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lunedì 16 maggio 2016

Tisana alla Salvia e Rosmarino

Tisana alla Salvia e Rosmarino, un ottimo rimedio per la cura delle vie respiratorie, per il fegato, per la memoria, ma non solo. 


Teniamo troppo spesso in poca considerazione ciò che alcune piante aromatiche, normalmente usate in cucina, possono fare per farci stare meglio oltre che insaporire i nostri piatti. Sto parlando di salvia e rosmarino che insieme, possono dare origine ad una tisana veramente benefica, e tra l'altro molto facile da preparare.  


A cosa serve questa tisana? Il rosmarino agisce sulle vie respiratorie, grazie alla presenza dell'olio essenziale, aiuta il fegato a ripulirsi dalle tossine, dà una mano alla memoria e contribuisce a tenere sotto controllo il dibate. La salvia, migliora l’attività digestiva e cura il mal di stomaco. Il loro utilizzo combinato viene inoltre indicato come tonico ed energizzante.

Occorrente: un rametto di rosmarino o in alternativa un cucchiaio di aghi o foglie; 2 o 3 foglioline di salvia; Una tazza d’acqua.

Versare la tazza d’acqua in un pentolino e inserire al suo interno le foglie di rosmarino e salvia. Mettere sul fuoco fino a ebollizione, poi lasciare riposare circa 5 minuti il tutto a fuoco spento. Filtrare la tisana e lasciare raffreddare fino a che abbia raggiunto una temperatura tale da renderla bevibile. Si può dolcificare con del miele o con zucchero di canna. Potete anche portare prima l'acqua a ebollizione e inserire solo a quel punto le foglie di rosmarino e salvia. Tenere in infusione per 10 minuti e procedere al filtraggio e parziale raffreddamento.

Mal di Testa e respirazione

Mal di testa e respirazione sono strettamente connessi. saper usare bene la respirazione significa poter alleviare il mal di testa senza dover prendere farmaci di sintesi, basta soltanto applicarsi un po'. Vediamo come fare. 


Saper usare correttamente la respirazione può evitare fastidiosi disturbi e aiutarci a non far uso di medicinali. Se soffrite di mal di testa provate questo esercizio, vi basteranno solamente 5 minuti per farlo passare. Come si sa il naso è costituito da due narici, una destra e l'altra sinistra che usiamo costantemente per inspirare ed espirare. Ma le narici hanno funzioni diverse e questo potete sperimentarlo. La narice destra rappresenta il sole, mentre la sinistra la luna.



Se avete mal di testa, provate a chiudere la narice destra e usare la narice sinistra per respirare: fatelo per cinque minuti, e il vostro mal di testa passerà. Al contrario se vi sentite stanchi, chiudete la narice sinistra e respirate dalla narice destra, respirando per un certo periodo sentirete la mente rinfrescata. La narice sinistra appartiene al “freddo”.

Non a caso per molte donne è bene respirare con la narice sinistra, perchè questo le rinfresca in maniera relativamente veloce. Fate caso,
al momento del risveglio, con quale narice respirate meglio. Destra o sinistra? Se respirate meglio dalla parte sinistra, vi sentirete stanchi.

In questo caso, chiudete la narice sinistra, e usate la narice destra per respirare. In poco tempo vi sentirete rinvigoriti. Ricordate dunque, se soffrite spesso di mal di testa, di chiudere la narice destra e respirare con la sinistra, è un'ottima terapia e ne trarrete giovamento. Non siate scettici, potete provare, è una terapia totalmnte naturale senza medicine o effetti collaterali. Provate a fare questo esercizio per un mese e vi sentirete molto molto meglio.


L'olio di andiroba, naturale antinfiammatorio

L'olio di andiroba,naturale antinfiammatorio, viene ricavato dal frutto dell'albero di Carapa Guianensis, ed è un olio con proprietà battericide e antinfiammatorie.


L'olio di andiroba, ricavato dal frutto dell'albero di Carapa Guianensis, è un olio dalle molte proprietà. Originario dell'Amazzonia, viene utilizzato dalle popolazioni della zona proprio per le sue molteplici peculiarità curative. Come accennato, l'olio si ricava dai suoi frutti ed è famoso per le eccezionali proprietà antinfiammatorie.

Oltre a ciò, quest'olio è un potente battericida, cicatrizzante, antiparassitario, lenisce il dolore causato da artrite e artrosi e, pare sia anche un buon antitumorale. Il processo che porta all'estrazione dell'olio è piuttosto lungo. I semi da cui si ricava l'olio infatti, devono essere prima tolti dalla capsula che li contiene, poi bolliti e fatti macerare per circa quindi ci giorni prima di essere pressati per estrarre questo prezioso olio.

Come per l'olio di cocco, anche l'olio di andiroba tende a solidificarsi a temperature inferiori a 26 gradi centigradi, quindi, va eventualmente scaldato per poterlo usare per i massaggi. Ma quali sono i principi attivi contenuti in questo olio? L'olio di andiroba contiene acidi grassi, come omega 3 e omega 6, acido miristico, stearico e palmitico.

