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lunedì 14 marzo 2016

La celidonia o erba delle rondini

Erba delle rondini è un appellativo molto affascinante, rimanda a qualcosa di naturalmente magico nel mio immaginario. L'erba delle rondini è la  celidonia, conosciuta  fin dall’antichità per le sue proprietà medicinali. Si chiama così perchè celidonia deriva dal greco chelidôn che significa rondine, secondo una leggenda infatti, questi uccelli la utilizzavano per guarire gli occhi dei loro piccoli nati ciechi. E' facile dedurre quindi, che la tradizione le attribuisca proprietà curative nei confronti delle patologie oculari, ma oggi se ne fa uso per curare le verruche, ed è per questo che viene anche chiamata erba delle verruche o erba dei porri. In verità le proprietà della celidonia sono molte, cominciamo a vedere quali.


Uso interno: per i crampi intestinali e gastrici e per il trattamento dell’asma,  trattamento di affezioni vascolari ed epatiche come l’ittero, la colecistite o la litiasi (calcolosi), problemi di nervosismo e di insonnia per il lieve effetto sedativo.

Uso esterno:  affezioni dermatologiche, in particolare le verruche causate da alcuni tipi di papillomavirus, grazie alle sue proprietà antimicotiche. Combatte l’eczema, la tigna e le ulcere.

Vi sono anche altre proprietà terapeutiche che ha la celidonia, fra queste l'aumento del calibro delle arterie coronarie che la rende utile al trattamento dell’aterosclerosi, perché riduce il battito cardiaco e la pressione arteriosa, ma non è efficace nei confronti dei problemi di pressione dovuti al sistema renina-angiotensina-aldosterone.

Della celidonia si usano le parti aeree della pianta, il suo lattice (o linfa gialla) e le radici. Bisogna comunque fare attenzione, perchè a fronte delle sue innumerevoli proprietà, la celidonia è una pianta tossica che contiene: alcaloidi (1%) molto potenti, come la berberina, la coptisina, la chelidonina, la sanguinarina e l’allocriptopina.

Dosaggio

- Per l’uso esterno, sui calli, i duroni e le verruche, si applica una piccolissima dose di succo fresco facendo attenzione a non toccare le parti sane della pelle per evitare di provocare irritazioni. È possibile cogliere e frantumare da soli la pianta e applicare 2 o 3 volte al giorno una goccia di lattice direttamente sulla zona da trattare.

- Per uso interno, fare un infuso o un decotto di foglie, 3 volte al giorno. Lasciare in infusione per qualche minuto 5 g di foglie al massimo, in acqua bollente. Il gusto è particolarmente amaro.
- Esistono anche delle capsule e delle preparazioni omeopatiche per trattare i problemi epato-vescicolari.

Come accennato precedentemente, essendo la celidonia una pianta tossica, per la presenza di sostanze attive alcaloidi, bisogna assolutamente evitare un trattamento prolungato o superare le dosi e le quantità prescritte per la preparazione di infusi o tisane; inoltre non bisogna ingerire la pianta fresca né il lattice, che è altamente corrosivo per le mucose. Dosi elevate possono inoltre risultare tossiche per il fegato (epatiti).

Per questi motivi è bene tenere presenti le controindicazioni a cui si può andare incontro: non assumere in gravidanza,  vietata ai bambini a causa della sua tossicità. Se sono state assunte dosi eccessive di celidonia, esiste un rischio elevato di gravi irritazioni della mucosa digestiva, con sintomi come nausee, vomito, diarree gravi e quindi rischio di disidratazione. Anche il lattice è altamente corrosivo per le mucose. L’assunzione di dosi ancora più elevate può provocare gravi disturbi nervosi e l’ingestione massiccia di questa pianta può essere mortale.




domenica 13 marzo 2016

Di bernovo, di corpo, di diaccio, di fraina, dimogliatevi, di nidio | Parole e verbi in disuso

DI BERNOVO-RIBERNOVO: iterativo pisano-livornese: di nuovo

DI CòRPO: ovvero di colpo, per l'abitudine dei fiorentini di cambiare la "L" in "R". Singifica subito, di botto. Anche "di stianto"


DI DIàCCIO: grido del venditore di cocomeri tenuti in fresco dentro botti col ghiaccio

DI FRAìNA: locuzione avverbiale pisana: di fretta; con impeto

DIMOGLIATEVI: "sbrigatevi", in Lucchesia; "decidetevi". Da dimogliare o dimoiare, lo sciogliersi della neve e del ghiaccio

DI NìDIO: è un modo di dire che ha un sapore particolare solo quando è usato ironicamente in riferimento a una persona falsamente ingenua, ovvero astutissima senza darlo a vedere. "Di nìdio lui!", furbo lui!

