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mercoledì 15 giugno 2016

Viola mammola: tè, sciroppo e decotto

Viola mammola: tè, sciroppo e decotto, questi sono solo alcuni degli usi che si possono fare della viola mammola che contiene un tesoro di preziosi benefici per la nostra salute. 


Viola viene dal nome della ninfa lo, che aveva appunto gli occhi viola; odorata perché emana profumo. La leggenda narra che Giove, dopo aver sedotto la bella ninfa fu costretto a trasformarla in mucca per sottrarla all'ira di Giunone. Costei, incredula del fatto che Giove si apparti con una giovenca entro una nuvola stagnante sui boschi di Lirce, chiede che il bianco animale venga sorvegliato da Argo, il cane d.ai cento occhi. E poi Mercurio, inviato da Giove a uccidere il mostro liberando Io che diventerà una divinità egizia. Scendendo sulla terra, gli antichi videro nella viola la raffigurazione dell'amore verginale e assegnarono alla pianta il ruolo di rappresentare la modestia e il pudore. Greci e Romani se ne coronavano il capo durante i banchetti e ne mettevano i fiori nel vino perché la credenza popolare diceva che il suo profumo teneva lontana la sbronza. Per questo e per averne sempre a disposizione coltivavano le viole in speciali giardini, i violarium. Nel '200 la Scuola Salernitana considerava la viola un rimedio efficace per combattere il mal di capo dovuto al troppo cibo. Nei tempi in cui erano numerosi i maghi e le fattucchiere, si usava il fiore per comporre filtri magici che garantivano amore eterno. La viola ha una prima fioritura in pieno inverno e infatti un vecchio detto. lombardo dice: "Per San Sebastian la Viola in man". Questo santo si festeggia il 20 gennaio.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Violacee. Le foglie sono riunite alla base in rosetta, hanno un lungo gambo e forma tonda culminante a punta, margine dentato e base cuoriforme. I fiori sono solitari, con lungo peduncolo che regge un calice diviso e una corolla di cinque petali blu-viola profumatissimi. Quello centrale si allunga all'indietro con uno sperone. TIfrutto è una capsula che si apre in tre parti con numerosi semi. , Ama i luoghi freschi, erbosi, le rive dei fiumi e i boschi. E molto comune sino a 1200 m. Dopo una prima fioritura invernale, fiorisce pienamente in primavera. Si usano le radici, le foglie e i fiori, che si possono far essiccare all'ombra, ma all'aria aperta. Anche secche le violette conservano intatto il loro profumo. I fiori contengono acido salicilico, olio essenziale, acidi organici, mucillagini e tannini; le foglie contengono tannini e saponine. La viola 'mammola ha proprietà diuretiche, sudorifere, emollienti, antinfiammatorie ed efficaci contro la tosse.

Utilizzo 

Le foglie si usano nelle minestre in piccole quantità; i fiori appena colti come aromatizzanti e complemento delle insalate, negli sciroppi, nei gelati, nelle marmellate e nei canditi. La medicina popolare, oltre alle foglie e ai fiori, usa anche la radice.

Sciroppo per la tosse: mettere in infusione 100 g di violette fresche in un litro d'acqua bollente; dopo 12 ore colare il liquido, spremendo bene i fiori, e aggiungere 180 g di zucchero. Filtrarlo dopo qualche giorno e riporlo in una bottiglia.

Decotto anticatarrale: far bollire 5 g di radici di viola in 300 g d'acqua. Quando il liquido è ridotto di un terzo, addolcire con un poco di miele e berlo subito.

Tè di violetta contro le infiammazioni bronchiali: versare un litro d'acqua bollente sopra 20 g di fiori freschi e lasciare in infusione per mezz' ora. Colare, addolcire con miele e consumare a bicchierini durante la giornata. Infuso contro l'emicrania: versare un pizzico di foglie secche di viola in una tazza d'acqua calda e lasciare in infusione per 10 minuti. Colare, zuccherare e bere all'istante.

Per eliminare il gonfiore prodotto da contusioni è efficace un cataplasma ottenuto con foglie di violetta fresche cotte in poca acqua e applicato ancora caldo, ma non bollente, sulla parte malata.

