Simply

Visualizzazione post con etichetta tosse. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tosse. Mostra tutti i post

domenica 8 maggio 2016

Liquirizia, proprietà digestive

La Liquirizia ha, fra le tante, anche interessanti proprietà digestive. Oggi cercheremo di descrivere quanto può essere benefica per l'apparato digerente.


Le persone anziane dalle mie parti la chiamano "regolizio", e fin dall'antichità  la liquirizia è conosciuta non solo per il suo buon sapore, ma per le sue proprietà benefiche: usata per la tosse, per i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari. Ippocrate, già nel IV secolo a.C. la consigliava per le affezioni respiratorie. Come sapete della liquirizia si usale radici e i fusti sotterranei. In primavera però l'uso della liquirizia è tutto a favore dell'apparato gastro-intestinale.


Ha infatti un’azione curativa nei confronti delle gastriti e dell’ulcera gastro-duodenale.  Il suo potere curativo è legato alla glicirrizina, che riduce l’inattivazione degli antinfiammatori naturali endogeni dell’organismo (cortisolo) ed inoltre, aumenta la concentrazione di importanti sostanze coinvolte nella protezione della mucosa gastrica con un effetto cicatrizzante davvero stupefacente.

Utile per lo stomaco in presenza di digestione difficile, bruciori e ulcera, va associata ad erbe rinfrescanti, digestive e calmanti: con Menta foglie e Camomilla. Si può far preparare dal proprio erborista di fiducia una miscela e usatela per preparare una tisana, da bere dopo i pasti principali.

La presenza di flavonoidi, la rende antispasmodica e se abbinata a piante ricche di principi antrachinonici (come la senna) è lassativa. Inoltre la Liquirizia è apprezzata anche per l'uso locale: il suo infuso, applicato come impacco due volte al giorno, ha proprietà antinfiammatorie nei confronti dell’artrite, della psoriasi e delle infiammazioni al cavo orale. Recentemente nuovi studi scientifici hanno messo in evidenza anche proprietà protettive del fegato, sgonfianti, e calmanti della dismenorrea.




venerdì 29 aprile 2016

Tosse: elisir con bacche di rosa canina

Se per il prossimo inverno volete avere in casa un toccasana per la tosse, è bene che vi prepariate per tempo. Quindi già da ora vi dico che a Settembre dovrete andare in cerca delle bacche di rosa canina per preparavi questo elisir.

Prendete nota di questa ricetta per preparare l'elisir di bacche di rosa canina perché potrà esservi davvero utile nel periodo invernale che verrà. Tenetela da parte perché per raccogliere le bacche di rosa canina dovrete aspettare fine Settembre e potrete poi andare avanti per tutto il mese di Ottobre. Le riconoscete bene in quanto sono di colore rosso arancio molto polpose. Fate attenzione perché al loro interno hanno i semini ma anche una folta peluria urticante perciò prima di passare alla preparazione dell'elisir aspettate almeno 3 o 4 giorni. Queste bacche sono ricchissime di vitamina A e C, e fanno molto bene in caso di tosse e mal di gola, per cui questo elisir può essere per voi un toccasana. 

Occorrente per un litro di sciroppo:  mezzo litro di acqua, 500 gr di miele, 100 gr di bacche di rosa canina, 10-15 grammi di foglie di menta, 10 millilitri di tintura di propoli.

Procedimento: togliere  i semi e i peli interni dalle bacche  lasciando solo la polpa, poi ridurle in purea con un pestello.  Portare a ebollizione una pentola con l'acqua e, appena raggiunge l'ebollizione, versarvi la purea di bacche di rosa, abbassare la fiamma e cuocere al minimo per 30 minuti. Spegnere e aggiungere la menta, tenendo in infusione per almeno 10 minuti a pentola coperta per non far evaporare i principi attivi. A questo punto, munitevi di un colino in cui porrete una garza e filtrate spremento bene la garza, aggiungete il miele sciogliendolo, se occorre rimettete un po' sul fuoco. Adesso fate raffreddare del tutto, aggiungere la propoli e mescolare energicamente, altrimenti la propoli potrebbe attaccarsi alla pentola. Ora non vi resta che imbottigliare in un contenitore di vetro scuro. Si conserva sei mesi in firgorifero.  In caso di mal di gola e tosse, prendetene 3-4 cucchiai al giorno lontano dai pasti.



lunedì 29 febbraio 2016

Le proprietà terapeutiche del Fieno Greco

Quando si parla di Fieno greco (Trigonella foenum graecum) no nsi deve pensare all'alimentazione animale ma ai benefici che se ne traggono per la nostra salute. Viene principalmente utilizzato per il contenuto dei suoi semi, ricchi di sostanze mucillaginose e in particolare di albumine.

