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giovedì 31 ottobre 2013

ELUCUBRAZIONI DI UN GIOVEDI' POMERIGGIO

Ci fu un tempo in cui pensavo a come sarebbe stata la mia vita se fossi nata in tutt'altra epoca. Ma passando in rassegna la storia dell'uomo, riandavo sempre ai tempi delle più antiche civiltà del mondo, quasi alla genesi dell'uomo. Agli antichi misteri degli  Egizi, dei Sumeri e degli Assiri, a quello strano e quanto mai moderno partrimonio di conoscenze astronomiche e matematiche, forse un po' magiche che quei sapienti detenevano, così lontani eppur così vicini e presenti.
A volte mi sorprendevo intenta a ricordare chissà cosa, di accaduto così lontano nel tempo, quasi vi fossi appartenuta veramente, eliminando tutti quegli oggetti moderni che fanno parte della nostra vita e che forse un tempo non esistevano o, come secondo certe teorie asseriscono, esistevano e se ne faceva un uso molto più consapevole e utile all'umanità.
Ricca, povera, schiava, uomo o donna? Sacerdotessa,  soldato, architetto, chi mai?
Di libri sulla vita quotidiana nell'antichità ne ho letti tanti, ma nulla mai  poteva saziare quella curiosità, di vivere in quei tempi, vedere battaglie, partecipare ad intrighi, incontrare Nefilim, i giganti, figli degli angeli caduti e delle figlie degli uomini, eroi forse delle saghe omeriche, semidei dalle facoltà sovrumane, dialogare con i filosofi, vedere le Piramidi in tutto il loro abbagliante splendore e osservare la costellazione di Orione così come esse, la testimoniano oggi, indagare i misteri della morte, della notte e del giorno.
Era un tempo in cui se avessi potuto mi sarei dedicata all'archeologia, a capire il perchè della fine e dell'inizio, della perdita di conoscenze incredibili, del perchè tanti miti sono comuni a civiltà che si presuppone non si siano mai incontrate, per esempio quello del diluvio. 
Tutte le mie speculazioni probabilmente erano rivolte all'imperituro perchè: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, domande che però ho sempre avuto l'impressione affliggano più noi che quei popoli così evoluti. 
Anzi, sono convinta che, di come siamo adesso, avrebbero abbondantemente riso, come avrebbero considerato vuoti e vani i valori a cui facciamo riferimento, peccato davvero aver sbagliato epoca.



mercoledì 30 ottobre 2013

ALLA RICERCA DEL PERDUTO AMORE














Appartengo a te,
invisibile principe
che conobbi,
in altro tempo a me destinato,
ma perduto e sepolto,
sotto macerie di millenni di memoria antica.
Inconsapevole il mio cercarti
in questa vita, su una terra senza
riferimenti cardinali.
Vagai,
anelandoti,
alla ricerca di un segno,
in occhi vuoti,
in mani insensibili,
in braccia straniere.
Mi fermai,
in un luogo senza tempo,
riarsa dalla sete,
all'ombra di un palmizio,
e chiusi gli occhi aridi di pianto.
Volsi lo sguardo al verde,
ti trovai,
tu fermo,
statua di sale ormai.
Sul tuo sguardo spento
due lacrime caddero.
E fu metamorfosi,
di due anime,
perdute e ritrovate.
Sovrani invisibili noi,
legati,
immuni alla separazione,
nel regno  invisibile
dell'appartenenza totale.


domenica 27 ottobre 2013

AL SILENZIO

 








Silenzio,
ambrosia della mente,
che acquieti anime strapazzate dal caos moderno,
da quelle urlanti folle
che si accalcano in piazze e vie,
nei locali, nei negozi,
sui mezzi di trasporto.
Io ti bramo, e
Molti ti temono, Silenzio,
il tuo giantesco rimbombo è troppo forte per chi ha paura del vuoto.
Assenza di suono?
Eppur una voce hai, Silenzio,
che risuona interna a se stessa
e dentro il cuore,
bussa alla mente,
tracima,
esplode,
si innalza,
riempe lo spirito,
violentato da artificiali note.
Sii la mia cura,
elisir del mio riposo,
potere della meditazione.





sabato 26 ottobre 2013

IL MARE











Dalla finestra il mare,
distesa azzurra,
ondulata seta,
tessuta di bianca spuma.
Mare,
che abbracci il cielo
in fondo laggiù,
verso un infinito orizzonte,
fantasia dei naviganti,
favola di scrittori.
Ardente amante,
il sole ti sorride,
e le sue luminose braccia alla tua increspata veste tende,
tessendo ponti d'oro,
legandoti a sè.
E in questo fulgente abbraccio,
volo,
là,
dove il mio Perseo attende. 