Infine un impiego casalingo: togliere i gambi alle violette fresche e farle essiccare rapidamente all'ombra. Versare sopra una lastra di metallo calda un po' di sale finissimo da tavola e, quando è perfettamente asciutto, mescolarlo ai petali di violetta. Conservare in una bottiglietta di vetro con il tappo smerigliato. Basta versare sopra un piattino un pizzico del preparato perché in breve si diffonda per l'aria un delicato e persistente profumo di violetta. Si può usare anche in armadi e cassetti.

lunedì 25 aprile 2016

Estratti di ciliegio: bellezza e depurazione

Depurare il proprio organismo è una buona abitudine e lo si può fare in vari modi o secondo le proprie necessità in base ai risultati che vogliamo ottenere. Oggi ci dedichiamo alle proprietà depurative degli estratti di ciliegio ottimi per il benessere che per la bellezza.


Bruciare i grassi con il tè verde al ciliegio:  per tutto il mese di aprile bere si possono bere due tazze di tè verde sencha alla ciliegia (in erboristeria), arricchito da fiori di ciliegio: è un valido aiuto brucia grassi soprattutto su cosce e punto vita.

Anti ritenzione decotto di peduncoli: il decotto, combatte la ritenzione idrica e aiuta il riassorbimento dei ristagni localizzati, e questo grazie ai principi attivi quali potassio, flavonoidi, tannini, vitamine A e C, polifenoli viene stimolata l’eliminazione dei liquidi dai tessuti e tonificano i capillari. Procedete così: alla sera mettere a macerare una manciata di peduncoli in un litro di acqua fredda e al mattino preparare il decotto facendo bollire il tutto per 10 minuti e tenendolo in infusione per 30 minuti. Bere mezzo litro al giorno, 2 volte alla settimana.

Potete fare anche uno scrub riattivante strofinando la pelle umida con un sacchettino di cotone dove avrete inserito farina di riso, polvere di azuki e un pizzico di alghe, vi sarà utile per eliminare le impurità dalla pelle e allo stesso tempo stimolare la circolazione.




mercoledì 16 dicembre 2015

Tè al sedano e tè al sesamo: contro colesterolo e per la longevità

Per aiutarci ad eliminare i grassi presenti nel sangue, possiamo preparare un singolare tè: quello al sedano. Del sedano avevo infatti parlato qualche tempo fa, in particolare avevo trattato del sale di sedano, ottimo contro l'ipertensione. Le virtù del sedano quindi possono anche esplicarsi in un infuso a base di tè, quello al sedano appunto. Per prepararlo prediligete un dei tè Pu'er. Vi occorreranno dunque:

300 grammi di sedano fresco; 1 cucchiaino di foglie di tè

Procedete così: lavate, pulite e sminuzzate il sedano in piccoli pezzi e unitelo alle foglie di tè. Coprite la miscela con acqua bollente e lasciate in infusione per dieci minuti. Filtrate e consumate due volte al giorno, meglio al mattino e poi dopo pranzo.

Del sesamo invece si apprezzano alcune importanti virtù fra cui: la stimolazione delle funzioni renali, la cura dell'anemia, la spossatezza e, come molti sanno è ottimo per i capelli. Con un buon infuso di tè a base di sesamo possiamo unire un po' tutte queste virtù. Vediamo come:

500 grammi di sesamo bianco; tè nero

Abbrustolite il sesamo in padella e a fuoco lento, ridotto in polvere fine con il frullatore e conservatelo in un barattolo a chiusura ermetica. Preparate quindi un tè nero e aggiungetevi 30 grammi di polvere di sesamo, salando leggermente l'acqua di infusione. consumate due volte al giorno.




martedì 15 dicembre 2015

Digestione: il tè al mandarino

Quella dei Pu'er è una vasta categoria di , solitamente originari del sud-ovest della Cina. In questa categoria rientrano vari tipi di tè: verdi, oolong semifermentati, tè neri, ma anche alcuni rari tè bianchi. Questi tè hanno alcune virtù medicinali poichè sono considerati brucia grassi, digestivi ed espettoranti.