Applicato localmente, l'olio di andiroba agisce dove è presente un'infiammazione, e questo lo rende molto utile in caso di dolori muscolari, lividi, reumatismi, edemi, patologie infiammatorie della cute, piaghe, dermatosi. Si rivela ottimo per la salute dei capelli, sembra infatti che sia efficace contro la caduta e la calvizie precoce. Vi farà piacere sapere che la sua potente azione antinfiammatoria è efficace anche nel contrastare la cellulite.

Sarà molto utile averlo in casa in estate perché questo olio è un potente repellente per gli insetti, magari miscelato con qualche goccia di olio essenziale di citronella. In Sud America, con le foglie e la corteccia viene preparato un infuso con effetto repellente per gli insetti e che è utile anche in caso di parrasitosi.

Infine se usato quotidianamente e ben massaggiato sulla pelle, la rende estremamente idrata, elastica e contribuisce a contrastare l'insorgenza delle antiestetiche macchie scure. Dove trovarlo? Solitamente le erboristerie ben fornite o in negozi specializzati, ma è possibile trovarlo anche on line.


domenica 15 maggio 2016

Mettere a lettiera, mettere la cesta in capo, mettere l'asino a cavallo, mettici un toppino

Mettere a lettiera, mettere la cesta in capo, mettere l'asino a cavallo, mettici un toppino. Li avrete di sicuro sentiti, almeno una volta, altrimenti significa che non siete stati in Toscana.


METTERE A LETTIERA: lo stesso che sistemare per le feste, ridurre a mal partito

METTERE LA CESTA IN CAPO: modo di dire senese: incoraggiare un incontro fra due giovani che si amano, ma sono troppo timidi per farsi avanti. L'origine è campagnola; le contadine, per fare acoppiare le coniglie un po' retinenti, le mettono col maschio sotto una cesta capovolta, in modo che prima o poi, per amore o per forza, la prigionia, la vicinanza e la mancanza di distrazioni producono l'effetto sperato


METTERE L'ASINO A CAVALLO: modo di dire figurato molto efficace quando si vuole accoppiare il bello e il brutto e mettere una cosa di poco valore sopra una pregiata. le applicazioni, sempre sarcastiche, sono numerosissime; per esempio nel Giusti, che l'usa più volte: "Che volete che facessi, io, alla testa d'un battaglione? Era proprio un metter l'asino a cavallo"

METTICI UN TOPPINO: lo dicono a Livorno per commenare ironicamente una cosa inverosimile o per chiudere una discussione. "A me mi ci metti un toppino"



Esaurimento ed Anemia: facciamo scorta di Fave

Esaurimento ed anemia: facciamo scorta di fave. Le fave in questa primavera dal clima alquanto ballerino possono essere un valido aiuto in caso di esaurimento ed anemia per l'alto contenuto di sostanze nutrienti e benefiche. Mettiamole in tavola con allegria.


Aprile e Maggio sono i mesi delle fave o baccelli, uno dei legumi più antichi.Soprattutto quelle fresche, sono un alimento fortemente ricostituente e dunque particolarmente indicato a sostenere l’organismo al cambio di stagione. Contengono vitamine del gruppo B (come la riboflavina, l’acido folico e la tiamina) e di vitamina Epotassio, zinco, magnesio, fosforo, rame e ferro. Quest'ultimo infatti è un ottimo rimedio contro l’anemia e la stanchezza di primavera, si assorbe più facilmente dai tessuti se assunto contemporaneamente con la vitamina C. Alle fave, per aiutare ancor più l'assorbimento del ferro si possono abbinare alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, peperoncino, verdure a foglia verde (soprattutto la rucola), pomodori, piselli e prezzemolo.


Inoltre le fave hanno un alto contenuto di proteine contenute in abbondanza nelle fave, che però mancano di un particolare aminoacido e per essere meglio assimilate sarebbe preferibile associarle a dei carboidrati, come pasta, riso o pane, sempre integrali. E poi contengono vitamina E,  nutrimento della pelle. Dalle mie parti si mangiano con gran gusto insieme a formaggio fresco, una fetta di pane integrale, o del prosciutto.

Sono buone anche cotte al vapore o appena sbollentate, con un filo di olio extravergine e una manciatina di prezzemolo fresco, oppure stufate in padella con una piccola cipolla di Tropea affettata e una manciata di lattuga tagliata a listarelle. Fuori stagione troviamo quelle secche, non più verdi ma beige, più grosse, che come tutti i legumi secchi devono essere ammollate nell'acqua: se sono decorticate bastano 2-3 ore, altrimenti almeno una giornata. Dopo l’ammollo vanno sbucciate e per farlo velocemente è meglio sbollentarle per mezz’ora. Le fave secche sono il legume più ricco di proteine: un etto ne contiene ben 27,2 grammi.

Mettetele  nelle zuppe e nei minestroni, nella preparazione dei puré (perché si sfaldano facilmente) e possono essere arrostite in forno. Attenzione, aggiungere il sale solo a fine cottura: in questo modo non si rischia di indurire le fave, rendendole indigeste.






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