venerdì 25 ottobre 2013

ALL'ANIMA MIA









Io,
animula, dolce e vagabonda,
ospite del corpo,
cosa sono adesso?
Fuori da questo mondo che corre corre,
io, che non amo gli orologi,
incessante ticchettio,
inesorabile trascorrere di giorni
amo il suono delle campane,  il sorgere e  tramontar del sole.
Io, 
amo il silenzio e i suoni suoi,  
mi soffermo sul volo di una coccinella.
Io, 
odoro i libri vecchi,
polverose testimonianze di versi semplici, 
e non conosco invidia,
mi commuovo alla guancia tonda di un bimbo.
Io,
errabondo essere di luce,
in vuote stanze della vita,
cerco te,
anima mia.



giovedì 24 ottobre 2013

VIAGGIO ASTRALE

Via Lattea
Notte,
a che punto sei?
Mi invitò,
salii,
verso il firmamento.
Passeggiai,
solitaria visitatrice della Via Lattea,
sentiero dell'universo,
abitato da benevole stelle,
feudo di caccia di Orione,
strada del Carro,
prateria di Pegaso.
Raccolsi frammenti,
gemme di luce,
fiammelle di sogni perduti,
dimenticati eroi in cerca di un nuovo destino.
Ascoltai il silenzioso vibrare di pianeti,
il lamento delle nane bianche,
il rombo vellutato dei buchi neri.
All'apparir d'Osiride,
riscesi,
soffiando al mondo il frutto dei miei raccolti.
Ti illuminasti tu.




domenica 20 ottobre 2013

TU MI GUARDAVI














Tu mi guardavi,
 con occhi nuovi al mondo,
Io ti parlavo,
dell'ira funesta di Achille,
del canto delle Sirene di Odisseo.
Tu mi guardavi,
leggendo le sillabe delle mie labbra,
Io raccontavo,
di mari e di tesori,
di pirati e isole.
Tu mi guardavi,
consapevole del mio canto.
Io ti cullavo,
e tu pian piano scivolasti al sonno.


sabato 19 ottobre 2013

A SPASSO CON LEONETTO

Leonetto



Ieri è arrivato Leonetto, per un weekend fuori porta con mamma Simona.
Così stamani mi sono trascinata a casa sua, giacchè oggi festeggiava il suo secondo mese in questo strano mondo. Leonetto sa bene come funzionano le cose con noi, quindi sa anche che stare in braccio è molto più comodo che stare in culla, infatti l'ho trovato comodamente sistemato in collo alla sua mamma, con i suoi occhioni azzurri spalancati e la bocca fatta cuore in atteggiamento compunto (compunzione dovuta all'intuizione che di lì a poco sarebbe stato sistemato in altro loco).
Dato che tanto in piedi non ci sto, mi sono anche beccata una lavata di testa da Simona, che, da bravo medico, mi ha fatto pelo e contropelo, minacciando che, se non vado ad operarmi, non recupererò la gamba, e come notizia di primo mattino ha fatto il suo effetto. Poi, con la stessa semplicità con cui mi ha ruggito ( e poi ci si chiede a chi somigli Leonetto), mi ha messo il reuccio in collo, per fare colazione con un po' di pace. Ovviamente il potere magnetico di Leonetto mi ha ipnotizzata, e mi sono messa al suo servizio come solo una schiava sottomessa al suo padrone può fare.
Leonetto non aveva alcuna intenzione di addormentarsi, il sonno lo avrebbe fregato e si sarebbe svegliato nella carrozzina.....Giammai!
Così mi ha guardata a lungo, socchiudendo di tanto in tanto la bocca fatta a cuore, mentre io, completamente rimbambita dal suo sguardo azzurro, gli raccontavo la filastrocca del Cantastorie, tentando di addormentarlo, ma il furbo Leonetto, scafato bimbetto, pedalava a più non posso.
Per cercare di incantarlo, ho cominciato a massaggiargli una guancina e poi le orecchie a bottoncino,  l'incantesimo ha cominciato a fare effetto e le palpebre di Leonetto, click, si sono chiuse, ma per poco, perchè appena ho provato a metterlo nella carrozzina, clack, eccolo con gli occhi aperti.
Che fare? Ho ripreso Leonetto, mentre Simona preparava un'endovena di toradol da farmi, e gli ho cantato una canzoncina in inglese (giusto per l'imprinting), e le palpebre del mio pupillo si sono lievemente chiuse......solo lievemente. Alla fine mammà l'ha ripreso e lo ha parcheggiato un secondino nella carrozzina giusto il tempo di farmi l'endovena, nel frattempo  ruggitini di ribellione si spandevano nella stanza.
Non si poteva fare altrimenti, Simona doveva andare dal dentista e lui doveva rimanere con la nonna.....una tragedia!
Alla fine si è dovuto adattare, nonostante la rabbia lo avesse fatto diventare rosso e stizzito come non mai. Per farlo star buonino, abbiamo deciso di portarlo sul lungomare, per vedere se con il movimento del suo fantamega mezzo di trasporto si lasciava andare nelle braccia di Morfeo, mentre io claudicando, usavo il suo mezzo a quattro ruote come stampella. Una scena memorabile.
Leonetto però non voleva proprio chiudere gli occhi, così gli ho canticchiato questo motivetto:
"Leonetto bello, dì, che fai, sveglio sei tu? O forse nel sonno scivoli giù?"
Alla fine, e solo sulla via del ritorno, Leonetto, il bambino azzurro, si è placidamente addormentato, mentre Simona mi tirava la gamba per sciogliere i muscoli e distedere il maledetto nervo compresso.




