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lunedì 7 dicembre 2015

Sambuco, per acido urico, flusso del latte, depurativo, di un vino per l'artrite e di uno diuretico

Sambucus deriva dal greco sambyke, nome di una specie di flauto fabbricato con i rami cavi dell' arbusto: nigra per il colore dei frutti. È pianta comune di tutto il Mediterraneo, già nota nell' antichità per usi medicinali, tra i quali la preparazione dell'akté, descritto dal filosofo e naturalista greco Teofrasto. Secondo la leggenda, parte della croce di Cristo fu fatta col suo legno e ad un sambuco andò a impiccarsi Giuda. I Romani usarono le sue bacche come alimento e Apicio ne trasmise la ricetta. E solo più tardi che i suoi fiori diventano condimento e si fanno aromatizzanii dell'aceto e del vino ·moscatello. Col trascorrere dei secoli, il suo impiego cade però in disuso e resta limitato all' ambito contadino, tanto che oggi è difficile trovarlo nel tradizionale pan de mej, pane milanese che veniva confezionato il giorno di S. Giorgio, protettore dei lattai, perché andava mangiato dopo essere stato intinto in una scodella di panna.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Caprifogliacee. Raggiunge altezze di tre o quattro metri e si incontra frequentemente nei boschi e nelle siepi di tutta Italia. La corteccia dell' albero è di colore grigiastro; le foglie opposte, a forma di penne composte da 5 o 7 foglioline ovali, appuntite e con i margini seghettati, sono di un bel verde intenso. I fiori, che sbocciano da aprile a maggio raccolti in larghi grappoli terminali, sono piccoli, bianchi, con gambo rossastro e hanno un caratteristico poco gradevole odore: essiccati i fiori, l'odore sgradevole si trasforma in lieve e piacevole aroma. In estate-autunno maturano i frutti, carnosi, di color nero violaceo o bianco verdastro. Si usano foglie, fiori, frutti e seconda corteccia. Foglie e fiori devono essere raccolti quando la fioritura non ha ancora raggiunto il suo culmine. I frutti e . la seconda corteccia si raccolgono in primavera. Per la conservazione si consiglia di suddividere i vari elementi in scatole di latta o barattoli di vetro ben distinti. Non racchiudere mai foglie o fiori o corteccia se non si è ben sicuri che l'essiccazione è perfetta, e riporre i recipienti in luogo asciutto. Tra i principi attivi che contiene il sambuco, i più importanti sono: olio essenziale, resina, acidi volatili, acido malico, acido tartarico e tannico. E efficace sudorifero, lassativo, diuretico e rinfrescante.

Utilizzo 

In cucina, il sambuco viene utilizzato per minestre, frittate, pasticcini, marmellate, gelatine e per aromatizzare aceto, vino e liquori. Molteplici gli usi nella medicina popolare.
Decotto contro l'acido urico: far bollire per due minuti in due litri d'acqua 150 g di seconda corteccia di sambuco. Filtrare il liquido e berne due bicchierini il giorno.
Il sambuco si è rivelato ottimo per aumentare il flusso latteo delle nutrici: in 2 dl d'acqua calda, mettere in infusione per un quarto d'ora 5 g di fiori di sambuco essiccati. Filtrare e bere subito fino a 3 tazze al giorno.
Vino medicinale per l'artrite: mettere a macerare per tre giorni in un litro di vino bianco 150 g di seconda corteccia di sambuco. Filtrare e berne 4 bicchierini al giorno.
Contro i foruncoli, applicare sulla parte malata ogni 2 ore un cataplasma di foglie fresche di sambuco, lavate e contuse.
Decotto depurativo: tritare 7 g di foglie fresche di sambuco e farle bollire per 10 minuti in mezzo litro d'acqua. Ogni mattina a digiuno bere mezza tazza di decotto addolcito con miele.
Vino diuretico: versare, in un litro di vino bianco di buona qualità, 200 g di seconda corteccia di sambuco e lasciare macerare per 48 ore. Filtrare e consumare dal secondo giorno. La dose giornaliera è di 1 d.
In caso di emorragia dal naso, ridurre in polvere alcune foglie secche di sambuco e aspirarle.
Infuso sudorifero: in una tazza d'acqua calda versare due cucchiaini di fiori di sambuco, filtrare spremendo e bere il liquido ben caldo e zuccherato.

