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domenica 20 marzo 2016

La Piramide di Edfu, un mistero dell'antico Egitto

4600 anni fa, presso l'insediamento di Edfu, nell'Egitto del sud, si stagliava, magnifica, una piramide a gradoni. Essa, riportata alla luce da un gruppo di archeologi, è di circa un paio di decenni in anticipo rispetto alla Grande Piramide di Giza.

A differenza delle altre piramidi però, questa, non ha camere interne, perciò gli archeologi hanno dedotto che non è stata utilizzata per la sepoltura. Il suo vero scopo, quindi, è un autentico mistero. Il team degli archeologi sapevano dell'esistenza della struttura sepolta ad Edfu,  ma non era mai stata riportata alla luce prima che la squadra guidata da Gregory Marouard, ricercatore associato presso l’Oriental Institute di Chicago, cominciasse gli scavi nel 2010. Come è accaduto a molte piramidi famose, anche la piramide di Edfu, rimasta sepolta sotto uno spesso strato di sabbia, è stata saccheggiata di numerosi suoi blocchi.

A dire il vero, nessuno pensava che si trattasse di una piramide. Anche gli abitanti di un villaggio vicino pensavano fosse la tomba di uno sceicco, un santo musulmano locale. Da quanto emerso durante gli scavi per riportarla alla luce, la piramide è stata costruita con blocchi di arenaria estratti da una cava a circa 1 km di distanza e con malta di argilla. Come spiega Marouard: "La costruzione riflette una certa cura e una vera e propria esperienza nella padronanza della costruzione in pietra, in particolare per l’adeguamento dei blocchi più importanti".

 Nel momento in cui è stata riportata alla luce, l'altezza della piramide era solo 5 metri, ma in base alle analisi effettuate  essa doveva innalzarsi  per quasi 13 metri. Lo stile architettonico è molto simile a quello della piramide a gradoni costruita da Djoser (2670-2640 a.C.), il faraone che secondo la cronologia classica ha costruito la prima piramide d’Egitto, all’inizio della terza dinastia. Questa tipologia di piramide si ritrova un po' in tutto l’Egitto,  nei pressi dei più importanti insediamenti. Non avendo camere interne e non essendo destinate alla sepoltura, la loro funzione  rimane ancora un mistero. L'ipotesi più accreditata è che avessero una funzione simbolica, forse un qualche ruolo rituale come l'affermazione del potere del faraone nelle provincie meridionali.

Queste piramidi "provinciali" si somigliano incredibilmente, quindi è logico pensare che fossero accomunate da uno scopo comune. Sulle facciate esterne, sono stati trovati una serie di geroglifici, e tali  iscrizioni sono situate accanto ai resti di neonati e bambini che sono stati sepolti ai piedi della piramide. I ricercatori però, pensano che le iscrizioni e le sepolture risalgano a molto tempo dopo la costruzione della piramide, dato che la struttura non era originariamente intesa come luogo di sepoltura.

domenica 29 novembre 2015

Il respiro del Tiglio


Il suono dei miei passi era attutito da una leggera nebbia mattutina, grigia e umida, ma non così fitta da impedirmi la vista. Seguivo a testa bassa il ritmo regolare dei miei passi lungo la stradina stretta e solitaria che costeggiava i verdi e muscosi canali sul cui greto, sassoso e vuoto, occhieggiavano splendide conchiglie di fiume, le cui valve aperte mostravano la lucida madreperla. 

 Era freddo, e certo rimanere al calduccio era stata una forte tentazione, ma dovevo camminare, e quella solitudine agreste consolava in parte il disagio stagionale.
Sapevo inconsciamente dove ero diretta, ma preferivo non prestarvi attenzione, e mi aiutavo in questo sbirciando i casolari lungo la strada, dove razzolanti e grasse galline, si riposavano appollaiate sui pioli di una scala che metteva in comunicazione la fredda terra con il fienile. Ogni tanto un solitario e dondolante papero mi accompagnava per qualche tratto. 

Svoltai a destra e continuai la mia marcetta, era la strada che in primavera avevo percorso in bici, una di quelle biciclettine fuori moda, un po' gracchiante, con le ruotine piccole, che nulla aveva a che fare con le moderne mountainbikes e i loro cambi sequenziali, una biciclettina su cui puoi pedalare con i jeans e le scarpe da ginnastica senza abbigliamento tecno e integratori. Mi accorsi che stavo sorridendo e mi compiacqui. Istintivamente rallentai, e alzai la testa, che fino a quel momento guardava imperterrita la stradina e i piedi: eccolo!

Allargai le mani e le tesi verso le volute delle molteplici braccia del verde Briareo dormiente: il mio amico tiglio. Andai ad abbracciare il suo enorme e nodoso tronco, rifugio di piccole e indifese creature, e vi appoggiai l'orecchio per sentire il suo respiro. Mi accostai, chiusi gli occhi e lasciai andare a lui i miei pensieri, nel cui turbinio colsi i versi di una filastrocca che recitai: 

"Bel vitellino accucciati,
sta' con la tua pastora 
e non l'abbandonare,
come quel giovin principe
che la sua dolce sposa,
sotto il frondoso tiglio
lasciato ha lagrimosa"

Feci fluire tutte le mie sensazioni, e mi guardai intorno: la casa del mio amico tiglio aveva delle particolarità cui non avevo fatto gran caso prima. Non tanto il bel prato, letto delle sue profonde radici, ma la casa abbandonata a poca distanza da lui, sul tetto della quale spuntava in ferro battuto, l'orizzontale falce della luna araba. Lì vicino in pietra grigia, un mezza piramide su piedi di leone. Baluardo segreto di un moro in fuga in una campagna totalmente estranea ai fasti dell'Alhambra? 
Solo la secolare presenza del mio amico tiglio ne custodiva la storia, ma non feci domande, mi accontentai della sua benevola accoglienza. Indugiai ancora un poco, indi presi congedo e, ripresi i miei passi, tornai.

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