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venerdì 13 novembre 2015

Cerfolio, caratteristiche, usi, per aromattizare burro e aceto

Anthriscus è il nome della pianta, mentre cerefolium viene da Cerere, perché presso i Romani era rituale nei pasti presieduti da questa dea. Ovvio quindi che fosse molto apprezzata a quel tempo,  tant' è vero che da Roma si diffuse in Europa, fino alla lontana Britannia. Del cerfoglio si usarono foglie e semi per condire minestre, zuppe, salse e insalate, perché aveva "miglior odore del prezzemolo e di altri consimili" .


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta biennale, rustica, appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, originaria dell'Europa sud-orientale e dell' Asia occidentale, generalmente coltivata come annuale. La sua altezza è di 30-45 cm, ha portamento eretto con fusti scanalati, cavi, e foglie verde chiaro, profondamente divise, simili a quelle delle felci. I fiori sono candidi, con cinque petali, riuniti in ombrelle larghe 7-8 cm. Il cerfoglio cresce bene in tutti i tipi di terreno, al sole o in posizioni ombreggiate. Le foglie si raccolgono a partire da 6-8 settimane dopo la semina, che avviene da marzo ad agosto. Le foglie si possono essiccare disponendole in strati sottili in luogo all'ombra, riparato ed aerato. Possono essere anche utilizzati gli essiccatori a corrente d'aria calda. Va però tenuto presente che il cerfoglio essiccato perde gran parte del proprio aroma. Il cerfoglio ha proprietà aperitive, depurativè, rinfrescanti e galattofughe (arrestano il flusso latteo nelle puerpere).

Utilizzo

 Il cerfoglio è abbastanza usato nella cucina mediterranea, anche se spesso i ristoranti lo usano più che altro per decorare i piatti di portata.
Burro al cerfoglio: mantecare a temperatura ambiente 60 g di burro con un cucchiaio di cerfoglio pestato nel mortaio, unire poco sale e pepe e diluire con succo di limone.
Aceto al cerfoglio: lasciare macerare il cerfoglio nell'aceto bianco per un paio di settimane, rimestando e pestando ogni tanto. Filtrare, quindi imbottigliare.
Nella medicina popolare il cerfoglio viene quasi sempre usato, come del resto in cucina, in combinazione con altre erbe. Fa eccezione questo rimedio per curare gli occhi infiammati: mettere in infusione una manciata di foglie di cerfoglio fresche in una scodella d'acqua calda. Lasciar intiepidire, filtrare e usare il liquido per impacchi sugli occhi.


giovedì 12 novembre 2015

Pietre e cristalli, Topazio


Il Topazio è una pietra di grande energia e potere. E' stato usato per secoli da persone che occupano posizioni di potere per la sua abilità nel rivelare le intenzioni degli altri.

TOPAZIO
Caratteristiche: silicato di alluminio; sistema rombico; cristalli prismatici piramidali, striati; colori: incolore o dorato, rosso-giallo, verde mare, blu e violetto
Proprietà: è calmante; favorisce la comprensione intellettuale; stimola le energie nervose
Disturbi: combatte i disturbi alle vie respiratorie; attenua l'ansia e l'ipereccitabilità; favorisce un uso corretto delle energie nervose
Associazione con i chakra: quinto e sesto

Orecchie, consigli casalinghi |

Le orecchie sono delicate perciò ecco alcuni consigli utili da tener presenti sempre

CORPO ESTRANEO

Resistete all'impulso di togliere un corpo estraneo dall'orecchio: rischiate di farlo penetrare ancora più profondamente e di provocare danni al timpano. Rivolgetevi sempre al medico perchè estragga il corpo estraneo con un getto di acqua tiepida introdotto mediante siringa.

Se un insetto è penetrato nell'orecchio, accendete una torcia elettrica per attrarlo. Oppure riportatelo a galla versando nell'orecchio qualche goccia di olio tiepido (minerale, di oliva o per il corpo).


ACQUA NELLE ORECCHIE

Per sbarazzarvi dell'acqua dalle orecchie, piecchiettate delicatamente il palmo della mano contro le tempie a più riprese oppure oppure inseriteun contagocce pieno di alcol denaturato nel canale uditivo

CERUME

Se vi  è un accumulo di cerume, sdraiatevi sul fianco e chiedete a una familiare di versarvi qualche goccia di acqua tiepida nell'orecchio: dopo 10 minuti, fate uscire l'acqua. Ripetete l'operazione con acqua ossigenata: lasciate agire 10 minuti, poi con una siringa senza ago, sciacquate con acqua. Fate seguire qualche goccia di olio tiepico, minerale o per il corpo: sgocciolate l'orecchio  dopo 15 minuti. Il cerume, così ammorbidito, si sarà senz'altro staccato.

FORO PER GLI ORECCHINI

Per prevenire l'infezione, disinfettate i nuovi fori con un batuffolo imbevuto di alcool. Alla sera applicate una pomata antibiotica. Per evitare una reazione allergica assicuratevi che i primi orecchini siano dotati di perno d'oro o di acciaio inossidabile.

