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lunedì 4 gennaio 2016

Moringa oleifera: proprietà e benefici

Se non avete ancora sentito parlare della moringa oleifera, detta anche "albero miracoloso" oggi avrete un motivo in più per incuriosirvi. La moringa cresce nelle zone equatoriali e tropicali, ha dei fiori bianchi e foglie del colore dello smeraldo.  E sono le foglie ricche di sostanze benefiche che sono un potente rimedio per la salute, anche se tutta la pianta è commestibile.

Le foglie della moringa sono ricchissime di vitamine, proteine e sali minerali e  si possono consumare crude nelle insalate, oppure cotte, come faremmo nel caso degli spinaci. Contengono il triplo del potassio rispetto alle banane e 8 volte la vitamina C presente nelle arance, e poi vitamina A, vitamina E, vitamina K e vitamine del gruppo B.


Per quanto riguarda i suoi frutti, la tradizione vuole che abbiano poteri afrodisiaci  dai quali possono trarre vantaggio sia gli uomini che le donne. Si consumano previa bollitura dei loro baccelli, che sono conosciuti con il nome di "mazze da tamburo".

Le proteine invece sono contenute nei suoi semi da cui viene estratto un olio molto saporito e adatto all'alimentazione umana,  e che ha una caratteristica molto importante: non irrancidisce. Dopo l'estrazione dell'olio, dai semi si ottiene una pasta residua dall'elevato contenuto proteico, che risulta completo: presenta cioè tutti gli aminoacidi necessari al nostro organismo per il proprio corretto funzionamento. La moringa contiene 18 aminoacidi e 9 aminoacidi essenziali.

Grazie al contenuto di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie essa è efficace nel proteggere il sistema immunitario, favorire una buona circolazione e una digestione sana, riequilibrare il metabolismo, regolare i livelli ormonali, trattare l'acne e garantire una pelle più morbida. I suoi impieghi curativi nell'ambito della medicina naturale spaziano dalla cura del raffreddore e della febbre all'impiego nel trattamento di infiammazioni e di problemi digestivi o di ipertensione.

La moringa viene impiegata non solo nell'alimentazione, ma anche in cosmetica per ottenere dei prodotti dall'elevato contenuto nutritivo, oppure adatti per prendersi cura in modo naturale della pelle, attraverso l'impiego di creme specifiche. Per quanto riguarda l'alimentazione, la moringa viene impiegata per la preparazione di succhi e di integratori adatti, ad esempio, a favorire una sana circolazione sanguigna e a mantenere i normali livelli di glucosio nel sangue.

A livello di integratore troviamo la polvere estratta dalle foglie di moringa, che può essere impiegata in vari modi: in aggiunta a succhi e frullati, nella preparazione di infusi o come condimento. La polvere di moringa è utile per facilitare il sonno e per migliorare la produzione di latte durante l'allattamento. I prodotti a base di moringa possono essere acquistati online e presso i distributori autorizzati.

E poi ci sono le radici, che però per l'uso alimentare hanno alcune controindicazioni, in quanto contengonoun alcaloide, chiamato spirochina, che potrebbe interferire con la trasmissione nervosa. Per questo viene sconsigliato un consumo eccessivo delle radici di moringa, che di solito vengono utilizzate in cucina come aromatizzante.

venerdì 6 novembre 2015

Fiore di loto bianco, un fiore bellissimo dalle straordinarie qualità

Il bellissimo fiore di loto oltre ad essere una splendida pianta ornamentale che schiude i suoi petali in estate, ha una storia ricca di simbolismo poichè è associato alla purezza e alla vitalità. Oltre a ciò ha delle particolari proprietà terapeutiche conosciute soprattutto in oriente e in particolare dai cinesi che si occupano da oltre 2000 annni della sua coltivazione. Del loto si utilizza tutto, dai semi alle foglie.
Ha proprietà febbrifughe, cardiotoniche e  migliora la circolazione, soprattutto quando fa caldo. Ogni componente del fiore, però, ha una sua funzione specifica che si abbina sempre a una efficace azione antiossidante, in particolare sul collagene.

Prova della sua vitalità è il fatto che negli anni Novanta venne scoperto un seme di fiore di loto che era riuscito a germinare dopo essere stato dormiente per 1200 anni e questo grazie alla presenza di un particolare enzima che impedisce il deterioramento delle proteine. L’enzima contenuto nel seme di loto blocca l’effetto dell’ossidazione sulle proteine, che aumenta per effetto dell’età, dello stress o anche della stanchezza; in questo modo si evita che il processo di invecchiamento subisca un’accelerazione.


