tardi.
Bosley dopo aver interrogato Zoe nello stile tipico di un agente della CIA, la congedò con un "a presto", che Zoe, proveniente dalla selezione del personale, non riuscì ad interpretare pur appellandosi alle conoscenze psicoattitudinali del suo precedente mestiere.
Non passò molto tempo e Zoe fu chiama per un secondo colloquio, questa stavolta con l'innominabile Charlie. Charlie le si presentò in tutto lo splendore che il suo immenso potere poteva emanare: seduto nel suo ufficio, comodamente appoggiato alla spalliera, indossava una camicia bianca, sulla quale erano ricamate le iniziali del suo nome, capelli brizzolati e spettinati ad arte, occhiali da sole Rayban a goccia, lenti verdi e pizzetto.
La sua voce tuonò improvvisamente riecheggiando in tutto lo stabile: "Buongiorno bambina rossa!"
Bambina rossa? Zoe aveva sì i capelli rossi, ma che sfacciato, che confidenze...... Dal canto suo Bosley, era evidentemente soddisfatto del rumoroso apprezzamento di Charlie, infatti si intromise dicendo: "Visto caro Charlie che scelta azzeccata ho fatto?" Ma il suo commento non fu poi così gradito alle orecchie di Charlie che, da arguto uomo di mondo replicò: "Absit iniuria verbis Bosley, fuoriiiiiiii!"
Bosley sgusciò strisciando fuori dall'ufficio di Charlie, mentre Zoe si rese conto di aver difronte un uomo troppo intelligente ed estremamente mordace che così le disse: "Cara bambina rossa, benvenuta allo Uaisipiei, siamo circondati da ignoranti cara bambina, ma ho visto che ha capito la mia battuta in latino, quindi sono sicuro che farà un buon lavoro." Charlie guardò Zoe fissandola negli occhi, per vedere se abbassava lo sguardo, segno di sottomissione, ma Zoe ricambiò la sfida con bel sorrisetto da scolaretta impenitente, cosa che contribuì a dare a Charlie una spintarella alla crescita del suo ego, peraltro già smisurato. Per tutta risposta Charlie le fece il baciamano e la affidò per i dettagli spiccioli, alla mera ragioneria di Bosley. E quello era solo l'inizio.