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domenica 6 marzo 2016

Attenzione alle Patate che si colorano di Verde

Le patate fanno parte di una grande famiglia a cui appartengono anche il pomodoro e la melanzana. Vi sarà capitato di vedere il colore delle patate cambiare e diventare verde, questo dipende dalla presenza della clorofilla al loro interno. E' l'esposizione alla luce che innesca questo processo. Di per sè la clorofilla non è tossica, nè velenosa, ma il fatto che si accumuli all'interno della patata ci fa capire che che è presente anche un'altra sostanza:  la solanina. E questo processo, e di conseguenza la presenza di solanina rende le patate tossiche.


Spieghiamoci meglio: di solito nelle patate che compriamo al supermercato si trovano sostanze quali  la α-solanina e la α-caconina, più comunemente conosciute come solanine. Se lasciate esposte alla luce, nelle patate aumenta la concentrazione di queste sostanze. Se le quantità di queste sostanze rimangono lievi esse non fanno altro che dare alla patata il suo caratteristico sapore. Ma se la presenza di queste sostanze aumenta allora la patata diventa amara, e in quantità elevate possono causare problemi di salute ai consumatori.

E' consigliabile dunque evitare di consumare le patate verdi per evitare qualunque tipo di problema.  Sappiate che una esposizione prolungata alla luce, oltre 7 giorni,  fa aumentare il livello di tali sostanze contenute nella buccia e nella zona immediatamente sotto superando i livelli di sicurezza raccomandati dall’ Oms/Fao. La polpa per fortuna, non subisce variazioni di rilievo. Facciamo dunque attenzione e controlliamo le nostre patate per non trovarle di un bel colore verde ramarro ed essere costretti ad usarle per altri scopi rispetto a quello alimentare.

sabato 11 luglio 2015

Gli oli essenziali, precauzioni d'uso

Non assumere essenza per via interna di propria iniziativa senza il controllo del medico. Evitare il contatto con gli occhi e con le mucose: in tal caso sciacquare immediatamente e abbondantemente con acqua. Non applicare direttamente sulla pelle gli oli essenziali non diluiti perchè potrebbero irritare la pelle. Non esporsi al sole dopo l'applicazione di essenze, perchè potrebbero scatenare, in presenza dei raggi ultravioletti, delle reazioni cutanee di tipo fotoallergico. 

Questa precauzione vale in particolare per le essenze derivate dagli agrumi (bergamotto, arancio, mandarino, limone), verbena e cumino.
Per persone soggette ad allergie, è consigliabile testare l'olio applicando una goccia di essenza diluita, a livello della superficie interna dell'avambraccio e attendere 24 ore. Se compaiono nella sede dell'applicazione manifestazioni quali prurito, arrossamento, irritazione, non procedere all'uso. Particolare attenzione va usata con i bambini, diluendo sempre le essenze, e utilizzando quelle più delicate quali: camomilla, lavanda, arancio, mandarino, rosa, benzoino, niaouli, mirto. Per bambini di età superiore ai 3 anni usare metà della dose raccomandata per gli adulti; per i bambini di età inferiore ai 3 anni usare un quarto della dose per adulti; per i bambini di età inferiore  all'anno e mezzo, per bagnetti usare una sola goccia di essenza. Si sconsigliano in età pediatrica i seguenti oli: timo, eucalipto, salvia, anice e tutti gli oli indicati come tossici o lievemente tossici. Tenere le essenze fuori della portata dei bambini. In gravidanza evitare le seguenti essenze: finocchio, issopo, salvia, timo, rosmarino. In caso di ipertensione evitare: issopo, salvia, timo, rosmarino.

Ci sono alcune essenze (anice, issopo) che possono presentare un rischio di tossicità se utilizzate in quantità elevate. Per quantità elevate si intendono 10-20 millilitri di essenza (si tenga presente che un millilitro corrisponde a 20 gocce).
Alcune essenze, a dosaggio elevato, si considerano lievemente tossiche su soggetti sensibili: canfora, ginepro, incenso, timo, eucalipto, rosmarino. Altre, pur non presentando rischio tossicità, possono essere irritanti anche se applicate sulla cute: basilico, limone, melissa, menta, timo, finocchio.


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