venerdì 18 ottobre 2013

MISS "CANDELA AL NASO"


 
Questa mattina, pur gamba non collaborante a carico, busto e antidolorifico (perchè la sfiga ha la vista degna di un condor pasa, ma ne parlerò quando mi sentirò pronta), sono andata, con mamma e babbo (dato che non posso nemmeno guidare.....), presso uno dei negozi della catena Ideal Bimbo. Obiettivo: comprare per il dolce Leonetto, ma ad uso e consumo di mamma Simona, il baby meal.
Il negozio, che si trova presso la zona industriale, è molto grande, quindi lo abbiamo percorso in tutta la sua lunghezza per trovare la zona "X" e piantarci lì davanti a sceglierlo. 
Durante il tragitto, nessun membro del personale in vista, solo voci lontane che provenivano dal fondo del capannone.
Con un certo disappunto vediamo che ve ne sono due tipologie, una, somigliante al ben più famoso Kenwood Chef, l'altra, più adatta ai nostri scopi e soprattutto a quelli di Leonetto.
Ci sembrava strano però che non vi fosse altra scelta, considerando le dimensioni del negozio, così, mentre io imprecavo contro il dolore che mi percorreva in toto il nervo sciatico, ci siamo guardati intorno in cerca di una commessa o commesso, per chiedere informazioni.
Cu cu? Ma dove trovarli? Stavo per dare una gomitata al pulsante dell'antincendio, quand'ecco che le mie orecchie percepiscono uno sgradevole "tirar su" di naso....Era la commessa che passava di lì.
Ci siamo guardate, mentre lei continuava a tirar su col naso, in testa una pinza che teneva su capelli lisci su cui spiccavano delle striscie bionde (forse colpi di sole), che parevano fatte con un rullo per vernici e l'ombelico in vista.
Io ero nella posizione della gru, quindi è toccato a mamma fare la domanda per sapere se i baby chef erano tutti lì. 
La risposta non solo è stata affermativa, ma con un certo disappunto, la commessa ci ha fatto notare che c'era anche una promozione, cosa che ha indotto la pignoleria di mamma, a chiedere quali fossero le caratteristiche principali dei due prodotti. 
Nonostante la mia posizione della gru e il mantra che stavo recitando per ipnotizzare la mente nella speranza che il dolore lancinante diminuisse, ho sentito questa risposta: "Sono buoni prodotti!" e avanti con una tiratina in su di naso.
Vista l'incompetenza e la maleducazione della ragazza  e l'aria attonita di mamma, ho chiesto a babbo di prendere la scatola così da poter leggere da me medesima, le caratteristiche, intanto la commessa si allontanava fregandosene alla grande e tirando su col naso.
Ora, io vorrei tanto sapere chi le ha fatto il colloquio di lavoro e l'ha assunta, e chi le ha fatto formazione, perchè vorrei parlarci e chiedere su che basi il profilo della ragazza corrispondesse ai requisiti richiesti, dato che gli annunci di Ideal Bimbo li ho letti spesso e volentieri: "cerchiamo ambosessi, che sappiano rapportarsi con il pubblico, gentili, sorridenti e  motivati a lavorare nell'ambito della puericoltura....."
Dunque, commessa di Ideal Bimbo, chi ti ha fatto il colloquio? Una scimmia urlatrice? E chi ti ha addestrato? Topo Gigio?
Ad ogni buon conto abbiamo fatto la nostra scelta, e ci siamo diretti alla cassa, dove stava appollaiata sempre lei, che, a questo punto, potrei definire come la ragazza con la "candela" al naso.
Io trascinavo la gamba non collaborante come fosse di legno, tranne alcuni momenti in cui il ginocchio si piegava, tipico movimento alla Pinocchio, preceduta dai miei. 
Stranamente la nostra "moccoletta" ci ha chiesto se volevamo un pacchetto regalo, domanda cui sono seguiti cenni di assenso. Ovviamente abbiamo dovuto attendere, perchè lei invece di chiamare alla cassa una collega che si aggirava nei pressi, sbucata da non so dove, ha fatto pagare tutti quelli che erano in fila dopo di noi. Non riuscivo più a stare in piedi, così babbo  mi ha fatto sedere vicino all'uscita, mentre Miss Candela al naso cominciava con una lentezza degna di un bradipo a preparare il pacco regalo con mamma che la fissava....  Non aveva occhio nemmeno per le misure della carta, da un lato la carta era sovrabbondante, dall'altro a fatica chiudeva il lato della scatola, non potevo guardare.
Dopo aver scartocciato a destra e a manca, aver cambiato il rotolo del nastro adesivo, e sempre tirando su col naso, Miss Candela ci ha consegnato il pacco,  io e i miei siamo tornati a casa.

