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lunedì 18 gennaio 2016

La Cioncia

CIONCIA: si potrebbe definire una ghiottoneria più da linguisti che da gastronomi. La cioncia è la pietanza più tipica della cucina di Pescia; piatto umile, fatto con le parti di scarto della macellazione (naso, coda, guance) che un tempo i macellai lasciavano attaccate alla pelle dell'animale ucciso. A scarnirle ci pensavano poi gli addetti al trasporto alle concerie, vendendo questi pochi scarti alle massaie pesciatine le quali poco a poco perfezionarono una gustosa ricetta per sfruttarli nel modo migliore.


Ora, ovviamente, gli "scarti" per la cioncia si vendono in macelleria. Passando dalla cucina alla linguistica, l'umiltà della pietanza è coerentemente rispecchiata in alcune espressosi dialettali toscane, come il nomignolo di cioncio che viene dato all'uomo miserello e dappoco; come cioncina che nel PIsano indica la donna buona a nulla; e come la locuzione "pie' ccionci" che indica chi cammina male o faticosamente a causa, per esempio, dei calli.

La teoria dei multiuniversi di Roberto Grossatesta

Medioevo, periodo buio, quasi regressione dell'uomo.....non di tutti però. Se una parte del mondo era piombata in una sorta di oscurantismo e involuzione, vi erano comunque pochi  intelletti illuminati che cercavano di dare risposta ai perchè dell'uomo.
In effetti c'era qualcuno che, nonostante l'inquisizione, i roghi e gli autodafè, gettava le basi di una teoria realtiva all'esistenza di più universi. E fu il teologo inglese Roberto Grossatesta ad elaborare tale teoria nel suo scritto, il trattato De Luce (La Luce). Intorno al 1225 Grossatesta, che aveva studiato le opere recentemente riscoperte di Aristotele sul moto delle stelle e della Terra in una serie di nove sfere concentriche, propose nel suo scritto l’idea di un universo iniziato con un lampo di luce.

 Questo lampo avrebbe spinto tutta la materia verso l’esterno, da un piccolo punto fino a trasformarla in una grandissima sfera.  Questa elaborazione sorprendentemente moderna, è assai vicina al concetto che sta alla base della ben nota teoria del Big Bang. Una simile visione, o meglio previsione, annidata nel paludato latino del De Luce, non poteva certo lasciare indifferenti alcuni ricercatori del nostro XXI secolo, e così è stato. Tom McLeish, fisico presso la Durham University nel Regno Unito, aiutato da alcuni colleghi ha provato a ‘tradurre’ le speculazioni di Grossatesta dalla lingua di Cicerone a quella della matematica contemporanea, fatta di simboli, equazioni differenziali e complessi metodi di approssimazioni numeriche, per vedere a quali risultati avrebbero portato.

 “Abbiamo cercato di scrivere in termini matematici quello che il teologo ha detto con parole latine”, dice McLeish. “Abbiamo così a disposizione una serie di equazioni, che possono essere inserite nei computer e risolte. Stiamo esplorando con il solo ausilio della matematica un nuovo tipo di universo, che poi è proprio quello che i fisici teorici delle stringhe fanno a tempo pieno. Possiamo considerarci dei teorici delle stringhe medievali”. Come riporta lo studio, nell’universo di Grossatesta luce e materia sono accoppiati insieme. Quando dall’impulso iniziale la loro espansione raggiunge una densità minima, entra in quello che viene definito uno stato perfetto e cessa e il processo di accrescimento si arresta. Questa sfera perfetta emette allora una nuova forma di luce chiamata lumen, che invece si propaga verso l’interno, ‘purificando la materia imperfetta dentro la sfera e comprimendola, fino a che raggiunge anch’essa uno stato ideale e a sua volta diventa sorgente di lumen.

Andando a ritroso, il processo prosegue e lascia come unico ‘residuo’ di materia imperfetta da cui, guarda caso, si è generata proprio la Terra. Di certo a Grossatesta non sfiorò nemmeno l’idea di poter essere considerato un lontano precursore delle moderne teorie cosmologiche, addirittura fino a sottintendere la possibilità dell’esistenza di universi multipli. “Ovviamente non poteva neanche immaginare che nella sua visione del cosmo si possono arrangiare tanti multiversi”, continua McLeish. E le nostre teorie di oggi, che riscontro avranno nel futuro?


Psicopittografia, Colorate i vostri mocassini magici

 Narra una leggenda di una tribù di indiani che aveva paura a recarsi nella foresta vicina in cerca di cibo. La foresta era oscura, impenetrabile, senza piste. Anche i guerrieri migliori vi si perdevano spesso per giorni e giorni. Un giorno venne al villaggio uno stregone che offrì alla tribù dei mocassini magici. Chiunque li portava era sicuro di poter rientrare al campo sano e salvo. [Immagine mentale 29]

I consigli seguenti saranno come i mocasini magici. Sono la guida sicura attraverso la foresta
  1. Il potere più persuasivo che possiamo avere è quello di una personalità matura
  2. Il segno di grandezza è di essere superiori senza sentirsi tali
  3. Il sapere che essere amati lenisce le angoscie più penose
  4. Mutando l'Io interiore, modifichiamo le relazioni con l'esterno
  5. I forti attirano sempre i deboli
  6. Il possesso e la sottomissione non sono stati d'amore
  7. Chi entra nella nostra vita è attirato dalla nostra personalità
  8. Colui che non ha bisogno di obbedire nè di comandare per essere qualcuno è tanto felice quanto grande
  9. Il vero Io non può temere alcuno
  10. E' penoso pretendere di essere qualcuno
  11. Ogni sforzo sincero per migliorare le relazioni umane sarà ricompensato
  12. Non disperdiamo le energie pensando negativamente a chi ci nuoce
  13. I rapporti con gli altri sono in relazione al comportamento che avremo con noi stessi
  14. Una vera personalità si distingue come un uomo in mezzo alle statue

