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lunedì 11 luglio 2016

Il fiore amato da Apollo: il Giacinto

Il fiore amato da Apollo: il Giacinto, un grappolo profumato dai colori diversi, che regala ai giardini, ai balconi e alle case un tocco di colore e di anticipi di bella stagione.

Il fiore amato da Apollo: il Giacinto

Il Giacinto ha un profumo che mi inebria, e la sua consistenza a grappolo, così carnosa, mi fa pensare ad un materasso di petali. Giacinto era un giovinetto amato da Apollo, ma un giorno, mentre insieme giocavano al lancio del disco, Giacinto fu accidentalmente colpito da quello lanciato dal dio e morì, dal suo sangue nacque questo splendido fiore.

Il Giacinto può essere piantato in giardino, sempre prima dell'arrivo delle gelate, ma si presta molto bene anche ad essere coltivato in casa. La sua particolarità è che può essere indotto a fiorire (“forzatura”), in casa durante l’inverno. E questa fioritura anticipata ci regala uno spicchio anticipato di primavera…

Fiorisce una volta all’anno ma pochi bulbi in fiore sono sufficienti a profumare un’intera stanza (se avete un olfatto sensibile, vi renderete conto che è anche alla base di molti profumi). I colori sono i più vari: blu, rosa, lavanda, violetto, fucsia, e persino giallo e arancio. Non solo.

Ultimamente è possibile trovare anche bulbi di giacinto “multiflora”, ovvero che producono da un unico bulbo due “fiori”: le infiorescenze sono un poco più piccole di quelle singole, ma ancora più decorative e “piene”. Al momento dell’acquisto, per sapere se avete trovato un giacinto multiflora, basta osservare attentamente sbirciando all’interno delle foglie. Se ci sono due steli invece di uno, avete fatto bingo.

In casa il giacinto si può coltivare anche in acqua (ovvero in “idroponica”): se comprate i bulbi in autunno, questo permette di assistere al miracolo della fioritura “in diretta” e ad ottenere una fioritura anticipata. Sia in vaso che in acqua (nel loro bravo vasettino dal collo stretto), scegliete quelli con la spiga floreale già ben in vista (quindi forzati): in pochi giorni si apriranno, donandovi l’annuncio della primavera decisamente anzitempo.


mercoledì 16 dicembre 2015

Rosmarino, olio essenziale

Nome botanico: Rosmarinus officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dalle sommità fiorite
Profumo: fresco, erbaceo, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: stimolante generale, energizzante, tonico, antisettico, epatico, antireumatico, antidolorifico, digestivo, sudorifero, diuretico, antispastico, cicatrizzante, stimola le mestruazioni, antidiarroico, astringente, afrodisiaco
Principali indicazioni: debolezza, superlavoro fisico e mentale, stress, impotenza, frigidità, depressione, convalescenza, cefalea, palpitazioni, dolori reumatici e muscolari, gotta, ipotensione arteriosa, disturbi del fegato, cattiva digestione, colite, diarrea, meteorismo, ipercolesterolemia, influenza, raffreddore, tosse, dismenorrea, disturbi della pelle (acne, seborrea, forfora) caduta dei capelli, pediculosi
Precauzioni: evitare l'uso in caso di epilessia e in corso di gravidanza


Nelle Metamorfosi di Ovidio si parla di una principessa, Leucotoe, figlia del re di Persia, della quale si innamorò Apollo, il dio del Sole. Questi entrò con l'inganno nella stanza della giovane e la sedusse. Il padre punì la debolezza della figlia con la morte. I raggi del sole irradiati sulla sua tomba trasformarono il corpo della giovane, che mise radici tra le zolle di terra trasformandosi in una profumata pianta di rosmarino, che si eresse verso la luce. Da questo mito deriva l'usanza degli antichi Romani di coltivare piante di rosmarino sulle tombe come simbolo di immortalità.

