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domenica 26 aprile 2015

Il Sonno e la Camomilla

Le camomille sono in verità due, la Matricaria chamomilla, detta camomilla falsa, o comune, o tedesca, e l'Anthemis nobilis, la camomilla nobile, vera o romana. Hanno le stesse proprietà, ma la matricaria è maggiormente in uso. I testi competenti prediligono la prima quando la mente è turbata da inquietudini, quando si digrignano i denti durante la notte, quando si hanno sogni angosciosi, e nelle infreddature; l'uso più specifico della seconda è nelle cefalee, nei pruriti notturni di origine nervosa e quando si è vittime dell'impulso ossessivo di alzarsi per andare in bagno.


Nessuno comunque ha mai dubitato delle qualità della camomilla, mentre c'è stato un effettivo disaccordo  sul suo gusto e aroma: i Greci la chiamarono "Mela di terra" per il suo grato profumo, gli Inglesi non lo trovarono affatto grato e la definirono "Puzzolente erba di Maggio".

La popolarità di questa pianta è intramontabile ed è quindi  tra le prime erbe cui ci si rivolge per ristabilire un buon rapporto con la notte. Non è un'erba ipnotica, bensì sedativa e antispasmodica,  e induce al sonno in quanto rilassa ogni cosa: sa calmare il dolore di una colica, porre fine alla tensione, facilitare la digestione e rendere leggeri il corpo e la mente.

Per credere nella camomilla, può essere d'aiuto sapere che il principio attivo, contenuto nei petali secchi dei fiori, l'azulene, allo stato puro è composto di cristalli azzurri. Si tratta dunque di una pianta celeste, colore che si associa alla meditazione, all'assenza di affanni. L'infuso di camomilla è efficace se ben concentrato: si prepara con 1 cucchiaino di fiori secchi per 150 gr di acqua in ebollizione; lasciare riposare per 12 minuti. A piacere aggiungere una fetta di limone e dolcificare con miele.

sabato 25 aprile 2015

Prezzemolo per rimedi medici e ghiotte salse

Petroselinum deriva dal greco petroselinon, che significa "sedano delle pietre". Sativum significa "adatto ad essere coltivato" . Originario della Sardegna, il prezzemolo è noto fin dall' antichità. Petroselinum sativum i Romani lo chiamavano Apium petroselinum e non è ben chiaro, quando si riferivano al suo uso culinario, se intendessero davvero questa pianta o non invece l'appio, cioè il sedano. Il prezzemolo, infatti, sembra fosse più adatto a onorare le tombe dei defunti e a intrecciare corone di gloria che a condire. E' dal medioevo però che il prezzemolo si fa onnipresente in cucina, tant' è vero che sorge il modo di dire "essere come il prezzemolo" , per indicare qualcuno che ci troviamo sempre tra i piedi.


Caratteristiche e proprietà 

E una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Ombrellifere; ha fusto eretto, è alta da 15 a 80 cm, è biennale se coltivata, perenne se spontanea. La sua radice ha forma di cono rovesciato mentre le foglie, di un bel verde brillante, hanno i margini frastagliati e sono di forma vagamente triangolare. I fiori, riuniti in ombrelle, sono bianco-verdastri e sbocciano da maggio a luglio; il frutto è costituito da due parti secche contenenti ognuna un seme (diacheno). Da tutta la pianta emana un piacevole aroma. Il prezzemolo, che è una pianta rustica, cresce bene in qualsiasi terreno anche se predilige i luoghi freschi e ombrosi. Le foglie si possono essiccare, disponendole in strati sottili, in luogo all' orribra, riparato ed aerato. Possono essere anche utilizzati gli essiccatori a corrente d'aria calda. il prodotto va conservato in recipienti di vetro o porcellana. Il prezzemolo è ricco di ferro, calcio, potassio, vitamine A e C. E ben dotato di clorofilla. Ha proprietà antianemiche, aperitive, diuretiche, stimolanti, toniche, antibiotiche, antibatteriche e deodoranti. Consumato in grandi quantità può essere velenoso e addirittura letale. Non è il caso però di preoccuparsi: nessuno si sogna di mangiarne a chili.