TEMPUS EDAX RERUM

Le feste non mi sono mai piaciute molto, ho amato e amo solo le riunioni di famiglia. Era il giorno del mio nono compleanno e avevamo semplicemente festeggiato con un pranzo di famiglia, insieme a zii, cugini e nonni. Una di quelle giornate in armonia, felicemente insieme, con qualche chiacchiera, i giochi, e un brindisi accompagnato da una fetta di torta.

Ma arrivò la sera e con la sera i saluti, ognuno doveva tornare a casa. Fu allora che per la prima volta un'angoscia lancinante mi strinse il cuore. Ebbi come un fremito interno, una sensazione di strappo che mi percorse come una scarica elettrica. Mi controllai a fatica, per non piangere, deglutendo più volte per ricacciare in fondo allo stomaco quella dolorosa palla che mi stringeva la gola.
Quando tutti se ne furono andati, rivolsi a mamma una riflessione: "Il tempo scorre troppo velocemente, si porta via tutto come una valanga, e io non riesco ad afferrare gli attimi importanti della nostra vita. Sto male per questo".

"Tempus edax rerum", mi rispose mamma, "il tempo divora ogni cosa, purtroppo Silvia è così, il tempo scorre e non possiamo fermarlo".
Per me fu come una condanna a morte, ebbi la certezza che quell'angoscia non mi avrebbe più lasciata in pace. E così fu. Ritrovarmi ad oggi è stato un lampo, e io lo sapevo, l'ho sempre saputo, dalla consapevolezza di quel giorno, che mi sarei sentita addosso l'alito del tempo, alito pesante come uno schiacciasassi. Da quel lontano istante, ho sempre cercato di trattenere ogni singolo momento di ogni giorno, di tutte le settimane, di tutti i mesi, di tutti gli anni della mia vita, ma con quella straziante sensazione che tutto stia per finire, con la quasi certezza di non riuscire ad assimilare il presente perchè è pesante come il piombo  solo l'angoscia della fuggevolezza e della fine, il termine di tutto, e non vi sono appigli per rallentare questa corsa.

E così  alla verde età di nove anni seppi che tutto ciò che amavo prima o poi  sarebbe scivolato dalle mie dita, come granelli di sabbia che si vogliono trattenere fra le mani.  Quella frattura non si poteva riparare, non esisteva mastice, nè punti. Potevo solo cercare di abituarmi, concentrarmi sul momento presente, sull'oggi, ora, adesso, ma con una dolorosa spina: tutto ciò che mi appartiene oggi potrebbe trasformarsi domani, nel ricordo di qualcosa che ho perduto per sempre.
Sono ancora qui, a guardare le mie mani, fra le cui dita sono scivolati via i momenti, gli animali e le persone amate.


Carbone vegetale usi e proprietà

Il carbone vegetale è uno dei più attivi  disintossicanti naturali conosciuti, in particolare quello originato dalla combustione dei gusci delle noci di cocco. E' utile a curare diversi problemi di salute, fra cui, i più noti, disturbi digestivi e intestinali.Vediamo dunque nel dettaglio le sue proprietà.

Effetto depurativo: purifica l'organismo.
Effetto disintossicante: in caso di sovradosaggio da farmaci, intossicazione lieve da metalli pesanti, avvelenamento.
Disturbi intestinali: primo fra tutti regolarizza il transito, calma la diarrea, la gastroenterite e la costipazione causata dalla fermentazione intestinale.
Disturbi digestivi: bruciori di stomaco, reflusso gastrico, aerofagia, flatulenze, gonfiori, eruttazioni, colon irritabile, crampi conseguenti a un consumo eccessivo di lipidi e zuccheri.
Altri importanti: abbassa il colesterolo e i trigliceridi nel sangue. Elimina il problema dell'alito cattivo (alitosi). Riequilibra l'insufficienza renale.



Gli usi del carbone vegetale sono molto antichi: ne abbiamo testimonianza grazie a Ippocrate e Plinio (400 anni prima di Cristo). Ma sembra che già intorno al 1550 a.C. gli egizi lo utilizzassero per purificare l’acqua. Più recentemente  è stato utilizzato per purificare e decolorare alcuni prodotti, come lo zucchero bianco. Oggi il carbone vegetale o carbone attivo è uno dei prodotti naturali più impiegati come rimedio per le intossicazioni e gli avvelenamenti (assunzione di droga, sovradosaggio da farmaci, avvelenamenti alimentari o ingestione di prodotti domestici). Si rivela inoltre utile in nefrologia, gastroenterologia, pediatria, cardiologia ed è tra i farmaci comunemente usati dai veterinari.

Per ottenere il carbone vegetale è necessaria la carbonizzazione del legno di frassino o di pioppo (Populus nigra, Populus pyramidalis) oppure dei gusci delle noci di cocco, che avviene a temperature elevate (600-900°C) e in totale assenza di aria. In seguito avviene una fase di attivazione in cui si  riscalda di nuovo il carbone alle stesse temperature ma con l’aggiunta di aria, vapore acqueo e gas ossidanti: è grazie a questo procedimento che si conferisce al prodotto la sua caratteristica porosità, che gli permette di assorbire una quantità di gas pari a cento volte il suo volume.

