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sabato 13 febbraio 2016

La frutta e la verdura di stagione del mese di Febbraio

Sappiamo quanto sia importante scegliere la frutta e la verdura di stagione per l'alimentazione e per il risparmio, e questo perchè  gli alimenti stagionali hanno un ruolo fondamentale in un’alimentazione che possa definirsi naturale a tutti gli effetti. Il rispetto della stagionalità fa sì che si possa evitare il commercio di quei prodotti alimentari che provengono dall’estero. In questi casi il problema principale è rappresentato da lunghi trasporti, che non fanno altro che accrescere l’inquinamento. Ecco cosa metttere nel carrelo di Febbraio.


Carciofi: ricchi di cinarina, una sostanza aromatica che conferisce il caratteristico sapore amaro. L’organo che più ne beneficia è il fegato, perché vengono favorite la diuresi e la secrezione biliare. In più sono ricchi di potassio e  sali minerali, come il ferro, il sodio, il fosforo e il manganese.

Finocchio: tanto gusto e poche calorie. Dalle proprietà digestive, riesce ad apportare molti benefici in caso di gonfiore addominale. Molto importante è il suo consumo nel caso si soffra di meteorismo, perché questo ortaggio evita la formazione di gas intestinali. Ha ottime proprietà depurative.

Pompelmo:  ricco di fibre e di vitamine, fra le quali dobbiamo ricordare la A, la B e la C. Contiene molti flavonoidi, che sono degli antiossidanti in grado di aiutare il fegato e di prevenire l’insorgere di malattie cardiovascolari. Riesce a stimolare in modo attivo l’apparato digerente.

Kiwi: contiene un’alta percentuale di vitamina C ed è molto utile, quindi, per rafforzare il sistema immunitario. Riesce a tenere sotto controllo il livello di colesterolo e previene l’infarto e l’arteriosclerosi. Ricco di fibre, rappresenta un valido aiuto contro la stitichezza.

Broccoli:  ricchi di molti sali minerali, soprattutto calcio, ferro, fosforo e potassio. Hanno molta fibra alimentare e per questo sono indicati in caso di stipsi. Abbondano di sulforafano, una sostanza che, secondo alcune ricerche scientifiche, impedirebbe la crescita di cellule cancerogene.

Cicoria: ha un potere lassativo e stimola l’attività del pancreas e del fegato. Aiuta a regolare il glucosio e il colesterolo nel sangue e quindi è molto utile per chi soffre di diabete o di colesterolo alto. Stimola la digestione, favorisce il funzionamento della cistifellea, aiuta a combattere la sonnolenza e stimola la concentrazione.

Cachi: energetici, perché contengono in abbondanza zuccheri e potassio. Riescono ad apportare benefici a chi incorre nello stress psicofisico e a chi dimostra un senso di inappetenza. Contenendo zuccheri semplici, che vengono assorbiti facilmente, riescono a fornire energia immediata e per questo sono molto utili nel caso si pratichi un’attività sportiva.

venerdì 12 febbraio 2016

Ber mi tato, bevareccia, biancone, bica, bietta

BèR MI TATO: frase di tono ironico- canzonatorio molto frequente a Livorno. Tato è notoriamente una voce del linguaggio infantile per indicare un amico, un parente o una persona di conoscenza.

BEVARéCCIA: a Siena è l'accordo segreto fra Contrade nell'imminenza della corsa del Palio. Da non confondersi, sempre a Siena, con BEVERECCIA, che è invece la mancia che si dà a qualcuno perchè beva alla nostra salute

BIANCONE: così è comunemente chiamato a Firenze il Nettuno di marmo bianco, la grossa statua dell'Ammannati, che sovrasta la fontana di Piazza dell Signoria. Non si può dire se lìepiteto sia più affettuoso o più ironico. "Ammannato, Ammannato, cje bel marmo hai rovinato" commentarono i fiorentini quando l'opera fu compiuta

BICA: definizione sarcastica per una persona grassa e di bassa statura. E' chiara la similitudine con la bica di grano, o grande mucchio di covoni ammassati nell'aia dei contadini per la battitura. "Se tu séguiti a mangiare tanta pastasciutta tu doventi un bica". Per estensione significa, ma scherzosamente, anche grande quantità: "Una bica di pastasciutta", cioè un piatto ricolmo. Anche BIGùTTA.