MAL D'ORECCHIO

Per un sollievo immediato, prendete aspirina o paracetamolo e sdraiatevi con la testa sollevata e l'orecchio appoggiato a una borsa d'acqua calda o a una compressa calda.

RONZIO NELLE ORECCHIE

Controllate che non si sia accumulato cerume

Eliminate la caffeina e non prendete più aspirina

Evitate i rumori molto forti

Se il disturbo persiste per più di un paio di giorni, rivolgetevi al medico




La melissa, per le donne ipersensibili

La melissa (Melissa officinalis), detta anche cedronella per il suo profumo luminoso, è un'erba dedicata soprattutto alle signore, ma, più generalmente, a tutta le persone ipersensibili. Dal 1611 l'ordine delle Carmelitane Scalze di Prigi prepara un'acqua antisterica a base di melissa (associata ad essenza d'arancio e di limone, cannella, noce moscata e coriandolo), che da quel tempo è stata la compagna fedele di ongi donna di qualsiasi categoria sociale.

L'ha assistita e la assiste nelle ore più difficili della sua esistenza: crisi di nervi, svenimenti, patemi dell'anima e del cuore, lutti, esaurimenti, età critica. E naturalmente quando la sua natura troppo delicata rende inquieto anche il suo sonno.


L'infuso di melissa ha le stesse prescrizioni dell'acqua delle Carmelitane e lo si può prendere anche soltanto per rasserenare il cuore e cacciare la melanconia, 3 tazze ogni giorno. Preso invece prima di coricarsi, faciliterà e proteggerà il riposo. Poichè la pianta non contiene che un basso tenore di essenza, è opportuno abbondare nelle dosi: un pugno di sommità fiorite fresche appena raccolte, o 10 grammi di droga secca per ogni tazza.

L'aroma di limone della melissa tende a degenerare se l'erba non è raccolta di recente e a scomparire del tutto nell'erba secca, soprattutto se conservata da troppo tempo. Il modo migliore quindi è di conservarla com'è, ben chiusa in sacchetti di carta, oppure, a pezzetti, in scatole e vasi. La provvista va rinnovata ogni anno, Se si pensa di doverne fare uso abbondante, conviene coltivarla in vaso.


Le tre sedie, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

A tutti è capitato di attraversare un momento doloroso, tutti abbiamo una storia da raccontare. Molti di noi rimangono ancorati alla propria sofferenza: è un espediente per non separarci dal passato e da ciò che è stato, ma in questo modo non facciamo che procurarci altro male. L'azione di questa settimana ci permetterà di liberarci del dolore e aiutare il prossimo a fare altrettanto.


  • Nei prossimi giorni ci eserciteremo a raccontare e rifletteremo sui diversi modi in cui una storia può essere narrata. Non scoraggiamoci! Ricordiamoci che più la salita è ripida, maggiore sarà la ricompensa una volta conquistata la vetta.
  • A volte teniamo per noi i segreti dolorosi del passato, altre volte li confidiamo a qualcuno. Tuttavia gli episodi che ci hanno fatto soffrire di più rimangono impressi nel nostro  cuore e nella nostra anima e possono pesare come macigni, annientando la nostra voglia di vivere. Seguiamo dunque tre mosse e ritroveremo tutta la nostra energia
  • La sedia del dolore. Accomodiamoci sulla "sedia del dolore" e affidiamo la nostra storia a un quaderno o a una persona che ci conosce bene, come un amico o un parente. Questo ci aiuterà a tirare fuori la sofferenza nel corso del racconto
  • La sedia del divertimento. Adesso proviamo a esporre lo stesso episodio, immaginando però di essere seduto sulla "sedia del divertimento". Per quanto la vicenda sia triste, questa volta dovremo sforzarci di trovare al suo interno qualcosa di divertente, magari un dettaglio buffo che avevamo dimenticato e che ci fa sorridere o ci strappa addirittura una risata
  • La sedia dell'ispirazione. Raccontiamo la storia una terza volta. Ora cerchiamo di narrarla in modo da ispirare noi stessi e il nostro lettore immaginario o la persona che abbiamo di fronte. Descriviamo la forza che abbiamo conquistato grazie a quella prova difficile, gli amici che abbiamo conosciuto, la saggezza accumulata e la capacità di metterci nei panni degli altri....insomma, tutti i doni che la sofferenza ci ha portato. 
  • Raccontiamo ciò che ci accade, sforzandoci di applicare sempre la regola delle tre sedie per vedere la vita da prospettive diverse. Ascoltiamo le storie degli altri e incoraggiamoli a trarne un esempio per motivare se stessi e il prossimo. Pensiamo almeno che Dio ci sottrae qualcosa per darci qualcos'altro in cambio. Impariamo a trovare anche negli avvenimenti più tristi un motivo per sorridere.

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