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lunedì 8 febbraio 2016

Psicopittografia, Cominciare sempre dall'inizio

Vi sono persone che, quando si tratta del successo, non sanno quello che vogliono. Come mettere un ordine logico nelle loro ricerche?
Cominciamo dall'inizio. Le prime cose sono sempre quelle che si riferiscono alla nostra vita interiore. E' una buona idea quella di ridipingere la casa, ma è molto meglio restaurare il proprio modo di pensare. E' interessante sapere le notizie del giorno, ma è molto più interessante conoscere se stessi. La gente esita a cominciare dall'inizio

E' perchè non pensa che il successo interiore è ciò di cui si ha bisogno realmente. Non si accorge che le cose esterne sono inutili sostituti del successo interiore. Un uomo guadagna una fortuna ed è sorpreso di scoprire che non è veramente più felice di prima. Neppure questa scoperta lo illumina sul fatto che l'intera scala dei suoi valori è falsa, e che ha messo le ultime cose al primo posto. 

Occorrono audacia e coraggio per cominciare da zero, ed occorre anche una mente pratica. L'uomo deve porre le ricchezze interiori al primo posto. Dopo si può occupare delle questioni materiali.

giovedì 30 luglio 2015

Quali valori?

La gente ama usare parole di cui ignora il significato. Ci sono eserciti di persone che usano ad esempio la parola "valori" senza un minimo di cognizione. Di quali valori parlate? Perchè mi sfugge il significato dei vostri discorsi. I valori per conoscerli bisogna averli fatti propri e di conseguenza ad essi attenersi: sono uno dei pilastri della vita. Noto che invece chi usa questa parola ne fa regole per gli altri ma non per se stesso.


Se di valori vogliamo parlare forse sarebbe meglio analizzare quelli che per noi sono tali e solo dopo elargire esempi agli altri. L'educazione, il rispetto, la coerenza, l'onestà, la gentilezza, la tolleranza sono valori, ma a mio avviso sono stati tutti impacchettati e sepolti sotto una bella lapide con tanto di epitaffio: "chi se ne frega". Il dizionario definisce "valori" il complesso delle doti e capacità, specialmente intellettuali e professionali di una persona.

Sinceramente mi sembra che in tutti i settori scarseggino doti e capacità intellettuali e professionali. Tante bocche che lodano se stesse scalando pulpiti da cui declamano sermoni etici su come la società in cui viviamo e quindi il mondo, non sono altro che una cloaca di inettitudine e comportamenti che di umano non hanno nulla. Tutti capaci a far proseliti, ma dare l'esempio è ben altra faccenda. Puntare il dito è semplice e non costa nulla, insegnare alle persone il significato dei valori è una fatica che oggi nessuno si sente di sopportare, semplicemente perchè non li ha fatti propri.

Neonati abbandonati nei cassonetti, coltellate per un parcheggio, animali abbandonati e oggetto delle più efferate crudeltà, anziani indifesi derubati o picchiati, donne stuprate, onesti lavoratori e persone per bene che non vengono tutelati dalla giustizia nemmeno in flagranza di reato e potrei andare avanti all'infinito. Basta una semplice fila alla cassa di un supermercato a scatenare una rissa, a far sì che qualcuno si senta autorizzato a prevaricare o alzare le mani sugli altri.

La maggior parte di coloro che si professano pastori dei valori fa parte di quella gran legione di persone la cui mente è asservita ai canoni delle tendenze odierne, ma se ci parli sarebbero capaci di farti credere che le loro sono scelte indipendenti e consapevoli: strano però, seguite come pecore le mode, avete tutti un tatuaggio o un piercing, frequentate gli stessi locali di tendenza e andate tutti in vacanza negli stessi posti, fate la fila per un iphone, e portate tutti lo stesso taglio di capelli.

Sarebbe troppo dunque riformulare la domanda e chiedere nuovamente: ma di quali valori si parla?






martedì 2 giugno 2015

Il male di vivere

Il male di vivere, lo chiamano così i media, questo virus dilagante che spezza le vite dei giovanissimi, lasciandoci in bocca l'amaro di una domanda: perchè? Io non conosco la risposta, ma sono capace di guardarmi attorno e quello che vedo mi piace sempre meno. Vedo che l'unico valore su cui molti adolescenti basano la propria vita è uno squallido materialismo, che affonda le proprie radici sull'apparire, sull'avere, sulla perfezione estetica, su una falsata comunicazione non verbale che si esplica solo attraverso il virtualismo tecnologico di cui nessuno o quasi, riesce più a fare a meno.

