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domenica 3 aprile 2016

Gestire l'ansia e la dieta con la griffonia

Gestire l'ansia non è facile, e chi ne è prigioniero spesso deve affidarsi a farmaci di sintesi nel tentativo di migliorare una situazione che crea panico e preoccupazione e che non permette di vivere una vita normale. Ma come ben sappiamo i farmaci di sintesi creano una certa dipendenza e hanno anche delle pesanti controindicazioni. A quale alternativa naturale possiamo affidarci? La natura ci ha fatto dono della griffonia.

La griffonia, o  Griffonia simplicifolia, è apprezzata per le sue proprietà ansiolitiche, regolatrici dell'umore e del sonno, oltre che come coadiuvante nel contesto di una dieta dimagrante. Grazie al 5-HTP, un amminoacido che interviene in vivo nella secrezione della serotonina, rende la griffonia una valida alternativa in ambito fitoterapico agli antidepressivi e ad altri neurolettici di sintesi.


Uso interno:   depressione, ansia, angoscia, aggressività, perdita di autostima. E quindi anche insonnia, sonno agitato, difficoltà di addormentamento. Per i distubi alimentari: bulimia, obesità. Inoltre: cefalee, sindrome fibromialgica, mestruazioni dolorose. Stato generale: prevenzione dell'invecchiamento, tonicità (azione antiossidante).

Uso esterno:  dermatosi, ferite della pelle, infiammazione cutanea, bruciature (uso nella medicina tradizionale africana).

Qualsiasi patologia e/o sintomi per i quali si rendono necessari una regolazione o una migliore concentrazione di una carenza di serotonina nel sangue. Trattamento sostitutivo nei casi di dipendenza da alcuni antidepressivi IRS. Trattamento dell'anemia falciforme (presenza di un principio attivo, il lithospermoside). Combatte l'ossidazione e l'invecchiamento cellulare. Costipazione, pigrizia intestinale, impotenza maschile (nella medicina tradizionale africana).

Benchè molto usata nella medicina tradizionale africana, solo  negli anni '80 perché gli studiosi iniziarono a interessarsi alla griffonia. Fu proprio il riscontro della sua efficacia nel trattamento dei disturbi dell'umore che permise alla ricerca di adoperarsi per rivelarne il principio attivo, un amminoacido denominato 5-HTP, ad alta concentrazione, e che è un precursore naturale di serotonina, un neurotrasmettitore essenziale secreto dal cervello e che concorre, tra l'altro, alla regolazione dell'umore. Da quel momento la griffonia ha potuto occupare un posto nella fitoterapia occidentale come pianta officinale, considerata il miglior sostituto dei neurolettici di sintesi.

Tutti gli elementi e le parti (radice, fusto, corteccia, foglie, fiori e semi) sono utilizzabili nella fitoterapia tradizionale e locale, anche se la concentrazione ottimale di 5-HTP è presente nei semi che vengono raccolti ed esportati dopo l'essiccazione.

Questa pianta contiene del 5-idrossitriptofano (5-HTP è il principio attivo precursore della serotonina). Gli altri componenti sono vitamine, antiossidanti e sali minerali: alcaloidi (hyrtioerectina B, 3-carbossi-6-idrossi-β-carboline, hyrtiosulawesina, 5-idrossindole-3-carbaldeide, 5-idrossi-3-(2-idrossietil) indolo, trigonellina, 5-idrossitriptamina, griffonina [1] Lectine (rodamina). Uso e posologia della griffonia

Dosaggio: si acquista in farmacia o presso i distributori specializzati nella vendita di integratori alimentari, sotto forma di capsule o compresse con un dosaggio compreso tra 50 e 100 mg di principio attivo (il 5-HTP). Si consiglia di assumerne da 1 a 4 dosi a seconda della concentrazione del prodotto per le patologie trattate abitualmente, di preferenza alla sera, per evitare la sonnolenza nelle ore diurne. I trattamenti con la griffonia possono durare da uno a tre mesi. In caso di assunzione permanente, è necessario parlarne al proprio medico curante. Poiché in Europa la disponibilità di questa pianta in erboristeria è assai rara, è difficile preparare da soli soluzioni per uso esterno. In compenso, in ambito cosmetico e dermatologico vengono commercializzati prodotti (creme, lozioni, pomate, tinture, ecc.) contenenti estratti di griffonia. Anche in questo caso, è necessario attenersi alle modalità d'uso e ai dosaggi riportati nei foglietti illustrativi dei prodotti.

