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mercoledì 23 marzo 2016

Breez-o-Meter l'App che ci rivela la qualità dell'aria

L'aria delle nostre città è inquinata lo sappiamo, sono molti i dati statistici che ce lo confermano. Ma ogni giorno questo non possiamo saperlo personalmente, almeno fino ad ora, perchè c'è una nuova App che ci consente di fare le rilevazioni relative all'inquinamento dell'aria e ci permette quindi di sapere come sarà l'aria quando usciamo da casa. Si chiama Breez-o-meter ed è una nuova App per cellulari progettata da un gruppo israeliano fatta a misura di cittadino. E' tarata infatti per darci informazioni relative al quadro climatico del proprio quartiere o della strada in cui dobbiamo andare, e anche dell'isolato in ui magari abbiamo intenzione di acquistare la nostra nuova.


In pratica questa app misura la qualità dell'aria e dà alcuni consigli utili: per esempio se è il giorno giusto per portare i bambini al parco, o se una persona affetta da problemi cardiovascolari può fare una passeggiata, o se si può andare a correre, indicando quale via è più salutare. Le informazioni vengon oprese dallìEnirometal Protection Agency, cioè il corpo governativo statunitense che si occupa di fare le rilevazioni sulla qualità dell'aria.



L'intento è quello di dare alle persone di poter gestire la propria vita anche in base all'aria che respirano, considerando il fatto che questa utile applicazione rileva anche gli agenti inquinanti, gli allergeni presenti in casa in tempo reale. I fondatori ella start up vogliono però, in futuro dare anche altre informazioni rispetto a ristrette aree geografiche per esempio sui crimini o segnalare la presenza di appartamenti liberi o in vendita rispetto ad un determianto budget.


L'App è disponbile in due versioni: per privati e business to business e la si trova sia su Google Play che App Store, ma al momento solo per le aree più conosciute degli Usa e Israele. Il suo ideatore però, Ziv Lautman  ha in programma di inserire idatiatmosferici di  90 Paesi del mondo, Italia compresa.

L'Escolzia o papavero della California, la pianta del Sonno

L'escolzia o papavero della California è noto come sedativo e ansiolitico naturale, utile nel trattamento di diversi disturbi del sonno  di adulti bambini: difficoltà di addormentamento, insonnie, enuresi... Questa pianta, che non dà alcun tipo di assuefazione alcuna, placa anche gli stati di nervosismo e le forme lievi di ansia, oltre che attenuare i disturbi psicosomatici correlati.

Uso interno: come sedativo  favorisce l'addormentamento. Calma i bambini prima di andare a letto, riduce i risvegli notturni, l'enuresi e gli incubi. Come ansiolitico migliora i disturbi psichici normalizzando le funzioni psicologiche. Combatte il nervosismo e lo stress senza creare assuefazione, come gli stati lievi di ansia responsabili di palpitazioni o di sensazioni di oppressione. Ma è anche un antispasmodico e come tale  attenua i dolori, le coliche, le irritazioni intestinali, i crampi o le infiammazioni biliari o a carico della colecisti che accompagnano i disturbi del sonno.



E' originaria della costa pacifica degli Stati Uniti, e del Canada meridionale, ed è stata un rimedio tradizionale dei popoli amerindi per le sue proprietà analgesiche: questa pianta infatti contribuiva ad alleviare il mal di testa e il mal di denti di cui soffrivano queste popolazioni.

Anche se parente del papavero sonnifero (Papaver somniferum), l'escolzia non è un narcotico. In fitoterapia sono le parti aeree assunte per via orale. Principi attivi sono costituiti da alcaloidi isochinolinici, glucosidi flavonici, fitosteroli, carotenoidi, mucillagini, linamarina.

Dosaggio:
Gli alcaloidi responsabili dell'effetto ansiolitico dell'escolzia non sono solubili in acqua, perciò gli infusi non sono efficaci nel trattamento delle forme leggere di ansia.
- Un infuso si prepara utilizzando 5 g di parti aeree essiccate, da lasciare in infusione per quindici minuti in una tazza di acqua bollente, da bere prima di andare a letto.
- In capsula di estratto secco, la posologia è di 2 capsule da 100 g, da assumere a cena, poi altre due al momento di coricarsi.
- L'assunzione di escolzia sotto forma di tintura madre richiede la diluizione di un minimo di 100 a un massimo di 150 gocce in un bicchiere d'acqua. Bere il composto un'ora prima di andare a letto. Può risultare più facile consumare l'estratto fluido, più concentrato, in dosi da 15 a 30 gocce, da una a tre volte al giorno.