Le radici invernali: scorzobianca, cardo, sedano rapa, rapa e topinambur per il benessere e la linea

Siamo nell'era dell'informazione e ancora non sappiamo approfittare degli alimenti che possono aiutarci a rimanere in linea poichè contentgono ottimi nutrienti ma contengono poche calorie. Fra questi enumeriamo le radici invernali, che sono stati per diverso tempo esclusi dalle nostre tavole, semplicemente perchè considerati alimenti "poveri". Rivediamo questo pregiudizio. Scorzobianca, cardo, sedano rapa, rape e topinanbur sono i migliori alleati della linea e contemporaneamente sono ricchi di sali minerali, vitamine e fibre, aiutandoci anche a liberarci dei fastidiosi liquidi in eccesso. 


Questi ortaggi possono essere gustati sia cotti che crudi,  se cotti combattono il cedimento dei tessuti e la cellulite (e dico non è poco). Se crudi, apportano vitamine antiossidanti, come la C e la E e il betacarotene, utili per contrastare i radicali liberi che, oltre a provocare un invecchiamento precoce, rendono più difficile lo smaltimento dell’adipe.


Scorzobianca: combatte la ritenzione, si presenta come una radice di forma allungata, biancastra, con un gusto amarognolo. Contiene inulina e potassio ed è ideale cotta al vapore (dalle mie parti si chiamano radici amare). Se invece si fa lessare, l’acqua di cottura può essere bevuta come depurativo o utilizzata come “base” per minestre fortemente diuretiche. Le calorie sono 15 l’etto.

Cardo: migliora la digestione. Io amo tantissimo i cardi, cucinati in tutti i modi:  è una pianta ricca di acqua e per questo contiene pochissime calorie, soltanto 9 per etto. Il suo sapore è leggermente amarognolo e, proprio per questo, stimola l’attività gastrica ed epatica, combattendo la distensione addominale dopo i pasti.

Sedano rapa: ne avevamo già parlato, aumenta il senso di sazietà, ha un sapore aromatico, profumato ma dolce al tempo stesso, che è inconfondibile grazie al contenuto di un olio essenziale, il sedanolide. Ha un elevato contenuto di fibre. E le calorie sono solo 22 per etto

Rapa:  combatte fame e gonfiore e contiene soltanto 19 calorie per 100 g ma ha il “difetto” di assorbire molto i grassi con cui viene condita. Anche se ha un basso apporto di fibre, è interessante dal punto di vista nutrizionale soprattutto per il contenuto di potassio, che la rende una preziosa alleata anti gonfiore.

Topinambur: ne avevamo già descritto le caratteristiche, è utile contro la stipsi. Il suo sapore ricorda quello del carciofo, la sua consistenza è però simile alla patata. Contiene inulina, 25 calorie per 100 g di prodotto ed è una buona fonte di calcio, ferro e magnesio; favorisce il transito, aiutando gli intestini più pigri.

domenica 17 gennaio 2016

Difese attive per un corpo sano, introduzione

Ci ammaliamo quanto la risposta del nostro organismo all'infinito numero di microrganismi che ci circonda è debole, quando il nostro sistema immunitario è "stressato" e stanco. Questa è oggi una situazione molto comune, dovuta soprattutto a una cattiva alimentazione, allo stile di vita non salutare, all'eccesso di stress...

Il problema, tuttavia, non è tanto cosa fare per evitare i batteri, quanto che comportamenti attuare per rinforzare le nostre difese, cioè il sistema immunitario, e prevenire le malattie. Prima di tutto l'attività delle difese dell'organismo va sostenuta bene, quando stiamo bene, quando l'incontro con i batteri presenti nell'ambiente non ha ancora causato problemi di alcun genere. 

Quanto prima e più intensamente questo avviene, maggiore è la possibilità che raffreddori, infiammazioni, funghi della pelle e delle mucose e numerosi altri disturbi, non si manifestino del tutto o si presentino in forma lieve e rapidamente risolvibile. Il nostro sistema immunitario, che rappresenta l'esercito del corpo, si deve infatti difendere da virus, batteri, funghi e cellule cancerose che potrebbero riprodursi nel nostro organismo e dare origine a malattie. Per fare ciò deve essere rapido ed efficace, in modo da avere la meglio sugli agenti patogeni (che causano malattia) senza che la persona noti alcun segnale dell'avvenuta battaglia. 

In poche parole, la forza o la debolezza del sistema immunitario è responsabile del fatto che un attacco batterico o virale porti alla malattia oppure no. Se le cellule di difesa aumentano e comunicano tra loro, il nostro organismo è perfettamente in grado di eliminare i germi patogeni e noi non ci ammaliamo. Se invece il sistema immunitario reagisce tropo lentamente e in modo poco deciso, gli agenti patogeni si riproducono velocemente e di conseguenza la malattia non tarda a comparire.


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