BIéTTA: mento smisurato, o soltanto pronunciato. Il fiorentino si diverte sempre a esagerare

Gli occhi e il loro delicato benessere: vi presento il palming

Avete mai pensato a come poter far riposare gli occhi? Siamo sempre pronti a rilassare il corpo, ma agli occhi non pensiamo mai, semplicemente perchè ce ne dimentichiamo, ma bastano davvero pochi minuti per ridare loro forza ed energia. Pensate alle giornate passate davanti al pc, con la conseguenza magari di un fastidioso bruciore agli occhi, oppure aggiungiamo quelle due ore che si passano davanti alla televisione e poi ci si ritrova con gli occhi arrossati, con secchezza lacrimale e via dicendo.

 I sintomi di questa stanchezza oculare si traducono spesso in sensazioni di formicolio, di secchezza o ancora di tensione all’occhio. Queste sensazioni possono persistere anche dopo una buona nottata di sonno. In tal caso, è arrivata l’ora di mettere gli occhi a riposo, cambiando le nostre abitudini, se necessario. Prima di andare a dormire, una luce soffusa può aiutare i tuoi occhi a rilassarsi, anche se è molto difficile pensare di poterne utilizzare una di questo tipo a lavoro! Ma allora, come preservare la vista durante la giornata, seduti in ufficio o in metro?


Possiamo però con un semplice metodo aiutare i nostri occhi a rilassarsi attraverso il metodo del palming che permette di rilassare gli occhi in pochi minuti e con una mossa: basta mettere i palmi delle mani a coppa e appoggiarli agli occhi. E' una pratica piuttosto vecchia, se ne parlava già nel 1920, in un libro del Dottor Bates, oculista inglese. Il medico sperava in realtà di riuscire a guarire i difetti visivi dei suoi pazienti senza dover necessariamente ricorrere agli occhiali.

Gli esercizi di questo metodo sono innocui e non hanno controindicazioni, salvo i casi in cui dissuadono i pazienti, affetti da seri problemi alla vista, dall’evitare di consultare in tempi rapidi uno specialista che possa prescrivere loro il trattamento più opportuno. Questo metodo del Dottor Bates oggi è costituito da tanti piccoli esercizi pensati per rilassare gli occhi. Si parla infatti di «yoga degli occhi».

Per praticare il palming: appoggiate i gomiti su un tavolo così da avere schiena e testa ben dritte e comincia a riscaldare i palmi delle mani sfregandoli l’uno contro l’altro per qualche secondo. Dopo aver riscaldato i palmi, avvicinateli delicatamente agli occhi, in modo da coprirli, ma senza esercitare pressione. Gli occhi devono essere chiusi e i palmi devono proteggere dalla luce circostante. Il calore e l’oscurità permetteranno ai muscoli degli occhi di rilassarsi. Respirate tranquillamente e godetevi questo momento di calma "visiva". Una volta raggiunto uno stato di rilassamento totale, sempre a occhi chiusi, visualizzerete un nero perfetto ed uniforme. In base ai bisogni di ciascuno, dai 2 ai 5 minuti di palming permetteranno di diminuire i formicolii così frequenti davanti al computer e di preservare gli occhi dalla fatica. Un altro esercizio è il bilanciamento, eseguito prima del palming. In piedi, di fronte al sole, chiudi gli occhi e dondola dolcemente da destra a sinistra. Gli occhi devono essere rilassati. Questo esercizio dura all’incirca 1 o 2 minuti.

 In ufficio, se si lavora seduti davanti allo schermo del pc, gli oculisti raccomandano vivamente pause di 5 minuti ogni ora, se il compito è faticoso, oppure di 15 minuti ogni due ore, se lo è meno. Inoltre, non dimenticare che bisogna muoversi durante le pause. Regolare il contrasto dello schermo, evitando una luce abbagliante o troppo intensa, e posizionarlo all’altezza dei tuoi occhi possono essere altri due utili consigli per diminuire la fatica visiva mentre lavori.