Solitamente questi tè si trovano confezionati in tavolette o panetti e proprio con questi potete preparare una ricetta al mandarino, per potenziare i benefici sulla digestione e nelle cure del raffreddore e della tosse. Ecco gli ingredienti:

4 grammi di bucce di mandarino essiccate; 6 grammi di foglie di tè

Infondete gli ingredienti in mezzo litro di acqua bollente per circa dieci minuti e poi filtrate. Consumate due volte al giorno dopo i pasti.



lunedì 14 dicembre 2015

Il tè come tonificante: tè alla prugna e litchi

Molti alla frutta sono particolarmente tonificanti, e, fra questi, un posto particolare è quello che si è conquistato il tè alla prugna e litchi. La pianta del litchi è una pianta sempreverde che cresce nella Cina costiera meridionale. Si tratta di un frutto con una polpa trasparente e gelatinosa, il cui succo è dolce e delicato con un lieve retrogusto acre.


E' un alimento ad alto valore energetico, poichè contiene vitamine, proteine e glucosio, tanto che il litchi è particolarmente adatto per la cura degli stati di disidratazione, stress e nervosismo. Inoltre elimina sete e fatica. Per il tè tonificante in cui il litchi è ingrediente principe vi occorrono:

tè verde; 1 litchi fresco; 1 prugna secca; 1 sottile fetta di zenzero; 1 piccolo cristallo di zucchero; 430 ml di acqua

Procedete così: tagliate la prugna a metà e rimuovete il nocciolo, sbucciate il litchi e rimuovete il nocciolo. Disponete quindi nella teiera prugna, litchi, zenzero e cristallo di zucchero insieme alle foglie di tè prima di versarvi l'acqua dal bollitore, mescolare con rapidità e chiudere la teiera con il coperchio. Lasciate riposare per 2 o 3 minuti prima di bere.

Ricordate che dopo la degustazione di questo tè, per avere un effetto ancor più stimolante, si può mangiare la frutta o fare una seconda infusione. Esiste anche una variante di questo tè che usa il longan, di cui ho parlato qualche giorno fa.


mercoledì 9 dicembre 2015

Da riflessante per capelli a infuso per pediluvio: altri usi del tè

Grazie alla millenaria tradizione cinese sappiamo che i capelli, dopo essere stati lavati normalmente, vengono risciacquati con a forte concentrazione per essere resi così, soffici e lucenti. Se ne raccomanda l'applicazione in sostituzione dei detergenti chimici, proprio per la sua assoluta innocuità e in favore del risultato, praticamente senza spesa alcuna.


Ma non è tutto, infatti un altro interessante uso delle foglie del tè, sempre tramandato dalla saggezza cinese, è quello dei pediluvi quotidiani da farsi proprio nel tè forte poichè si rivela essere un'efficace cura contro le micosi resistenti.

E ancora, le foglie di tè tengono lontane le zanzare, come? Provate a bruciarle proprio verso l'imbrunire, almeno un'ora prima di andare a letto. Predisponete in camera un piccolo vassoio metallico pieno di foglie di tè che, bruciando lentamente, terranno lontane con il loro aroma, le invadenti zanzare.

Ed infine, le foglie di tè utilizzate dopo l'infusione, possono essere usate come ottimo concime naturale per le piante da fiore sia in vaso che in giardino poichè ricche di carboidrati: un esempio? Se quotidianamente aggiungete alla terra dei vostri rosai, in corrispondenza delle radici, le foglie residue della vostra tazza di tè, avrete splendide rose con il vantaggio di renderle immuni dalle visite di insetti inopportuni.


domenica 22 novembre 2015

Come utlizzare le bucce d'arance ed evitare sprechi

L'inverno è il periodo degli agrumi, in particolare delle arance da gustare a spicchi o in spremuta. Sono un ottimo concentrato di vitamina C  e contribuiscono a rinforzare le nostre difese immunitarie. Ma le bucce le scartiamo e finiscono nell'organico. Eppure possiamo recuperare anche le bucce ed utilizzarle in maniera multiforme.

1 . : Preparare il tè con bucce delle arance non è difficile.  Tenete le bucce dentro ad un contenitore. Quando è pieno o quasi, riempitelo quasi alla cima con acqua calda  e aggiungete 2 bustine di tè verde. Potete anche fare una miscela di tè, ma sceglieteli bene  in modo tale che non stonino con le bucce delle arance, e poi gustatevi il risultato. 

2 .Aceto di agrumi per la pulizia: accumulate le bucce in un contenitore e quando è pieno di bucce riempilo con aceto bianco distillato (va benissimo quello più economico). Lasciate il contenitore coperto sul balcone per circa una settimana. Quando vi sarete preparati psicologicamente per le  pulizie, potete usare l’aceto per pulire, togliendo le bucce delle arance dal contenitore. Avrete così ottenuto un aceto speciale che lascerà un profumo  agrumato fresco, piuttosto che l'acuto odore dell' aceto, talvolta  fastidioso per il nostro olfatto.