sabato 27 giugno 2015

Il Tarassaco, di un amaro che se ne ricava e la ricetta dei boccioli all'aceto

Taraxacum è un insieme di parole greche con il significato di "rimedio dopo ogni male"; officinale perché usato nelle antiche farmacie. Forse meglio conosciuto come dente di leone, il tarassaco è oggetto di raccolta alimentare sin dai tempi remoti. Di esso si consumava tutto: radici, foglie, gemme. Non per niente è considerato la più completa delle cicorie selvatiche, uno degli ortaggi migliori sotto tutti i punti di vista.



Caratteristiche e proprietà 

È pianta 'erbacea perenne della famiglia delle Asteracee (ex Composite). Le foglie sono disposte a rosetta alla base. La loro forma è allungata, appuntita, a volte ondulata o dentata. La nervatura centrale è rilevata. I fiori sono gialli, riuniti a corolla. I frutti, riuniti a palla, hanno appendice PlUmata. Fiorisce in primavera con rifioritura autunnale. Le foglie e le radici, tagliate nel senso della lunghezza, si fanno essiccare all'aria ma all'ombra. Foglie e fiori sono ricchi di vitamine, calcio, ferro e proteine. In confronto alle normali cicorie il tarassaco è ben più ricco anche di proteine. La radice, unica parte utilizzata in medicina, è ricca di principi attivi. Il tarassaco è antinfettivo, ricostituente generale, antianemico, mineralizzante, depurativo del sangue, stimolante biliare, diuretico, e tonifica il fegato.

 Utilizzo 

Le foglie tenere crude si usano in tutte le insalate miste, quelle più vecchie in preparazioni cotte; i fiori nelle insalate e per bevande fermentate; i boccioli sotto sale o sotto aceto come succedanei dei capperi. Boccioli di tarassaco all' aceto: raccogliere boccioli molto piccoli di tarassaco e lasciarli appassire per un paio d'ore, cosparsi di sale, tra due teli. Bollire l'aceto con due spicchi d'aglio e alcune foglie d'alloro. Chiudere in un vaso e attendere almeno una settimana prima dell'utilizzo. Non dimenticare di sciacquare i boccioli prima dell'uso.
Amaro al tarassaco: in un vaso molto capace, macerare per tre giorni in 250 g d'alcol puro a 90° 50 g di scorza d'arancia amara. Fare bollire, in 7,5 dl d'acqua, 100 g di radice e 100 g di foglie e fiori seccati di tarassaco. Aggiungere 100 g di zucchero e 10 stigmi di zafferano, coprire e lasciar raffreddare completamente prima di versare tutto nel vaso dell'alcol e delle scorze d'arancia. Mescolare, tappare, riporre in luogo scuro scuotendo molto spesso durante i 20 giorni di macerazione. Dopo questo tempo colare spremendo bene le erbe, filtrare, riporre in bottiglia scura aspettando almeno sei mesi prima dell'uso. È un ottimo digestivo.
Nella medicina popolare, anche consumate fresche e crude le foglie di tarassaco esplicano la loro qualità di depurative del sangue. È quindi consigliabile mangiame parecchie in primavera.
Decotto depurativo: far bollire in un litro d'acqua 100 g di radice di tarassaco e prenderne tre tazzine al giorno.
Infuso depurativo: in un litro d'acqua bollente, mettere a macerare 25gr di foglie di tarassaco e filtrare l'infuso quando è freddo. Berne un bicchierino a digiuno ogni mattina.
Decotto contro i calcoli al fegato: far bollire in un litro d'acqua per 5 minuti 80 g di radice di tarassaco e bere ogni giorno due o tre tazze di decotto. Succo di tarassaco contro i calcoli renali: raccogliere foglie e radici fresche di tarassaco, ripulirle bene, poi strizzarle con un tovagliolo pulito. Addolcire il succo con poco zucchero e prenderlo a cucchiaini nella dose giornaliera di 20 o 30 g.


venerdì 19 giugno 2015

L'ortica, come usarla in cucina e per curarsi

Urtica deriva dal latino urere che significa "bruciare"; dioica perché sovente porta i fiori maschili su una pianta e quelli femminili su un' altra. I Greci, secondo quanto afferma Aristofane, ne erano ghiotti e la ritenevano migliore se colta prima dell' arrivo delle rondini. 

