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sabato 13 febbraio 2016

E le sirene?

Le sirene, mitiche creature marine, affascinanti e magiche abitatrici delle profondità degli abissi, incantatrici di marinai, custodi di tesori e galeoni colati a picco fra marosi ruggenti.  Tutti i miti e le leggende nascondono un fondo di verità, almeno così si dice. Dunque non ci sarebbe da stupirsi se anche dietro la spumosa schiuma delle leggende sulle sirene ci fosse la luce del vero.
Potrebbero esistere realmente degli umanoidi acquatici intelligenti, parenti lontani dell’uomo, che hanno sviluppato il loro percorso evolutivo adattandosi a vivere nelle profondità dell’oceano e che hanno sviluppato una società complessa nella quale vivono nascosti per paura dei loro parenti umani?


Circa un anno fa, il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’agenzia federale oceanografica degli Stati Uniti, ha sentito la necessità di dover dichiarare ufficialmente che le sirene non esistono (perchè tale dichiarazione?)! “Le sirene del mare, metà umane e metà pesce, sono leggendarie creature marine di cui si racconta sin da tempo immemore”, ha scritto il NOAA nel suo sito web. Questa dichiarazione infatti, fu rilasciata in seguito alla messa in onda di un interessante programma trasmesso da Animal Planet dal titolo: “Sirene, il corpo trovato“, con il sottotitolo “un nocciolo di verità che vive sotto la leggenda delle mitiche sirene”.

In realtà era un documentario-fiction, in cui, come dichiarò l’emittente, la scienza é stata usata “come un trampolino verso l’immaginazione”. E' probabile però che molti telespettatori lo hanno preso per un documentario a seguito del quale, all’istituto oceanografico sono arrivate delle lettere in cui si chiedevano spiegazioni scientifiche. Da lì la precisazione: “non sono mai state trovate prove dell’esistenza di umanoidi acquatici”. Eppure, non tutti sono d’accordo. Sono numerosi gli scienziati che hanno avanzato interessanti teorie sull’esistenza, nel passato evolutivo dell’uomo, della “scimmia acquatica, e cioè di una antenato acquatico in comune tra gli ominidi e le scimmie.

 E sarebbero numerose anche le testimonianze di coloro che affermano di aver visto degli “umanoidi acquatici” tutt’ora viventi. Secondo i teorici della cospirazione, il Governo Americano (nella fattispecie proprio del NOAA) sarebbe a conoscenza di queste creature e addirittura starebbe inscenando un clamoroso cover-up (che giustificherebbe anche il comunicato del NOAA) per nascondere il fatto di essere in possesso del corpo di una sirena. Prova di questo fatto, sarebbe il famoso suono oceanico “bloop” registrato nel profondo dell’Oceano Pacifico dal NOAA alla fine degli anni ’90. Certo è che ci sono tutti gli ingredienti per incuriosirci.


giovedì 19 novembre 2015

Ricordiamoci di chi vive nel mondo dello spirito, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Ciascuno di noi ha qualcuno che veglia su di lui dal mondo dello spirito: una persona cara che vorremmo rivedere o riabbracciare, con cui ci piacerebbe poter comunicare ancora, qualcuno di cui sentiamo la mancanza. L'azione di questa settimana è dedicata proprio a loro.


  • Perdere una persona cara e pensare che non la rivedremo mai più può essere tremendo da sopportare. Per quelli che credono nella vita dopo la morte è un po' più facile, perchè sappiamo che quando lasceremo questo mondo ci ricongiungeremo con coloro che amiamo. La parte difficile da accettare è che finchè proseguiamo il nostro cammino terreno non possiamo vederli o sentirli, nè sapere se sono felici e in compagnia di creature celesti
  • Ciò di cui molte volte non ci rendiamo conto è che anche chi abita nel mondo dello spirito sente la nostra mancanza e condivide il desiderio di continuare a vivere assieme a noi. L'azione di questa settimana ha lo scopo di dare a chi non c'è più, la possibilità di farsi ascoltare e di essere partecipe della nostra esistenza
  • Spesso i momenti più semplici e apparentemente banali della vita si rivelano i più profondi, e rappresentano il miglior rimedio per curare le ferite del cuore. Ce ne renderemo conto svolgendo l'azione di questa settimana
  • Quando parliamo con gli abitanti del mondo dello spirito tendiamo a non dare loro la possibilità di ribattere. Dobbiamo imparare ad ascoltare, a prestare attenzione a ciò che vediamo, sentiamo e proviamo
  • Ritagliamoci dieci minuti ogni giorno per una piccola "riunione" con i nostri cari defunti. Chiudiamo gli occhi e respiriamo lentamente: quando siamo pronti informiamoli che quel momento è tutto per loro, perchè vogliamo che facciano parte della nostra vita e speriamo così di realizzare anche un loro desiderio. Se sono occupati, non importa. rimaniamo in silenzio e ascoltiamo, senza pretendere segno alcuno. Poi apriamo gli occhi e riflettiamo su come ci sentiamo
  • Se continueremo a praticare questa azione con costanza un domani riuscirai a vedere, sentire e comunicare con le persone amate che pensavamo di non incontrare più. La ricompensa sarà un'esistenza più piena e felice.

lunedì 2 marzo 2015

Essere attivi e abbandonare la Pigrizia

Se noi siamo siamo consapevoli del fatto che non sempre il lavoro è piacevole, è pur vero che condurre un'esistenza senza scopo, pigra ed annoiata è fonte di infelicità. Avrete anche voi constatato che si può in qualche modo alleviare un dispiacere semplicemente lavorando di buona lena a qualcosa.