Nell’antichità si usava come surrogato del caffè e nella medicina popolare perchè efficace nel combattere parassiti intestinali.  Ma la sua principale proprietà è quella di essere un forte epatoprotettore, favorisce la lattazione, ottimo dunque per la produzione di latte materno nelle neo mamme. Ma è anche un portentoso rimedio naturale per anemia, un potente ricostituente, ed efficace nella prevenzione dell’ulcera.


Contiene larghe quantità di fosforo, rendendolo ideale come stimolante neuromuscolare, e la trigonellina, un alcaloide presente nei semi sembra sia in grado di stimolare il pancreas attraverso una azione ipoglicemizzante.

Ottimo lenitivo della tosse, il fieno greco va benissimo per riprendersi dall’influenza e se ne consiglia di diluirne l’essenza nel latte o in essenza di menta o arancio per combattere il cattivo odore e sapore che il fieno greco possiede.

Oltre all'uso interno il fieno greco può essere utilizzato per uso esterno infatti con i semi  si possono fare impacchi per gonfiori, ecchimosi evidenti e ulcere, si macinano i semi di cui  si utilizza solamente la polvere diluita con il latte per l’applicazione degli impacchi. Ecco qui come preparare un decotto:

0,5-3 grammi di semi di fieno greco in polvere
 ¼ litri d’acqua

Mettete a bagno la sera i semi in polvere, lasciando a bagno per l’intera notte. Al mattino fate bollire a sufficienza per almeno 15 minuti. Assumete il decotto 2-3 volte al giorno per aiutare il corpo a combattere l’infiammazione. Non vi sono particolari controindicazioni sull’assunzione del fieno greco, come sempre si raccomanda l’assoluta moderazione, ma si sconsiglia l’assunzione durante la gravidanza per possibili aumenti nella contrattilità uterina.

martedì 23 febbraio 2016

Drosera, la pianta carnivora che cura asma e tosse

Anche le piante carnivore sono utili alla salute, anche se può sembrarci strano. La Drosera, nome botanico Drosera rotundifolia, è, infatti una pianta insettivora che cattura piccoli insetti grazie alle sue vischiose secrezioni prodotte da lunghi tentacoli dotati di peli color porpora. Questa singolare pianticella contiene alcuni importanti e preziosi principi attivi che la rendono una pianta dalle caratteristiche bechiche, antispasmodiche, sedative dei bronchi, antisettiche, decongestionanti.


Essa contiene oltre agli oli essenziali, glucosidi, naftochioni, antociani, flavonoidi, tannini, minerali, resine e acidi organici che insieme, ne fanno una pianta utile al trattamento dell'apparato respiratorio. In fitoterapia si utilizzano le foglie che contengono una particolare sostanza, il droserone, simile per la sua composizione alla plumbagina che risulta essere efficace come calmante su diversi tipi di tosse, in particolare quella stizzosa caratterizzata dal broncospasmo e da asma.

La fitoterapia la usa sia fresca che essiccata e con essa è possibile fare un infuso. Per farlo procedere in questo modo: versare 1/4 di litro di acqua bollente su un cucchiaino di pianta, lasciare riposare 10 minuti e poi filtrare. Bere 3-4 tazze al giorno. Informatevi sempre presso il vostro medico o presso un erborista di fiducia che può consigliarvi anche preparati di drosera associati ad altre piante con le stesse proprietà.

