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domenica 21 febbraio 2016

La moda del Twerking

Sta letterlamente spopolando, tutti lo guardano e rimangono affascinati, sto parlando del twerking.  Ma non tutti sanno precisamente di cosa si tratta: intanto possiamo dire che è un tipo di ballo ed è in voga fra le cantanti moderne. Certo al primo impatto apparare, diciamocelo, un modo piuttosto volgare di dimenare il sedere e attirare l'attenzione, ma oltre la moda del momento il twerking da delle radici profonde e in queste radici dimorano anche dei significati particolari che però sfuggono, come sempre ai più.

Allora studiamolo e cerchiamo di capire. Intanto possiamo dire che la sua popolarità ha fatto sì che il termine che lo definisce (twerking appunto) è stato inserito nel prestigioso Oxford Dictionary Online, in cui la parole twerk viene definita come il "ballare una musica famosa in un modo sessualmente provocante, che coinvolge i movimenti di spinta dell'anca in una posizione accovacciata." E se avete avuto modo di vederlo così come proposto dalle pop-star, in effetti la definizione non si allontana dal vero. Tecnicamente il twerking consiste nel dimenare le natiche, che mimano le movenze di un rapporto sessuale, rivolgendo il sedere verso il pubblico.

Non esistono passi di base, perchè il twerk è una forma di ballo libero in cui ognuno può muoversi come meglio crede. Ma dove affonda le proprie origini? In base al parere di alcuni studiosi di antropologia  potrebbe non essere un ballo blasfemo e provocante come molti sono portati a credere, perchè discenderebbe da una antica danza africana, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Bisogna arrivare fino al remoto Dabou, in Costa D'avorio, per assistere alla tradizionale danza Mapouka. Qui, si scoprono le similitudini tra questo ballo popolare ed il twerking visto sul palco dei concerti occidentali.  La danza Mapouka, da cui deriverebbe il twerking, è la danza tradizionale dei villaggi della Costa D'avorio. Guarda caso il suo ancestrale significato era legato ai riti propiziatori per la fertilità.

Ciò che ancora non è chiaro è se il ballo servisse agli uomini della comunità per scegliere la donna all'apparenza più fertile o se fosse semplicemente un rito che precedeva l'unione tra due membri della comunità. Sappiate che la Mapouka tradizionale era talmente libera e selvaggia che le autorità della Costa D'avorio arrivarono a proibirne le esibizioni su tutto il territorio nazionale. Dalla originaria danza tradizionale è però nata una forma meno trasgressiva di danza Mapouka, che oggi conta decine di compagnie di ballo originarie della Costa D'avorio che si esibiscono nei teatri e nelle rassegne di tutto il mondo per far conoscere la loro cultura agli altri popoli.

Ma non è tutto perchè nel twerking si possono riconoscere anche parallelismi con la tradizionale danza del ventre.  L'unica differenza sta nel fatto che nella danza del ventre la ballerina esegue il ballo mettendo in evidenza i fianchi e l'addome mentre, nel twerking, il baricentro è decisamente più spostato all'indietro. Fra i teorici della danza è opinione comune che il twerking sarebbe quindi l'unione tra le danze tradizionali africane (la Mapouka in particolare) e le arabeggianti danze del ventre. L'unione tra le due diverse culture avrebbe avuto luogo nei paesi dell'Africa settentrionale, in cui l'anima africana e quella medio-orientale convivono da sempre.

Ancora non sia sa bene come lo stile del twerk sia approndato nelgi Stati Uniti, ma è facile pensare è un fenomeno legato agli antichi tempi della schiavitù. Sembra che la prima forma di twerking moderno sia riconducibile alla zona di New Orleans, inizialmente chiamata “bouncing” (rimbalzare). A partire dagli anni 80, con la nascita e la diffusione della musica Rap ed Hip Hop, soprattutto tra gli afroamericani, il twerking è diventato sempre più popolare. In qualsiasi video rap degli ultimi 20 anni è possibile vedere almeno una ballerina accennare alcune mosse riconducibili al twerking.