Il morale sale quando si consegue un risultato, quindi quando si produce qualcosa ci sentiamo decisamente meglio, siamo soddisfatti. Le persone pigre scaricano il fardello del lavoro su quelli intorno a loro, hanno la tendenza a sovraccaricare gli altri.

Del resto andare d'accordo con le persone pigre è difficile. Oltre ad essere deprimenti, possono essere anche un po' pericolose, sono inaffidabili. Ma una soluzione c'è e consiste nel tentare di persuaderle a decidere di fare qualcosa e metterle all'opera, se non altro per dimostrare loro che taluni benefici derivano da un lavoro che porta ad una produzione reale.


venerdì 2 gennaio 2015

Guide spirituali terrene | Un cosiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Ci sono guide spirituali che camminano fra noi, persone speciali che toccano la vita del prossimo e la illuminano di gioia. Sono "guide spirituali terrene": non semplici creature generose e gentili, ma persone di raro valore con uno scopo straordinario. Dio le ha inviate sulla Terra per dimostrarci il Suo amore in un modo eccezionale e meraviglioso.


  • Purtroppo sono rare le occasioni in cui incontriamo una guida spirituale terrena e sovente, quando accade, non ci rendiamo nemmeno conto di avere davanti una creatura tanto straordinaria. Sappiamo di essere stati sfiorati da una presenza speciale, diversa, ma non riusciamo a spiegarci esattamente come ci ha cambiati
  • Non è detto che una guida spirituale terrena ci doni un miracolo o compia un'azione precisa per il nostro bene. A volte lo fa, a volte no. Ciò che importa è che in un modo o nell'altro lascia un segno nella nostra esistenza. Spesso è difficile descrivere la sensazione che proviamo, ma il tocco di una guida spirituale terrena è qualcosa che imprime dentro di noi e ci accompagnerà per il resto della vita
  • L'azione di questa settimana non ci farà certo diventare guide spirituali terrene, ma ci porterà sicuramente un po' più vicino a queste creature celesti
  • Ecco alcuni esempi semplici, ricordate dunque: la forza miracolosa di ciò che faccaimo non sta mell'azione in sè, ma nell'intenzione che la ispira. Il tocco di una guida spirituale terrena è un tocco di amore puro e sacro
  • Sorridere con gioia, tenersi per mano, accarezzare una guancia, sussurrare una parola gentile, regalare un saluto, uno sguardo, un tocco affettuoso, trascorrere del tempo insieme. Questi gesti e molti altri, compiuti con amore e sincerità, sono il sengo distintivo di una guida spirituale terrena
  • Cerchiamo di imitare le straordinarie creature che vivono in mezzo a noi: fai in modo che la forza dei nostri buoni propositi lasciamo un segno indelebile nell'anima degli altri. Anche le nostre guide spirituali se la ricorderanno per sempre

venerdì 12 dicembre 2014

A NATALE PUOI, E GLI ALTRI GIORNI? ABBIAMO TUTTI LA GIUSTIFICAZIONE A NON FARE?

Sono già alcuni giorni che mi frulla in testa il jingle di una nota pubblicità natalizia che i media ci propinano già da qualche anno e che dice pressappoco così: "A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai, a Natale si può fare di più...". Io non guardo quasi mai la televisione e le informazioni le reperisco benissimo da altre fonti che non siano i cristalli liquidi. In ogni caso le note di questo jingle si sono insinuate nella mia testa e da esse è scaturita una riflessione preceduta da una domanda.

Ma che tipo di messaggio si cela dietro queste parole? Complimenti vivissimi al team che le ha composte, abili manipolatori di menti poco inclini alla riflessione. Dunque fatemi capire, il Natale sarebbe occasione gradita per fare delle buone azioni e gli altri 364 giorni dell'anno abbiamo l'esonero e la giustificazione? Che significa? Che a Natale togliamo la polvere all'indifferenza, al menefreghismo, all'egoismo, all'interesse personale e apriamo per un giorno gli occhi sul mondo che è oltre la cortina di sudiciume che ci ricopre l'anima?


Ma qual'è il concetto vero del tanto decantato spirito natalizio? Quale il vero significato? Non certo il messaggio che arriva dal suddetto jingle, spirito natalizio è qualcosa di molto più grande, nel senso lato del termine, una disciplina interiore da praticare con costanza ogni giorno della nostra vita. Non ci sono esoneri nè giustificazioni, non esiste un giorno dedicato, nè con un giorno a tema si paga un obolo e poi ci ritiriamo nel nostro castello tirando su il ponte levatoio, lasciando fuori tutto il resto. Per lo meno non lo è per me.