La pianta della voce: l'Erisimo

L'erisimo è da molti conosciuto come erba cornacchia, ma per capire di che pianticella si tratti, dobbiamo risalire al caro vecchio greco antico, infati il suo nome è composto: da eruo (“io salvo”) e oimos (“il canto”) e da qui si capisce quale sia la sua proprietà principale, tanto che nel corso della storia fu studiato sotto il profilo fitoterapeutico e divenne la pianta degli oratori, degli attori di teatro e dei cantanti. Ecco perchè chi lavora con la voce la considera un’erba dalle virtù magiche.


Per la voce dunque si prepara un famoso infuso che si fa così: mettere a riposare per 7-8 minuti 10 g di foglie fresche in 250 ml d’acqua bollente; poi filtrare e bevere l’infuso caldo, nella dose di 2 tazze al giorno, mattino e sera, addolcite dal miele. Ma questa non è l'unica virtù terapeutica dell'erisimo, un'altra sua importante proprietà è la sua azione antispastica, e conseguentemente depurante e disintossicante della funzione epatica. Infatti le mucillagini e i composti solforati dell’erisimo svolgono una importante funzione anti-irritativa sulle mucose, disinfiammandole, e poi riducono l’eccessiva secrezione di muco, rendendolo più fluido in modo da favorirne l’eliminazione. Ecco perchè fa benissimo nelle patologie delle vie respiratorie e una seconda, meno nota ma altrettanto efficace, nei disturbi del fegato e della colecisti.

Dunque per chi soffre di disturbi epato-biliari o semplicemente vuol ripulire in profondità il fegato e la colecisti, nel mese di agosto deve affidarsi all’erisimo. Si può preparare uno sciroppo e assumerne un cucchiaino mattina, mezzogiorno e sera per un mese: si fanno bollire 30 g di foglie e fiori in un litro d’acqua, aggiungendo 10 g di radice di liquirizia, fino a ridurre di un terzo la quantità di liquido; si filtra, si aggiungono 200 g di miele e si cuoce a bagnomaria finché non si ottiene uno sciroppo. Si conserva al fresco in una bottiglia di vetro scuro.

Con cocco e ananas doppio attacco alla cellulite

L'odiata cellulite è quell'inestetismo che fa rinunciare a scoprire le gambe o a trincerarsi dentro un pareo. Per affrontarla e migliorarla possiamo ricorrere ai succhi e alla polpa dei frutti tropicali perchè  ricchissimi di minerali, di potenti enzimi e di acidi con ottima efficacia depurativa  e che sono un’eccezionale risorsa per mantenersi in forma perfetta. Quelli più attivi contro la cellulite sono ananas e cocco, che reidratano i tessuti e l’intero organismo con i loro specifici estratti depurativi. Oltre a utilizzare il frutto, il succo e l’estratto secco come integratori, possiamo imparare ad applicarli anche sulla pelle.


Intanto dobbiamo imparare ad indentificare il tipo di cellulite che ci affligge. Pizzichiamo cosce, glutei e fianchi: se dopo il “pizzicotto” la pelle appare arrossata e non provoca dolore al tatto, significa che la  cellulite è di recente formazione; se invece si nota una chiazza chiara,  si sente la cute fredda e si avvertono dei nodulini dolorosi, la cellulite è più “datata”.

In ogni caso, che sia di recente formazione o più vecchia è bene comunque intervenire subito utilizzando trattamenti con cocco e ananas poichè se il disturbo si è instaurato di recente, eviteremo un paeggioramento, e se datato, si può spianare e levigare la pelle già “bucherellata”.