Quali controindicazioni? La drosera deve essere prescritta da un medico in quanto per assumerla è necessario rispettare le dosi. La Drosera nona assunta in concomitanza con farmaci per la cura della pressione arteriosa e con farmaci per le malattie infettive. Assolutamente vietato il sovradosaggio poichè può provocare sintomi dolorosi nel tratto urinario.


mercoledì 13 gennaio 2016

Violetta, olio essenziale

Nome botanico: Viola odorata
Famiglia: Violacee
Provenienza: Europa, Asia
Estrazione: dai fiori
Profumo: floreale , dolce, ricco
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Venere
Proprietà: antinfiammatoria, antireumatica, decongestionante, antisettica, stimolante della circolazione, sedativa, espettorante, afrodisiaca
Principali indicazioni: insonnia, esaurimento nervoso, acne, pelle grassa, dermatiti, insufficienza circolatoria, reumatismi, bronchite


La violetta o viola mammola, per essendo un fiore notoriamente schivo e associato alla modestia, viene spesso associato alla rosa nella tradizione letteraria, poetica, nelle arti e nella medicina popolare. Nascono rose e viole sal sangue di Adone, giovane bellissimo amato da Venere; ancora violette nascono dal sangue di Attis, un altro giovane conteso per la sua bellezza da più parti e che si uccide, evirandosi all'ombra di un pino. Una leggenda greca narra che Efesto, il dio Vulcano, brutto e claudicante, innamoratosi di Venere-Afrodite, per sedurla si coronò il capo di viole mammole, che magicamente convinsero la dea della bellezza a seguirlo nelle viscere della terra.

Simboli d'amore, quindi le viole, ma anche simboli di morte, con cui si ornavano le tombe delle fanciulle, morte prematuramente ed è proprio "in un letto di oscure viole" che, pallida e immmobile, dorme la Bella Addormentata nel Bosco, in attesa del magico risveglio. Saffo, poetessa greca autrice di toccanti liriche amorose, è ricordata dagli antichi con il capo cinto da viole: "O coronata di viole, divina dolce ridente Saffo". La è anche un tenero annuncio di primavera, che indica la fine dell'inverno, come nei noti versi del Pascoli: "C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico: io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole".

Ma la viola ha dato anche il nome a strumenti musicali come la viola, il violoncello, il violino; ha legato la sua immagine, dai tempi di Maria Luigia d'Austria, alla città di Parma, che ne ha fatto il suo simbolo e con "violetta di Parma" un famoso profumo.  In Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare si parla della viola, come un fiore che all'inizio era bianco, ma che colpito da una freccia di Cupido, dio dell'Amore, per l'amorosa ferita diventò purpureo, e fu chiamato viola.

Ed è proprio il succo di viola, spruzzato sulle palpebre di una persona addormentata, che la farà follemente innamorare della prima persona incontrata, come succede alla fata Titania, che per la burla di un folletto, si innamora di una testa d'asino. La viola ha una altro significato simbolico collegato al suo colore, che è composto in ugual misura dal blu e dal rosso: rappresenta il putno di incontro tra il rosso della passione e il blu dell'intelligenza; ma il viola è anche il colore della penitenza e del sacrificio.

Il pallore della viola  quindi è connesso con i "pallori amorosi", con la trepidazione e la modestia ma anche con l'incantamento e la seduzione, con la morte ma anche con la rinascita e con la poesia. Trasposta in aromaterapia, questa pregnante simbologia va ad arricchire l'utilizzo dell'essenza di viola nella sfera psichica: la viola, sensibile e delicata, può essere usata laddove si voglia aumentare la sensibilità, la ricettività, la creatività del pensiero, per lenire ferite dell'esistenza e in particolare le delusioni d'amore: si ritiene infatti che il suo profumo "conforti e corrobori il cuore".

L'aroma è squisitamente femminile, ma può essere usato, per massaggi o bagni, anche per il sesso maschile, per ammorbidire e smussare gli spigoli di un carattere rude, o per chi è troppo prosaico, alieno da poesia e da sentimento nella misura di una goccia da aggiungere a essenze più maschili. Nella sfera amoroso- sessuale, la viola agisce a livello del cuore, nel senso che addolcisce, inclina all'amore e al sentimento, ma grazie all'azione del "blu che si mescola al rosso" e  che aggiunge una nota rinfrescante, rischiara la mente e la rende più aperta, più riflessiva e pacata, rilassa e abbassa le tensioni.