3 . Bevanda rigenerante: questa bevanda è l’ideale per chi come me, fa fatica a bere molta acqua durante la giornata, che è fondamentale per la salute del nostro intestino, del nostro organismo e per la bellezza della pelle. Utilizzate la vostra acqua naturale preferita, aggiungendo qualche goccia di olio essenziale (quello che preferite), succo d’arancia fresca e bucce di arancia. Sarà una bevanda dissetante e leggermente aromatizzata. 

4 . Estratto di arancia: per questo, è meglio utilizzare solo la scorza (la parte arancione), non la parte bianca amara. Miscelate la scorza di un’arancia con un cucchiaino di zucchero di canna biologico e mezza tazza di vodka, in una bottiglia di vetro possibilmente scuro. Agitate la bottiglia una volta al giorno per circa 20 giorni. Se non avete fretta, fate questa operazione  per due mesi, per lasciare riposare e far agire meglio le scorze. Più a lungo si lascia , migliore sarà il sapore. 

5 . Scrub: con zucchero e bucce di arancia tritate.  Semplice e sicuro sarà ottimo  su piedi, mani e viso (delicatamente) e su tutto il corpo. Versate in un contenitore 2 tazze di zucchero semolato, mezza tazza di olio, tritate le bucce dell’arancia in piccoli pezzi come fosse una polpa e mescolate tutto in un mixer. Lo scrub è pronto, facile, veloce, economico.

6 . Pulire il tagliere: a volte i taglieri trattengono gli odori di quello che tagliamo e non è una buona cosa . Strofinate le bucce sulla superficie del tagliere e spremete quanto più succo possibile. Poi cospargete il tagliere con del sale in modo che stia in macerazione per circa mezz’ora. Togliete poi il sale dal tagliere e lavatelo. In lavastoviglie per la plastica, a mano per legno.


venerdì 20 novembre 2015

Papavero, nei dolci, nel tè e di alcuni infusi

Papaver sembra di derivazione celtica, in quanto i semi venivano messi nella pappa dei bambini per farli dormire; rhoeas viene dal greco rhein, che significa "cadere", per via della caducità dei petali. Il papavero sembra originario di una zona asiatica che sta tra il Pamir e l'Iran, in quegli altopiani dove, in epoche antichissime, si è differenziato, prima spontaneamente poi con l'aiuto dell' uomo, il frumento.

La diffusione del frumento ha portato con sé, in tutto il mondo, anche il papavero, definito pianta sinantropica, cioè che segue l'uomo nei suoi spostamenti e che non si diffonderebbe senza i lavori agricoli, che riportano alla luce i semi sprofondati nel terreno. Presso i Romani, il papavero era talmente legato alle pratiche agricole che Cerere, divinità delle messi e dell' agricoltura, era raffigurata con spighe e papaveri tra i capelli e tra le braccia. Nell' alimentazione venivano usati i semi, non solo per via dell' olio che se ne poteva trarre, ma come condimento su pani e dolci, tradizione sempre continuata, specie nel nord-Europa.


Caratteristiche e proprietà 

E una pianta erbacea annuale, della famiglia delle Papaveracee. La rosetta, cioè la disposizione delle foglie alla base del fusto, è folta; da essa si innalzano il gambo e il fiore. Le foglie sono a forma di penna con incisioni molto irregolari. La punta è acuta e la base ristretta finisce nel gambo. Il colore è verde deciso e si ha presenza di peli. Il calice del fiore è a due valve pelose che cadono all'aprirsi della corolla formata di quattro petali rossi con macchia nera alla base. Molto evidenti sia i pistilli che i numerosi stami neri. Il bocciolo è pendulo. Il frutto è a forma di capsula porosa contenente numerosi semi neri. Il papavero è infestante dei campi di cereali, dei prati incolti e dei ruderi. Vive sino a 2000 m. Fiorisce da marzo a luglio. Per far essiccare i fiori bisogna esporli al sole, badando che perdano l'umidità nel modo più rapido per impedire che si disperdano i principi attivi. Anche le capsule contenenti i semi si fanno essiccare rapidamente al sole. Le proprietà del papavero sono concentrate sia nelle foglie che nei petali e hanno effetto emolliente, sudorifero, sedativo e leggermente ipnotico