ATTENZIONE:  operatori di macchinari o conducenti di veicoli devono considerare gli effetti sedativi dell'escolzia. Inoltre, non va assolutamente associato al consumo di alcol. Le persone in attesa di sottoporsi a interventi chirurgici dovranno interrompere l'assunzione di escolzia da una settimana a dieci giorni prima dell'operazione, per evitare interferenze con eventuali altri farmaci (anestetici o altri).

Benchè la pianta sia priva di tossicità, l'escolzia è sconsigliata durante la gravidanza e l'allattamento, nei bambini di età inferiore ai 6 anni e in caso di antecedente di glaucoma, per la presenza di alcuni alcaloidi, tra cui la sanguinarina. Benché si sospetti che la sanguinarina sia responsabile della formazione di glaucomi, questa sostanza è principalmente concentrata nella radice della pianta, che non viene utilizzata in fitoterapia. E' anche controindicata nei soggetti allergici alle piante della famiglia delle papaveracee e ad alcuni farmaci, come la morfina e la codeina.

Raramente l'escolzia può indurre un leggero stato di torpore. Tra gli altri effetti collaterali, sono stati riferiti sonnolenza mattutina e rigidità muscolare. Utilizzata in associazione con il biancospino, l'escolzia può anche causare nausea.

Può essere associata ad altre piante, in funzione dell'effetto desiderato: il papavero in caso di incubi notturni, l'eleuterococco contro l'enuresi, il marrubio per le persone che hanno difficoltà ad addormentarsi. In compenso,  intensifica gli effetti di altre piante officinali, in particolare il kawa kawa, la valeriana, il corniolo giamaicano e l'iperico, con un rischio di sonnolenza.

Se  associata all'assunzione di tranquillanti, l'escolzia può aumentarne le proprietà sedative. Interagisce con gli oppiacei, i barbiturici e le benzodiazepine. Ne è quindi sconsigliata qualunque associazione.

martedì 22 marzo 2016

Come mettere l'olio nel lume, come pane e cacio, come un oriolo

COME METTERE L'OLIO NEL LUME: un rimedio pronto ed efficace: la fiamma che langue si ravviva non appena si versa l'olio nel lume

COME PANE E CACIO: d'amore e d'accordo, solo un paragone ghiotto e universale come quello del pane e del formaggio può esprimere tanta armonia. Il formaggio, del resto, nella mitologia popolare, è sempre uno degli ingredienti essenziali della sopravvivenza. Per questo i proverbi che lo citano sono numerosissimi. ricordiamo fra gli altri "cacio serrato e pan bucherellato" e, ognuno ha i propri gusto, il versiliese "cacio cogli occhi, pane senz'occhi e vin che salti agli occhi".

COME UN ORIOLO: regolarissimo; preciso come un orologio. "Ho un intestino come un oriolo".

I Chachapoyas, i misteriosi Guerrieri delle nubi

35 sarcofagi appartenenti alla cultura Chachapoyas sono stati rinvenuti da un team di  archeologi nella regione di Amazonas in Perù. I sarcofagi sono piccoli per cui gli studiosi  pensano che si tratti di un cimitero per bambini. Tra l'altro, il luogo della sepoltura è rivolto verso ovest, fatto molto insolito per i cimiteri Chachapoyas. La civiltà Chachapoyas, nota anche come Guerrieri delle Nubi, fu una potente e misteriosa popolazione che fiorì nel 800 d.C. e che fu fiorente fino a poco prima della conquista spagnola del Nuovo Mondo, quando furono conquistati e inglobati nell’impero Inca.

La zona che essi occuparono fu la zona andina presso le foreste nebbiose della regione di Amazonas nel Perù odierno, distinguendosi per i loro incredibili sarcofagi chiamati purunmachu. I sarcofagi venivano realizzati con l’argilla e poi decorati con cura, vi venivano dipinti i volti e i corpi e poi allineati sul bordo della scogliera come sentinelle a guardia dei morti. Ma questa che gli archeologi hanno fatto, è una rara scoperta.


I reperti infatti presentano una caratteristica unica,  misurano solo 70 centimetri di altezza, caratteristica questa che ha fatto dedurre ai ricercatori, che all’interno vi si trovino corpi di bambini e che questo gruppo di purunmachus sia un cimitero esclusivamente per coloro che sono morti in giovane età. La scoperta è stata fatta nel mese di luglio del 2013 ma solo nel mese di settembre i ricercatori sono stati in grado di raggiungere il sito per confermare il ritrovamento. Altro fatto stupefacente è che i sarcofagi sono stati orientati tutti verso ovest, fatto insolito per i cimiteri Chachapoyas.