A livello organico la viola ha proprietà espettoranti utili in caso di tosse o bronchite, depura la pelle e deterge i pori (in questicasi è indicata per lavaggi o comprese di acqua calda, bagni di vapore); stimola la circolazione e ha un'azione antinfiammatoria in caso di problemi circolatori agli arti o reumatismi.

sabato 19 dicembre 2015

Lo sapevate che....

Melagrana: un cuore di polifenoli
E' proprio grazie al suo elevato contenuto in polifenoli che il frutto del Melograno può considerarsi un alleato per il benessere cardiovascolare. Studi condotti hanno infatti dimostrato la sua capacità di contrastare l'aterosclerosi attraverso un'azione protettiva sulle pareti delle arterie.

Succo di limone contro i calcoli renali
Bere mezzo bicchiere di succo di limone al giorno aiuta a combattere calcoli renali e coliche; è quanto conferma uno studio clinico condotto dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Bergamo con il sostegno del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa Igp. Bastano due o tre frutti per i risultati promessi da un farmaco a base di citrato di potassio.

Miele per la tosse: il "rimedio della nonna" funziona
Ne basta un cucchiaio per calmare la tosse: il monso scientifico riconosce ufficialmente l'efficacia del miele, il "rimedio della nonna" per eccellenza. A confermarlo, uno studio condotto su 300 bambini di età compresa tra 1 e 5 ann, nei quali i colpi di tosse sono significativamente diminuiti in termini di frequenza e intensità 

martedì 15 dicembre 2015

Digestione: il tè al mandarino

Quella dei Pu'er è una vasta categoria di , solitamente originari del sud-ovest della Cina. In questa categoria rientrano vari tipi di tè: verdi, oolong semifermentati, tè neri, ma anche alcuni rari tè bianchi. Questi tè hanno alcune virtù medicinali poichè sono considerati brucia grassi, digestivi ed espettoranti.

Solitamente questi tè si trovano confezionati in tavolette o panetti e proprio con questi potete preparare una ricetta al mandarino, per potenziare i benefici sulla digestione e nelle cure del raffreddore e della tosse. Ecco gli ingredienti:

4 grammi di bucce di mandarino essiccate; 6 grammi di foglie di tè

Infondete gli ingredienti in mezzo litro di acqua bollente per circa dieci minuti e poi filtrate. Consumate due volte al giorno dopo i pasti.



sabato 12 dicembre 2015

Piccola digressione sul basilico

Il Basilico, dal greco basilicòs (regale), è un'erba probabilmente originaria dell'India, coltivata in tutta l'Asia fin dal 2000 a.C. Intorno a questa pianta sono fiorite numerose leggende, una delle quali racconta  che l'imperatrice Elena, madre di Costantino la trovò sul luogo della crocifissione  di Gesù e da costei fu diffusa in tutto l'Occidente.

Basilico
Altre leggende popolari hanno associato il Basilico all'idea dell'amore terreno, tanto che un vaso di Basilico sul balcone di una giovane doveva essere interpretato come segno di disponibilità a ricevere l'innamorato. 

In fitoterapia il Basilico è indicato per i suoi effetti benefici sul sistema nervoso (agitazione, insonnia), lenitivo in caso di dolori gastroinstesinali e  di giovamento contro  raffreddore, tosse e catarro.



venerdì 18 settembre 2015

L'efficacia del balsamo di Tolù per la tosse e la pelle

Chi come me è un assiduo frequentatore di erboristerie e crede fermamente che Madre Natura ci fornisce tutto ciò che ci occorre per prevenire e curare il nostro corpo e mantenerlo in salute, avrà sicuramente visto o sentito parlare del balsamo del Tolù. Il nome, così esotico, deriva direttamente dalla regione stessa in cui viene prodotto: la Colombia. La pianta da cui si ricava è il Myroxylon toluiferum.


Si tratta propriamente di una resina che si ricava dall'incisione della corteccia di questo albero e successivamente distillata a vapore fino all'ottenimento del balsamo. Vorrei qui fare una precisazione: per balsamo si intende appunto un liquido resinoso prodotto da certi tipi di piante e che a contatto con l'aria diventa vischioso e solido.  Il balsamo di Tolù ha due principali proprietà: è un ricostituente della pelle, e anche curativo del sistema respiratorio.