Del loto si utilizzano anche i petali, da cui si ricava anche un olio fortemente lenitivo. Una volta essiccati, i fiori sono indicati per le loro proprietà sedative e calmanti. È ormai confermato il collegamento tra stress e invecchiamento precoce e il loto ci offre un rimedio sano e innocuo per allontanare velocemente le tensioni che accelerano anche il decadimento cellulare.

Se si vuole ottenere il massimo beneficio si può consumare una tazza di preparato con 125 ml di acqua, calda ma non bollente, a cui va aggiunto un cucchiaino di petali essiccati di fiore di loto (in erboristeria, dove esiste anche l’infuso di loto già pronto). Bevetene 2 tazze al dì.

Si possono inoltre sfruttare le proprietà sedative dell’olio essenziale del fiore di loto: procuratevi 50 ml di olio di camelia, ricco di flavonoidi e catechine antirughe, a cui aggiungerete 5 gocce di olio essenziale di fiore di loto e 5 gocce di neroli. Versate l’emulsione nella vasca da bagno, e immergetevi nell’acqua calda.

Le foglie di loto sono inoltre un rimedio ideale in caso di ristagni. Di solito si trovano le foglie essiccate nei negozi di prodotti orientali e la dose consigliata è di 10 g da mettere in infusione in acqua calda e bere come tè. Il tè di loto asciuga gli eccessi di ritenzione idrica dell’organismo e abbassa il livello di lipidi nel sangue. Bevuto 2 volte al giorno per almeno 2 settimane garantisce un miglioramento della circolazione a livello periferico. Un ottimo rimedio, quindi, per chi soffre di rigonfiamento degli arti dovuto al caldo.

Non dimetichiamo le radici. Le macchie solari sono il prodotto di un ristagno della circolazione sanguigna: per ripulire il sangue potete consumare un pezzettino di radice di loto cotta al vapore, aggiungendola di tanto in tanto a sughi, contorni e insalate.

Per le macchie dell'età dovute alla costante esposizione al sole potete utilizzare questo rimedio: mescolate un cucchiaio di farina di riso, un cucchiaio di semi di loto pestati (senza pelle), un pezzettino di radice di loto grattugiata, un cucchiaino di miele e latte di mandorle fino a ottenere una crema. Stendete la maschera sul viso la mattina prima di esporvi al sole, tienete in posa 10 minuti, sciacquate e applicate la crema solare.

La malva, il rimedio di Cicerone e Marziale

La malva, erba umile e agreste, fu tuttavia esaltata dalla scuola pitagorica come capace di grandi imprese: anche quella di liberare il corpo dalla schiavitù delle passioni. Senza arrivare a tanto, i medici concordano nell'affermare che un infuso di malva è eccelletnte per rimediare agli stati di infiammazione: coliche, cistiti, crampi, ascessi, mal di denti, mal di gola.

La malva agisce stendendo sul luogo del dolore la sua mucillagine, sostanze di cui è ricchissima , tenera, gelatinosa soave come una carezza. Per quanto ci si riferisce al sonno, dunque, la malva (Malva silvestris o rotundifolia) non potrà recar solievo se le turbe sono da imputare alla sfera delicata dell'anima e della psiche, ma solo quando si è resi inquieti da un malessere fisico.


La malva si può anche mangiare in minestre, frittate e in luogo degli spinaci. Cicerone e Marziale ne facevano gran uso, il primo per liberare il ventre pigro e restio (ufficio che anche l'infuso compie in modo eccellente) , il secondo per cancellare gli effetti di un'orgia.

Come racconta Virgilio, le capre malaticce brucano malva ad ogni pasto; i cavalli con la gastrite si giovano di un infuso di malva proporzionato alla loro taglia: 200 grammi di fiori e foglie in 5 litri d'acqua. Per l'uomo la dose è di 10 grammi in 5 litri d'acqua a bollore, cioè circa 1 cucchiaio di sommità fiorite (anche fresche) per ogni tazza.

In luogo della malva si può far uso della bismalva (Althea officinalis) ancor più persuasiva perchè è la due volte malva. Decotto di radici: 1 cucchiaino di frammenti per ogni tazza, far bollire 3-4 minuti. Il sapore non è strordinario: se si uniscono 2-3 frammenti di radice di liquirizia, le tisane di malva migliorano.


mercoledì 28 ottobre 2015

La valeriana, per gli emotivi

La valeriana (Valeriana officinalis), come la belladonna usata sin dai tempi molto antichi, è tra le piante apprezzate dalla farmacopea ufficiale ed è un costituente importante di molti farmaci sedativi attuali. Prima di diventare pillola, è un'erba con foglie argentee e un bel pennacchio di fiori rosa, dall'odore dolciastro e nauseabondo, che emana in particolare dalle radici pestate, la parte vegetale che più contiene la droga attiva; e purtroppo perdura anche dopo la lavorazione. Se all'uomo non piace, piace invece molto ai gatti e ai topi.


