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sabato 4 luglio 2015

Gli oli essenziali, l'olfatto

L'olfatto è l'attività sensoriale sollecitata dagli oli essenziali. la sostanza aromatica che si effonde nell'ambiente con un processo di espansione viene colta dall'uomo con un gesto di interiorizzazione e di raccoglimento, cosicchè le sottili qualità della sostanza si trasmettono a colui che le percepisce. La percezione olfattiva è qualcosa di estremamente sottile, che si collega con gli stati psichici

L'azione dell'olio essenziale può in questo caso essere intesa come una vibrazione energetica, che agisce al di là del piano fisico. L'aroma terapia, sollecitando il senso del l'olfatto, così antico e sottile, può essere un utile tentativo per superare il materialismo e per collegarsi con il piano spirituale. Affinchè gli odori vengano percepiti, è necessario che l'aria inalata, contenente le molecole volatili, raggiunga la parte superiore delle cavità nasali, dove si trovano le fibre nervose dei neuroni olfattivi . Queste cellule nervose, una volta sollecitate dalle molecole odorose, trasformano l'energia chimica in impulsi elettrici che vanno a stimolare i centri olfattivi dei bulbi. Da qui il messaggio olfattivo viaggia verso le altre regioni del cervello, dove vengono elaborati i dati acquisiti e hanno sede le reazioni emotive. 

A differenza degli altri sensi le stimolazioni olfattive sono le sole a passare direttamente nella corteccia cerebrale, senza subire il filtro di un centro recettore, chiamato talamo. 
Questo spiega come mai un odore o un profumo possa evocare istantaneamente ricordi estremamente vividi di esperienze anche molto lontane: più che un ricordare, in questi casi si tratta quasi di rivivere l'esperienza antica, che si riaffaccia prepotentemente, annullando le distanze spazio temporali. 
Il ricordo scatenato da un odore è quindi molto più intenso di quello evocato da un'immagine o da un suono: la percezione di un odore contiene in sè tutta l'energia di una realtà esistenziale.

Per rendere l'odorato più acuto è utile annusare il basilico, sotto forma di pianta, se possibile, o come essenza. Nella scala evolutiva, l'apparato olfattivo rappresenta l'organo sensoriale più antico. Nell'uomo esiste ancora un rapporto stretto tra stimolazione olfattiva e sfera sessuale: un profumo o l'odore emesso da un corpo possono indurre attrazione o repulsione.  Aromi e profumi sono entrati nella storia dell'uomo, che ne ha sfruttato la magia persuasiva ed evocativa, spaziando dal sacro al profano: dagli incensieri ardenti davanti agli altari degli dei, alla ricerca delle composizioni aromatiche per aumentare il fascino e l'attrattiva. L'olfatto è quindi legato contemporaneamente alla carne e all'anima; è vicino all'istinto e all'inconscio, all'interno di una dimensione sottile dell'esistenza; così come ha il potere di rievocare il passato, allo stesso modo può risvegliare energie creative profonde e riportare il contatto con le forze che animano l'immaginario; seguendo questa scia odorosa, i profumi delle essenze così carichi di una loro potenza intrinseca e di valenze simboliche ed energetiche, possono aiutare l'uomo di tutti i tempi a ritrovare autenticamente se stesso e ad aprirsi a nuove possiblità espressive. 

Plutarco descriveva così gli effetti del kyphi, un celebre profumo egizio:
Si spande un odore soave e salubre che cambia lo stato dell'aria. Quest'odore si insinua nei corpi attraverso il respiro, li distende in modo dolce e lento, li invita al sonno e diffonde attorno a sè un delizioso benessere. Le preoccupazioni quotidiane, che sono penose catene perdono il loro dolore e la loro intensità; ci si intorpidisce e rilassa senza ricorrere all'ubriacatura. Agendo anche sull'immaginazione, facoltà così potente nel sogno, queste esalazioni la rendono in qualche modo netta come lo specchio più terso. L'effetto ottenuto non è meno meraviglioso di quello del suono della lira di cui godevano i pitagorici prima di addormentarsi.


sabato 8 marzo 2014

IL SOGNO COSCIENTE

Mi distesi nel silenzio della mia camera, alla ricerca di quel magico momento di relax con la luce del primo pomeriggio. Rilassai i muscoli sempre troppo tesi del mio corpo e quasi senza coscienza mi appisolai. Riemersi dal buio del sonno affaticata, stanca, lenta. Come al solito ero circondata dalle mie appendici: il pc, i libri accanto a me, il cellualre. Tutto però mi appariva sfocato, non riuscivo a mettere a fuoco nulla, che fastidiosa sensazione. Il computer era in stand by, lo schermo nero, così afferrai il mouse per vedere se era arrivata qualche notifica, e fra le immagini sfocate notai solo che non c'erano molte mail da leggere, solo la lunga fila dei miei post precedentemente programmati. Sospirai lievemente tentando ancora di mettere a fuoco i titoli per controllare l'ortografia. Avvertii la vibrazione del telefono che mi annunciava almeno un paio di messaggi, forse di Donatella che voleva chiedermi al solito se la raggiungevo per la serata. Il cellulare era, come sempre, appoggiato su un libro, e quasi annoiata lo presi per controllare: sì era lei, ma dato che non avevo gran voglia di leggere lo rimisi a posto, promettendomi di risponderle più tardi. Ero alquanto confusa, avvertivo la sensazione della forte pesantezza delle palpebre: al solito non avrei dovuto appisolarmi, dopo rimango sempre stordita. E poi dovevo darmi una mossa, avevo del lavoro da fare e continuavo ad indugiare con il sonno, gli occhi stanchi, la vista ancora sfocata, un po' come quella del mattino, quando è la lieve luce del giorno che ci tocca gli occhi e ci sveglia, e sembra di riemergere dal centro della terra. Ma non avevo la forza di scuotermi da quel torpore pomeridiano....Altri messaggi sul cellulare. Che stizza! Mi arresi, dicendomi che altri dieci minuti di sonno non sarebbero alla fine stati deleterei, a parte poi quel cerchio alla testa che non se ne sarebbe andato se non quando avessi dato la buonanotte al mondo. Inutile combattere, richiusi gli occhi e mi lasciai andare, ma il senso del dovere sembrava proprio non darmi pace, e contemporaneamente tutto intorno a me continuava ad apparirmi sfocato, e i miei movimenti per raggiungere il mouse, i libri e il cellulare, quelli di un bradipo affetto da cachessia. Che tortura. Poi, la voce della televisione accesa dai miei mi scosse da quel torpore e tutta la stanza riacquistò i contorni netti e definiti. Mi resi conto solo in quel momento che non mi ero affatto svegliata, ma che quel torpore e le immagini sfocate della mia stanza e delle mie cose erano solo state un sogno. Guardai il pc, e vidi le notifiche che avevo controlalto nel sogno, presi il cellulare e vidi i messaggi di Dona.....anzi, il cellulare non era più sul libro, ma proprio accanto a me. Cosa avevo fatto? Tutte quelle immagini sfocate, la lentezza dei miei movimenti......
Sorrisi, un po' stupita di me stessa: il sogno cosciente, dove tutto è realmente reale, tranne il tuo corpo che dorme.
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