La sua fama è legata essenzialmente alle sue proprietà espettoranti e antispasmodiche che combattono la tosse e giovano alle vie respiratorie, sia in caso di tosse secca che grassa, In entrambi i casi sono ottimi i suffumigi, fatti sopra una bacinella di acqua molto calda in cui siano state diluite 2 gocce di questo balsamo e 2 di Eucalipto. L'efficacia di questo mix è davvero sorprendente. Il balsamo di Tolù viene usato anche con altre sostanze balsamiche per la preparazione di sciroppi naturali per la tosse.

Questo balsamo oltre che per uso interno, può essere efficacemente usato anche per la purificazione degli ambienti, infatti se si possiede un brucia essenze, basterà porre 3 gocce di Tolù con un po' d'acqua e 3 gocce di olio essenziale di mirra per purificare l'ambiente e facilitare la respirazione.

Infine, potete anche aggiungerlo ad una crema (5 gocce) per il corpo, che oltre a regalare un ottima fragranza, ha un efficace proprietà lenitiva e anti arrossamento.




martedì 8 settembre 2015

Cedro, olio essenziale

Nome botanico: Cedrus atlantica
Famiglia: Conifere
Provenienza: Marocco, Algeria
Estrazione: dal legno
Profumo: caldo, intenso, balsamico, legnoso, dolce
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole, Giove, Saturno
Proprietà: antisettico, stimolante dei tessuti, astringente, diuretico, afrodisiaco, sedativo nervoso, stimolante della circolazione, cicatrizzante,antiparassitario
Principali indicazioni: malattie croniche, affezioni respiratorie, infezioni delle vie urinarie, dermatiti, acne, caduta dei capelli, micosi, punture di insetti, stress e tensione nervosa

Precauzioni: non usare in gravidanza Il cedro è un maestoso albero, il cui pregiatissimo legname, dall'intenso profumo, è da sempre particolarmente ricercato: si racconta che tutti i templi di Babilonia, così come il palazzo reale di re Salomone, a Gerusalemme, fossero costruiti con l'aromatico legno di cedro. Dal cedro probabilmente si estrasse il primo olio impiegato per scopi cosmetici, terapeutici, per imbalsamare corpi e per preservare i papiri dalla distruzione. La varietà più pregiata è il cedro del Libano, di cui un tempo esistevano maestose foreste, poi decimate per soddisfare la grande richiesta di legno.

Attualmente l'essenza si ottiene dal cedro atlantico, proveniente dal Marocco. Come tutte le essenze estratte da piante forti e longeve, il cedro è efficace per restituire energia e vitalità nel  corso di malattie croniche, perchè l'energia dell'albero secolare, raccolta e concentrata nel suo olio essenziale, può venire veicolata nelle gocce dorate e profumate e restituita a un organismo  che ne necessita. Non è un controsenso ricordare che gli antichi egizi per i loro sarcofagi usavano esclusivamente legno di cedro: se poteva preservare un corpo morto rendendolo incorruttibile, tanto più è in grado di sostenere l'energia vitale di un corpo vivo benchè malato.

L'olio di cedro esplica la sua attività antisettica soprattutto sulle mucose respiratorie e genitourinarie, in particolare, come si è detto, per le affezioni criniche: bronchite cronica, tosse, cistite, infiammazioni renali. E' molto benefico per la cura della pelle, in caso di eczemi secchi, prurito, forfora, caduta dei capelli, psoriasi, micosi e infezioni cutanee. respinge gli insetti.



giovedì 13 agosto 2015

Alloro, olio essenziale

Nome botanico: Laurus nobilis
Famiglia: Lauracee
Provenienza: coste del Mediterraneo
Estrazione: dalle foglie e dai rametti
Profumo: intenso, spesiato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antireumatico, digestivo, stimolante, antisettico, sudorifico, stomachico, espettorante
Principali indicazioni: esaurimento, stanchezza, tosse, raffraddore, influenza, dolori reumatici, disturbi digestivi, inappetenza, caduta dei capelli, allontana gli insetti
Preacauzioni: evitare l'uso in gravidanza; usare con moderazione


E' l'albero solare per eccellenza, sempreverde, strettamente legato al dio Apollo, considerato invulnerabile dal fulmine e simbolo di trionfo, della luce che sconfigge le tenebre, connesso con le virtù intellettive dell'uomo e con la vittoria: nell'antichità ai vincitori in battaglia veniva cinto il capo d'alloro; si riteneva che le sue foglie pensassero. Secondo il mito greco Apollo si innamorò di una ninfa selvatica, Dafne, figlia di un dio fluviale. 