Non solo lo vedo questo materialismo, ma lo tocco con mano. Stordirsi, ubriacarsi, ostentare aggressività, aggregarsi in gang, gestire soldi senza conoscere la fatica di averli guadagnati, ottenere facilmente tutto senza il minimo sacrificio, identificarsi con icone dietro cui si muove un meccanismo che in realtà plasma menti affinchè possano desiderare, senza compiere consapevolmente una scelta. E se non si ottengono certe cose le strade sono due: o ci si procurano mercificando se stessi, compiendo piccoli reati,  usando la violenza oppure lasciando spazio alla disperazione, perchè non siamo come i canoni ci impongono di essere, perchè siamo vittime di scherno o peggio di bullismo in un mondo in cui massificazione e standardizzazione sono i dittatori della vita.


In famiglia non si parla, vorrei chiedere ai genitori di questi adolescenti se davvero conoscono i loro figli o se li conoscono solo attraverso i social network cui essi affidano le loro riflessioni, se parlano con loro o se identificano lo stare in famiglia solo come vivere sotto lo stesso tetto, ognuno preso dal proprio avatar, dalla playstation o dagli impegni di un quotidiano in cui valori e parole sono stati sepolti da tempo perchè risultano difficili da riesumare, e perchè comportano un confronto a cui non ci si vuole sottoporre perchè è difficile tenersi testa guardandosi negli occhi, criticarsi, mettersi a nudo, parlare dei propri vuoti, del disagio che si prova e soprattutto è praticamente impossibile andare contro corrente.

Già, remare in senso opposto, non solo è faticoso, ma implica combattere una battaglia da soli contro una moltitudine infinita che ti addita come diverso e che ti prende di mira. Eccoci arrivati al punto, solo se si possiedono dei valori ben radicati si può sostenere un peso di questo tipo e questi valori non si acquisiscono con la nascita, ci vengono insegnati. E chi li insegna se non la famiglia? Si insegnano dando un esempio, con il comportamento, con le parole, raccontando la vita ogni giorno, e fornendo quegli strumenti che fanno dei giovani persone in grado di giudicare, e decidere autonomamente senza sentirsi inadeguati in un mondo in cui si è "fighi" o "fighe" solo se si assomiglia a Barbie o se si possiede un iPhone, se si veste di marca, se si ha un piercing o un tatuaggio.

La vita è fatta di ben altro, è costituita di una profondità di sentimenti, sensazioni, emozioni, gioie, dolori che nulla hanno a che vedere con il materialismo che digerisce le nostre esistenze. Se si vuol cambiare il mondo, bisogna iniziare a cambiare noi stessi, e ciò a partire dal nucleo originario, la famiglia, cominciando da una domanda: perchè esiste la famiglia e a cosa serve?

domenica 24 maggio 2015

La Riflessione di Zoe - parte terza

Il solo fatto che l'uomo avesse il dono di raziocinare, faceva desiderare a Zoe di non essere parte del genere umano, ma solo del mondo animale. Perché? Ma perché l'animale vive secondo l'istinto, e l'istinto lo guida e lo corregge in qualunque momento e fa sì che esso non sbagli mai, ma lo educa senza che l'animale rimanga deluso.

Invece il genere umano, grazie alla sua capacità raziocinante, ha anche questo vantaggio!
Che cosa è il raziocinio se non il metodo più immediato e meno costoso di complicarsi la vita? E in più è gratis!
La vita è l'avventura più rischiosa del mondo. Dal momento in cui si nasce, nel momento fatidico della nascita, inizia un'avventura che terminerà solo con la morte.
 
Ogni giorno che noi trascorriamo in questo pazzo mondo, è un grosso, enorme, punto interrogativo, è un imprevisto, mai una probabilità. Eppure se ci guardiamo attorno, tutto sembra procedere secondo programmi, orari, secondo il nostro ritmo e le nostre idee: non è vero.
Tutto procede secondo un oscuro disegno, una corsa inesorabile e inarrestabile, di cui non si conosce il fine.
 
Le sembrava persino inutile continuare a scrivere ciò che altri avevano già magistralmente descritto, ma del resto anche Zoe che viveva nell'anonimato del mondo, aveva diritto ad una sua opinione.
Stranamente Zoe guardava al futuro come ad una fonte che le avrebbe elargito abbondanti doni: serenità, felicità, tranquillità e soddisfazioni, mentre invece avrebbe dovuto essere più inquadrata, sognare di meno e lavorare di più, il futuro avrebbe dovuto costruirlo lei, con le sue mani.
Ciò che le scopriva anche l'ultimo nervo erano l'incertezza e l'insicurezza del futuro, perché non c'è niente di peggio dell'impotenza di fronte agli eventi e sentirsi   piccini piccini ed inesorabilmente inutili.
 
Si chiedeva cosa fossero i valori, quando la storia stessa le aveva insegnato che tutti ne avevano fatto volentieri a meno per portare avanti i loro progetti, per realizzare i loro scopi; quindi a che pro imbestialirsi? Perché guardare agli altri con la paura di essere giudicati, quando loro stessi non provano nemmeno a giudicare se stessi? Perché stare attenti a non offendere alcuno con qualche nostro atteggiamento se gli altri non si preoccupano minimamente del loro?
 
