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domenica 25 ottobre 2015

Pietre e cristalli, Serpentino

Il nome dalla sua foggia che sembra l'aspetto della pelle di un serpente. Si tratta di una pietra, il serpentino, considerata importante e magica già per gli Assiri, già nel 4000 a.C. era usato e conosciuto come Za-tu-mush-gir. Non solo ma dal serpentino è stata ricavata la tavola del capitolo 30 del Libro dei Morti egiziano.

SERPENTINO
Caratteristiche: silicato di magnesio; sistema monoclino e rombico; aggregati monocristallini lamellari spesso verdi (antigorite e lizardite) o fibrosi di colore verde o bianco-giallastri (crisolito); ha la lucentezza da grassa a madreprlacea. Può essere confuso con il talco o con la giada

Proprietà: si dice che assista nell'apertura del chakra del cuore. Aumenta la fiducia in se stessi; tiene lontana la sfortuna
Disturbi: cura tutti i tipi di mal di testa e rinforza i polmoni
Associazione con i chakra: quarto

Macchie di vino

MACCHIE DI VINO

Se avete macchiato i vestiti o la tovaglia, tamponate immediatamente con un panno assorbente , poi passate sulla macchia un po' d'acqua di seltz o acqua fredda. Se il tessuto è lavabile: tendete la zona sopra una pentola (fermatela con un elastico), strofinatela con il sale e versateci sopra dell'acqua bollente da 30 cm di altezza ( se l'acqua bollente rischia di rovinare il tessuto, basterà sfregare la macchia con una pastella di acqua e sale)


Sui tessuti non lavabili: coprite la macchia con un tampone imbevuto di una miscela di acqua, sapone e qualche goccia di aceto: poi sciacquate. Fate pulire a scecco al più presto

Se il vino rosso è finito sul tappeto, passateci sopra una spugna imbevuta di acqua gassata. Oppure spargete sulla macchia del sale per assorbire l'umidità; quando sarà asciutta, passate l'aspirapolvere. Se la macchia persiste, lavatela delicatamente con una soluzione acqua, sapone e qualche goccia di aceto bianco.




La linfa d'acero un potente elisir per la salute del nostro organismo

Grazie al diffondersi della cultura americana tutti abbiamo conosciuto un classico delle abbondanti colazioni americane: lo sciroppo d'acero che viene  versato sui pancakes. Lo sciroppo d'acero si ottiene dalla sua linfa ed è un elisir davvero prezioso per la salute: un rimedio rimineralizzante efficacissimo contro l’invecchiamento cellulare, ottimo contro l'obesità in quanto elimina l’adipe e i liquidi in eccesso ed in più eccellente sostituto dello zucchero per chi accusa rialzi di glicemia. Inoltre, questo sciroppo è molto utile anche in caso di gastrite, di costipazione intestinale e di colite spastica.


Lo sciroppo d’acero si ottiene facendo bollire la linfa estratta all’inizio di primavera dall’Acer saccharum e dall’Acer nigrum: sappiate che gli alberi devono avere almeno 80 anni di vita e per produrre un litro di sciroppo sono necessari almeno 40 litri di linfa, un liquido dal colore ambrato, dolce ed aromatico. Nella medicina antroposofica è usato da sempre per depurare e disintossicare l’organismo, mescolandone un cucchiaio a qualche goccia di succo di limone, aggiungendo un cucchiaio di sambuco, un po’ d’acqua naturale e bevendo il preparato la mattina per cicli di un mese.

Grazie ad un approfondito studio condotto dall'Università di Rhode Island si è scoperto che i composti chimici utili per la salute contenuti nello sciroppo d’acero, sono circa una ventina. Addirittura sembra che questi composti benefici  si formino quando l’acero viene inciso per far sgorgare la linfa, ovvero nel momento in cui l’albero mette in atto una sorta di meccanismo di difesa che provoca la secrezione di composti fenolici: sono loro le vere risorse del sistema immunitario dell’albero e noi, assumendoli, li trasformiamo in uno scudo verde per la nostra salute.

Lo sciroppo d’acero è ideale anche per chi pratica sport. Va diluito in acqua e assunto sia prima dell’allenamento come integratore di zuccheri a rapido assorbimento, che durante l’attività fisica, come integratore di minerali. È anche un ottimo dolcificante per i bimbi, fin dallo svezzamento. La sua ricchezza in minerali e il suo sapore lo rendono sicuramente migliore dello zucchero raffinato.