Petronio e i suoi contemporanei consigliavano di fustigare su reni e natiche chi difettava di salute e di virilità e, per quanto possa sembrare incivile, queste pratiche usavano ancora il secolo scorso. Alcune tribù del Caucaso disinfettavano col succo di ortica gli arnesi per praticare interventi chirurgici. Un altro uso era quello di tessere le sue fibre resistenti per ottenere leggere e preziose tele soppiantate poi dall' uso della seta, e in quest' arte erano maestri gli artigiani di Lipsia. Oggigiorno l'ortica gode ancora dei favori di chi si rivolge alle erbe con fiducia, sia dal punto di vista curativo che alimentare.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Urticacee. Ha radice molto ramificata; il fusto è rigido, coperto di peli, quelli più lunghi sono urticanti. Può raggiungere un' altezza di 2 m. Le foglie sono grandi, ovali con i margini seghettati. I fiori sono in spighe. Il frutto è piccolo, ovale, con ciuffo di peli all'apice. Si trova quasi ovunque, preferibilmente su terreno ricco di azoto; arriva sino a 2000 m in tutta Italia. Spesso considerata un infestante di orti e giardini, è stata rivalutata da chi pratica l'agricoltura biologica che approfitta di quest' erba per far crescere bene i propri ortaggi. Infatti l'ortica rende più profumate le erbe aromatiche dell'orto e fertilizza il terreno producendo sostanze stimolanti, soprattutto per i pomodori. Si usano le foglie e gli steli, da raccogliere in primavera e da far seccare all'ombra, ma all'aria aperta. I suoi componenti sono carotene, clorofilla, aminoacidi, proteine vegetali, vitamine A, B2, Bs e K, sali di fosforo, magnesio e potassio, acidi organici diversi e silicio. Possiede proprietà diuretiche, depurative, antireumatiche, antiemorragiche, favorisce l'eliminazione del colesterolo e dell'acido urico.

Utilizzo 

Subito un'annotazione: l'aggressività dei peli si spegne subito nell'acqua del lavaggio. Una volta cotte, le foglie diventano addirittura morbidissime. In cucina le foglie vengono usate cotte per frittate, tortelli, dolci; crude, aggiunte a fine cottura, in minestre e risotto; per bevande fermentate. Grappa all' ortica: far macerare per tre mesi in un litro di buona grappa 20 foglie di ortica ben verdi e non troppo vecchie, 40 g di zucchero e una scorzetta di limone. Si otterrà un'ottima grappa color smeraldo.
Molteplici gli usi nella medicina popolare.
Succo di ortica: occorre raccogliere 3 kg di foglie d'ortica fresche e tenere e mondarle. Fatto ciò si buttano in una pentola senz'acqua sotto la quale sia acceso il fuoco. Dopo un minuto, allontanare il recipiente dalla fiamma, rimescolare un poco le foglie e lasciarle raffreddare completamente. Versarle allora in un tovagliolo sottile e spremere per far uscire dalle foglie tutto il succo possibile. Il succo di ortica, mescolato allo shampoo, serve per eliminare la forfora; mescolato a tanto miele quanto è il suo peso serve, bevuto a bicchierini, come antinfiammatorio; inzuppato in un batuffolo di cotone e introdotto nelle narici ferma l'emorragia dal naso.
Infuso per l'artrite: versare tre cucchiaini di foglie d'ortica in una tazza d'acqua bollente. Filtrare dopo cinque minuti e bere l'infuso addolcito da un poco di miele. Berne tre tazze al giorno.
Decotto contro la caduta dei capelli: far bollire per cinque minuti 200 g di radici d'ortica in mezzo litro di aceto di vino. Quando è completamente raffreddato usare per frizioni sul cuoio capelluto la sera prima di coricarsi. Al mattino occorre lavare i capelli con un buon shampoo.
Decotto depurativo: far cuocere 50 g di foglie e steli d'ortica in un litro e mezzo d'acqua. Lasciar bollire fino a quando il liquido è ridotto a un litro, filtrarlo e conservarlo in una bottiglia, e berne due o tre bicchierini al giorno.



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