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venerdì 8 aprile 2016

Come ridare tono alla Pelle con l'olio di canapa e nardo

Stare per lunghi periodi con i muscoli contratti, irrigidendo la nostra postura, non fa bene ai muscoli e non fa bene alle nostre ossa. Questo può provocare, nel tempo, la comparsa di dolori e logoramento artrosico. Ma per fortuna, il rimedio c'è: massaggiarci con olio di canapa e nardo.

E' facile durante il periodo invernale stare con i muscoli contratti per proteggersi dal freddo quando siamo all'aperto, ci accartocciamo su noi stessi. Questo modo di fare però fa soffrire ossa e articolazioni facendoci assumere una postura errata, che, a lungo, può essere causa di logoramento artrosico.

Che fare? Sarebbe opportuno ogni sera,  massaggiarci con  olio di canapa e nardo, per ridare vitalità ed elasticità a ossa e cartilagini. L'olio di canapa ha non solo un ottimo potere rilassante, ma è anche ricchissimo di vitamine (A, E, C, PP e del gruppo B), sali minerali, carboidrati, e di acidi grassi essenziali (Omega 3 e 6) ed è assorbito molto rapidamente dalla pelle grazie alla sua elevata fluidità.


Nell'insieme, questi principi attivi, assorbiti dalla pelle e  veicolati dal sangue, rigenerano in profondità il tessuto connettivo, stimolando la produzione delle proteine,  osseina e collagene, che promuovono il rinnovamento dei tessuti osteoarticolari.

Se lo si arricchisce con l’olio essenziale di nardo indiano che è antinfiammatorio, ringiovanente, tonificante e rilassante, oltre che un potente miorilassante, dotato anche di proprietà flebotoniche, utili per prevenire le varici da freddo, avremo un trattamento completo. Oltre a ridurre l’infiammazione locale, aiuta anche ad attivare la produzione del collagene necessario per la sintesi del tessuto cartilagineo.

Una volta  mescolati, scaldare leggermente l’unguento. In una base composta da 50g di olio di canapa versare 8 gocce di nardo indiano e usare la miscela per massaggiare collo, schiena, spalle, braccia e gambe.

Tutti come Braccio di Ferro: mangiamo gli spinaci!

Ricordate quando Braccio di Ferro mangiando gli spinaci diventava invincibile? I suoi pugni stordivano Bruto e Olivia era salva. Era un'ottima pubblicità, che invitava i bambini ad imitare il famoso Sailor Man. Certo Braccio di Ferro non ci diceva quale segreto fosse nascosto negli spinaci, ma questo possiamo scoprirlo noi.

Gli spinaci affondano le loro radici nel continente asiatico, in Nepal, tuttavia esistono testimonianze che asseriscono che già nel Cinquecento, a Firenze, le suore benedettine coltivassero gli spinaci nei propri orti. Probabilmente per le proprietà tonificanti e lassative della pianta, di cui si conoscevano già i benefici per vista e cuore.


Sono uno dei prodotti ortofrutticoli più diffusi sul pianeta, ne esistono numerose qualità tra cui le più conosciute sono il “Gigante d’inverno” con foglie particolarmente ampie, carnose e crespe, il “Matador”, che si coltiva in primavera, il “Merlo nero” a foglia media e arricciata, il “Re dell’estate” ed il “Virofly” a foglie grosse di colore verde cupo.

Ma è nelle foglie che risiede lo scrigno dei segreti, esse infatti sono caratterizzate da un alto contenuto di vitamine A e C e in minore quantità B, D, F, PP e K, accompagnate da una discreta quantità di minerali quali rame, potassio, zinco, calcio e fosforo. Gli spinaci occupano una posizione rilevante nella classifica degli alimenti con proprietà utili all'organismo umano. Contengono infatti la luteina, sostanza conosciuta per la capacità antiossidante, in particolare essendo un carotenoide, si concentra soprattutto a livello della macula retinica, dove svolge un'importante funzione protettiva.

L’alta concentrazione di minerali inoltre ne favorisce lo sviluppo di proprietà lassative per l’organismo umano, così come l’acido folico presente procura benefici al sistema immunitario, aiutando notevolmente l'organismo nella produzione di globuli rossi. Per trarre i massimi benefici dal suo consumo è bene mangiarli crudi, magari in insalata con olio e sale; è, infatti, dimostrato che, una volta lessati, perdono il 50% circa delle loro proprietà utili all'organismo umano.

Si consiglia quando si cucinano di conservare l'acqua di cottura che può essere utilizzata con ottimi benefici come elemento di condimento per risotti e minestre; é, infatti, utile in caso di cistiti e soprattutto per lenire le dolorose conseguenze di scottature. Sono consigliati a chi soffre di anemia poiché contengono una buona quantità di acido folico, in grado di combattere questa patologia.


giovedì 7 aprile 2016

Fare il bollo, fare il mestiere di Michelaccio

Certi modi di dire arrivano anche da vecchi e buffi stornelli e dalla fama di qualche strano personaggio del passato...come Michelaccio.