Non esistono precauzioni d'uso particolari alle dosi terapeutiche indicate. Occorre però prediligere le assunzioni serali per evitare il rischio di sonnolenza diurna e la diminuzione o la perdita del livello di attenzione (attività professionali, conduzione di veicoli e così via). In caso di contraccezione ormonale, le donne dovranno informare il medico riguardo l'assunzione di griffonia e tenerne sotto controllo gli effetti. Gli estratti di griffonia per uso interno non possono essere somministrati in automedicazione ai soggetti epilettici, alle donne in gravidanza o che allattano, e neppure ai bambini.

Non sono stati riferiti effetti indesiderati alle dosi terapeutiche indicate. Possono comunque verificarsi disturbi intestinali di lieve entità. In questi casi, ridurre le dosi di assorbimento. Occorre evitare di assumere estratti di griffonia contemporaneamente all'assunzione di iperico (o erba di San Giovanni), genziana o di kawa kawa.


sabato 2 aprile 2016

Il bialbero di Casorzo: un caso strano

Madre natura non è come noi esseri umani, così prepotenti e intolleranti, alla ricerca di uno spazio nostro di cui siamo gelosi custodi. Noi, nella maggior parte dei casi non riusciamo a vivere in armonia con ciò che ci circonda, ma siamo portati prevaricare l'ambiente circostante per il nostro esclusivo interesse. Ci sono invece degli esempi  da cui dovremmo seriamente imparare e prendere spunto, come il Bialbero di Casorzo.

La natura ci offre esempi davvero particolari di coesistenza pacifica fra specie viventi e del tutto particolari, come il caso del Bialbero di Casorzo, in provincia di Asti. Di che si tratta? I protagonisti sono un ciliegio e un gelso, e in questo caso il ciliegio è pacificamente cresciuto sul gelso, ed entrambi gli alberi sono di dimensioni ragguardevoli.

Si tratta di un caso singolare di albero parassita, proprio per le dimesioni raggiunte dal ciliegio, circa 5 metri di altezza. Benchè noto, questo fenomeno è raro e lo è ancora di più perchè in genere l'albero parassita ha dimensioni estremamente ridotte e solitamente una vita piuttosto breve. Qui invece gli alberi hanno dimesioni normali e stanno benissimo.


Come abbia fatto il ciliegio a crescere in maniera così insolita nessuno lo sa, l'ipotesi è che forse un uccello ha lasciato cadere un seme sul gelso, e le radici devono essere cresciute attraverso cavità nel tronco di quest’ultimo. In ogni caso abbiamo l'esempio di pacifica e salutare convivenza un simbolo e un esempio su cui dovremmo riflettere anche noi.

UNA LETTERA D'AMORE (illusioni di gioventù)

Ogni tanto, mi capita di riordinare libri e vecchi quaderni che riposano placidi sugli scaffali delle mie librerie. Nel tentativo di dare un ordine logico a pagine che sembrano sconclusionate, trovo qualche vecchio pezzo di una vita che mi appare lontana e quasi sognata, come questa lettera d'amore che scrissi tanto tempo fa per qualcuno che nemmeno ne comprese il significato.

01/03/1999
Non chiedermi perché ti sto scrivendo adesso, non chiedermi perché ho ripreso a scrivere, non chiedermi perché ho meccanicamente aperto questo quaderno, dopo averne riempiti tanti e dopo averli abbandonati alla polvere di uno scaffale nascosto in una stanza ancora all'alba dell'infanzia.

Non ti saprei rispondere, ora so solamente una cosa: ti amo.
Ma non dell'amore che ci hanno insegnato, non quello dei romanzi, non quello che si sogna quando ancora non si è capito cosa sia veramente.
Io parlo di un sentimento così forte, che fa male, che fa soffrire e che, come una lama affilata e gelida, affonda proprio lì, in mezzo al cuore.

Niente romanticismo, poche sbavature da film, è la vita di questo poderoso sentimento che ci nutre; ed è come un nettare dolce, quasi un inebriante profumo che porta dentro di sé il peso e il seme di uno strazio lacerante.
Non voglio essere felice se questo porta con sé la superficialità e l'ipocrisia, il canovaccio di una fattispecie inquadrata nei canoni che la società ci rovescia addosso. Non voglio vivere la virtualità di una realtà alla quale appartengo per il solo fatto di esserci caduta.
Se l'amore è sofferenza, è disagio, è rabbia, è pianto, è capriccio, allora per quanto possa essere duro da vivere, è questo che voglio.