Difficile muoversi in un tale campo minato, non sarebbe più semplice una "satura lanx" (per capirci il piattino di primizie della terra destinato agli dei) e buonanotte suonatori? Non sapeva nemmeno lei che vita avrebbe voluto, ma di sicuro avrebbe volentieri eliminato i problemi. Forse voleva tutto e niente al tempo stesso, forse si contraddiceva allegramente come diceva Cicerone, o forse desiderava solo che la sua vita fosse ricca e attiva, attiva sempre in tanti aspetti, modi. Soprattutto il suo anelito era al mondo, a conoscere luoghi, popoli, tradizioni, modi , usi.... Aveva sete del mondo, di tutto il mondo e per il mondo, avrebbe voluto guardarlo dallo spazio e vederne i colori: il blu del mare, il verde degli alberi, il bianco delle nuvole.

sabato 17 maggio 2014

Quindici tecniche nuove | Psicopittografia


  1.  La coscienza di sè ci dà la possibilità di respingere le emozioni negative quando esse cercano di insinuarsi in noi
  2. La conoscenza di sè permette di vedere che le disposizioni negative non fanno parte del vero Io
  3. Attitudini nuove creano sentimenti nuovi
  4. Dobbiamo desiderare di dimenticare le idee false e di imparare le verità nuove
  5. L'emozione dell'amore è dentro di noi quando possiamo stare con altre persone senza desiderare nulla da esse
  6. I problemi causati dalle emozioni negative, quali il mal di testa, la nevrosi, e l'insonnia, spariscono quando ci si armonizza coi principi naturali della vita
  7. La nostra scala dei valori si modifica mano a mano vi sviluppate interiormente
  8. Quando un uomo vede realmente quanta energia e salute viene sprecata a causa delle emozioni negative, cerca di porvi rimedio
  9. Il segreto di una vita piena è quello di prender piacere all'Io e non alle cose materiali
  10. La sofferenza diminuisce nella misura in cui noi consideriamo un fatto che concerne una cosa, senza aggiungere a questo fatto la nostra opinione personale
  11. Quando consideriamo onestamente le emozioni negative, siamo sulla buona strada per dissolverle
  12. Quando la mente è veramente libera, non di deve più pensare alle prigioni emotive. Un uomo libero non ha più bisogno di pensare alla libertà o alla prgionia
  13. Eliminiamo la pena di un sentimento negativo rifiutando di di identificarci con esso
  14. Quando scopriamo il vero Io non saremo più in conflitto con noi stessi a proposito di ciò che dobbiamo o vogliamo fare
  15. La ricerca dei principi di verità produrrà un cambiamento interiore, che a sua volta, produrrà un caldo snetimento di benessere

sabato 28 dicembre 2013

A proposito del Natale


Il Natale è fatto per i bambini, è un momento speciale per loro, fatto di colori, di luci, di carte che luccicano, di desideri. E' per loro un periodo entusiasmante, magico. Ne ho vissuti molti di Natali così.
Ma crescendo il Natale ha perso la sua magia, non è questo il suo significato primigenio. Adesso posso affermare che se fosse in mio potere, lo salterei direttamente. Avete capito bene, non mi piace, non mi piace quello che rappresenta adesso, non v'è luce, decorazione, carta che smussi il mio spigoloso pensiero. Tuttavia quest'anno esso ha portato qualcosa di speciale. Ho sempre sostenuto e sostengo che gli appelli natalizi alla bontà, ai valori, al calore familiare sono inutili se non si praticano ogni giorno con dedizione e sacrificio, non sono certo valori e sentimenti che si scartano come i regali, nè si toglie loro la polvere come si fa per le decorazioni che giacciono addormentate per quasi tutto l'anno. Non funziona così. E' la pratica quotidiana che poi porta i risultati, è il costante allenamento alla coerenza che produce piccole vittorie. Amo la mia famiglia e i miei affetti, e tutte le persone che ne fanno parte. E quest'anno il Natale mi ha fatto un regalo splendido, ha aggiunto alla mia famiglia due speciali persone, che hanno condiviso con me e i miei, il pacifico e affettuoso clima familiare di casa mia. Hanno affrontato un bel viaggetto per arrivare da noi, e hanno persino sfidato il tempo,  la burrasca, e gli strali dell'influenza, ma sono venuti e il loro semplice affetto si è fuso con il mio. Questa è la dimostrazione che il bene e l'amore se coltivati con trasparenza e sincerità producono frutti altrimenti insperati, che le distanze non sono mai così invalicabili, quando si apre il proprio cuore a coloro che, altrettanto sinceramente ci hanno accolto nel loro come si accoglie un figlio nuovo. Grazie Catia e Antonio.
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