Questa, rifiutando le sue offerte amorose, rincorsa dal dio implorò il padre affinchè la salvasse. Ed ecco che dalle sue mani e dai suoi capelli spuntarono rami e foglie, i piedi divennero radici e la ninfa venne trasformata in un albero di alloro. Apollo, affranto, dichiarò a  Dafne che essa sarebbe stata il suo albero, e ne ornò la lira, la faretra e i capelli. Il Lauro-Dafne è l'allegoria della psiche umana che, cercata dal Dio, dapprima resiste e poi cede, entrando in comunicazione con lui e illuminandosi della vera sapienza.

 L'albero di Apollo, dio luminoso, è associato al simbolismo dell'intelletto puro e terso, e non può che essere profetico: a Delfi, la Pizia, prima di cadere in trance masticava foglie di alloro; metterne una foglia sotto il cuscino favoriva sogni profetici; arbusti di alloro venivano piantati accanto ai santuari pagani, affinchè il suo profumo purificasse lo spirito e il corpo. In Oriente si massaggia la spina dorsale con olio di alloro per rinforzare il sistema nervoso, e si consiglia alle persone non pià giovani di aspirarne il profumo per "apirare la vita". Oltre alla sua azione stimolatrice e purificatrice delle funzioni cerebrali, è anche un ottimo antibiotico naturale, senbra attivo anche sul bacillo della tubercolosi: massaggi giornalieri, lenti e penetranti con olio di alloro, stimolerebbero la risposta immunitaria e la ricostruzione dei tessuti. 

E' anche impiegato contro i virus influenzali, le infiammazioni e le punture di insetti. L'alloro stimola le funzioni digestive, risveglia l'appetito; masticare una foglia prima dei pasti aiuta chi ha la digestione difficile e combatte le fermentazioni. Un massaggio con alcune gocce efficace contro i dolori reumatici, per l'azione stimolante è utile frizionare il cuoio capelluto contro la caduta dei capelli; sul pelo degli animali la frizione con alcune foglie tiene lontani gli insetti; nelle forme influenzali, frizionato sul corpo rafforza il sistema imunitario e vaporizzato in acqua calda calma la tosse. Massaggiato alle tempie attenua il mal di testa. In caso di debolezza massaggiare tutti i giorni le mani e i polsi con due gocce di essenza.


mercoledì 8 luglio 2015

Timo, straordinario in cucina, e di un bagno rinforzante per bambini, e poi infuso, decotto

Thymus deriva dall' egizio tham, una specie di timo usato nelle imbalsamazioni, ripreso dai Greci col significato  di "pianta profumata" e Thymus vulgaris tradotto in latino da Virgilio che usò questo nome per primo; vulgaris perché molto comune. I Greci apprezzavano moltissimo un miele ricavato dai fiori di herpillon, una specie di timo molto frequente sui monti presso Atene, e al timo in genere riconoscevano virtù straordinarie nelle malattie di petto, così come affermato successivamente dal medico filosofo greco Galeno che, oltre a suggerirlo in polvere a chi soffriva di dolori articolari, lo considerava il più potente antisettico conosciuto.

 I Romani cominciarono a introdurre il timo in cucina e a profumare con esso vini e formaggi tramandandolo così ai posteri. Nel medioevo è sempre in auge e il naturalista Jambobino da Cremona lo gratifica di "erba di molto buon odore e di grande dolcezza" . Le dame usarono donarlo al cavaliere del cuore perché fosse da esso protetto in battaglia. Le fanciulle, il 20 gennaio, lo ponevano sotto il cuscino per conoscere il ragazzo che avrebbero poi sposato. Quando non esistevano i frigoriferi, il timo veniva impiegato per la conservazione degli alimenti,. vista la notevole presenza di olio essenziale ad azione antiputrida, quindi non per niente gli Egizi lo usavano nelle imbalsamazioni.

Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di un arbusto perenne, aromatico, appartenente alla famiglia delle Lamiacee (ex Labiate) originario dell'area mediterranea. L'apparato radicale è a forma di cono rovesciato (fittone) da cui si diparte il fusto abbondantemente ramificato, legnoso alla base ed erbaceo alle sommità: i rami sono bianchi per l'abbondante presenza di peli, ed eretti. Le foglie sono opposte, appuntite, senza gambo, di colore verde-cenere, disposte in mazzetti sui nodi dello stelo. I fiori, di colore bianco-roseo, sono riuniti in specie di spighe in cima ai rami. Il frutto, diviso in quattro, è di color marrone. Cresce bene dal mare alle regioni montane fino a 1500 m. Si trova di preferenza nei luoghi aridi, pietrosi e soleggiati. Preferisce i climi caldi, non sopporta i freddi prolungati e si ottiene un prodotto più aromatico se cresce in terreni ricchi di calcare. Si raccolgono le sommità fiorite, o i giovani ramoscelli quando sono in fioritura, in maggio-luglio. La raccolta deve avvenire nelle prime ore del pomeriggio" tagliando i rametti a 5 cm dal suolo, evitando di recidere le parti legnose. E da tener presente che le foglie più basse sono più ricche di olio essenziale rispetto a quelle della parte superiore. L'essiccazione avviene all'ombra in un luogo aerato disponendo i rametti sopra un foglio di carta poiché tendono a perdere le foglie. Si conserva in recipienti di vetro o porcellana. I principi attivi del timo hanno proprietà digestive, balsamiche, depurative e efficaci nella cura della tosse.

Utilizzo

Il suo impiego alimentare è dovuto non solo alle sue caratteristiche aromatiche, ma anche a quelle antisettiche che facilitano la conservazione dei cibi. Per marinare la carne o il pesce si può usare l'olio o l'aceto al limo facendo macerare qualche rametto di timo, per almeno 20 giorni, in un buon olio extra vergine di oliva o in un buon aceto di vino.
Numerosi gli impieghi nella medicina popolare.
Bagno rinforzante per bambini: far bollire in due litri d'acqua 100 g di foglie di timo e versare il liquido filtrato nella vasca contenente l'acqua calda necessaria per un bagno.
Infuso per lavare ferite o piaghe: versare in una tazza d'acqua bollente un pizzico di timo, poi filtrarlo quando è tiepido e adoperarlo per lavare le ferite che si cicatrizzeranno rapidamente.
Digestione difficile: al termine di ogni pasto bere una tazzina d'acqua calda in cui sia stato lasciato in infusione per 5 minuti un pizzico di timo.
Contro la tosse spasmodica giova un decotto ottenuto facendo bollire per alcuni minuti 25 g di sommità fiorite di timo in un litro d'acqua. Dolcificare con del miele e berne 3 tazze al giorno lontano dai pasti.
Per diminuire l'irritazione determinata dalla puntura di un insetto bisogna eliminare il pungiglione, quindi frizionare sulla puntura delle foglie fresche di timo.
Per eliminare i segni di affaticamento del viso sono consigliabili dei suffumigi ottenuti da una manciata di timo posta in un catino d'acqua bollente.

sabato 9 maggio 2015

Le virtù emollientiIl del papavero dei campi o rosolaccio

Il papavero dei campi, o rosolaccio (Papaver roheas), è annoverato dai dottori delle erbe tra le piante "bechiche", cioè quelle piante le cui virtù emollienti sono utili nelle malattie delle vie respiratorie, bronchiti e catarri, tossi disperate. Ma non si più dimenticare che il rosolaccio è cugino del papavero dell'oppio e se oppio non contiene, oltre alla soave e pacificante mucillagine, contiene tuttavia sostanze che inducono alla calma e favoriscono il riposo.

Per gli astrologi il rosolaccio cresce sotto l'influenza della luna ed è quindi una pianta notturna. Gli è affidato il compito di calmare gli ammalati e coloro cui il calare delle tenebre reca irrequietudine e paure: il papavero sa come accompagnare il più recalcitrante nel regno del sonno.