La sua etimologia, da ros-maris, o rosamaris, che significa rugiada o rosa del mare, evoca dolcezza e salute: il rosmarino cresce spontaneamente sulle coste mediterranee e la sua presenza viene da sempre considerata propiziatoria per l'uomo. Un editto di Carlo Magno dell'anno 812, obbligava addirittura i contadini a coltivare negli orti una pianta di rosmarino, il cui profumo si diceva contenesse l'anima della terra. Infatti la terra dove era piantato veniva considerata sacra e molte pozioni guaritrici contenevano, oltre alla pianta, anche un pizzico di terra grattata dalle radici. Per il suo odore persistente, il rosmarino ha una qualità evocativa intensa: suscita il ricordo dell'amore e veniva usato nella magia amorosa per incantare il cuore. Il suo aroma esaltante veniva fatto aspirare ai malinconici per sollevare lo spirito.

L'essenza di rosmarino è forse la più rappresentativa tra quelle appartenenti alla famiglia delle Labiate, che comprende numerose piante ricche di oli eterei. Tutte le Labiate esercitano un'azione sull'io dell'individuo, rafforzandolo. Il rosmarino accresce la forza spirituale e contribuisce a mantenere l'integrità della propria più intima essenza, quando si è sottoposti a situazioni di sollecitazione e ci si sente deboli o si rischia di soccombere. Con la sua azione stimolante generale, sia a livello del cuore, centro vitale dell'individuo, che del polo metabolico rappresentato dal fegato, che della corteccia surrenale, la ghiandola che presiede alla capacità di adattamento e di resistenza dell'individuo allo stress, il rosmarino accresce la forza e il senso di identità personale e restituisce l'energia e la voglia di fare.

Arricchire il bagno o la doccia mattutini con poche gocce di essenza di rosmarino dà una sferzata di energia, stimolando fortemente l'organismo. Anche in caso di ipotensione arteriosa, cefalea, convalescenza, calo della memoria e dell'apprendimento, torpore, poche gocce massaggiate sulle tempie, ai polsi, o sotto le narici, tonificano attivano le risorse e schiariscono le idee. Anche il metabolismo epatico reagisce prontamente al rosmarino, che ha un effetto di regolazione e disintossicazione del fegato, sia a livello delle cellule che delle vie biliari. L'essenza può essere massaggiata sull'area epatica, dove stimola il drenaggio biliare, coadiuva nelle ipercolesterolemie, stimola la digestione, fluidifica la bile in presenza di calcoli. Non va però applicato in caso di eccesso di bile come nell'epatite, dove sono invece indicati il limone e la camomilla.

E' antispastico e antisettico in caso di infezioni intestinali e diarrea; è utile per le inalazioni in caso di bronchite e influenza; può essere applicato esternamente sulle articolazioni in caso di gotta, reumatismi, dolori muscolari. Per i disturbi della pelle e del cuoio capelluto stimola e deterge in caso di seborrea, forfora, indebolimento dei capelli, acne. Per la cura della pelle è utile l'utilizzo, come tonico, dell'acqua aromatica ottenuta dal processo di distillazione dell'olio essenziale. A livello sessuale esercita una maggiore influenza sulla struttura femminile, così come la santoreggia, un'altra pianta appartenente alle Labiate, si confà di più all'uomo.

Il rosmarino provoca un aumento del flusso sanguigno a livello delle pelvi, esercitando così un'azione di tonificazione sugli organi genitali. Ma siccome il sangue è portatore di coscienza, rafforzerà la "presenza" in quella zona, rendendo la donna più attiva e più partecipe laddove ci sia  insoddisfazione e scarsa partecipazione, secondaria a debolezza del proprio io o a eccessiva aggressività sessuale dell'altro, per cui la donna si lascia sopraffare energeticamente.

sabato 12 dicembre 2015

Piccolo delirio cerebrale

Mi chiedo dove sia Apollo, e perché mi abbia abbandonata così presto, dato che lui è, di solito, piuttosto insistente. Credo che se Apollo non mi avesse piantata in asso, sarei stata più vitale. Comunque me la caverò anche senza di lui e la sua cetra (e pensare che qualcuno lo sfidò ad una gara di canto e poi è stato scorticato...).

