Simply

Visualizzazione post con etichetta viaggio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta viaggio. Mostra tutti i post

mercoledì 24 febbraio 2016

Oggi nella mia rubrica: Psicopittografia, Come appassionarsi al proprio viaggio

Non dobbiamo preoccuparci per i nostri progressi. L'ansietà deve essere assente dai nostri piani. Come eliminare le preoccupazioni dalla nostra mente? Eliminando l'idea che siamo responsabili del corso degli avvenimenti.

Un giovane se ne andò in Giappone. Pensando di poter tornare lavorando su una nave mercantile, si indirizzò al capitano. La sua richiesta fu accolta. Il giorno della partenza chiese al capitano: "Che debbo fare?" - "Solo prendere piacere al viaggio" rispose il capitano.
"Prendere piacere al viaggio?" replicò il giovane sorpreso. "Sì. E' tutto ciò che devi fare. Il tuo viaggio è già stato pagato". E gli comunicò che un amico aveva voluto risolvere il problema e gli aveva pagato il viaggio.  [Immagine mentale 34]

Allo stesso modo non c'è per noi altro da fare che prendere piacere al viaggio. Finchè siamo a bordo della nave, viaggiamo con i buoni principi e possiamo rilassarci completamente. Il battello naviga insieme a noi nella buona direzione.

 Certamente il viaggio può presentare qualche inconveniente, ma non vi è alcun pericolo. La verità è salvaguardata. Bisogna sgombrare dalla nostra mente l'idea  che noi siamo responsabili dei risultati. Appassioniamoci al viaggio intrapreso. Presto o tardi riconosceremo che è una grande idea. 
E' un dovere morale quello di esser felici.

martedì 9 settembre 2014

I VACANZIERI SELVAGGI

Quando organizzo un viaggio di qualche giorno per andare in vacanza (tempi lontani ormai), preparo in anticipo il mio bagaglio per evitare di dimenticare a casa qualcosa che mi potrebbe servire. Per far sì che nella mia valigia non manchi nulla, faccio in anticipo una lista di ciò che devo portare, partendo dalla biancheria, fino ad arrivare ai piccoli medicinali.

Cerco anche di considerare il tempo di permanenza in modo da poter scegliere con criterio anche la mia valigia, o quella più piccola o quella più grande. In questo modo calcolo anche lo spazio che essa occupa e il suo peso se devo spostarmi in treno o aereo.


Mi pare però che la gran parte della gente questi semplici pensieri non li faccia affatto, e l'ho potuto constatare in anni di osservazioni varie. Dato che vivo in un posto di mare, di gente che arriva e che va ne vedo e ne ho vista tanta, ma potrei dire che tutti hanno un punto in comune: una totale mancanza di organizzazione ed educazione. Nel mio palazzo molti sono gli appartamenti che vengono affittati nei mesi estivi e ciò che vedo è a dir poco sconvolgente.

E qui scatta un appello. Se avete i budget per andare in vacanza, perchè prima non vi comprate una valigia? Arrivate carichi di almeno venti borsine di plastica da supermercato dove avete raffazzonato la vostra roba, che spargete nell'androne del palazzo costringendo chi vi entra a fare un percorso ad ostacoli per passare o peggio fate inciampare le persone.  Nel frattempo pensate che, dato che voi siete in ferie, potete dire addio anche ad un civile comportamento, lasciando il portone aperto e prendendovi anche la briga di sgangherarlo, tanto non è vostro. Lo stesso vale per gli ascensori, vi ci pigiate in cinque o sei mandandoli fuori piano, ma a voi che importa?

Lasciate passeggini, canotti, ciambelle, borse con giochi sparse ovunque insieme a tonnellate di sabbia, e non contenti sporcate i pavimenti dei pianerottoli perchè voi il sacchetto della spazzatura non solo non lo chiudete, ma chissà come, lo bucate, facendo sì che i contenuti liquidi si spargano ai piani, negli ascensori, per le scale. Tenete le porte delle case aperte perchè dovete far uscire fuori i fumi di cucina, ma ricordate, ci sono le finestre e i finestroni.

Siccome voi siete in ferie e la mattina ronfate di brutto, è normale zoccolare sulla testa delle persone alle due di notte, spostando sedie e mobili come se doveste fare un trasloco intercalando con urla di ogni genere e tipo, magari sotto i vostri piedi qualcuno cerca di dormire perchè al mattino deve andare a lavorare...Per non parlare dei cori che fate fuori e sotto il palazzo, nei quali si ravvisano parolacce e bestemmie, cocci di vetri rotti e canzoncine di dubbio gusto.