Utilizzo 

Le rosette basali, anche quando è già presente il piccolo fusto appena accennato, entrano in alcune ricette della cucina mantovana e dell'Oltrepò pavese. Vengono usate in frittate, minestre, torte salate e frittelle. I semi sono utilizzati su dolci e pasticceria varia.
Nella medicina popolare si usano i fiori.
Tè al papavero: aggiungere al proprio tè preferito alcuni petali di papavero per beneficiare del suo effetto sedativo.
Infuso: versare in un litro d'acqua bollente 5 g di fiori essiccati di papavero. Filtrare il liquido, addolcirlo e berlo la sera prima di coricarsi. Chi soffre di tosse notturna si assicura così un sonno tranquillo. Il medesimo infuso sorbito in due volte, il pomeriggio all'ora del tè e la sera prima di coricarsi, calma l'eccitazione nervosa. Sempre lo stesso infuso, ovviamente non zuccherato, serve a lenire rossori e irritazioni.

sabato 7 novembre 2015

Contro le occhiaie i rimedi naturali

Quello delle occhiaie è un problema che affligge molte persone e la loro comparsa è dovuta a vari motivi fra cui lo stress intenso, gli eccessi alimentari, una vita eccessivamente frenetica, il fumo, l'insonnia, o anche una carenza di ferro.  Non sono da sottovalutare le allergie, alimentari e non che possono provocare questo inestetismo. Per curare le occhiaie come tutti ben sapete si trovano in commercio creme o correttori  che magari sono efficaci sì, costano molto o in certi casi provocare degli effetti collaterali atrettanto fastidiosi. Io come sempre voto per i rimedi naturali che hanno la loro efficacia e sono privi di ingredienti provenienti da sintesi chimica o di origine animale.


Sarebbe opportuno riuscire a prevenire le occhiaie partendo da una sana alimentazione,  perchè con l’avanzare dell’età, la pelle si assottiglia sempre di più rendendo visibili i capillari, provocando di conseguenza le occhiaie. Perciò prendiamo l'abitudine di introdurre arance, carote, kiwi, succo di limone, pomodori e lattuga, daremo all’organismo la possibilità di assumere il giusto livello di vitamina C necessario per rafforzare i capillari; ruolo fondamentale contro le occhiaie è dato anche dagli alimenti ricchi di antiossidanti come legumi e cipolle.

E ora veniamo ai nostri rimedi:  il sia verde che nero, può essere impiegato per uso esterno contro le occhiaie, basta fare degli impacchi sugli occhi. Dopo aver imbevuto di tè un disco di cotone, applicatelo sotto gli occhi e lasciate agire per qualche minuto.

Efficaci contro le occhiaie sono anche le patate e i cetrioli: basta applicare uno spicchio di patata o una fettina di cetriolo sotto l’occhio per attenuare il gonfiore oppure i segni della stanchezza.

Poi ci sono gli infusi: a base di camomilla, rosmarino, malva e rosa: basta mettere un disco di cotone imbevuto nell’infuso sotto gli occhi e lasciare agire per almeno 10 minuti.

Se volete eliminare i segni della stanchezza, potete ricorrere ad una maschera per il viso con la Pappa Reale: basta applicare il prodotto sul viso e lasciare agire per 10 minuti.


venerdì 6 novembre 2015

Fiore di loto bianco, un fiore bellissimo dalle straordinarie qualità

Il bellissimo fiore di loto oltre ad essere una splendida pianta ornamentale che schiude i suoi petali in estate, ha una storia ricca di simbolismo poichè è associato alla purezza e alla vitalità. Oltre a ciò ha delle particolari proprietà terapeutiche conosciute soprattutto in oriente e in particolare dai cinesi che si occupano da oltre 2000 annni della sua coltivazione. Del loto si utilizza tutto, dai semi alle foglie.
Ha proprietà febbrifughe, cardiotoniche e  migliora la circolazione, soprattutto quando fa caldo. Ogni componente del fiore, però, ha una sua funzione specifica che si abbina sempre a una efficace azione antiossidante, in particolare sul collagene.