Harley, scene dal precariato lavorativo

Gli ospiti di Charlie avevano gli interessi o le passioni più bizzarre, del resto se lo potevano permettere.
Ma fra tutti la più spregiudicata era Lei, la centaura dello Uaisipiei, fanatica delle due ruote, amante del caratteristico rumore di scarico prodotto dal bicilindrico a V, con i cilindri inclinati di 45°, e  dalle bielle  vincolate ad un'unica manovella dell'albero motore della Harley Davidson.


Ora noi tutti nel visualizzare una centaura, pensiamo ad una splendida creatura dai lunghi femori, dalle forme perfette, con un generoso davanzale e chioma al vento.

Ma la realtà è sempre amara purtroppo, e Charlie ne era un osservatore acuto, perciò, lui come tutto lo staff, dovette rendersi conto che i sogni son solo sogni.
La nostra centaura non corrispondeva affatto al profilo succitato, come la definì Charlie? "Culotta Bassotta".

Certo non era una silfide, nè aveva una folta chioma, anzi era piuttosto rada, e in quanto ai femori non spiccavano certo per lunghezza.
Pur nonostante e per l'invidia di molti appassionati, Culotta Bassotta aveva una splendida 883, con cui girava in lungo e in largo con il tipico abbigliamento Harley, acquistato appositamente negli U.S.A.

Guanti, magliette, gilet, cinture, scarpe, giubbotti, bandane, orologi, occhiali.....forse anche la biancheria intima.
Così "apparecchiata", ella si presentava al desk e ogni volta che ci trovava Zoe, la intontiva di chiacchiere parlandole non a caso, di come si era appassionata alle moto, il perchè la Harley,  per lunghe interminabili ore, anche mentre Zoe faceva altro e seguiva altri ospiti.
A Zoe sembrava che volesse a tutti i costi far notare la propria posizione sociale, si sforzava di parlar forbito, di usare una mimica e una gestualità raffinate, ma il fisico non l'aiutava e nemmeno la sua limitata cultura, come disse Charlie: "Audentes fortuna iuvat"! Lasciandola senza parole e per una volta senza risposta.

Charlie non temeva nessuno, ma se poteva, cercava di evitare Culotta Bassotta, quella donna aveva il potere di innervosirlo, la trovava oltremodo ridicola e non perdeva occasione di tirarle qualche frecciatina, nei sui punti deboli naturalmente: la moto, il fisico e il suo senso di inferioirità mai colmato.
"Ha una nuova pezzuola oggi in testa? Che serpente borchiato in vita! Aggiunga uno strappo a quel gilet" soleva punzecchiarla Charlie quando la incontrava. E poi guardava Zoe facendole l'occhiolino.
Che disdetta non potersi smascellare dalle risate a quelle pungenti battutine che Charlie elargiva così generosamente, e che Bosley poi riciclava per i propri scopi.
Ma  l'apoteosi Charlie la raggiunse proprio la sera della storica cena sociale, evento al quale partecipavano tutti i suoi ospiti in pompa magna. Charlie in persona li riceveva all'ingresso dell'headquarter, con un cadeau per le signore.

Nel momento di massimo afflusso, arrivò anche la nostra centaura con il gentil consorte, questa volta in elegante abito da sera (come specificato nell'invito).
Charlie le fece il baciamano e le consegnò il cadeau, ma non riuscì a star zitto: "Allora dove ha parcheggiato il cavallo di ferro stasera?"
Zoe si abbassò facendo finta di prendere da uno scatolone altri cadeaux, Bosley comincò a salire al piano superiore, alcuni consiglieri guardarono il soffitto: gli ospiti di Charlie che affollavano la hall dell'headquarter  risero a crepapelle. La centaura trovò solo la forza di rispondere: " E' nel box!"
E iniziarono le danze.




sabato 24 ottobre 2015

All'altra, alla maledetta, alla rivista, alla fine po' che si contino i gambi

ALLA FINE PO' CHE SI CONTINO I GAMBI oppure I NOCCIOLI: è la versone vaireggina di un modo di dire molto comune lungo tutta la fascia tirrenica: "Prima o poi si tirano le somme; tutti i nodi vengono al pettine". A Livorno: "Da urtimo di 'onta e noccioli".

ALL'ALTRA: a momenti; c'è mancato poco. Esempio: "All'altra cascavo"

ALLA MALEDETTA: subito, senza pensarci tanto

ALLA RIVISTA: saluto scherzoso "arrivederci a quando ci rivedremo"


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