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venerdì 11 settembre 2015

Coriandolo, olio essenziale

Nome botanico: Coriandrum sativum
Famiglia: Ombrellifere
Provenienza: Mediterraneo orientale
Estrazione: dai semi
Profumo: dolce, fresco, speziato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Mercurio, Marte
Proprietà: digestivo, analgesico, antispastico, afrodisiaco, antifermentativo, stimolante, battericida
Principali indicazioni: digestione lenta, meteorismo, fermentazioni intestinali, intossicazioni, stanchezza, reumatismi, dolori muscolari, stati febbrili


Il coriandolo è una piccola pianta erbacea che ricorda il prezzemolo, nota fina dall'antichità: i suoi semi furono trovati anche nelle tombe egizie e infatti pare che la qualità migliore provenisse proprio dall'Egitto. Il nome della pianta deriva dal greco koros, che significa scarafaggio. Infatti quando è fresca emana un odore sgradevole, che però migliora con l'invecchiamento. La medicina antica ne conosceva le virtù e lo indicava sotto forma di infusi, per stimolare l'appetito, curare lo stomaco e il fegato, per attenuare le conseguenze di un eccessivo consumo di bevande alcoliche, per la diarrea e gli stati febbrili. Per i Greci aveva fama di inibire il desiderio sessuale, mentre in Oriente era ricercato per le sue capacità inebrianti e afrodisiache.

Gli Egizi aggiungevano semi di coriandolo al vino per aumentare lo stato di ebbrezza. L'essenza di coriandolo condivide con altre piante appartenenti alla sua stessa famiglia, come il cumino o il finocchio, una particolare affinità per l'apparato digerente. Stimola le funzioni digestive e combatte le fermentazioni intestinali. E' inoltre leggermente riscaldante, analgesico e stimolante, caratteristiche che lo rendono utile, per massaggi o bagni, in caso di dolori, raffreddore, stanchezza. Come per altre essenze a piccole dosi esercita un effetto stimolante, a dosi maggiori deprime il sistema nervoso. Se ne consiglia l'uso moderato.


Gua Sha, antica terapia contro il dolore causato da cattiva circolazione

Avete mai sentito parlare del Gua sha? Si tratta di un'antica tecnica terapeutica della medicina tradizionale cinese. Il Gua sha va a curare tutti quei disturbi la cui causa è una stasi di sangue (sia interna che esterna) e conseguentemente alla stasi si verificano blocchi della circolazione sanguigna nei tessuti che possono essere causa di emicranie, dolori cervicali, nevralgie. E' una tecnica inoltre che è efficace anche nel trattamento di zone in cui la circolazione sanguigna è insufficiente come secchezza cutanea, pelle atonica muscolatura ipotonica.


Nella pratica questa particolare tecnica apporta flusso di sangue nei capillari cutanei migliorando sensibilmente la circolazione nei tessuti. Si pratica con piccoli attrezzi di forma e materiale adatti a questo tipo di terapia attraverso lo strofinamento di questi ultimi sulla cute con una tecnica ben precisa. Nella parte del corpo che subisce questo strofinamento avviene uno stravaso di sangue sottocutaneo la cui conseguenza è la comparsa di piccole macchie che però svaniscono in pochi giorni, ma il sollievo al dolore è praticamente immediato. Questo tipo di terapia ha un'azione antinfiammatoria nei confronti patologie croniche e migliora la risposta immunitaria. Tale azione antinfiammatoria è efficace per le infiammazioni allergiche, l’asma, le malattie infiammatorie intestinali, come la colite ulcerosa, e i sintomi dell’epatite acuta e cronica.

Ma vi sono altre patologie che migliorano sensibilmente con questo tipo di trattamento:  la nevralgia post-erpetica, la mastopatia fibrocistica, la fibromialgia. Questa sorta di universalità di applicazione ad una così vasta gamma di patologie è dovuta a tre azioni di questa tecnica:
– regolazione del flusso ematico e miglioramento della perfusione dei tessuti,
– antinfiammatoria,
– immunostimolante

E' necessario fare delle precisazioni:

1) Le macchie cutanee che compaiono a seguito dello strofinamento durante la seduta non sono la conseguenza della rottura dei vasi capillari, bensì dalla fuoriuscita del sangue attraverso l’endotelio vascolare che è permeabile.

2) Oltre al sollievo dal dolore, la comparsa delle macchie nelle zone trattate evidenzia la presenza di una ipossia dei tessuti, quindi di uno stato patologico da trattare, ma non solo, se nelle sedute successive, le macchie compaiono di nuovo è chiaro che la patologia necessita di tempi lunghi per un significativo miglioramento.

3) E' una terapia di cui usufruire anche a scopo preventivo perchè migliora enormemente la microcircolazione.

4) Se praticato correttamente (lentamente, con un angolo inferiore ai 45° e con una pressione moderata e per una durata non superiore ai 30 minuti) su un paziente disteso, in posizione comoda e con i muscoli rilassati, non è doloroso.

5) Attenzione: è una tecnica che va praticata su pelle lubrificata e con attrezzi di forme e materiale appositi.