FARE IL BOLLO: ha il significato ironico di "fare un guadagno", dando quasi un sigillo di autenticità a un'azione di particolare rilievo. "Ha fatto un bel bollo chi, facendo qualcosa, ha conseguito un risultato dannoso" spiegava il dizionario del Camaiti, limitando però l'espressione al linguaggio fiorentino. In realtà si dice comunemente anche a Siena e a Livorno. E infatti proprio nella gastronomia livornese ci sono deliziosi biscottini all'anice chiamati, appunto, Bolli: da cui come dire: "ha fatto una chicca"

"Fiorin Fiorello
avete l'occhio nero e il viso giallo:
e chi vi sposerà farà un bel bollo"

canta uno stornello mugellese per prendere in giro le pragazze dal colorito giallastro, bilioso.

FARE IL MESTIERE DI MECHELACCIO: cioè "mangiare, bere e andare a spasso". Non darsi alcuna preoccupazione. Questo Michelaccio tanto citato in Toscana (al secolo Michele Panichi) era un tale di Signa, la cittadella vicina a Firenze nota per l'industria dei cappelli di paglia. Dopo essersi arricchito, appunto, con l'industria della paglia il Panichi si ritirò dai commerci e passò beatamente il resto della sua vita nell'ozio più assoluto e senza un pensiero al mondo.

La cultura Clovis scomparve improvvisamente 13 mila anni fa, perchè?

Chi erano i Clovis? Perché sono scomparsi improvvisamente 13 mila anni fa? Che cosa è accaduto? Queste sono le domande che si sono posti molti studiosi e che li hanno portati ad elaborare alcune teorie.

All'incirca 13mila anni fa la Terra fu colpita da un bombardamento di corpi celesti. Ad oggi le tracce di questo bombardamento sono ben evidenti sulla Luna, mentre, sulla Terra sono necessari particolari studi per portarli alla luce.  A dimostrazione di ciò che è accaduto infatti, una fitta rete di polvere di diamanti è stata ritrovata nei sedimenti presso alcuni siti archeologici nordamericani. Sembra che queste particelle di dimensioni nanoscopiche abbiano avuto origine da uno sciame di  comete o da piccoli asteroidi caduti sulla Terra.  Fra ipotesi sembra che questo impatto abbia portato i mammuth all'estinzione.

La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori coordinato dall'archeologo Douglas Kennet dell'Università dell'Oregon.  I microscopici frammenti di diamante si producono quando  il carbonio è sottoposto ad alte temperature e pressioni, condizioni molto frequenti durante gli impatti cosmici. Sulla Terra si formano in seguito a grandi esplosioni o a processi chimici di vaporizzazione. Sono miliardi i nanodiamanti trovati dai ricercatori  con una concentrazione fino a quasi tremila parti per milione, in diversi stati degli Usa (Arizona, Oklahoma, Michigan e South Carolina), nonché in due regioni canadesi (Manitoba e Alberta).

Lo strato in cui queste polveri sono state trovate corrisponde a un periodo glaciale ben determinato chiamato “Younger Dryas”, che ha caratterizzato la fine del Pleistocene, tra i 12.800 e i gli 11.500 anni fa. Ed propio a questo periodo che si attribuisce l’impatto di diverse comete ipotizzato in un articolo pubblicato su Proceedings of the National Acedemy of Science (Pnas) dallo stesso Kennett. L’impatto, sostiene il team, avrebbe avuto enormi conseguenze sia per gli esseri umani, con il declino della cultura preistorica “Clovis”, sia per l’ambiente, con l’estinzione dei mammuth nordamericani.

Ma secondo altre teorie, la scomparsa dell’antica cultura Clovis avvenuta circa 13 mila anni fa, contemporaneamente all’estinzione della megafauna del Nord America, sarebbe da attribuire ad un fenomeno naturale terrestre. I marcatori identificati come possibili prove di un impatto extraterrestre avvenuto nella preistoria sarebbero stati prodotti da processi naturali terrestri: questa sembra essere  la conclusione a cui è giunta una ricerca condotta da geologi dello US Geological Survey e della Pontificia Universidad Católica de Chile. Nella nuova ricerca, Jeffrey S. Pigati e colleghi hanno studiato la presenza di marcatori da impatto in strati sedimentari che coprono un arco di tempo compreso fra 6000 e 40.000 anni fa, depositatisi in aree paludose degli Stati Uniti sud-occidentali e nel deserto di Atacama del Cile settentrionale.

Dall'analisi dei campioni studiati  i ricercatori hanno scoperto concentrazioni degli indicatori di impatto più elevate del normale in 10 dei 13 siti presi in esame, fra i quali diversi campioni che non risalgono all’epoca del brusco raffreddamento.Perciò l'aver rilevato la presenza di marcatori in sedimenti di epoche e località diverse, secondo i ricercatori, indica che non sono stati prodotti da un singolo evento catastrofico, ma da una serie di processi di tipo geochimico di origine terrestre.