Sono cresciuta con un concetto diverso, di sicuro non quello del "a Natale puoi, a Natale si può fare di più", si fa e basta, ogni giorno senza necessità di capitali in banca, o cospicue donazioni, si tratta di piccoli gesti. Penso ad esempio al fatto che ogni mattina al risveglio possiamo accogliere i nostri cari con un sorriso, invece che con il viso lungo e quegli imbarazzanti silenzi che molti deifniscono "l'ora di comporto". Non ci vuole molto a muovere la muscolatura facciale.

Durante il giorno sono tante le occasioni che possiamo cogliere, al supermercato cedere il posto in fila alla casa a chi ha solo due o tre cose nel carrello, su un mezzo pubblico lasciare il posto ad una persona anziana che fa fatica a mantenersi in equilibrio, perchè magari già si appoggia ad un bastone. Offrirsi di andare a prendere un amico perchè è rimasto senza macchina, dare un passaggio sotto l'ombrello a chi è stato colto dalla pioggia senza riparo alcuno per un piccolo tratto di strada.

Andare a fare la spesa senza che ci venga chiesto, accompagnare un conoscente ad una visita specialistica perchè non ha nessuno, portare un fiore ad un convalescente, dedicare un po' del nostro tempo a chi è solo, portare una scatola di croccantini alla comunità felina, una vecchia coperta al canile, conservare le briciole di pane per gli uccellini. Sedersi ed ascoltare per dare la possibilità agli altri di esprimere se stessi, essere sinceri. Questo per me è lo spirito natalizio, non certo ritrovarsi tutti sotto uno stesso tetto per una giornata fra falsi sorrisi e qualche pettegolezzo nei confronti di chi poi per tutto il resto dell'anno ignoriamo dimenticando che esiste.

Spirito natalizio non significa fare buon viso a cattivo gioco, tanto è solo per poche ore, che razza di immagine diamo di noi stessi? Non è meglio mettere le carte in tavola? Anzi forse dovremmo approfittare una buona volta di questo giorno di riunione e ringraziare di aver la possibilità di trovarsi di fronte tutti per far chiarezza e far della chiarezza un pilastro della nostra vita. Non è con un jingle che si cambiano le cose, nè con un jinlge si dà una svolta alla nostra esistenza, è con un costante lavoro quotidiano che si apportano dei cambiamenti, non basta un giorno, ci vuole una vita intera.

sabato 23 novembre 2013

LETTERA AL DOLORE

Fuggo, da te dolore che mi smembri il corpo, che da troppo tempo ormai usuri la mia esistenza e il mio fisico. Con te dentro al corpo non si scherza, perchè  succhi via tutte le energie che mi rimangono, porti via la mia forza vitale, la mia lucidità, parassita che non sei altro.
E' come trovarsi dentro una prigione, un sarcofago nel quale tu mi hai relegata a forza, fasciata in bende strette che impediscono ogni minimo movimento, e sto lì a fissare davanti a me,  un panorama fisso che i miei occhi  vedono, e ascolto il mio respiro, e i suoni intorno, e coloro che  cercano di starmi vicino, ma impotenti.
Non posso fare nulla perchè se non  rimuovo la  causa che ti ha fatto mettere radici dentro di me, mi inchioderai per sempre, mutilando il mio corpo, togliendomi la capacità sensitiva e ambulatoria. 
Allora non puoi far altro che pensare,  e mentri aspetti, guardi il telefono e speri che da un momento all'altro arrivi, quella telefonata, quella che significa almeno in parte la fine di questo incubo che perdura da non so più quanto tempo, ho perso il conto.
Voglio tornare a passeggiare, a correre, a camminare, a guidare, a far le scale saltellando, a viaggiare, a lavorare....il mondo è solo chiuso fra quattro mura adesso, le mura della mia stanza, dove il mio corpo è steso, sul letto, fermo. 
Mi hai fatto urlare  dolore, mi hai tolto il sonno, notti intere senza neanche poter piangere, ad anelare solo un minuto di assenza da te, solo un minuto per rilassare i muscoli sempre in tensione, per riposare il cuore che batte all'impazzata per la tensione che mi provochi e gli spasmi a cui mi sottoponi.
Rivoglio la mia vita, la pretendo, ho troppe cose ancora da fare, persone da amare, luoghi da vedere perchè tu, maledetto possa pretendere un prezzo così alto. 
E' meglio che ti prepari perchè manca poco alla resa dei conti, e questa battaglia nella quale fino ad ora hai avuto tu il vantaggio, la vincerò io, perchè ti ho studiato così tanto, di te so tutto, ho lasciato che tu barbaricamente vandalizzassi il mio regno e ti facessi vedere per quello che sei, e ora so, perfettamente cosa sei.
La mia battaglia l'ho pianificata, ho mandato ambasciatori, ho acquisito alleati, ho la mia strategia dolore, una strategia che ti farà soccombere, questa sarà l'ultima battaglia che scatenerò contro di te, e poi sarò libera, di rinascere e di rivivere, come meritano la mia tenacia, il mio coraggio, la mia costanza, la mia determinazione.  Questo è il mio ultimatum.
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