Prova della sua vitalità è il fatto che negli anni Novanta venne scoperto un seme di fiore di loto che era riuscito a germinare dopo essere stato dormiente per 1200 anni e questo grazie alla presenza di un particolare enzima che impedisce il deterioramento delle proteine. L’enzima contenuto nel seme di loto blocca l’effetto dell’ossidazione sulle proteine, che aumenta per effetto dell’età, dello stress o anche della stanchezza; in questo modo si evita che il processo di invecchiamento subisca un’accelerazione.


Del loto si utilizzano anche i petali, da cui si ricava anche un olio fortemente lenitivo. Una volta essiccati, i fiori sono indicati per le loro proprietà sedative e calmanti. È ormai confermato il collegamento tra stress e invecchiamento precoce e il loto ci offre un rimedio sano e innocuo per allontanare velocemente le tensioni che accelerano anche il decadimento cellulare.

Se si vuole ottenere il massimo beneficio si può consumare una tazza di preparato con 125 ml di acqua, calda ma non bollente, a cui va aggiunto un cucchiaino di petali essiccati di fiore di loto (in erboristeria, dove esiste anche l’infuso di loto già pronto). Bevetene 2 tazze al dì.

Si possono inoltre sfruttare le proprietà sedative dell’olio essenziale del fiore di loto: procuratevi 50 ml di olio di camelia, ricco di flavonoidi e catechine antirughe, a cui aggiungerete 5 gocce di olio essenziale di fiore di loto e 5 gocce di neroli. Versate l’emulsione nella vasca da bagno, e immergetevi nell’acqua calda.

Le foglie di loto sono inoltre un rimedio ideale in caso di ristagni. Di solito si trovano le foglie essiccate nei negozi di prodotti orientali e la dose consigliata è di 10 g da mettere in infusione in acqua calda e bere come tè. Il tè di loto asciuga gli eccessi di ritenzione idrica dell’organismo e abbassa il livello di lipidi nel sangue. Bevuto 2 volte al giorno per almeno 2 settimane garantisce un miglioramento della circolazione a livello periferico. Un ottimo rimedio, quindi, per chi soffre di rigonfiamento degli arti dovuto al caldo.

Non dimetichiamo le radici. Le macchie solari sono il prodotto di un ristagno della circolazione sanguigna: per ripulire il sangue potete consumare un pezzettino di radice di loto cotta al vapore, aggiungendola di tanto in tanto a sughi, contorni e insalate.

Per le macchie dell'età dovute alla costante esposizione al sole potete utilizzare questo rimedio: mescolate un cucchiaio di farina di riso, un cucchiaio di semi di loto pestati (senza pelle), un pezzettino di radice di loto grattugiata, un cucchiaino di miele e latte di mandorle fino a ottenere una crema. Stendete la maschera sul viso la mattina prima di esporvi al sole, tienete in posa 10 minuti, sciacquate e applicate la crema solare.

venerdì 23 ottobre 2015

Tè e cura del corpo, efficacia naturale garantita

Ciò che possiamo fare con il tè per la cura del nostro corpo è davvero molto. Oggi vorrei darvi a lcuni suggerimenti utili ed efficaci  per usarlo e ricordate che del tè non si butta via nulla!

Cura del viso
Ecco come preparare uno scrub delicato: versate mezzo bicchiere di olio di cocco in un recipiente,  aggiungete due cucchiai di zucchero integrale di canna e 1 cucchiaio di tè verde in polvere. Amalgamate tutto e il vostro scrub è pronto.
Tonico: mescolate due cucchiai di infuso tè verde e qualche goccia di succo di limone: ecco  un tonico per il viso antiossidante. Si applica mattina e sera con un batuffolo di cotone sulla pelle pulita.
Uomini: dopo la rasatura, passate sulla pelle arrossata una bustina di tè utilizzata e ancora umida, oppure tamponate il volto con un fazzoletto inumidito con infuso di tè verde. Fate un infuso molto forte di tè verde e, con l'aiuto di un batuffolo di cotone, tamponate brufoli e punti neri.
Non buttate via le foglie del tè: se applicate  umide sul volto avrete una maschera di bellezza antiossidante e illuminante.


Cura dei capelli 
Per preparare l'henné potrete utilizzare il tè nero così da rendere ancora più vivi i riflessi di questa colorazione. Il tè è ottimo anche per curare capelli opachi e spenti: utilizzate un infuso di tè verde per l'ultimo risciacquo, aggiungendovi anche 1 cucchiaino di aceto di mele. Se soffrite di forfora, dovete massaggiare, prima dello shampoo la vostra cute con un asciugamano o fazzoletto di cotone imbevuto in infuso di tè verde.