In verità mi pare che questo brano sia totalmente slegato, forse non lo capisco nemmeno io, ma non me ne importa nulla. O forse dovrei dedicarmi totalmente all'arte mantica o addirittura alla filosofia, almeno vivrei solo di dottrina pura. Ma se è vero che le vie del Signore sono infinite, forse ce la farò anch'io a sopravvivere a questo olocausto che mi tortura l'anima e a sua volta il corpo.

Il decadimento fisico è la prova schiacciante che l'anima è sull'orlo dell'abisso della disperazione? Avrei fatto meglio a parlarne con il caro, vecchio, Giacomino Leopardi, parlare del senso della vita, del significato dell'essere e del divenire, per poi finire per buttare a mare chissà mai quanti orologi e il loro fastidioso ticchettio.

A volte mi chiedo perché  la mia educazione culturale non si è fossilizzata a quelle collane editoriali tipo Bluemoon o Rose Blu, piuttosto che rammaricarmi o stupirmi sulle gesta e le azioni di un Carlo V o di una Elisabetta d'Inghilterra o di papa Alessandro VI Borgia. A che cosa sono servite le loro abbuffate di potere, quando sul più bello hanno dovuto mollare tutto per passare a miglior vita? Del resto anche Verga nella novella "La roba" ce ne dà un caldo esempio. Meglio il focoso Boccaccio, e il raffinato Balzac delle "Sollazzevoli Istorie".
E allora qual è il senso del senso?


domenica 9 marzo 2014

OGGI STACCO

Oggi stacco, mi prendo una pausa dal mondo, dai suoi rumori e dai suoi abitanti. Isolo me stessa da ogni stimolo che arriva e si interpone fra me e il mio interiore. Osservo il volo di un gabbiano solitario, che plana nell'arancio azzurro del cielo, dove il sole sul carro d'Apollo, sta per tuffarsi in mare. E' sereno quel gabbiano, nel suo fluido planare semisospeso nell'aria brillantina del tramonto, lui vola ma non sogna, guidato solo dall'infallibile legge naturale. 
Guardo i riflessi, respiro l'aria e chiudo le porte della mia ricettività, senza telefono, senza computer, senza messaggi, solo ciò che offre questo spicchio di mondo su cui mi affaccio, breve vacanza da tutto.
Fisso lo sguardo apparentemente nel nulla o forse nel vuoto, trovando la porta del giardino di dove non so, e quivi mi stendo, cercando il buon odore, essenza di lieti riposi.
Oggi stacco, senza alcun ripensamento, ho necessità di non vedere, di non sentire, esiguo momento di gran fortuna: non svegliatemi, non chiamatemi, non toccatemi. Lasciatemi sospesa, nel giardino di dove non so, a respirare l'essenza del buon odore.


sabato 23 novembre 2013

Oggi nella mia rubrica: due parole sull'Alloro


Dafne e Apollo
L'Alloro (Laurus nobilis) è una pianta sempreverde, nella mitologia greca sacra ad Apollo. Il dio se ne sarebbe cinto la testa, facendone un simbolo di gloria e di trionfo. Così gli atleti vincitori delle prime Olimpiadi (776 a.C.) furono incoronati con ghirlande di Alloro. Nei giardini imperiali dell'antica Roma, questa pianta er acoltivata per incoronare gli imperatori e i grandi condottieri dopo imprese belliche particolarmente importanti. Nel Medioevo e nel  Rinascimento la corona di Alloro era offerta a coloro che si fossero distinti in modo significativo nel campo della letteratura e della poesia. Il termine "laurea", "laureato/a", deriva da questa consuetudine. In medicina l'Alloro è afficace contro l'eccessiva sudorazione, il raffreddore e i reumatismi.
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