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lunedì 22 giugno 2015

Il fiore di Bach della purificazione, Crab Apple

Alcuni alberi di mele con il tempo si inselvatichiscono di nuovo, ed ecco per noi il rimedio Crab Apple (Malus Pupila o Pyrus Malus/Melo Selvatico) . Ha i  fiori  con petali a forma di cuore, generalmente di colore rosa e bianco pallido e fiorisce in aprile. 

Considerato un antibiotico naturale, può essere usato anche nella cura dell'acne e delle allergie. Come fiore di Bach è il rimedio della purificazione, il “detergente” psicofisico, la sua parola chiave è lo specchio malvagio di “Biancaneve e i sette nani”, che riflette la nostra immagine e ci rivela che non siamo noi i “più belli del Reame!”.

Tutto ciò vuol significare che il carattere dei Crab Apple, spesso non ha una buona immagine di sé, tende sempre a purificarsi, lavarsi, non riesce mai ad accettarsi così com’è, generalmente ha una bassa considerazione di sé ed è perseguitato da una sensazione di sporcizia continua. E’ una persona che si dispera e si scoraggia, c’è sempre qualcosa che non va in lei, nel suo corpo, nella sua mente e nella sua anima, nel suo essere completo; si guarda, quindi allo specchio e non si piace. Provano  disagio verso il proprio corpo e se ne  vergognano, perché non si piacciono. Dunque, queste persone si concentrano sui dettagli, senza vedere l’insieme e soprattutto il nucleo del problema, da qui può nascere anche un atteggiamento ossessivo-compulsivo.

Questo fiore è considerato anche come “l’antibiotico”naturale della floriterapia di Edward Bach, poiché può essere usato anche come rimedio utile alla cura dell’acne, delle micosi, delle verruche, delle affezioni della pelle in generale, comprese le allergie ed anche come antidoto al mal di testa dopo aver abusato di cibo, alcool.

 • Emozioni iniziali-inibite (prima di prendere il fiore): Edward Bach lo definisce come: "... il rimedio della depurazione. Per coloro che hanno la sensazione di avere in sé qualcosa di sporco, rimedio che risana le ferite se il paziente ritiene che nel corpo ci sia qualche veleno che debba essere espulso...". Bassa considerazione di se stessi, sensazione di imperfezione, sporco, vergona.

 • Emozioni evolutive-sciolte (dopo aver assunto il fiore): Purezza e chiarezza di pensiero, bellezza, amore per se stessi, sicurezza, piena accettazione di se stessi.

Questo fiore è indicato per coloro che hanno sempre la sensazione di avere in sé qualcosa di sporco, spesso è qualcosa di insignificante, apparentemente, a volte invece è reale, ma non importa, perché sarà notato comunque. Manifestano disgusto per il cibo, per il sesso e per i disturbi alimentari, come anoressia e bulimia.

Crab Apple è un rimedio prezioso per le persone ossessionate dalle sporco, che puliscono e riordinano continuamente, coloro che sono intimorite dal contagio di malattie, batteri e che credono di non essere apposto con loro stesse sempre e comunque.


La madragora, pianta magica - parte prima

La radice di mandragora ricorda la forma del corpo umano, come un pupazzetto, con la testa, le braccia e le gambe. Gli antichi infatti erano convinti addirittura di poterne ditinguere il genere: cioè maschio o femmina. Ma la Mandragora officinalis (più precisamente Atropa mandragora come dice Linneo, Atropa che deriva dal nome di una delle parche Atropo che recideva il filo della vita, per la sua velenosità), per questo suo aspetto umanoide ha scatenato la fantasia degli uomini nei secoli, che le hanno attribuito virtù magiche e medicinali: analgesiche, sedative, narcotiche e anche afrodisiache.


Ne parla anche la Bibbia, in particolare in Genesi: “Rachele richiese a Lia la radice di mandragora per ottenere la fecondità”. Secondo una fantasiosa teoria la mandragora sarebbe nata nel Giardino dell’Eden: i primi Esseri umani non sarebbero stati che giganti mandragore sensitive; essi avrebbero poi mantenuto per sempre intimi rapporti con la Pianta Madre specie per quanto riguarda l’aspetto delle sue radici. Ad Ecate, dea delle tenebre, legata ad Artemide-Diana, era sacra.