In medicina vengono usati i petali e le capsule essiccate. I primi, che devono essere raccolti a sbocciatura completa, vengono posti ad essiccare in un luogo caldo e asciutto e arieggiato. Vanno rivoltati spesso e non devono annerire, ma conservare un bel colore rosso scuro. Le capsule debbono essere raccolte quando sono qusi secche.

Essiccate del tutto, si impiegano in decotto. Mischiato a latte caldo, in dosi da 3 a 4 cucchiai, esso combatte efficacemente l'insonnia dei bambini. E' prudente tuttavia controllare le loro reazioni.
L'infuso di petali di rosolaccio, sedativo, analgesico, antinevralgico, ipnotico ha un bel coloro e caldo e rosato e un gusto gradevolissimo; agisce in un modo così delicato che lo si può somministrare anche ai bambini e agli anziani: 2 pizzicate di fiori secchi o qalche petali del fiore fresco (10 grammi) per litro d'acqua in ebollizione; lasciar riposare 10 minuti.

venerdì 24 gennaio 2014

Oggi nella mia rubrica: erbe in tintura, infuso, olio essenziale, Timo volgare

In un giardino che ben conosco, c'è un angolo dedicato al timo, odoroso e benevolo. Esso accompagna molte pietanze e dà un aroma particolare a i cibi su cui viene generosamente sparso.
TIMO VOLGARE
Se ne usano le sommità fiorite. Ha proprietà antimicrobiche, espettoranti e mucolitiche, antispastiche, digestive. Impieghi: malattie da raffreddamento, tosse, cattiva digestione. L'olio essenziale ha gli stessi impieghi delle sommità fiorite, ma è più efficace. Assumere 2-3 gocce di olio essenziale al giorno, ponendole in un cucchiaino di miele, fino al miglioramento. In alternativa, versare una tazza di acqua calda su un cucchiaino di sommità fiorite essiccate, attendere dieci minuti, filtrare e bere 2-4 tazze al giorno. Per i bambini metà dose.

domenica 19 gennaio 2014

Oggi nella mia rubrica: erbe in tintura, infuso, olio essenziale, Issopo

L'Issopo è una pianta dai fiorellini lilla, romanticamente raggrupati alla sommità dello stelo, come pennacchi, quasi punte di lancia.
ISSOPO
Se ne usano le sommità fiorite. Ha proprietà espettoranti, rilassanti dei vasi sanguigni periferici, sudorifere, antinfiammatorie, spasmodiche. E' utile in caso di malattie da raffreddamento, tosse, asma, dolori al petto dovuti a catarro, coliche. Assumere 3 volte al giorno 15 gocce di tintura madre di anice, diluendole in un po' d'acqua. Proseguire fino alla scomparsa dei sintomi. L'olio essenziale che viene estratto dalle sommità fiorite  è utilizzatocome tonico, stomachico nell'inappetenza, nei catarri intestinali, nelle dispepsie e nelle affezioni bronchiali. Porre una goccia di olio essenziale in un cucchiaino di miele  e prendere dopo i pasti; oppure come espettorante, utilizzare 3 gocce per un massaggio al torace.

venerdì 17 gennaio 2014

Oggi nella mia rubrica: erbe in tintura, infuso, olio essenziale, Eucalipto

Tutti noi conosciamo, anche solo per sentito dire, l'eucalipto, le e sue proprietà balsamiche. Da piccola quando spesso il mio naso era chiuso a causa del raffreddore, facevo suffimigi, china su una pentola di smalto rosso, piena d'acqua bollente in cui avevo versato una fiala di essenza di eucalipto utile a liberare il naso costipato.
EUCALIPTO
Se ne usano le foglie. Ha proprietà antisettiche, antispasmodiche, espettoranti, stimolanti, febbrifughe. Si usa in caso di tosse, malattie da raffreddamento in genere, contusioni, stiramenti e strappi muscolari. In caso di tosse e malattie da raffreddamento: versare una tazza di acqua calda su 2-3 foglie di eucalipto; lasciare in infusione per 5 minuti, quindi quindi filtrare e bere. Praticare delle inalazioni ponendo una goccia di olio essenziale in un catino di acqua ben calda.
Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.