Non è ben chiaro chi sia stato a definire “twerking” questa particolare forma di ballo; sappiamo però che la prima canzone che lo nomina è “ Whistle While You Twurk”, un singolo Hip Hop di un duo statunitense uscito nel 2000. Lo sdoganamento ufficiale del twerking è ovviamente riconducibile alla performance della cantante Miley Cirus sul palco degli MTV Music Awards del 2013. Il Twerking è un fenomeno mediatico contemporaneo ma ha origini molto antiche.

La ghiandaia: furbo pennuto

Su una giovane quercia al confine del giardino, abita una prepotente ghiandaia. Il suo roco richiamo mi avverte della sua presenza nelle più svariate ore del giorno. E' un asso del mimetismo fra i folti rami della quercia, e in base a come le foglie si muovono, è possibile capire su quale dei piani della sua villa si trova.

Questo furbo pennuto non ama veder gente che transita per il giardino, che di fatto non le appartiene,  poichè è convinto che gli si portino via le cibarie, consistenti in more di gelso, peschenoci e susine, che puntualmente becca, fa cadere a terra e lascia lì, svolazzando e gracchiando felice.


Gracchia felice fino a che, dall'alto del suo appartamento, non vede qualcuno che transita attraverso il giardino per andare a lavorare nell'orto, duro lavoro di estirpazione manuale delle erbacce, sotto il caldo sole estivo, fra le verdi pianticelle che con fatica son state piantate e  che con altrettanto faticoso impegno, son state fatte crescere. Ma a lei quel via vai non va bene, quella è casa sua e tu o chiunque altro, siete ospiti  indesiderati.

Perciò, mentre tu cammini ignaro del pericolo che stai correndo, lei spicca il volo e plana a folle velocità sulla tua testa borbottanto offese in "ghiandese", sfiorandoti e riprendendo quota alla stregua di un cacciabombardiere, o forse dovrei dire come un missile aria- terra. E questo è il raid dell'andata. Se si è passati indenni, si può accedere all'orto, dove con impegno ti metti a lavorare, pur tenendo un occhio al cielo (non si sa mai).

Essere giunti  nell'orto non significa essere al sicuro, si è sotto tiro comunque, anche perchè il feroce pennuto, deve nutrire un morbido, lamentoso pulcino che, affamato, ci "guata" dalla vigna. Il piumino piange, e la pennuta madre, decide di rinfrescarlo con una pesca. Un moto d'ali e prima che tu possa rendertene conto, due pesche cadono a terra beccate a morte.

Cerchi di finire l'estirmapemento delle piantine infestanti, raccogli da terra le pesche cadute dopo una breve resistenza al becco del pennuto, e madida di sudore ti avvii verso casa, anche per darti una rinfrescata........ma ecco che, callida come la volpe del deserto, la molestatrice pennuta  approfitta del fatto che hai le mani occupate.

In picchiata ti svolazza sulla testa, blaterando improbabili minacce, e per farti vedere che lei può e tu no, intreccia acrobazie sui rami del gelso solo ad un metro di distanza da te, mettendosi anche a testa in giù, mentre il merlo, che aveva approfittato dell'assenza della tirannica occupatrice di territori, manifesta indispettito il suo nervosismo.

Varchi a fatica la soglia di casa, finalmente al sicuro da qualunque attacco, felice di non esser stata beccata da quell'impudente, e pur di dimostrarle che tu appartieni allo stabile e a quel pezzetto di terreno che coltivi anche per sfamare lei, ti affacci sulla soglia e le urli: "Sciocco pennuto! Esisto anche io!"




sabato 20 febbraio 2016

Lungo il canaletto

Cammino lungo l'argine di un canaletto per l'irrigazione, dove l'erba ormai trascolora nei colori dell'autunno. E' ancora morbida. I miei passi sono attutiti e intorno c'è un piacevole e musicale silenzio, la compagnia che preferisco. Accanto a me trotterella Sissy, con la sua pettorina rossa, tutta presa dagli odori che si spandono intorno ai vigneti, dove i grappoli dell'uva matura pendono pesanti fra i pampini dalle sgargianti sfumature.