Proprio per queste sue caratteristiche antropomorfe si credeva che come le persone, avesse qualità umane, una in special modo: quella di soffrire terribilmente quando la si estirpava. E per punire chi cercava di eradicarla, essa si vendicava procurandogli, con i suoi “veleni”, la pazzia o la morte. Ma l'uomo è ingenoso e ha trovato il modo per aggirare l'ostacolo: come praticare tre profondi cerchi con un coltello nella terra intorno alle radici, guardare verso oriente e pronunciare una formula magica mentre la estirpava di colpo. Ma v’era anche un altro metodo, questa volta "infallibile": l’uomo legava il capo di una corda alla base della pianta e l’altro capo al collo di un cane (doveva essere nero!), tenuto per un certo tempo a digiuno; indi, volgendo lo sguardo verso la luna e possibilmente suonando uno zufolo, egli mostrava da una certa distanza al cane un pezzo di carne. Nel tentativo istintivo di afferrarlo, con il collo il cane tirava di scatto la corda che lo legava alla base della pianta,estirpandola. I latrati del cane coprivano ovviamente “i gemiti di dolore” della povera mandragora. Coglierla non era quindi da tutti.

Ma coloro che conoscevano la mandragora in maniera infallibile erano naturalmente i maghi e le streghe che non solo la coglievano di notte nei cimiteri (specie di campagna), ai margini dei patiboli o ai piedi degli impiccati, ma conoscevano anche tanti altri segreti per non farla soffrire e per non subire i suoi influssi negativi: guai, per esempio, mettersi “controvento” e aspirare i suoi effluvi mortali, o non cantare nel frattempo strofette (magari a sfondo erotico). Essendo una pianta potenzialmente ambivalente nei suoi rapporti con l’Essere umano, essa poteva sia guarire la mente e il corpo, come anche portarlo alla perdizione: sia donargli il sonno ristoratore che provocargli la pazzia; sia proteggerlo contro il veleno dei serpenti che ucciderlo senza pietà; oppure lenire il dolore, o (in forti dosi) produrre allucinazioni e deliri.


domenica 21 giugno 2015

Dal fiore di ibisco il karkadè


Qualcuno lo chiama tè rosso, per il suo caratteristico color rubino, ma in realtà il karkadè (karkadeb con cui la pianta è chiamata nel dialetto Tacruri, in Etiopia) si ottiene dall'infusione dei petali secchi di ibisco. E' una bevanda dal gusto lievemente acidulato, rinfrescante e dissetante che può essere consumata sia calda che fredda. Ma non è certo per il gusto o per il colore che se na fa uso, quanto per le sue proprietà.



Esso infatti contiene acidi organici (acido malico, ibiscico, citrico e tartarico, acido ossalico, acido ascorbico, fitosteroli antocianosidi), che conferiscono proprietà diuretiche e antisettiche delle vie urinarie, utili nelle infezioni come la cistite. La vitamina C, di cui è ricco (acido ascorbico), non solo ha un’azione antiossidante, antinfluenzale e vitaminizzante, ma contribuisce a fluidificare il sangue, mentre la presenza di flavonoidi e antociani,  ne fanno una pianta vasoprotettiva, utile in caso di fragilità capillare, varici, emorroidi, couperose e cellulite.  Recenti studi  hanno evidenziato le spiccate capacità regolatrici della pressione sanguigna, perché se da un lato permette l’eliminazione delle tossine e le sostanze in accumulo attraverso la diuresi, dall’altra l’azione fluidificante del sangue permette un migliore funzionamento dell’intero sistema cardiocircolatorio. 

Le sue efficaci proprietà anti-ipertensive,  sarebbero addirittura equivalenti a quelle di determinati ACE inibitori (farmaci che bloccano l'enzima di conversione dell'angiotensina, utilizzati soprattutto nella terapia dell'ipertensione arteriosa). Inoltre essendo una malvacea, come la malva e l’altea, contiene le mucillagini che esercitano un’azione lenitiva e protettiva sui tessuti interni dell’organismo, indicata per tutti i tipi di infiammazioni delle mucose, come gengiviti, mal di gola, raffreddore e tosse. Grazie alle mucillagini, che a contatto con l’acqua, formano un massa gelatinosa, svolge anxhe un’azione dolcemente lassativa.

Dalla gastrite all'ulcera e poi....

Bruciori, dolore, sensazione di peso allo stomaco e difficoltà digestive sono sintomi molto diffusi: circa il 70% degli adulti ne soffre in forma acuta, il 50% dei soggetti sopra i 45 anni è affetto da gastriti croniche e il 10% della popolazione ha addirittura segni clinici di ulcera peptica. L'incidenza è quattro volte maggiore nell'uomo che nella donna; tuttavia la patologia è in crescita anche nelle donne, con ogni probabilità a causa del cambiamento dello stile di vita e dell'aumento del fattore stress. 