Utilizzo 

Le parti della pianta da utilizzare sono le radici, le foglie e i semi, questi ultimi sempre allo stato secco. In cucina, il prezzemolo viene usato quotidianamente su un gran numero di pietanze ed entra come ingrediente in moltissime salse. Una delle più conosciute è il piemontese bagnet verd, che si serve come contorno al bollito misto. Si prepara, oltre che col prezzemolo, con aglio, rosso d'uovo, mollica di pane bagnata nell'aceto e filetti d'acciuga, il tutto va tritato finemente, amalgamato con cura e condito con olio d'oliva, sale e pepe.
Lo zimino, tipico della Liguria e della Toscana, riunisce in olio o burro o strutto, prezzemolo, aglio, spinaci, bietole, sale e pepe. Serve per accompagnare cibi di magro, soprattutto a base di pesce.
Lo zogghiu, salsa tradizionale siciliana per pesci o carni alla griglia, è composto da aglio, menta e prezzemolo pestati nel mortaio; si unisce sale e pepe quindi si stempera con olio e aceto, amalgamando il tutto.
La francese maionese verde si confeziona aggiungendo a una normale maionese degli spinaci lessati, strizzati e passati al setaccio nonché un trito di basilico e prezzemolo.
La greca skordalia si prepara con spicchi d'aglio pestati nel mortaio con una patata bollita, prezzemolo e mandorle pelate. A questo pesto si aggiungono olio e aceto e infine si condisce con sale-e pepe. E ottima sulle uova sode.
Il prezzemolo è anche un rimedio empirico nella cura di un gran numero di disturbi.
 Per calmare il male di denti provocato dalla carie bisogna tritare un pizzico di prezzemolo, unirvi una goccia d'olio d'oliva e una puntina di sale. Dopo aver mescolato bene si procede alla medicazione del dente: in breve il dolore si farà meno pungente sino a scomparire del tutto.
Per risolvere rapidamente un ascesso doloroso si prepara un cataplasma versando in un cucchiaio d'aceto una grossa manciata di foglie e gambi di prezzemolo tagliati a pezzi. Il miscuglio deve essere disposto sopra una pezzuola di tela e applicato sull' ascesso. Il cataplasma deve essere rinnovato due o tre volte al giorno sino alla risoluzione del malanno.
Per guarire una contusione occorre lavare la parte colpita, almeno tre volte al giorno, con spirito canforato, quindi applicare un cataplasma ottenuto facendo bollire una o due manciate di foglie e gambi di prezzemolo fresco tritati grossolanamente. Quando il liquido è quasi del tutto evaporato, si versa il decotto sopra una pezzuola di tela, lo si lascia intiepidire e lo si applica sulla parte malata. Quando una puerpera vuole arrestare il flusso latteo è sufficiente che applichi al seno un cataplasma a base di foglie fresche e gambi di prezzemolo contusi.
Un rimedio semplice ed efficace per arrestare l'emorragia dal naso consiste nell'introdurre nelle narici un batuffolo di cotone intriso di succo di prezzemolo.
Contro le mestruazioni troppo abbondanti e dolorose, il miglior rimedio è rappresentato dai semi di prezzemolo somministrati in infuso. Bisogna versarne 20 g in una tazza d'acqua calda, filtrare il liquido e berlo.
Quando la pressione sanguigna è troppo alta si può normalizzarla bevendo ogni giorno, in tre volte, un infuso preparato con 30 g di semi di prezzemolo versati in 200 g d'acqua bollente. L'infuso va sorbito tiepido.
Le punture d'insetti vanno strofinate con qualche foglia fresca e contusa di prezzemolo oppure pennellate con succo di prezzemolo.
Contro l'acidità di stomaco si può bere, al termine d'ogni pasto, una tazza d'acqua bollente in cui sia rimasto in infusione per 10 minuti un pizzico di semi di prezzemolo.
Per finire, due particolarità che si riferiscono agli animali: i conigli sono ghiotti di prezzemolo e le loro carni risulteranno più profumate se ne verrà mescolato un poco all' erba somministrata loro giornalmente mentre, al contrario, per i pappagalli il prezzemolo è un veleno mortale.

Nero e bianco: simboli e significati dei colori - parte sesta

Eccoci all'ultima parte di questo viaggio nel mondo dei colori del loro simbolismo e significato. In ultimo ho lasciato quelli che vengono definiti i colori assoluti, il nero e il bianco.