giovedì 17 ottobre 2013

NOSTOS

 








Nostos,
ritorno all'appartenenza,
luminescenza primigenia,
da cui fui separata,
amore perduto nei secoli,
per secoli cercato,
nel mare delle emanazioni
di bozzoli luminosi,
energie umane senza sentimento.
Filamenti,
gettati in cerca di te, nostos,
erranti nell'oscuro mondo dell'ignoto,
ove amorfe ombre abitano.
Tu, punto di unione perenne,
veggenza nell'arte dell'agguato.
Nostos,
ritrovato perduto amore,
legato dall'intento,
e ora in me,
nel lato sinistro dell'eterna consapevolezza.

mercoledì 16 ottobre 2013

OTTOBRE

  ilmiomondoinfermoimmagine.blogspot.it
Cerco il rosso d'Ottobre,
pungenti tramonti e umettate albe,
cieli,
dove voli s'intrecciano,
vento,
nunzio della stagione delle morte foglie,
petali di rami nodosi,
volteggianti ballerine
compagne dei tini.
Cerco il rosso d'Ottobre, 
mosto dolce odoroso,
rito di fragranti caldarroste,
sapore di funghi,
soglia erbosa di una chiesa di campagna.
Cerco il rosso d'Ottobre,
porta del  freddo inverno,
del buio di giorni grigi,
che cuori nomadi,
accompagna al letargo.