Valere in latino significa godere di buona salute; il nome dato alla pur maleodorante valeriana si riferisce ad essa come erba che presiede al benessere. Esercitando un'azione sedativa sul sistema nervoso centrale, e diminuendo la sensibilità, ridimensionando le emozioni e colorando di rosa le aspettative, è il rimedio per tutti i nevrastenici, gli ipersensibili, gli emotivi, i fragili, i trepidanti, gli ansiosi.

E poichè tali caratteristiche rispondono in particolar modo alla natura femminile, si giustifica il detto popolare: "Se una donna vuol star sana, prenda sempre valeriana". La valeriana ha anche potere antispasmodico e rilassante; non per nulla nel passato è stata impiegata come coadiuvante nell'epilessia.

Per coloro che quando si coricano si sentono oppressi e depressi, oppure si sentono gelare o scottare, che hanno pensieri angosciosi e una maledetta paura del futuro, una tazza di pozione alla valeriana può essere di dolce conforto.

La valeriana non si prepara in infuso perchè la radice è più attiva quando è fresca e teme il calore; mettere 10-15 grammi di radice fresca di valeriana in una tazza d'acqua al mattino, filtrare e bere prima di coricarsi.

lunedì 10 agosto 2015

Erbe in tintura, infuso, olio essenziale, Bardana

Oggi ci dedichiamo alla Bardana una pianta dalle indubbie qualità drenanti e depurative.

BARDANA
Se ne usano le radici e le foglie. Ha proprietà depurative, ipoglicemizzanti, antireumatiche, antisettiche. Si impiega in caso di dermatosi (acne, eczemi), morbillo, rosolia, diabete mellito, forme reumatiche.

Utile in tutti i casi in cui si desidera un'azione depurativa e disintossicante, soprattutto al cambio di stagione. Assumere 40 gocce di tintura madre in un po' d'acqua 3 volte al giorno per cicli di 2 mesi; in alternativa 200 mg di estratto secco in capsule 3 volte al giorno per cicli di 2 mesi.

Come depurativo: porre un cucchiaino di radici taglio tisana in una tazza di acqua in ebollizione; far bollire lentamente per 3 minuti, quindi lasciar riposare per altri 5 minuti, poi filtrare e bere 2-3 tazze al giorno lontano dai pasti per cicli di 2 mesi.

martedì 4 agosto 2015

Tisana, infuso e decotto, ma la differenza?

Tutti ne parlano, ma chi veramente, se interrogato sa spiegare quale differenza sussiste tra tisana, infuso e decotto? A volte persino in qualche erboristeria serpeggia l'ignoranza. La principale differenza fra i tre sta nella scelta degli elementi naturali: radici, fiori, frutti e foglie. Non solo il quid sta naturalmente, nella preparazione.

Per la tisana si utilizzano indistintamente sia le parti tenere sia quelle legnose delle piante, che poi vengono gettate in acqua già bollente, con un tempo di riposo massimo di 5 minuti.

Per peparare un infuso si utilizzano invece le sole parti tenere delle piante, come fiori e foglie, sulle quali viene versata dell'acqua bollente filtrando poi il liquido dopo 5-10 minuti.

Per il decotto si scelgono invece le parti più resistenti e dure, come radici e cortecce, che si mettono in acqua fredda e si lasciano bollire per 5-10 minuti. Dopo il tempo di bollitura si lascia riposare il tutto per altri 10 minuti e infine vengono filtrate le parti naturali con il loro liquido.

lunedì 3 agosto 2015

La tecnica della macerazione: come estrarre i principi attivi dalle piante

Consiste nel lasciare a contatto per un tempo più o meno lungo la droga con un solvente adatto. Questa tecnica si utilizza, in via preferenziale rispetto alla spremitura, quando non si ha a disposizione un percolatore, ma anche quando i principi attivi da estrarre sono:
a) molto solubili:
b) alterabili dal calore;
c) molto volatili.

Macerato

La natura della droga influenza notevolmente l'estrazione. Se infatti dobbiamo estrarre da tessuti particolarmente coriacei, come radici o corteccia, possiamo provare a lavorare a temperature maggiori della temperatura ambiente (max 35° C, altrimenti abbiamo la digestione) in modo tale da aumentare l'energia cinetica del sistema, e quindi dei fluidi. 