E se la lontananza può avere effetti così devastanti dentro me, accetto anche la devastazione, perché trionfi quel sottile dolore misto a felicità che è fiorito in quel piccolo paradiso che io stessa ho creato nel mio cuore.
Ho perso anche questa battaglia verso e contro di me, poiché avevo giurato e spergiurato che non ci sarebbe stato più spazio nella mia vita per il dolore: no, non per il dolore, ma per il vuoto lancinante e profondo che ho e che sento grande, più grande!

Probabilmente stai dormendo, e io invece sono qui, a pensare che non ci sei, che mi manchi, e che quasi non ha senso il trovarmi qui.
Vorrei dividere con qualcuno tutto questo mio arrovellio, un rimuginare continuo, ma non resta altro che scriverlo, non ho altra scelta non credi?
Ho paura che questo incendio mi consumi, ho paura che tu te ne vada con questa storia e sai perché? Lasceresti dietro di te un deserto.

L'amore che c'è in me è così grande che non può essere rinchiuso in ordinati e forti argini, devi essere tu a trovare il modo di sfruttare l'energia che da esso promana; non troverai mai acque calme, ma una laguna che riposa su un vulcano ancora in piena attività.
Riconosco di avere dei lati che sono oscuri anche a me stessa, che sono lunatica, collerica, intollerante, dispettosa; a volte, e sono molte quelle volte, mi fingo indifferente.

Ma io devo nascondermi, devo ripararmi, se non voglio essere soffocata dai miei stessi sentimenti: al centro di tutto ci sei tu.
Guardami, e non fermarti agli occhi, ogni respiro, ogni sguardo, ogni battito di questo cuore ballerino, prima che per me, è per te.


Il Fucus, l'alga bruna bruciagrassi e non solo

Con l'avvicinarsi dell'estate arriva come una sciabolata il solito e ricorrente pensiero della prova costume. Ci mettiamo davanti allo specchio e cominciamo ad imprecare contro quei chili in più che abbiamo accumulato durante l'inverno, complice il freddo e le festività che hanno minato la nostra volontà di non cedere alla gola. Che fare? Essere drastici nel prendere provvedimenti non serve a nulla e in ogni caso non fa bene al nostro organismo. Meglio affidarsi alla natura e in questo caso ad un'alga bruna dalle molteplici proprietà: il fucus.

Si tratta di un'alga bruna che i Romani ben conoscevano e che utilizzavano come rimedio ai dolori articolari, ma le sue proprietà sono anche altre, infatti oggi il fucus si usa nei disturbi legati all'obesità, alle infiammazioni, la pelle secca ed è ottimo per lo sviluppo fisico e mentale.

Uso interno: come lassativo,  favorisce la digestione e il transito intestinale in genere; colma eventuali carenze; stimola la tiroide; ottimo spezzafame grazie al suo effetto amplificatore di sazietà; antiobesità; antinfiammatorio.

Utilizzo esterno: distende i muscoli; antinfiammatorio; emolliente.


Aiuta a perdere peso grazie alla ricchezza di fibre e dà una rapida sensazione di sazietà, questo grazie alla struttura mucillaginosa dei talli del fucus, la sensazione di pienezza gastrica è molto veloce. Il forte tenore in iodio agisce da “bruciagrassi”. Si usa anche per combattere l’acidità gastrica e i bruciori di stomaco; contrasta la costipazione con un effetto lassativo; migliora l’aspetto di unghie, capelli e pelle; trattamento dei problemi tiroidei; trattamento delle carenze di vitamine e oligoelementi (re-mineralizzazione del corpo); stimolazione della tiroide. Inoltre è raccomandato per combattere l'ipertensione arteriosa e le adenopatie; trattamento delle distorsioni e sollievo per le articolazioni infiammate; astenia, stanchezza; indicato per problemi dermatologici come la psoriasi.


In fitoterapia si utilizza il tallo essiccato. Il tallo è l’apparato vegetativo dell’alga. Principi attivi: Iodio; polifenoli (attività antibiotica); polisaccaridi e mucillaggini (acido alginico, fucoidina, laminarina, fucani, fucosi, acidi uronici, zuccheri neutri). Oligoelementi: rame, zinco, selenio, calcio, magnesio, potassio, sodio, zolfo, silicio, ferro. Proteine: tutti gli aminoacidi. Vitamine: acido folico, vitamina C e B.