Cura dei piedi e mani
Diluite in un catino d’acqua calda una tazza di infuso di tè verde e due o tre cucchiai di sale grosso per garantirvi un pediluvio  rilassante.  Se nei piedi vi sono calli e duroni, applicate una bustina ben strizzata e ancora tiepida per 20 minuti al giorno per ammorbidirli.


Cura della pelle
Se vi siete scottati, allora applicate dei panni in cotone imbevuti di tè o le bustine di tè direttamente sulle zone interessate.


mercoledì 7 ottobre 2015

Kombucha, dalla fermentazione il tè del benessere

In Oriente da sempre si fa uso della fermentazione anche nell'alimentazione. Il tè kombucha è infatti una bevanda fermentata molto famosa in Cina e tenuta in grande considerazione perchè considerata un elisir di lunga vita. Secondo la tradizione questo infuso a base di tè, sarebbe in grado di creare un armonioso equilibrio fra stomaco e milza aiutando così la digestione. Ma come avviene la fermentazione? Essa avviene tramite una coltura simbiotica di lieviti e batteri.


Le proprietà del tè kombucha in base agli studi fatti sono davvero innumerevoli: controllo del diabete, della pressione, della gotta, dei reumatismi.

Ma le sue qualità non finiscono qui perchè sembra che sia un valido aiuto anche contro l'obesità, sia utile a rinforzare i reni,  i muscoli, aiuti a combattere l'artrite, a migliorare la vista e  contribuisca a combattere le malattie cardiache, i disturbi del sonno e i dolori articolari.

E' fuori discussione il fatto che il tè kombucha non può essere considerato una cura vera e propria anche se è una bevanda effettivamente salutare, per cui, in presenza di particolari problematiche, come sempre sottolineo bisogna rivolgersi al proprio medico curante e chiedere delucidazioni in merito anche in base al nostro stato di salute.


In sostanza che cosa contiene il tè kombucha? Ecco l'elenco completo di ciò che vi troviamo:

Acido Lattico: la cui funzione è quella di proteggere il sistema digestivo

Acido Acetico: che combatte la crescita di batteri nocivi.

Acido Malico: utile alla disintossicazione del corpo. Rinforza la riserva alcalina dell’organismo, combattendo l’eccessiva acidità.
 
Acido Ossalico: è un conservante naturale e stimola la produzione di energia nella cellula.

Acido Glucoronico: prodotto anche dal fegato, che lo ricava dal glucosio e lo utilizza per disintossicare l’organismo dalle tossine e dai metalli pesanti.

Acido Butirrico:  aiuta a combattere le infezioni da candida. Buono per l’intestino.

Acidi Nucleici: per la rigenerazione cellulare.

Aminoacidi: che poi sono i mattoni delle proteine.

Enzimi

Vitamine del gruppo B1, B2, B3, B6, B12, acido folico (B9) e vitamina C


domenica 21 giugno 2015

Dalla gastrite all'ulcera e poi....

Bruciori, dolore, sensazione di peso allo stomaco e difficoltà digestive sono sintomi molto diffusi: circa il 70% degli adulti ne soffre in forma acuta, il 50% dei soggetti sopra i 45 anni è affetto da gastriti croniche e il 10% della popolazione ha addirittura segni clinici di ulcera peptica. L'incidenza è quattro volte maggiore nell'uomo che nella donna; tuttavia la patologia è in crescita anche nelle donne, con ogni probabilità a causa del cambiamento dello stile di vita e dell'aumento del fattore stress. 

Le sedi maggiormente colpite sono lo stomaco e il primo tratto dell'intestino, il duodeno (a seconda della localizzazione, l'ulcera viene infatti definita come gastrica o duodenale). Gastriti ed ulcere sono patologie che tendono alla cronicità, con continue esacerbazioni intervallate da temporanei periodi di stasi.  Lo stomaco per svolgere le sue funzioni produce una secrezione ricca di pepsina e dal PH acido; la mucosa di rivestimento si auto tutela dall'aggressività di questo succo, grazie alla secrezione di uno strato di muco alcalino protettivo. 