La macinazione della droga è un'ottima tecnica di preparazione all'estrazione, in quanto aumenta l'area superficiale di dissoluzione. La scelta del solvente adatto richiede particolare attenzione. Il solvente deve essere affine ai principi attivi che vogliamo estrarre. Inoltre è possibile utilizzare solventi alcalini o basici per estrarre quelle sostanze che salificano in quel determinato ambiente.

sabato 16 maggio 2015

GIOCAVO SOTTO UN SALICE PIANGENTE

Nascosto dietro un palazzo, c'era un piccolo rigoglioso giardino, dove un manto d'erba verde e morbida cresceva ben curata. Era un giardino silenzioso, casa di uccelletti tondi e canterini, al centro del quale si trovava un bellissimo salice piangente, le cui morbide e folte fronde ricadevano, languide e suadenti, sull' erba. Giocavo lì, nascosta dalle fronde del salice, in quella casa verde che mi nascondeva agli occhi del mondo.

Solo il venticello sapeva che c'ero io lì sotto, fra le verdi pareti del saggio salice, nelle quali i raggi di un antico sole primaverile si affacciavano indiscreti e forse un po' sfacciati a curiosare. Era un semplice riparo quello che il salice mi offriva, e mentre intenta nei miei giochi, mi muovevo nel suo abbraccio, lui parlava sobriamente, dondolando in un quasi impercettibile fruscio, gli eleganti rami le cui lanceolate foglie abbracciavano il tappeto erboso.


Era una solitudine meditativa la mia, lontana da rumori stridenti della vita intorno, solitudine in cui i sensi non avevano ragion d'essere, perchè inutili orpelli di un equilibrio ben più alto, dove unica protagonista ricettiva era la sensitività dell'anima. I miei giochi non avevano bisogno di oggetti, era la mente che creava ogni cosa, nello stile e in tono con la capanna verde che m'accoglieva benigna.

Fra le radici nodose sedevo volentieri, quasi a ritirarmi nell'incavo del suo tronco e immergermi nel lento scorrere della sua linfa, compenetrandomi del suo essere, respirando il suo sapere, non domande, non risposte.

Era un magico solipsismo il nostro, radicato nella sua corteccia, compenetrato nel mio io più profondo. Poi un giorno, un'anima stanca si addormentò per sempre ai suoi piedi e nulla fu come prima. Il salice non potè più ospitarmi, nè più parlò, lo guardavo di lontano e mi sembrava in altro mondo.

Qualche anno dopo qualcuno decise di tagliarlo, non ricordo più perchè, ricordo che mi fece male, ne udii la sofferenza, gli ultimi echi della sua voce che dal mozzo tronco si spargevano intorno. Dopo più di trent'anni ci son passata ieri in quel giardino, e ho guardato là, dove stava il salice nulla più è cresciuto, solo l'erba verde resiste ancora. Mi son fermata solo un attimo e ho ancora udito quella sofferenza.

mercoledì 15 gennaio 2014

Oggi nella mia rubrica: erbe in tintura, infuso, olio essenziale, Echinacea

L'Echinacea è presente in molti integratori utili al rinforzo delle nostre difese immunitarie, soprattutto nei periodi autunnali quando le sindromi parainfluenzali la fanno da padrone, impossessandosi delle nostre vie respiratorie. 
ECHINACEA
Se ne usano le radici. Ha proprietà stimolanti del sistema immunitario e antinfiammatorie. I costituenti attivi attualmente ritenuti responsabili delle proprietà antivirali e immuno stimolanti sono molteplici, dalle glicoproteine alle alchimiadi, ma in particolare il gruppo dei polisaccaridi (fra i quali arabinogalattani e arabinoxilani). Delle sue proprietà antibatteriche, invece, è responsabile l'olio essenziale, ricco in terpeni, che è presente tuttavia in scarsa quantità. Si usa per la prevenzione e cura di malattie da raffreddamento, ferite, scottature, afte, ulcere, dermatiti in genere. Assumere 30-50 gocce di tintura madre in un po' d'acqua, 3 volte al giorno, fino alla scomparsa dei sintomi. In caso di afte, mal di gola: aggiungere 40 gocce di tintura madre a un bicchiere d'acqua e utilizzare la miascela per gargarismi.

lunedì 16 dicembre 2013

Oggi nella mia rubrica: polveri

Le polveri in galenica sono delle erbe essiccate (o minerali) finemente contuse e/o macinate. Una volta si usava aquesto scopo il mortaio e il pestello, utilizzato ancora oggi per piccole dosi. Per dosi elevate si usano delle apposite apparecchiature o frullatori speciali. Alcuni si servono del macinacaffè elettrico, che è di per sè particolarmente adatto. Le polveri normalmente si conservano in appositi recipienti meticolosamente contrassegnati con l'indicazione del contenuto e la data di preparazione. E' invece preferibile sminuzzare finemente le erbe solo quando servono (sono infatti particolarmente deperibili se polverizzate). Anche certe tinture ed estratti (specialmente di radici, di legno, corteccia, steli) si preparano sminuzzandoli in modo grossolano, perchè è facilitata l'estrazione delle sostanze attive dai tessuti molto duri e densi.
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