Dosaggio
Si raccomanda di non assumere più di 250 mg di polvere di fucus al giorno per periodi di lunga durata. Queste raccomandazioni valgono anche per le altre forme di preparazioni.
- Polvere (da diluire): da 100 a 250 mg al giorno.
- Per via orale (per combattere l’obesità e il gozzo): decotto di 2 g ogni litro d’acqua per cinque minuti. Consumare un litro al giorno.
- Come estratto acqueo: da 0,50 a 2 g al giorno.
- Tintura madre: come lassativo, per contrastare l’obesità e colmare carenze: da 20 a 50 gocce al giorno. In caso di trattamento prolungato nel tempo, è preferibile non superare i 120 microgrammi di iodio al giorno, ovvero da 120 a 240 mg di fucus in polvere.
- Estratto fluido: da 5 a 15 gocce al giorno. Seguire due cure di tre mesi all’anno per il trattamento delle carenze da iodio o per il gozzo molle.

ATTENZIONE:  un consumo regolare e di lunga durata del fucus può comportare un apporto eccessivo di iodio. Il consumo occasionale di fucus fresco apporta i nutrienti indispensabili all’organismo.

Un sovradosaggio sul medio o lungo termine può provocare un eccesso di iodio e ipotiroidismo o ipertiroidismo. E' sconsigliato alle persone che hanno problemi di tiroide. Le alghe possono essere cariche di metalli pesanti, ecco perché si sconsiglia il fucus ai bambini e alle donne incinte o che allattano. Impacchi e cataplasmi non devono essere utilizzati in presenza di piaghe o dermatosi gocciolanti. Il fucus è inoltre controindicato in caso di tachicardie, di angina (angina pectoris), di ipersensibilità allo iodio.

Inoltre un consumo prolungato di fucus può provocare un’ipersensibilità o un ipertiroidismo con palpitazioni, stress, insonnia. Assumere troppo iodio può a sua volta provocare lesioni della pelle, sviluppo di acne, salivazione abbondante o irritazioni gastriche. Per periodi prolungati, si raccomanda di non superare i 150 microgrammi di iodio al giorno.

Il fucus può essere associato senza rischi con la vite rossa per trattare problemi di circolazione; con del tè verde o con lo spincervino per favorire l’eliminazione delle tossine e nell’ambito di una dieta dimagrante; insieme alla regina dei prati allevia i dolori reumatici; con la liquirizia e l’ortica per trattare squilibri ormonali.

Gli estratti di fucus non devono essere assunti insieme ai farmaci che curano l’ipoglicemia o il diabete, né insieme a qualunque farmaco con azione sul tasso di zucchero nel sangue, perché quest’alga può provocare una diminuzione dei tassi di zucchero nel sangue. Il fucus non va assunto se si segue una cura contro l’ipertiroidismo perché lo iodio presente in forte quantità influisce sulla tiroide. Il fucus può diminuire la velocità di coagulo. Non va quindi assunto insieme ai farmaci anticoagulanti.

venerdì 1 aprile 2016

Detti toscani: Ecco fatto il becco all'oca, è firma

Il dialetto toscano verace ci regala delle perle di saggezza le cui origini sono da ricercarsi in fatterelli storici davvero interessanti, uno spaccato di vita toscana di un tempo per lo più sconosciuta alla storiografia ufficiale

ECCO FATTO IL BECCO ALL'OCA: ecco finito il lavoro, compiuta l'opera, concluso l'affare. Ma il modo di dire non è tutto qui; anzi, completo suona ancora più curioso: "Ecco fatto il becco all'oca e le corna al podestà".

Per rintracciare l'origine si sono sbizarriti i natanti, ma quasi tutti si rifanno alla spiegazione del Giacchi: "Nel parlagio o palagio, volgarmente Bergello, a Firenze, risiedeva un podestà chiamato di fuori che rendeva ragione ed emanava sentenze anco capitali. Ora chi era uscito a bene da un processo criminale acea fatto le corna al podestà, e così a dirla per vezzo un nuovo becco all'oca, poichè dal ballatoio della chiesa di Badìa talvolta si leggevano le sentenze ai rei e si benedicevano col Sacramento i condannati a morte. Sopra la porta di Badìa vi era un'aquila scolpita in sasso ed era l'arme di Ugo marchese di Toscana, che dopo la sua conversione fondò sette Badìe, tra le altre questa dei Vallombrosani. Ma la predatrice dell'etra appariva quivi così goffa che il popolo l'ebbe a battezzare per un'oca. Difatti un'antica esclamazione dice: Affè dell'Oca di Badìa! Così bestemmiavano i nostri nonni"

E' FIRMA: è cosa sicura. "Oggi è acqua firma", oggi piove certamente.


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