Gli elevati livelli dei presunti marcatori da impatto rilevati dalla precedente ricerca sarebbero dovuti invece a fenomeni naturali di deposizione e concentrazione di polveri comuni ai sistemi geochimici delle zone umide. Comunque, l’ipotesi dell’impatto appare molto suggestiva perché permette di spiegare almeno tre fenomeni: la causa del raffreddamento, l’estinzione dei grandi erbivori e dei loro predatori nel Nord America e la scomparsa della antica cultura indoamericana di Clovis, le cui cause non sono state ancora chiarite a fondo. Continuiamo a chiederci cosa sia veramente successo 13 mila anni fa.

Tutti gli usi della Lavanda

Il profumo della lavanda è a tutti noto, in qualunque casa, nei cassetti, negli armadi, è difficile non trovare un aromatico sacchettino di lavanda che dona quell'inconfondibile profumo. Ma se è universalmente assodato che la lavanda è un ottimo profuma biancheria, non tutti conoscono gli infiniti usi di questa magica pianticella.

La lavanda, una delle piante più conosciute, era utilizzata nell’antichità per il suo profumo e per le sue proprietà terapeutiche, ed oggi  è una delle piante medicinali più apprezzate in fitoterapia, soprattutto per i problemi digestivi, articolari e di nervosismo.


Utilizzo interno: per il suo leggero effetto narcotico (cumarina) si usa per l'insonnia, l'isteria, i disturbi nervosi. Ha anche un effetto antispasmodico, grazie agli esteri contenuti nella pianta. Va benissimo per una digestione difficile legata allo stress o al nervosismo, e per le ulcere. E' una pianta multitasking e quindi si usa anche per il raffreddore e l'asma. Allevia le vertigini. Inoltre calma i sintomi iniziali dell'angina pectoris. Trattamento delle emicranie e delle cefalee.

Utilizzo esterno: per alcune affezioni della pelle come eczema, acne, ustioni lievi, psoriasi, punture di insetti. Favorisce la cicatrizzazione e la guarigione delle piaghe e delle ulcere. Dolori articolari: distorsioni, slogature, contusioni e reumatismi. Azione antivipera, in caso di morso, antiparassitaria (pidocchi) e vermifuga.

La lavanda è un ottimo battericida e un antisettico e favorisce la guarigione delle piaghe e delle ulcere della pelle; è anche un antiparassitario ed elimina i pidocchi. Neutralizza il veleno in caso di morso di vipera ed è coadiuvante nel trattamento delle distonie neurovegetative. Il suo olio essenziale è utilizzato in massoterapia.  Se ne utilizzano le sommità fiorite. Fra i principi attivi troviamo gli acidi fenolici; alcoli terpenici: linalolo, geraniolo; alcol perillico; cumarina; ombelliferone; tannini; esteri; ossidi; chetoni; aldeidi.

Dosaggio:
- In polvere secca micronizzata (gellule): 1-2 g al giorno in tre assunzioni.
- Estratto secco (gellule): 200-400 mg al giorno in tre assunzioni.
-In infusione: 2 cucchiaini da te in 150 ml d'acqua calda. Bere fino a 3 tazze al giorno tra i pasti per contrastare o prevenire i problemi digestivi e per alleviare l'emicrania, le vertigini o i sintomi iniziali dell'angina pectoris.
- Alcolato: per le frizioni locali in caso di dolori articolari (mattina e sera).
- Per risanare il cuoio capelluto: frizionare leggermente con la punta delle dita tre volte alla settimana.
- Olio per massaggio: 2-4 gocce per 60 ml di base neutra (ad esempio olio di mandorla dolce) per alleviare i dolori legati alle distorsioni, alle slogature e ai crampi muscolari.
- In inalazione, per contrastare l'insonnia e il nervosismo: 2-4 gocce versate in un diffusore o 1-2 gocce su un tampone di ovatta messo in un cuscino.

Benchè l'olio essenziale di lavanda possa essere applicato direttamente sulla pelle, in presenza di pelle sensibile se ne sconsiglia l'uso. E' sconsigliata alle persone che assumono prodotti naturali o farmaci ad effetto anticoagulante e alle donne incinte nei primi tre mesi di gravidanza. Non si segnalano effetti indesiderati noti legati alla lavanda, anche se pare che alcune persone presentino una reazione eccessiva al suo effetto narcotico, benché quest'ultimo sia lieve.  ATTENZIONE: la lavanda è incompatibile con i sali di ferro e lo iodio.  Si sconsiglia di assumere la lavanda, in infusione o in altra forma, insieme ai farmaci anticoagulanti (a causa della cumarina in essa contenuta).

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