Gastriti ed ulcere insorgono quando l'equilibrio fisiologico fra le due secrezioni viene a mancare ed i fattori aggressivi hanno modo di prevalere sui meccanismi di protezione gastrica. Questo innesca la progressiva lesione degli strati che rivestono la parete interna dello stomaco portando a gastriti e alla successiva evoluzione in ulcere. L'ulcera può essere considerata il peggioramento di una gastrite trascurata. Quali sono le cause? L'incidenza di ansia e stress è ampiamente riconosciuta come anche l'alimentazione scorretta, l'abuso di fumo, caffè, , consumare pasti in fretta e la vita sregolata in generale. Determianante è l'Helicobacter Pylori (batterio presente nel 90% delle gastriti e nel 70% delle ulcere) poichè esso colonizza la mucosa distruggendone i rivestimenti protettivi ed esponendola alla pericolosa azione corrosiva del succo gastrico. 

Un altro fattore incriminato è l'abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei, come l'aspirina per esempio; questi farmaci infatti inibiscono la sintesi delle prostaglandine, per questo è necessario assumere i gastroprotettori, anche se non basta, poichè l'inibizione delle prostaglandine avviene a livello sistemico, perciò i danni si fanno sentire ugualmente. 
Domani vedremo la differenza fra l'approccio della medicina ufficiale e quello naturale.


sabato 20 giugno 2015

Pu-Erh il naturale bruciagrassi, in una tazza di tè


Provate a pronunciare delicatamente questa parola......ad occhi chiusi, e il suo suono rilasserà la vostra mente. Sto parlando di un tè molto pregiato, che ho avuto modo di apprezzare, gustare, e le cui caratteristiche organolettiche e i benefici sono straordinari. E' il tè della lentezza, sia per quanto riguarda la coltivazione, la fermentazione e successivamente la preparazione.

Il tè Pu-Erh è un tè postfermentato; ciò significa che dopo l’essiccazione eseguita naturalmente, le foglie vengono riposte e conservate a lungo, addirittura fino a venti anni, in luoghi molto umidi, come cantine e cavità sotterranee, così da accentuare il proprio aroma erbaceo e vegetale.
Viene coltivato nello Yunnan, al confine con il Tibet, da piante antichissime di Camelia Sinensis, ma la lentezza della sua raccolta e produzione viene assolutamente ben ripagata con ottime proprietà benefiche e salutari; non a caso i nomi con cui tale varietà viene indicata dalle popolazioni locali è “tè medicinale”, utile per “allontanare il fuoco e rinfrescare il corpo”.

Alla pari di qualsiasi bevanda di lusso, conservata gelosamente in cantine umide e protette, è un tè di gran pregio, dotato di ricercatezza ed originalità d’aromi; è, inoltre, l’unico te’ che migliora con l’invecchiamento, al contrario di tutti gli altri, che invece tendono a perdere virtù ed aromi nel corso degli anni.

Il Pu-Erh possiede proprietà naturali stimolanti per il sistema nervoso centrale, in virtù della presenza di caffeina, oltre a favorire il processo digestivo e a contribuire a bruciare i grassi in eccesso. Proprio per quest’ultimo aspetto viene inserito in alcune diete dimagranti, soprattutto in considerazione della sua azione a favore del funzionamento epatico.

I punti di forza del Pu- Erh sono però la sua azione decisa nel tenere sotto controllo il colesterolo cattivo e i trigliceridi nel sangue oltre ad alcune proprietà immunologiche. Contribuisce quindi a mantenere un generale stato di benessere dell’organismo e a mantenersi in forma, ferma restando la necessità di una sana alimentazione e una costante attività fisica.

Come detto all’inizio il suo sapore è particolare e può non risultare a tutti piacevole al primo assaggio. Il consiglio è di non scoraggiarsi e prendere confidenza con il suo gusto particolare un po’ alla volta, così da poterne apprezzare le sfumature e beneficiare dei suoi preziosi effetti naturali.
La sua preparazione a casa prevede una temperatura di infusione di 95 gradi, in media circa 20 secondi di attesa dopo aver spento l’acqua in ebollizione, per una durata compresa tra i 3 e i 4 minuti. Le sue forme più pregiate sono quella in nidi o in tavolette, entrambe pressate.
Disponibile anche nella consueta versione in foglie e biologico, sia sfuso nei negozi specializzati che in bustina sui banchi dei supermercati. Queste ultime richiedono di solito l’immersione a 100 gradi per circa 3-5 minuti.



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