Vorrei anche capire perchè non avete con voi nemmeno un pacchettino di cerotti, bivaccate in farmacia, siete intere tribù  spesso scalzi, senza nemmeno le ciabattine ai piedi, in bikini o boxer, sudaticci e spesso puzzolenti (magari lavatevi). Vi lamentate di funghi e verruche, ma a casa ve l'hanno insegnato a mettervi le scarpe, gli zoccoli, o altri tipi di calzature invece di camminare a piedi nudi su asfalto e pistrellati pieni di sudiciume? Avete mai pensato di portarvi da casa una buona protezione solare e qualche stick o pomata per le punture di insetti? Ah, capisco non potete pensare anche a questo, allora ditemi, a che pensate?

Ecco lo so io a cosa pensate: a lasciare le macchine in doppia e tripla fila, a insudiciare e spaccare gli interni delle case che avete affittato perchè cavolo, dite così, avete pagato un botto. Confusione è la vostra parola d'ordine, e quando non fate casino vi ingozzate mangiando per la strada, mentre camminate, con le bottiglie di birra in mano, sputazzando qua e là. Vi sedete su marciapiedi e scalini, vi  troviamo sdraiati in pineta, dove fra l'altro lasciate ogni tipo di ricordino, e a Ferragosto vi munite di secchi, secchielli e palloncini che con cura riempite d'acqua e poi tirate a tutti quelli che passano in spiaggia e non, altrimenti come si fa a divertirsi?

Trovo che vi si addica molto una esclamazione dell'imperatore Caligola: "Utinam populus Romanus unam cervicem haberet", cioè "Come vorrei che il popolo romano avesse una sola testa (per decapitarlo in un colpo solo)".

giovedì 23 gennaio 2014

IO E CHICCA


Il leggero sonno del mattino brumoso, viene interrotto da un proiettile che salta sul letto e da piccoli passettini sulla morbida superficie del piumone. Ho gli occhi ancora chiusi e indugio  nell'astrale mondo del sonno, ma sono consapevole che il mio viaggio nell'ignoto sta volgendo al termine, qualcuno sta insistentemente leccando il mio naso e mordicchia il mento, è ora di alzarsi. Apro un occhio, sono naso a naso con un musetto nero e peloso,  due suadenti occhi color della corteccia degli alberi e degli strani sommessi vocalizzi, le cui onde sonore si spandono nella penombra della stanza. Pigramente metto da parte il piumone, metto fuori una gamba,  poi l'altra e da seduta mi guardo intorno, ma il musetto peloso non vuole più aspettare: è tempo di scendere le scale e affacciarsi in cucina. Il proiettile peloso mi precede con un'energia a me sconosciuta e mi attende sulla porta, mi fa entrare e prima che io possa vocalizzare un afono buongiorno, sale sul suo trono e mi chiama con la zampa: sono stata svegliata per questa ragione, produttrice di coccole 24 ore su 24, coccole che si devono manifestare in grattini sul collo, lisciatine di pancia, stropicciamenti d'orecchie. Vi è un tempo per tutto, ma questo tempo è fuori dalle linee spazio temporali. Questa operazione richiede impegno e dedizione e va effettuata a digiuno, ogni altro impegno deve necessariamente attendere. A seguire, tappa in bagno, per le abluzioni mattutine, con il musetto peloso  che osserva curioso ogni metodico gesto mattutino e si promuove assistente alla vestizione. Eccomi di ritorno in cucina,  preparo il cappuccino di latte di soia, morbido e schiumoso, e sistemo due fette di ciambella fatta in casa su un piattino che mi ricorda la ceramica provenzale, mentre il musetto peloso conta il tempo: fame, fame, fame!
E' il momento di inzuppare la ciambella nella schiuma......e condividere la mia porzione con due occhi golosi e un nasetto che si nasconde fra le zampine; il linguaggio del corpo non può essere frainteso: "Ti prego, dammi un pezzetto di ciambella, ti prego, ti prego!"
Spartisco la mia colazione, assistendo ad una danza improvvisata solo per me, alla fine della quale mi ritrovo pronta per uscire a fare una passeggiata lungo campi disseminati di frutteti, guidata da una dolce "bambina pelosa" le cui orecchie saltellano su e giù mentre trotterella accanto a me, lanciandomi di tanto in tanto uno sguardo innamorato.

