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giovedì 21 aprile 2016

Psicopittografia, chi vive la nostra vita?


Soffermiamoci su alcune considerazioni. Facciamoci alcune domande e proviamo a rispondere. 
Chi vive la nostra vita per noi? Probabilmente saremmo portati a rispondere che nessuno vive la nostra vita per noi, noi viviamo la nostra. 
Cosa è che ci fa vivere il genere di vita che viviamo? Come sappiamo che ci fa fare quel che facciamo? 

Le nostre abitudini, i punti di vista, le convinzioni. Evidentemente il modo di pensare determina il modo di agire. Da dove abbiamo preso queste abitudini? Perchè pensiamo e agiamo in questo modo? Da dove traiamo le nostre opinioni sulla politica, la religione, il sesso, la vita? Le abbiamo imparate dagli altri nel corso della nostra crescita. Allora forse esse non fanno parte del nostro Io originale; ma in parte sono acquisite. 

Quindi viviamo secondo abitudini e opinioni che altri ci hanno comunicato. Dunque non viviamo realmente la nostra vita. E se le attitudini acquisite son cattive, chimeriche, nocive? Supponiamo di pensare che è impossibile abbandonare l'ansia per la felicità. Allora paghiamo il prezzo per la nostra falsa idea. Ci piace pagare questo prezzo? Non credo. Dobbiamo sempre mantenere i falsi punti vista? No. E perchè no? Perchè possiamo disfarcene, poichè essendo essi semplicemente acquisiti, possiamo gettarli, come facciamo con i vecchi abiti. E poi? E poi per la prima volta vivremo la nostra vita.
Domani affronteremo "Come tornare ad aessere noi stessi".

sabato 5 marzo 2016

NON C'E' PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, è come cercare di far prendere a qualcuno una palla, che inevitabilmente rimbalza su un muro trasparente e torna indietro. Cerco invano di far capire che la mia vita è totalmente cambiata da un anno a questa parte e che vi sono cose che forse, non potrò fare mai più. Spiego, cercando le parole più semplici affinchè il ricevente comprenda che la mia vita è su una strada diversa, ma son parole buttate al vento.

Quando il tuo corpo subisce un trauma importante a seguito del quale si è dovuto intervenire chirurgicamente, ne scaturiscono alcune conseguenze, inevitabilmente. Tutto ciò che eri abituato a fare, tutto quello che caratterizzava la tua vita cambia, e di conseguenza, si è costretti a cambiare le proprie abitudini. Coloro che ci circondano dovrebbero essere in grado di capire, anche solo osservandoci, ma non sempre è così. Se sei  costretto a convivere con il dolore fisico tutti i giorni, se devi stare attento ai movimenti che fai, se devi costantemente tenere una speciale tabella di marcia di esercizi fisici, se quando devi alzarti dal letto devi mettere in atto una serie di azioni particolari, la tua vita non è più quella di prima. Ma con alcune persone è come parlare al vento. La loro mente è predisposta a pensare che fatto l'intervento tutto è risolto. Si può essere così ciechi e ottusi? Come far capire che anche la nostra mente e non solo il corpo subisce le conseguenze di tale radicale cambiamento? 

E' semplice: non si può. Si potrebbero usare tutte le lingue del mondo,  fare un disegnino,  usare il linguaggio più basso ed elementare, questo non porterebbe assolutamente a niente. 
In principio è incredulità, poi rabbia, quindi delusione, e infine rassegnazione
E' come trovarsi di fronte ad un bivio,  la biforcazione di una strada familiare che si si divide e ti costringe a scegliere, o da un lato o dall'altro, è la via di mezzo che manca.

L'obbligatorietà di questa scelta, comporta l'acquisizione e la perdita. L'acquisizione di nuove abitudini, di una nuova visione della vita da parte del soggetto agente, la perdita di ciò che era prima e di coloro che non accettano questo cambiamento. 
La mia strada adesso è nuova, profondamente diversa, ed esclude sordi e ciechi all'evidenza. Il mio percorso adesso lascia alcuni ed acquisirà altri, perchè su questo treno, che è la vita, fatto di stazioni, nel nostro scompartimento ci sono viaggiatori che salgono, altri che scendono, ma solo pochi che ci accompagnano fino in fondo.


lunedì 21 dicembre 2015

Psicopittografia, Analisi pratica della propria personalità

L'analisi di sè pone un problema che generalmente è così formulato: "Ammetto il valore dell'analisi e della conoscenza del mio Io, ma ciò non porta alla malinconia e all'egocentrismo? Non dovremmo cercare di dimenticare noi stessi?"

No, lo studio del proprio Io non può condurre all'egocentrismo. Il fine dello studio del proprio Io è la libertà interiore. La mancata analisi di noi stessi ci mantiene prigionieri. La conoscenza di sè è la chiave per evadere. Il motivo essenziale per l'analisi del proprio Io è l'unico: la conoscenza e la comprensione di sè. E' ciò di cui abbiamo bisogno, ed è il motivo per cui ci analizziamo. 

Per acquistare libertà, è necessario conoscere ciò che ci tiene in schiavitù. Per raggiungere la felicità dobbiamo spezzare le barriere che limitano la nostra libertà. Se necessitiamo di maggior forza ed equilibrio dobbiamo sapere come ottenerle dalle nostre forze naturali.  Per quanto riguarda l'oblio di noi stessi, è impossibile ottenerlo fino a quando non siamo completamente guariti. Un soldato ferito è costretto a pensare alla sua ferita fino alla guarigione. 

