Ad ogni buon conto il
viaggio è iniziato, e, strano ma vero, il riscaldamento nel
vagone funzionava. L'ora era presta, e quindi la prima parte del viaggio l'ho passata sonnecchiando, aprendo ogni tanto gli occhi per dare un'occhiatina alle stazioni. Il valigione stava davanti ai piedi miei e di babbo, perchè i nuovi treni hanno
portavaligie che possono contenere solo un bagaglio a mano, per il resto c'è da arrangiarsi. Cosa questa che ha provocato un
round fra due donne, uno spettacolo che consiglierei a tutti di non perdere. Ad una delle tante fermate mi sono improvvisamente svegliata inondata dal sole del finestrino, mi sono guardata intorno, scambiando due parole con babbo. Nonostante il semi silenzio che regnava, c'era un certo movimento, di sali e scendi. Ad un tratto una signora si è fermata due posti avanti a noi. Una di esse era alta, indossava uno
shearling che le arrivava ai piedi, ma era uno shearling di scarsa qualità, si vedeva bene, che intendeva essere alla moda. La parte scamosciata era maculata a pelle di
leopardo, l'interno peloso (ma di che natura fosse la pelliccia non saprei dirvi). La
chioma dell'imponente e statuaria signora era raccolta in un selvaggio
chignon fermato da una matita glitterata, labbra botulinate.....Con una classe degna di uno scaricatore di porto, ha apostrofato la raffinata signora che già era seduta, ordinando che spostasse il
trolley, perchè lei, doveva sedersi. Ed era anche giusto, se non fosse stato per il fatto che, come detto in precedenza, i portavaligie sono poco più che portaombrelli.
Perciò, la raffinata signora ha chiesto all'invadente maculata: "Certo che può sedersi, ma il trolley è necessario che lo metta di sbieco, bisognerà tenere le gambe oblique!"
Ma la leopardata non era molto d'accordo, perciò ha fatto di testa sua e ha scaraventato il trolley nel corridoio, impedendo di fatto il transito dei passeggeri. Ne è scaturita una discussione piuttosto accesa, che per un pelo non è degenerata in una colluttazione, di fronte alla quale non avrei potuto far altro che urlare: "Sangue, sangue , sangue!"
Fortuna che mancava poco all'arrivo presso la stazione di cambio, dove babbo mi avrebbe aiutato a cambiare treno e all'arrivo avrei trovato gli amici di famiglia ad accogliermi, senza l'aiuto dei quali, il valigione non avrebbe potuto essere spostato, a maggior ragione da me e dalla mia schiena chirurgicamente riparata (gambina non collaborante annessa).
Alla stazione di cambio (espressione molto western), c'era da aspettare l'arrivo del treno, quindi era d'uopo prendersi un corroborante caffè. Quanta umanità in giro, ero quasi frastornata, ma la mia attenzione è stata catturata da un personaggio che probabilmente era uscito da Pitti uomo, perchè indossava un cappottone arancione con un bel collettino di lapin, pantaloni quattro centrimetri sopra la caviglia e calzini in mostra. Che visione, un colpo di fulmine! Camminava come un pavone fa la ruota, peccato che alle sue spalle la gente ridacchiasse non poco. E' stato uno spasso vederlo sfilare sul marciapiede del binario. Ma, come accade, anche lui è stato una meterora, e, magicamente al suo posto è comparso un gruppetto di asiatici, che, incuranti di tutta la gente in movimento, si faceva largo tra la folla sgomintando con i bagagli e i gomiti, falciando tutto e tutti, e salendo sul treno stesso che mi doveva portare a destinazione, dalla parte opposta rispetto al resto dei passeggeri, intasando il corridoio del Freccia Rossa e impedendo di fatto a tutti di recarsi presso i propri posti prenotati. Qualcuno ha tentato addirittura di spiegare loro in inglese che era necessario fare dietrofront, ma nulla, gli anarco insurrezionalisti con gli occhi a mandorla, bloccavano il corridoio con se stessi e i loro ingombranti bagagli pensando a sitemarsi e strafottendonsene del resto dei passeggeri. Alla fine si sono sistemati, occupando anche tutto lo spazio preposto al deposito bagagli, e come se non bastasse ci hanno anche deliziato con la diffusione nell'aere dello scompartimento, del nuovo "Eau de Frites" (credo l'ultimo profumo di Shiseido) la cui fragranza base è l'olio rifritto di una friggitoria di Bangkok.