martedì 14 gennaio 2014

IN TRENO (parte seconda)


Ad ogni buon conto il viaggio è iniziato, e, strano ma vero, il riscaldamento nel vagone funzionava. L'ora era presta, e quindi la prima parte del viaggio l'ho passata sonnecchiando, aprendo ogni tanto gli occhi per dare un'occhiatina alle stazioni. Il valigione stava davanti ai piedi miei e di babbo, perchè i nuovi treni  hanno portavaligie che possono contenere solo un bagaglio a mano, per il resto c'è da arrangiarsi. Cosa  questa che ha provocato un round fra due donne, uno spettacolo che consiglierei a tutti di non perdere. Ad una delle tante fermate mi sono improvvisamente svegliata inondata dal sole del finestrino, mi sono guardata intorno, scambiando due parole con babbo.  Nonostante il semi silenzio che regnava, c'era un certo movimento, di sali e scendi. Ad un tratto una signora si è fermata due posti avanti a noi. Una di esse era alta, indossava uno shearling che le arrivava ai piedi, ma era uno shearling di scarsa qualità, si vedeva bene, che intendeva essere alla moda. La parte scamosciata era maculata a pelle di leopardo, l'interno peloso (ma di che natura fosse la pelliccia non saprei dirvi). La chioma dell'imponente e statuaria signora era raccolta in un selvaggio chignon fermato da una matita glitterata, labbra botulinate.....Con una classe degna di uno scaricatore di porto, ha apostrofato la raffinata signora che già era seduta, ordinando che spostasse il trolley, perchè lei, doveva sedersi. Ed era anche giusto, se non fosse stato per il fatto che, come detto in precedenza, i portavaligie sono poco più che portaombrelli. 
Perciò, la raffinata signora ha chiesto all'invadente maculata: "Certo che può sedersi, ma il trolley è necessario che lo metta di sbieco, bisognerà tenere le gambe oblique!" 
Ma la leopardata non era molto d'accordo, perciò ha fatto di testa sua e ha scaraventato il trolley nel corridoio, impedendo di fatto il transito dei passeggeri. Ne è scaturita una discussione piuttosto accesa, che per un pelo non è degenerata in una colluttazione, di fronte alla quale non avrei potuto far altro che urlare: "Sangue, sangue , sangue!" 
Fortuna che mancava poco all'arrivo presso la stazione di cambio, dove babbo mi avrebbe aiutato a cambiare treno e all'arrivo avrei trovato gli amici di famiglia ad accogliermi, senza l'aiuto dei quali, il valigione non avrebbe potuto essere spostato, a maggior ragione da me e dalla mia schiena chirurgicamente riparata (gambina non collaborante annessa). 
Alla stazione di cambio (espressione molto western), c'era da aspettare l'arrivo del treno, quindi era d'uopo prendersi un corroborante caffè. Quanta umanità in giro, ero quasi frastornata, ma la mia attenzione è stata catturata da un personaggio che probabilmente era uscito da Pitti uomo, perchè indossava un cappottone arancione con un bel collettino di lapin, pantaloni quattro centrimetri sopra la caviglia e calzini in mostra. Che visione, un colpo di fulmine! Camminava come un pavone fa la ruota, peccato che alle sue spalle la gente ridacchiasse non poco. E' stato uno spasso vederlo sfilare sul marciapiede del binario. Ma, come accade, anche lui è stato una meterora, e, magicamente al suo posto è comparso un gruppetto di asiatici, che, incuranti di tutta la gente in movimento, si faceva largo tra la folla sgomintando con i bagagli e i gomiti, falciando tutto e tutti, e salendo sul treno stesso che mi doveva portare a destinazione, dalla parte opposta rispetto al resto dei passeggeri, intasando il corridoio del Freccia Rossa e impedendo di fatto a tutti di recarsi presso i propri posti prenotati. Qualcuno ha tentato addirittura di spiegare loro in inglese che era necessario fare dietrofront, ma nulla, gli anarco insurrezionalisti con gli occhi a mandorla, bloccavano il corridoio con se stessi e i loro ingombranti bagagli pensando a sitemarsi e strafottendonsene del resto dei passeggeri. Alla fine si sono sistemati, occupando anche tutto lo spazio preposto al deposito bagagli, e come se non bastasse ci hanno anche deliziato con la diffusione nell'aere dello scompartimento, del nuovo "Eau de Frites" (credo l'ultimo profumo di Shiseido) la cui fragranza base è l'olio rifritto di una friggitoria di Bangkok.

Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.