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martedì 5 aprile 2016

Come scoprire l'Io superiore grazie alla psicopittografia

Come abbiamo già detto, noi possediamo tutta la forza mentale necessaria per conquistare la fiducia, questa forza non ha bisogno di esser liberata per poter agire. Prendiamo ad esempio il "coraggio". Il coraggio non è l'opposto della paura, ma l'assenza di paura.

Eliminando dalla mente il senso della paura, il coraggio s'innalzerà naturalmente, senza sforzi, così come il sole al mattino che non è più nascosto dalle montagne, appare brillando ai nostri occhi.
Facciamo un esempio: mettiamo che il nostro lavoro sia all'interno in un negozio, nel quale svogliamo una serie di mansioni, ma ad un certo punto, il direttore ci chiede di fare qualche piccolo lavoro di contabilità. 

Siamo coscienti del fatto che i numeri non sono il nostro forte e lo facciamo presente il direttore, il quale, però, non se ne cura, dicendoci che non gli interessa se abbiamo attitudini per la contabilità, vuole solo che svolgiamo quel lavoro. Queste parole possono aiutare la nostra mente a sbarazzarci dell'idea che non siamo capaci di far quel lavoro.

Se un uomo è in grado di distinguere il vero Io dal falso Io, avrà la sicurezza e il coraggio. Egli è superiore a ciò che pensa di essere. Ma poichè non conosce questa verità, non gli è possibile fare l'esperienza della vita nuova che l'attende. Come accresce la sua percezione mentale, egli si accorge che la verità su se stesso è come la desidera realmente. In realtà non desidera esser collerico, ma salvaguardare la propria reputazione. 

Quando un uomo apre la mente alla verità psicologica, l'errore sparisce. Quindi bisogna utilizzare il potere d'eliminazione, abbandonando le emozioni mentali che non procurano un'autentica soddisfazione. Alla fine scopriremo il nostro Io fiducioso, così come lo scultore ottiene la sua statua all'interno del blocco di marmo.

domenica 13 settembre 2015

Nomina sunt consequentia rerum


La logica matematica dei latini è incredibile, ricordo che la mia professoressa di latino e greco soleva dire che chi è molto bravo in latino è anche un ottimo matematico, ed aveva ragione. Gli adagi latini sono come i teoremi di geometria, si dimostrano da soli anche per assurdo.

Nomina sunt consequentia rerum: I nomi corrispondono alle cose (Giustiniano, Istitutiones). L'espressione si ritrova in Dante, Vita nuova, per significare che alla dolcezza del nome di amore non possono corrispondere sentimenti squisiti.

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