A tuttora, i sarcofagi non sono stati ancora aperti poichè come affermato da Manul López Cabañas del Ministero regionale di Commercio Estero e del Turismo, essendo una scoperta unica al mondo  è necessario proteggerla e integrarla nel circuito turistico.  I primi purunmachus sono stati scoperti nel 1928, quando un forte terremoto scosse la valle di Utcubamba in Perù, facendo precipitare da una delle colline che circondano la valle un’enigmatica statua di argilla alta circa 2 metri e con la mascella quadrata. Presto gi archeologi si resero conto di trovarsi di fronte ad una scoperta estremamente rara, in quanto la statua era in realtà un sarcofago, nel cui interno vi erano i resti di un individuo avvolto accuratamente in un telo.

Il corpo risaliva intorno al 1470 a.C. come risultò dalla datazione al radiocarbonio, epoca in cui il popolo Chachapoya venne travolto dagli Inca. Secondo lo studio condotto, i sarcofagi venivano primariamente eretti lungo un muro circolare basso posto su una sporgenza rocciosa. Poi, il corpo del defunto veniva avvolto nel tessuto e inserito nel contenitore. Infine, il sarcofago veniva verniciato di bianco e decorato con collane, pettorali e piume. Il viso e i genitali venivano colorati con i toni del giallo e del rosso. Nel sito di Carajia, le punte coniche dei purunmachus sono completate con un teschio umano posto sulla parte superiore. Diversi siti di sepoltura sono impreziositi da pittogrammi che rappresentano scene di pastorizia o di caccia, affiancate da figure umane con raggi provenienti dalle loro teste, probabilmente acconciature piumate.

Purtroppo con la scomparsa della cultura Chachapoya i sarcofagi non furono più ritenuti sacri e quindi la maggior parte di essi furono profanati e distrutti dai saccheggiatori in cerca di eventuali ricchezze che potevano trovarsi all’interno.

Il centro di questa cultura precolombiana era sito presso il bacino del fiume Utcubamba. Dai  ritrovamenti archeologici si è dedotto che i Chachapoyas si stabilirono in questa regione a partire dal 200 d.C., prosperando fino a poco prima dell’arrivo degli spagnoli nel 16° secolo, quando l’Impero Inca conquistò i loro territori, portando alla graduale cancellazione della loro cultura e delle loro tradizioni.

Tutto ciò che sappiamo di questa enigmatica cultura proviene dagli Inca stessi e dalle cronache dei Conquistadores. Un cronista e storico spagnolo Pedro Cieza de León (c.1520 – 1554) scrive che si tratta delle “più bianche e più belle persone che abbia visto nelle Indie…”. Anche da altri indizi si evince che i Chachapoyas avessero la pelle di colore più ‘chiaro’ rispetto agli altri nativi della regione, il che rende più enigmatica l’origine di questo popolo. Altre informazioni ci vengono dalle  rovine, dal vasellame, dalle tombe e altri manufatti. Il sito più famoso è la fortezza di Kuelap, un imponente complesso che si trova nei pressi della città di Chachapoyas, nel nord del Perù. Cos'altro ancora non sappiamo di questa straordinaria civiltà?

Introduzione all'aromomassaggio energetico

In quale modo l'idea di massaggio sia nata nella mente dell'uomo è intuitivo. Quando una parte del nostro corpo viene urtata da un oggetto estraneo, la mano vi corre spontaneamente allo scopo di portare sollievo. E' quasi un riflesso: se abbiamo un dolore fisico, la nostra mano incomincia a frizionare la zona dolente e il male si attenua. la mano dell'uomo è terapeutica. E' capace di portare vita nuova nei tessuti, di sostituire il dolore con il piacere, di ristabilire un equilibrio turbato.

Il massaggio interessa perchè mostra con grande chiarezza l'unità psicosomatica dell'uomo. Quando, a seguito di una frizione o di una manipolazione, il dolore fisico scompare, anche lo spirito ritorna sereno.  D'altra parte se un individuo vive serenamente, in profondo accordo con le leggi della natura, il suo corpo tende a un maggiore equilibrio e più difficilmente si ammala.


Il massaggio tocca contemporaneamente tutti i livelli della persona: quello fisico, quello emozionale e psicologico, quello spirituale. Nella medicina tradizionale cinese esistono un centinaio di punti i quali possono essere stimolati sia manualmente che mediante aghi (agopuntura). Questi punti sono disposti appena sotto l'epidermide, lungo dei percorsi energetici particolari chiamati meridiani.

Molti di questi punti riguardano dei disturbi fisici, altri riguardano invece il trattamento di disturbi che appartengono alla sfera psichica, come l'ansia, l'insonnia, la depressione. Un'emozione può influenzare l'attività di un organo o una funzione fisiologica. Per esempio un eccesso di pensieri ansiosi ha la capacità di influenzare la digestione.

Una tristezza profonda e prolungata può influire negativamente sulla respirazione. Uno stile di vita improntato a eccessiva eccitazione può rovinare il cuore.

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