Le sedi maggiormente colpite sono lo stomaco e il primo tratto dell'intestino, il duodeno (a seconda della localizzazione, l'ulcera viene infatti definita come gastrica o duodenale). Gastriti ed ulcere sono patologie che tendono alla cronicità, con continue esacerbazioni intervallate da temporanei periodi di stasi.  Lo stomaco per svolgere le sue funzioni produce una secrezione ricca di pepsina e dal PH acido; la mucosa di rivestimento si auto tutela dall'aggressività di questo succo, grazie alla secrezione di uno strato di muco alcalino protettivo. 

Gastriti ed ulcere insorgono quando l'equilibrio fisiologico fra le due secrezioni viene a mancare ed i fattori aggressivi hanno modo di prevalere sui meccanismi di protezione gastrica. Questo innesca la progressiva lesione degli strati che rivestono la parete interna dello stomaco portando a gastriti e alla successiva evoluzione in ulcere. L'ulcera può essere considerata il peggioramento di una gastrite trascurata. Quali sono le cause? L'incidenza di ansia e stress è ampiamente riconosciuta come anche l'alimentazione scorretta, l'abuso di fumo, caffè, , consumare pasti in fretta e la vita sregolata in generale. Determianante è l'Helicobacter Pylori (batterio presente nel 90% delle gastriti e nel 70% delle ulcere) poichè esso colonizza la mucosa distruggendone i rivestimenti protettivi ed esponendola alla pericolosa azione corrosiva del succo gastrico. 

Un altro fattore incriminato è l'abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei, come l'aspirina per esempio; questi farmaci infatti inibiscono la sintesi delle prostaglandine, per questo è necessario assumere i gastroprotettori, anche se non basta, poichè l'inibizione delle prostaglandine avviene a livello sistemico, perciò i danni si fanno sentire ugualmente. 
Domani vedremo la differenza fra l'approccio della medicina ufficiale e quello naturale.


Oligoelementi, Zinco

ZINCO
L'assunzione di oligoelementi di zinco mantiene sano il sistema immunitario. I linfociti T-helper, che combattono le infezioni, aumentano proprio grazie allo zinco, fattore particolarmente interessante per i malati di AIDS. Non solo, svolge un'azione benefica a livello cutaneo in caso di disturbi dermatologici (acne, smagliature) e favorisce i processi di cicatrizzazione.  Lo zinco potrebbe avere un ruolo nella protezione dal cancro e favorisce la cicatrizzazione delle ulcere gastriche.

L’assunzione di integratori di zinco mantiene sano il sistema immunitario e sarà di giovamento nel processo di invecchiamento.  Lo zinco ha la capacità di fermare una malattia degli occhi chiamata degenerazione maculare, che causa cecità irreversibile negli anziani. Aiuta a eliminare i depositi di colesterolo ed è stato usato con successo nel trattamento dell’aterosclerosi. Può contribuire ad una rapida rimarginazione delle cicatrici interne (incluse le ulcere) ed esterne o di qualsiasi danno alle arterie. Aiuta ad alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide. Può aiutare a prevenire o accorciare raffreddori (se preso alla comparsa dei primi sintomi) e può migliorare la vista notturna e l’odore del corpo. Si ritiene che la causa dell’acne vulgaris (quello degli adolescenti) sia una carenza di zinco. Il disturbo è stato curato con successo con la somministrazione di integratori di zinco.

Favorisce la ricrescita dei capelli nelle persone che soffrono di alopecia areata totalis (totale mancanza di peli nel corpo). Anche gli anziani che hanno disturbi del gusto possono trarre giovamento dall’assunzione di zinco, anche se le cause di questo disturbo possono essere molteplici. Dà risultati positivi nella prevenzione e nel trattamento della sterilità. Favorisce anche lo sviluppo e la maturità degli organi sessuali. Sono state raccomandate alte dosi di zinco per la prevenzione e il trattamento dell’ingrossamento della prostata. La somministrazione di zinco può dare sollievo a quei pazienti affetti da morbo di Hodgkin e da leucemia. Viene anche usato nel trattamento della cirrosi epatica e dell’alcolismo. Lo zinco è efficace per la cura del diabete grazie ai suoi effetti regolatori sull’insulina nel sangue. Si è riscontrato che l’aggiunta di zinco all’insulina prolunga il suo effetto sullo zucchero del sangue. Un pancreas diabetico contiene solo circa la metà dello zinco di un pancreas sano.
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