6) Notare bene: il Gua sha è una tecnica terapeutica e prima di praticarla su chiunque è necessaria una valutazione del paziente e del suo stato di salute. Inoltre non va assolutamente praticata in caso di patologie ematiche (trombocitopenia, leucemia, porpora allergia, terapia con anticoagulanti), di fratture ossee non ancora guarite, di tumori maligni. Non va praticato mai sull’addome di donne in stato di gravidanza o mestruate. È anche sconsigliato utilizzarlo da parte di chi non ha sufficiente conoscenza e non ha appresso la tecnica in modo appropriato.


giovedì 10 settembre 2015

Semel in anno licet insanire

Questo splendido adagio è e rimane fra i miei preferiti. Ai bei tempi della vita goliardica universitaria si spendeva spesso fra i corridoi dell'Ateneo. 

Lo sappiamo tutti e la storia ce lo insegna, che i Romani erano dei buontemponi, propensi al massimo alla vita godereccia, al buon cibo, alle seduzioni dei sensi, prova ne è, per chi lo conosce, il Satyricon di Petronio Arbitro, che ci illustra un vivacissimo spaccato della vita ormai decadente, dei ricchi patrizi romani, indeboliti dalle seduzioni degli ozi.

Semel in anno licet insanire: una volta all'anno è lecito impazzire. Seneca citato da Sant'Agostino, De civitate Dei. Il senso è analogo a quello del detto "fare uno strappo alla regola".
E tutto è concesso, quando fatto con moderazione e intelligenza.

Pietre e cristalli, Pietra di Luna

Associata alla luna, il mito racconta che fosse indossata dalla dea Diana e in Oriente amuleti di pietra di luna erano spesso appesi ad alberi da frutto per assicurare colture feconde e abbondanti. Nel medio evo, dagli alchimisti, si riteneva che se tenuta in bocca, la pietra di luna poteva contribuire a far prendere decisioni appropriate.

PIETRA DI LUNA
Caratteristiche: silicato di potassio e alluminio; sistema monoclino; cristalli prismatici tabulari o colonnari; spesso geminati, oppure masse granulari compatte; generalmente incolore o bianca, ma anche rosa, gialla e marrone. Può essere confusa con il gesso e la clacite, che sono però più teneri. Famosi i cristalli rinvenuti a Carlsbad, Flims, Villadreu, Zillertla e Marienburg. In Italia sono noti gli splendidi cristalli rosa del granito di Baveno, quelli bianchi di San Pietro in  Campo e della Val di Vizze.

Proprietà: porta equilibrio tra cervello e cuore, agisce quindi sugli stati emozionali eccessivi placandoli e aumentando la razionalità
Disturbi: agisce beneficamente sugli ormoni e sulle ghiandole; equilibra il ciclo mestruale e aumenta la fertilità; ha un'azione disintossicante
Associazione con i chakra: secondo e quarto


Sii generoso con chi ha meno di te, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Ci sono milioni di persone che non hanno i mezzi per vivere e molte organizzazioni che inviano aiuti ai Paesi del terzo Mondo dipendono dalla nostra generosità. Non solo, molte delle persone che ci circondano nel nostro stesso paese vivono in condizioni di indigenza. L'azione di questa settimana consiste nel dare sostegno ai meno fortunati, iniziando da chi vive accanto a noi

  • Ogni giorno una quantità impressionante di cibo finisce nella pattumiera, scartata con leggerezza. Buttiamo via alimenti che abbiamo lasciato scadere nel frigorifero o avanzi che non siamo riusciti a finire perchè avevamo già mangiato abbastanza. Nei ristoranti tutte le settimane vengono gettate pietanze in condizioni perfette per il valore di migliaia di euro, e i cassonetti traboccano di viveri sufficienti a sfamare un esercito
  • E' come se fossimo "anestetizzati" alla vista di tanto spreco, lo consideriamo una parte della nostra vita. Il pianeta è ormai sommerso dai rifiuti e lo stiamo soffocando a causa di innumerevoli comportamenti sconsiderati. 
  • Da soli non saremo mai in grado di sfamare il mondo intero, ma nel nel nostro piccolo possiamo contribuire ad aiutare chi ci sta vicino. Questa settimana portiamo da mangiare a qualcuno che ha bisogno
  • Forse il nostro vicino di casa è solo o malato e non è in grado di prepararsi il pranzo. Oppure abitiamo nei pressi di un centro di accoglienza dove servirebbe una mano in cucina. E magari al canile o al gattile farebbe piacere ricevere un sacchetto di croccantini o una scatoletta in più
  • Questa azione è semplicissima, ma apre un universo infinito di possibilità: quando prepariamo un pasto per noi o la nostra famiglia, cuciniamo una porzione in più e offriamola a chi ne ha bisogno
  • Ogni volta che apriamo la pattumiera per gettare degli avanzi, ricordiamoci di pensare a chi potrebbe davvero apprezzare il cibo che stiamo per buttare
  • Informiamoci sulle iniziative di colletta alimentare nella nostra zona e teniamo d'occhio le offerte al supermercato: quando c'è il "3x2" possiamo approfittarne per fare la spesa per chi è meno fortunato di noi oppure per donare un sacchetto di provviste alla mensa dei poveri o a un ente benefico
  • Condividere ciò che abbiamo con chi è più svantaggiato è un gesto che alleggerirà il nostro cuore. Ricordiamoci che la generosità e l'amore che dimostriamo nel donare a qualcuno un pasto caldo contrinìbuiranno ad alimentare anche la nostra anima

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