Un passo dietro l'altro senza pensieri, forse è il mio modo di meditare, di staccare la mente, di fermare l'impertinente e sfacciato flusso di pensieri, parole, immagini che turbinano come una tempesta confusa nella mia mente sempre sull'attenti, come un soldatino ben addestrato agli inganni del mondo. Ma qui no, posso lasciarmi andare, calare il ponte levatoio fortificato con cui blindo l'ipersensibilità che mi appartiene, radice troppo forte che affonda le sue braccia dentro la mia anima.

Getto via questa pesante armatura, mi va bene solo ciò che mi circonda: l'erba del canaletto, le occhiatine di Sissy, in perfetta armonia con se stessa, perchè nulla chiede se non quello che ha, i vigneti sobri e gli alberi da frutto. In questo camminare senza pensiero alcuno, libero il mio essere e giungo in una raduretta solinga. Sorrido,  perchè la mia introversione mi ringrazia di questo isolamento che concedo a me stessa da tutta la confusione umana che non sopporto da sempre.

C'è un bellissimo albero di nocciolo, l'albero di Cenerentola, dei rabdomanti, simbolo di saggezza e della Luna. E così come per caso gli canterello dei versi:

"Presto alberello scuotiti al vento,
in fretta ricoprimi d'oro e d'argento"

Dette queste parole trovo una bella nocciola fuori stagione, che metto felice in tasca, ringraziando il nocciolo per aver udito le mie parole. Poco più avanti incontro l'imponente noce, dal secolare tronco, simbolo delle divinità femminili, legato a storie di streghe e simbolo di rigenerazione. L'ho ammirato in tutto il suo splendore e anche a lui ho canticchiato una canzoncina, per ricordargli i fasti medioevali di cui godeva:

"Sotto l'acqua e sotto il vento,
vicino al noce di Benevento"

Ai suoi piedi c'erano infatti delle noci ancora intatte nel verde mallo che le racchiudeva, e che ho accettato volentieri come segno di duratura amicizia. Sissy invece, aveva trovato alcune giuggiole. Nel misticismo magico in cui ero immersa sapevo che dovevo tornare sui miei passi, pur a malincuore e così sempre rivolgendomi al mio amico noce, ho canticchiato la canzoncina al contrario:

"Sopra l'acqua e sopra il vento
lontan dal noce di Benevento"

E passo passo, con la mia soddisfatta introversione, senza pensieri e il ponte levatoio ancora calato, accompagnata dal ritmico trotterellio di Sissy son tornata lungo il canaletto, le vigne e i frutteti là nella casa con il giardino di dove non so.




Quale dentifricio? Quello totalmente naturale è l'ideale

Un'alternativa ai dentifrici in commercio per fortuna c'è, ed è totalmente naturale,  in grado di assolvere a tutte le esigenze (igienizzare, proteggere dalla carie, riequilibrare il pH, lenire le gengive, persino sbiancare..), e con la caratteristica più imprtante essere innocui alla salute.  Non sono presenti tutte le sostanze di sintesi che, nascoste nei dentifrici, abbiamo visto essere responsabili di “insidiare”, giorno dopo giorno, la nostra salute: quindi NO a conservanti, tensioattivi di sintesi, coloranti, edulcoranti ed aromi artificiali; NO persino a fluoro e fluoruri, in una scelta decisamente controcorrente, ma oltremodo necessaria, a causa dell'indubbia e disarmante tossicità di queste sostanze!


Questi dentifrici naturali, sono formulati per rispondere alle esigenze di tutte le persone. Ecco ad esempio alcunele descrizioni:
pasta dentifricia PROTETTIVA, studiata per il controllo e la prevenzione della carie, a base di Estratto di semi di Pompelmo (GSE), Xilitolo, estratti di Echinacea angustifolia, Lichene islandico e Perilla. Contiene, inoltre, le polveri di Bamboo e di Argilla bianca, per un effetto sbiancante naturale. Gli olii essenziali di Pino mugo e Salvia, unitamente all'estratto di foglie di Stevia, conferiscono al dentifricio un gradevole sapore dolce delicatamente balsamico. Il pH naturalmente neutro favorisce il ripristino dell'ambiente idoneo per la protezione dello smalto dei denti.