Lo studio del proprio Io  è suggerito  da un desiderio di guarigione interiore. Il nostro scopo deve essere quello di mutare le nostre abitudini da negative in positive. Dobbiamo  desiderare di conoscere profondamente il nostro Io. Un'analisi sincera ci indicherà la via da seguire. Studiamo il nostro Io con scopi decisamente pratici e scopriremo che esiste un modo migliore di vivere la nostra vita.

martedì 15 dicembre 2015

Psicopittografia, Ricapitolando

E per ricapitolare ecco i dieci punti essenziali:
  1. Le abitudini nocive possono essere sostituite da abitudini positive
  2. Non identificatevi con un'abitudine indesiderabile essa non fa parte dell'Io reale
  3. Assimilate le Immagini Mentali. Fatele lavorare a vostro profitto
  4. L'atteggiamento mentale determina il genere di vita che conduce
  5. Non opponetevi alle nuove verità, esse vi renderanno la libertà
  6. Innalzate il livello di conoscenza
  7. Otterrete magnifici risultati trasformando le abitudini di vita da negative in positive
  8. Siete legati ad un triste passato per mezzo di catene mentali: spezzatele
  9. Non attaccate mai frontalmente un'abitudine per sconfiggerla. E' solo con la comprensione che potete eliminarla
  10. Ascoltate il messaggio segreto dell'esperienza. Lasciate che esso vi aiuti a formare abitudini che vi saranno utili

lunedì 19 ottobre 2015

Psicopittografia, la non identificazione

Continuiamo a sondare il metodo della non-identificazione. Non dite: «Sono di cattivo umore» o «Sono distratto». Ogni volta che lo fate, rafforzate in voi l'illusione che voi e le vostre abitudini siete la stessa cosa. Per lo stesso motivo per cui voi non siete l'abito che portate, voi non siete le abitudini che coltivate. 

Quando la mente è in grado di capire questa verità, e cioé ho un'abitudine è solamente qualcosa di acquisito, essa è in grado di vedere che l'abitudine non è necessariamente un elemento permanente della struttura interiore. Poiché un'abitudine è acquisita, essa può esser respinta. Una cattiva abitudine, è una parte del falso Io. Quando il falso Io viene distrutto dalla Psicopittografia, le cattive abitudini si disperdono da sole. 

Ai tempi della navigazione a vela, i capitani inglesi e americani si trovarono in presenza di un problema particolare. Navigando verso ovest dall'Inghilterra a Boston,il viaggio richiedeva più tempo di quello impiegato nella traversata da Boston all'Inghilterra. In realtà nella traversata verso ovest si impiegavano due settimane in più, il che rappresentava un notevole spreco di tempo e di energia.Gli armatori sottoposero il problema a Beniamino Franklin che, a sua volta, consultò un veterano del mare, un capitano di nome Timoteo Folger. « Occorrono due settimane in piii - spiegò Folger - perché non considerate la Corrente del Golfo. Quando navigate verso ovest, la corrente ostacola la nave, che rallenta almeno tre miglia all'ora. [Immagine mentale 20] 
Non si deve lottare contro le cattive abitudini. Un attacco frontale non fa che aumentare il loro potere. Noi dobbiamo navigare nelle acque naturali.

lunedì 9 giugno 2014

Come evitare di ripetere gli stessi errori

Non avete mai notato come l'uomo tende a ripetere le cose che gli hanno nuociuto in passato? Non parlo solo dei delinquenti cronici, e degli alcoolizzati, ma di coloro che ripetono
azioni che sono loro nocive. Queste abitudini non sono che errori personali perché fanno del male all'individuo che le commette e a coloro che gli sono vicino. Perché dunque un individuo ripete sempre gli stessi errori? Perché non conosce un modo migliore per comportarsi.

Non sa che è meglio comportarsi secondo la legge; non riesce a capire che l'amore e non l'odio ha in sé la ricompensa. Non sa come render felice se stesso. L'unica soluzione è nel seguire gli insegnamenti di questo libro. Bisogna cominciare a pensare che esiste un modo migliore di vivere la vita.

Immaginate un alpinista sorpreso dalla tempesta. Vedendo l'unica salvezza in un albero vi sale sopra. Poi; pensando a un rifugio migliore, corre ad un secondo albero e poi ad un terzo, ma nessuno è in grado di proteggerlo. Gli viene l'idea che nelle vicinanze ci sia una grotta e infatti ne trova una. La grotta è un po' meglio dell'albero ma è umida e scura. Cerca altre grotte, ma tutte inospitali. Infine scorge una luce in lontananza. Egli capisce che là c'è la capanna di un guardaboschi. Avrebbe potuto scegliere la capanna al primo tentativo di rifugiarsi 190 ma l'ansietà e la confusione avevano offuscato la sua mente, «Non ammettere mai che la prima cosa che vedi è tutto ciò che esiste! » [Immagine mentale 85]

La legge spirituale dice: «Se un uomo intravvede la possibilità di uno stato migliore, la sceglierà in ogni occasione. » Le abitudini inferiori svaniscono mano a mano che si rivelano quelle superiori.
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