Ma quali sono le sostanze che contiene e i suoi principi attivi? Si tratta semplicemente di Carbone allo stato puro. Ed ora vediamo come usarlo in maniera efficace ai nostri scopi.
Dosaggio:  per il mantenimento si raccomanda un grammo al giorno, anche se si possono assumere fino a 100 grammi senza alcun rischio per la salute. In caso di gravi problemi di salute, come il colesterolo alto o l’insufficienza renale, è possibile che il medico prescriva una dose da 20 g. L'assunzione può avvenire in forma di capsule, compresse o granuli è più semplice rispetto alla polvere, ed è data ai pazienti con problemi circolatori e debolezza (4 o 5 diluizioni centesimali o CH) o secondo la prescrizione dell’omeopata.

Per la gastroenterite: 4-8 capsule al giorno fino alla completa scomparsa dei disturbi intestinali. Per i bambini con più di 6 anni: 1 capsula due volte al giorno. Accompagnare sempre l’assunzione del carbone vegetale con un bicchiere grande d’acqua.

Vediamo anche quali precauzioni prevede l'uso del carbone. Dato che il suo potere assorbente è molto elevato, il carbone vegetale può ridurre l’efficacia dei farmaci, compresi i tranquillanti, la pillola anticoncezionale e gli antibiotici, se essi sono assorbiti nello stesso momento. Perciò è preferibile assumere dei farmaci in altri momenti della giornata o due ore prima o dopo l’assunzione del carbone vegetale. Attenzione però assumere troppo carbone attivo può inoltre causare costipazione.

E' sconsigliato passumere il carbone vegetale in caso di gravidanza e allattamento, vietato ai neonati   e ai bambini di età inferiore ai 6 anni.Tra gli effetti collaterali il carbone vegetale rende le feci di colore nero. Il carbone vegetale in capsule si può assumere in combinazione con piante o oli essenziali, come l’anice, l’aneto, il cardamomo e il finocchio. Se si vuole aumentarne l'efficacia, in caso di problemi digestivi, è possibile associare il carbone vegetale al timo o all’angelica, nonché il lievito Saccharomyces boulardii, mentre per i problemi intestinali è possibile associarlo all’argilla verde.

La ricerca scientifica ha dimostrato proprietà davvero straordinarie del carbone vegatale, infatti nel 1813 una dimostrazione presso l'Académie française de médecine, diretta da Pierre-Fleurus Touéry, ha dimostrato che una dose letale di stricnina può essere neutralizzata se rivestita da carbone vegetale. Inoltre grazie ad uno studio recente è stato evidenziato che il carbone vegetale è in grado di assorbire alcuni virus, come il vaiolo bovino, il rotavirus e la febbre aftosa.

sabato 12 marzo 2016

Televisore a Tubo Catodico: come riciclarlo

In quasi tutte le case oramai a farla da padrone sono i nuovi e tecnologici televisori LCD o al plasma, dotati di tutta la strumentazione che li collega al pc, alla play  station, al wii ecc. Però esistono ancora i vecchi televisori a tubo catodico, alcuni ancora funzionanti, altri no. Prima di gettare via il vecchio e obsoleto televisore a tubo catodico, chiedetevi cosa potete ricavarne, basta solo un po' di fantasia. Ecco tre idee per il riciclo.


1) Acquario per pesci: girellando per il web ho scovato un'interessante idea: trasformare il vecchio televisore in un originale acquario per i pesci. In questo caso devo rimandarvi ad un tutorial, dato che si tratta di un interessante lavoretto, ma piuttosto tecnico, quindi andate su questo link.

2) Cuccia per gatto: potete ricavare da vostro vecchio televisore una originale cuccia per il vostro gatto: svuotate il televisore di tutti i componenti elettronici al suo interno, schermo incluso, lasciando intatta la struttura in plastica o in legno. Levigate quest'ultima con carta vetrata in modo da eliminare eventuali schegge o parti appuntite. Pulite bene, poi rivestitite sia interno che esterno con della plastica adesiva. Aggiungete un cuscino e il gioco è fatto.

3) Mobiletto bar: se siete ancora in possesso di  vecchio televisore in legno potete trasformarlo in mobiletto da bar. Svuotate il televisore, come per la cuccia del micio,  ma all'interno della tv dovrete inserire una o più piccole mensole. Per farle vi occorreranno un martello, dei chiodi e delle piccole tavolette di legno, che vi consigliamo di verniciare dello stesso colore del resto della televisione. Dopo averle inchiodate, il vostro bar sarà pronto, cin cin.

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