Pasta dentifricia GENGIVE SENSIBILI, formulata per lenire, cicatrizzare e proteggere le gengive infiammate e sanguinanti, a base di Estratto di semi di Pompelmo (GSE), Xilitolo, Aloe vera gel, estratti di Equiseto, Lithothamnium, Ratania e Sanicola. L'aroma naturale di Limone e l'olio essenziale di Mandarino, unitamente all'estratto di foglie di Stevia, conferiscono al dentifricio un gradevole sapore dolce leggermente agrumato. Il pH naturalmente neutro favorisce il ripristino dell'ambiente idoneo per la protezione delle gengive e dello smalto dei denti.

Pasta dentifricia JUNIOR, formulata per rafforzare i denti in crescita e mantenerli in salute, a base di Estratto di semi di Pompelmo (GSE), Xilitolo, estratti di Ortica, Erba medica ed Altea. L'aroma naturale di Lampone, unitamente all'estratto di foglie di Stevia, conferisce al dentifricio un sapore dolce gradito a tutti i bambini. Il pH naturalmente neutro favorisce il ripristino dell'ambiente idoneo per la protezione dello smalto dei denti in crescita.

Ora avete in mano tutti gli strumenti per poter scegliere un dentifricio efficace, naturale e innocuo. Abbiate cura di voi stessi e dei vostri denti.

Prunella Vulgaris: usi e proprietà

Durante la dinastia Han al fine di alleviare i disturbi epatici veniva usata la Prunella vulgaris o anche Brunella vulgaris,  grazie alla attività dell'acido rosmarinico, che compone il 25% della pianta. Quindi la Prunella vulgaris può essere impiegata in caso sulla riduzione del rilascio dei radicali liberi a livello della biomembrana della cellula epatica, preservandone cosi l'integrità strutturale e funzionale.

Fra i costituenti principali troviamo infatti: acido rosmarinico, acido oleanolico, acido betulinico, acido ursolico, triterpenoidi, flavonoidi, tannini, e polisaccaridi solforati. Questo insieme di sostanze ne fa una pianta molto utile in caso moltissimi disturbi infatti fra le principali proprietà si annoverano quella:  antibatterica, antispasmodica, antipiretica, ipotensiva, antisettica, astringente, febbrifuga, vermifuga, diuretica, stomachica, antiossidante, antinfiammatoria, cicatrizzante, effetto antivirale effetto immunomodulante. In fitoterpaia la Prunella è conosciuta  per una sua specifica azione astringente cutanea che in passato ne ha determinato l'impiego per favorire la cicatrizzazione di ferite e ulcere cutanee; oggi è utilizzata soprattutto per detergere piccoli tagli ed escoriazioni in caso di mancanza temporanea di adatti disinfettanti, rallentando lo sviluppo di piccole emorragie.


Una specifica attività della Prunella consiste nel favorire la regressione delle infiammazioni e delle piccole ulcerazioni delle mucose buccali legate a disordini alimentari. Infatti l'infuso di questa pianta è utile per lenire lievi irritazioni genitali e tale attività antinfiammatoria di inibizione locale della sintesi di prostaglandine da ricondursi sempre alla presenza all'acido rosmarinico.

La Prunella si impiega per uso esterno per favorire la cicatrizzazione di piccole lesioni, piaghe, scottature, per ridurre arrossamenti locali a livello delle mucose della bocca, della cute e delle parti intime e per la prevenzione e il trattamento dell'herpes simplex. Ad uso uso interno, specie in America dalla tradizione Indiana e in Asia, come infuso febbrifugo, antidiarroico, antinfiammatorio, rinforzante del sistema immunitario. Se le infiorescenze sono un tradizionale rimedio antipiretico in Cina, le foglie sono commestibili e vengono consumate crude in insalata oppure cotte nelle zuppe di verdure.

Recenti studi evidenziano inoltre la presenza tra i polisaccaridi di una particolare frazione capace di competere con il recettore cellulare delle particelle virali, determinando cosi una specifica attività dell'estratto contro l'infezione da herpes simplex di tipo 1 e 2. Ultime pubblicazioni riferiscono oltretutto un'attività immunomodulante della Prunella con stimolazione della proliferazione linfocitaria (linfociti B e T) e regolazione della risposta immunitaria da parte dei monociti-macrofagi.

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