martedì 15 ottobre 2013

MATTINATA AL POLIAMBULATORIO




Proprio questa mattina mi sono recata presso un poliambulatorio per effettuare un esame clinico. Avevo l'appuntamento alle 10:00 e come mio solito, mi sono presentata con un certo anticipo (il mio  disturbo ossessivo compulsivo: prima è meglio).
Alla reception, la gentilissima segretaria mia ha informata che il medico doveva ancora arrivare, perchè rimasto bloccato in strada causa traffico. 
Così mi sono seduta nella sala d'attesa sulla quale si affacciavano svariati studi medici delle più differenti specialità: elettromiografia, risonanza magnetica, audiometria, ecocolor doppler, quello che dovevo fare io.
Non c'è cosa più bella che osservare le persone, i volti, la gestualità, ascoltare i loro discorsi, e spesso, essere costretti ad interagire, anche quando non hai voglia, perchè c'è sempre qualcuno che ti chiede cosa mai tu, giovane, ci fai lì, se sei in attesa del medesimo specialista che attendono loro, e  in questo caso devi per forza confessare a che ore hai l'appuntamento, che risulta immancabilmente essere dopo il loro.
Così mi sono messa tranquilla, osservando qua e là e mi sono imbattuta in un imponente donnone, fornito di stampella da difesa, seduta accanto all'ambulatorio dove si effettuava l'elettromiografia.
La mia mente l'ha soprannominata Amaranta, dato che indossava un vestito di quel colore. La signora Amaranta era accompagnata dalla figlia, e con lei stava lamentandosi dell'attesa: " Ma quanto ci vuole? Io sto male" (sinceramente a vederla non sembrava proprio, aveva un viso fresco come una rosa e un atteggiamento che un guerriero spartano non avrebbe potuto sostenere). La figlia, visibilmente stanca e provata si era seduta dalla parte opposta della stanza rispetto all'ingombrante madre, e le ha fatto notare che dentro, c'era una giovane ragazza di 17 anni, e che insomma, non era il caso che si lamentasse.
Ma Amaranta è stata pronta nel rispondere: " E che me frega, io mi lamento per me, sto male sai? Hai preso tutta la documentazione?" 
"Sì mamma"
" E i soldi li hai?" 
"Sì mamma, secondo te venivo senza?"
"Ma la dottoressa dell'audiometria non viene? L'ho chiamata più volte ma non mi ha risposto!" 
" Sta arrivando mamma!"
Proprio in quel momento è entrata la dottoressa, carica di valigie contenenti le apparecchiature di calibrazione degli apparecchi acustici, piegata sotto il peso di quegli ingombranti pesi e visibilmente  provata. Amaranta senza por tempo in mezzo, l'ha bloccata avvalendosi della stampella da difesa e, se non fosse stato per i riflessi della dottoressa, tutti i presenti, me inclusa, avremmo assistito ad un grave incidente.
"Mamma! Che diamine! Lascia che la dottoressa posi le valigie in ambulatorio!"
"Beh ma io ho l'apparecchio che mi fischia!"
La dottoressa doveva conoscerla bene, perchè le ha preso immediatamente l'apparecchio e si è ritirata nel suo ambulatorio (sbolognare quell'invadente  di Amaranta doveva essere per lei una priorità urgente).
Nel frattempo ecco che entra un'altra attempata signora, e anche a lei la segretaria dice che il medico ecografista è in ritardo: "Ma io ho l'appuntamento alle 10:20! E poi volevo sapere: siccome ho la tendinite qui, e mi ha visto un dottore che mi ha segnato una pomata, se si poteva fare qualcosa"
La segretaria aveva il viso costipato, e per tener buona la sgrammaticata donnina ha subito chiamato il fisioterapista (che ci parlasse lui.....)
 Ecco Sandro, il fisioterapista di comprovata esperienza: "Buongiorno, allora Delia qual'è il probelma oggi?" - "Ho la tendinite qui, vedi? Ora il dottore mi ha dato una pomata e delle pasticche ma non mi fa nulla ho le dita gonfie quando mi alzo"
"Ma Delia, ti ha visto un ortopedico?" - "Si ma non so come si chiama"
"Allora fai il doppler per stamani, poi è necessario che tu mi porti pomata e pasticche va bene?"
"Si poi vado a casa e ti posto tutto oggi"
Finalmente è arrivato il medico ecografista, che scusatosi per il cospicuo ritardo, si è messo a sistemare il macchinario. La signora Delia, già in fibrillazione per il ritardo, aveva già una gamba dentro l'ambulatorio, perchè lei aveva furia e quindi, considerando l'orario, toccava a lei. Il dottore però, l'ha bloccata mettendosi davanti alla porta e, senza proferire verbo ha indicato me, facendole capire che (strano, ma vero) c'ero prima io. 
"Ma io ho l'appuntamento alle 10:20!" - "Ma la signorina aveva l'appuntamento alle 10:00!"
Così sono entrata a fare il mio ecocolor doppler e ci sono rimasta una quarantina di minuti, perchè era un'indagine piuttosto lunga e quando sono uscita la signora Delia era decisamente arrabbiata: "Si può sapere cosa ha fatto tutto questo tempo?" mi ha chiesto.
" Ho giocato a carte signora!"


lunedì 14 ottobre 2013

LEONETTO










Nella calma del solatìo Agosto,
sei sbocciato un dì,
dolce Leonetto.
Piccolo, ruggente cucciolo,
cui il mare ha offerto i suoi frutti più belli.
Al cammeo del tuo minuto viso,
ha donato due gocce di mare e rami rossi di corallo.
Tu,
che di sole dentro al cuore tieni i potenti raggi,
fuoco salmastro
del tuo primo respiro al mondo.
Stregate dal tuo canto di sirena noi,
Naiadi, ancelle dei tuoi capricci.

sabato 12 ottobre 2013

OMBRA














Parlai con la mia ombra,
quando il sole del mattino splendeva,
voleva esser libera,
la lasciai andare.
Senza ombra,
questo fui.
E tornavo là
ad aspettare,
all'ombra del pino marittimo
di fronte alla salsa spiaggia,
che gli spruzzi del mare
bagnavano il mio volto,
pallido e assorto.
Nomade ombra,
che leggera
all'amico vento si affidò,
incurante di me.
Stagioni passarono,
giorni, ore,
ero là,
fisso lo sguardo al mare,
statua di sale io.
Tornò così,
e ristette,
e si legò di nuovo:
aveva portato te.

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