Cellulite giovane: l’ananas è ottimo per ristabilire l’equilibrio tra i sali minerali ed eliminare i liquidi in eccesso che causano ritenzione idrica e cellulite, contiene la vitamina C (che riduce l’eccessiva permeabilità dei capillari), il betacarotene e il manganese (che aiutano la pelle a mantenersi elastica e idratata), il potassio (dall’azione drenante, ben 230 mg ogni 100 grammi) e gli acidi organici (ossalico, citrico e malico), che neutralizzano la stasi linfatica e gli accumuli di scorie che appesantiscono gli arti inferiori. In più nell’ananas c’è un enzima molto importante, la bromelina, efficace per migliorare la circolazione locale, sgonfiare e disinfiammare i tessuti. Il frutto dell’ananas è utile in particolare per la cellulite recente, legata a cattiva digestione e rallentamenti circolatori.

Ma non è finita qui perchè  succo (e la polpa) di ananas non sono solo da bere e da mangiare, ma possono essere usati come ingredienti per preparare una maschera che leviga e tonifica la pelle grazie alla sua azione esfoliante e alla ricca presenza di alfaidrossiacidi che favoriscono il riassorbimento dei ristagni.

Per prima cosa è bene cercare di eliminare lo strato di tossine che le impediscono di “respirare”, spazzando via così le sostanze di scarto che favoriscono la cellulite. Ecco allora un trattamento da ripetere ogni 2-3 giorni. Occorrono un frullatore, un quarto d’ananas fresco e due cucchiai di olio di mandorle dolci. Frulla gli ingredienti e applica il composto sulle parti da trattare con delicati movimenti circolari; mantienilo in posa per circa 15 minuti. Dopo i tempi di posa risciacqua con abbondante acqua fresca.

Il gambo d’ananas, che si trova in erboristeria sotto forma di polvere in capsule, è molto ricco di bromelina e ravviva il microcircolo della pelle. Può essere utilizzato anche per un impacco adatto a smuovere la cellulite recente e per ridurre i nodulini dolorosi della cellulite di vecchia data. Occorrono: 4 cucchiai di argilla bianca,
2 compresse di gambo d’ananas polverizzate,
1 cucchiaio di succo d’ananas
 e acqua quanto basta per ottenere una miscela cremosa da spalmare direttamente sulle parti da trattare. Avvolgere le parti con della pellicola e lasciar agire per circa 30 minuti.

E veniamo al cocco, da cui, oltre all’olio e al latte, oggi si ricava l’acqua, che viene estratta dalla noce ancora verde e acerba. È un succo tropicale ipocalorico che, grazie all’abbondanza di potassio e magnesio, ristabilisce l’equilibrio idrico dell’organismo. L’acqua di cocco è anche l’integratore ideale per contrastare la cellulite di vecchia formazione: bevuta ogni giorno, preferibilmente a digiuno, favorisce la rigenerazione della flora intestinale e facilita l’espulsione delle tossine che appesantiscono la silhouette. Inoltre, aiuta i tessuti a conservare la naturale idratazione e, grazie anche al suo contenuto di aminoacidi essenziali, accelera i processi di rigenerazione dei tessuti colpiti da cellulite.

L’olio di cocco invece , che si ottiene per pressione della polpa, è un olio solido, di consistenza cerosa, che si scioglie a contatto con il calore corporeo e ha spiccate proprietà idratanti; senza ungere, regala alla pelle una morbidezza particolare e la arricchisce di tutte le sostanze nutritive perse durante l’esposizione al sole e all’acqua di mare: in più, nutre tutti gli strati della pelle, riducendo e disperdendo l’eccesso di calore, allevia l’infiammazione che accompagna la cellulite. L’olio di cocco, applicato mattina e sera dopo la doccia, contribuisce anche ad attenuare le strie cutanee.

L’acqua di cocco può anche essere applicata sulla pelle: basta trasformarla in cubetti di ghiaccio da passare su cosce, glutei e gambe. Si tratta di un’applicazione adatta per trattare in maniera mirata la ritenzione idrica, gli accumuli di cellulite localizzati, la stasi circolatoria e il gonfiore che colpisce dalle caviglie in su. Procurati dell’acqua di cocco e versala nel contenitore per formare il ghiaccio. Dopo qualche ora, prendi un cubetto e massaggialo con movimenti circolari sulle zone colpite da cellulite, fino a completo scioglimento. Poi sciacqua con acqua calda e asciuga: noterai che la parte è meno bianca e più sgonfia.

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