NERO: negazione del colore per antonomasia e simboleggia un confine netto: il confine che segna la fine della vita. Gli amanti del nero pensano che il futuro riservi loro poche opportunità positive e che il mondo sia responsabile di ciò. Atteggiamento apparentemente rinunciatario, che può celare rancori profondi ed esplodere in ribellioni,; può anche trattarsi di una persona disposta a rinunciare a tutto per realizzare i propri desideri più profondi. Se il nero non piace si esprime il desiderio di non farsi controllare dagli altri, non subire nulla, di non rinunciare a nulla; manca di altruismo, di senso del sacrificio.

BIANCO: contiene tutti i colori ed è il confine dell'inizio della vita. Chi ne è calamitato desidera cambiare la propria vita e impostarne una nuova, vuole portare un ventaglio di nuove possibilità. fiducioso nel futuro, attende belle cose dal mondo, a volte pecca di ingenuità. Se il bianco proprio non ci entra nelle grazie si ritiene che il futuro vada sì scritto, ma tenendo la penna in mano, senza lasciare nulla al caso. Non desidera cambiare vita, prosegue lungo la via che percorso fin qui senza lasciare spazio all'immaginazione o alla sensibilità.

Sonno e Insonnia: le Erbe per dormire

Il numero dei rimedi naturali che possono aiutare a migliorare il nostro sonno è grande. Poche erbe tuttavia possiedono un vero e proprio potere ipnotico; molte contengono invece principi calmanti, rilassanti, a volte solo leggermente narcotici, antispasmodici, analgesici, e antinevralgici (agiscono cioè contro gli spasmi, i dolori e le nevralgie), sono sedative del sistema nervoso centrale o periferico.


La loro influenza dunque in questa notevole parte del malessere moderno che sono i disturbi del sonno non è da sottovalutare. Quello che le erbe possono fare, lo fanno senza provocare effetti secondari, senza generare assuefazioni, lo fanno dolcemente, con lenta e tranquilla sicurezza. Quello che si chiede ai malati di insonnia è di collaborare, mostrare fiducia e pazienza, affinchè le piante nostre alleate trovino lo spazio, il tempo e lambiente favorevole per compiere la loro opera.

Le erbe che conciliano il sonno la camomilla, il luppolo, il tiglio, l'arancio, la malva, il rosolaccio, il biancospino, la melissa, la valeriana e le descriveremo una ad una nei prossimi giorni. Altre piante contenenti sostanze atte a combattere l'insonnia sono l'asperula o stellina odorosa, il basilico, la maggiorana, la salvia, la lavanda, il meliloto, l'avena, la monarda.

Impariamo quindi a riconoscere le erbe amiche e usiamole tranquillamente. Ne otterremo l'effetto tanto sospirato: farci chiudere gli occhi.

venerdì 24 aprile 2015

Alcuni vini curativi, alcuni decotti e una tintura con la Salvia

Salvia deriva dal latino salves, cioè "salute" ,"officinalis perché usata nelle antiche farmacie. Nota fin da tempi remoti, originaria del Mediterraneo fu sempre considerata pianta grandemente salutare e dalle virtù cosmetiche. Le belle donne dell' antichità che non avevano a loro disposizione che i prodotti della natura per curare la loro bellezza, usavano strofinare i denti con una foglia di salvia per renderli più bianchi e scintillanti. Un detto latino diceva: "Perché un uomo dovrebbe morire, quando la salvia cresce nel suo giardino?" Non deve sorprendere, quindi, che entrasse subito nella farmacopea. Sorprende, invece, che stentasse e entare in cucina. È pur vero che Apicio la cita qualche volta e che Vinidario, naturalista romano esperto di cucina, la elenca nelle spezie essenziali di una buona cucina ma l'uso era del tutto casuale e fatto senza convinzione. Saranno la Scuola Salernitana e Arnaldo da Villanova, medico alchimista e teologo catalano del XIII secolo, ad accreditarla come condimento, suggerendo di farcire con la medesima oche e porchette da fare arrosto. Da allora l'uso della salvia comincia a farsi più generale, ma sempre con una certa perplessità. Si legge sul Tacuinum sanitatis in medicina, risalente al XIV secolo: "La sua natura è calda e secca e genera sangue grosso, talora caldo, fa bene allo stomaco e alle malattie fredde dei nervi. Si farà scegliere quella dell' orto domestico, ma la selvatica verde ha più forza nel riscaldare. Nella digestione è lenta ma la si affretterà con un decotto di miele. È scritto che, bevendone la donna che per quattro giorni abbia dormito sola, e poi congiungendosi carnalmente, subito s' ingravida. E a tal fine, in un luogo d'Egitto, dopo una pestilenza, le donne superstiti furono costrette a bere succo di salvia perché rapidamente il luogo si ripopolasse" . Tra l'altro, si attribuiva alla salvia anche il magico potere di rompere gli incantesimi e i malefici. Ancora a metà del '500, l'umanista Messisbugo afferma che la salvia è più un medicinale che un condimento, anche se egli stesso se ne serve, ma con parsimonia. Col passare dei secoli è però diventata uno degli odori più tipici della cucina italiana.

Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di un arbusto sempreverde aromatico appartenente alla famiglia delle Labiate. La radice è ramificata e legnosa come i fusti alla base. La parte superiore dei fusti, che possono raggiungere anche 1 m di altezza, è coperta di peli e di colore bianco cenere. Le foglie sono opposte, ovali, quelle inferiori con gambo, quelle superiori generalmente prive. La superficie è rugosa, di colore verde cenere e fortemente aromatica. I fiori, di colore azzurro o violetto, sono raggruppati a formare una spiga terminale. Il frutto contiene un solo seme. Spontanea, si può trovare solo nella zona mediterranea dell 'Italia centromeridionale. Cresce fino a un'altitudine di 1000 m. Predilige gli ambienti secchi, caldi, riparati dal vento. Non sopporta i ristagni d'acqua, i venti freddi e gli inverni prolungati. Coltivata, necessita di terreni asciutti, sassosi e calcarei. Eventualmente si può adattare a qualsiasi terreno purché ben drenato. Le foglie si raccolgono, ben sviluppate, da aprile a luglio, prima della fioritura. Le sommità fiorite in maggio-agosto. L'essiccazione avviene in locali arieggiati o artificialmente con essiccatoi a corrente calda. Si conserva in sacchetti di carta o tela. I principi attivi sono costituiti da olio essenziale, tannini, colina ecc. Possiede proprietà digestive, balsami che e antinfiammatorie.

Utilizzo 

Sarebbe troppo lungo elencare in quanti modi la salvia può essere utilizzata in cucina.
Ottimo aromatizzante per olio, aceto e burro, insaporisce tanto i pesci che le carni. Per quanto riguarda la medicina popolare, la sua fama non si smentisce neppure ai giorni nostri.
Per purificare l'alito è sufficiente tenere in bocca una foglia di salvia fresca, masticarla a lungo lentamente inghiottendo ne le particelle.
Vino digestivo: lasciar macerare per cinque giorni 40 g di foglie di salvia in un litro di vino bianco. Berne un bicchierino dopo ogni pasto.
Fumo di salvia contro l'asma: polverizzare una manciata di foglie di salvia essiccata pestandole a lungo nel mortaio e confezionare delle sigarette da fumare ogni volta che si manifesta un attacco. Miele espettorante: mescolare 50 g di foglie essiccate pestate nel mortaio e 80 g di miele. Prenderne un cucchiaino il mattino e uno la sera prima di coricarsi.
Per abbassare il tono zuccherino nei diabetici bisogna far bollire per due minuti un litro di vino bianco d'ottima qualità con 100 g di foglie di salvia. Raffreddare, filtrare e berne un bicchierino dopo ogni pasto.
Decotto contro le infiammazioni del cavo orale: far bollire con un litro d'acqua 50 g di foglie di salvia. Filtrare il liquido dopo mezz'ora e berne 4 tazzine il giorno. In pari tempo praticare con il decotto degli sciacqui alla bocca.
Vino vulnerario: in mezzo litro d'ottimo vino bianco, far bollire per un minuto 100 g di foglie di salvia. Filtrare il liquido dopo mezz' ora e usarlo per lavare le ferite con un tamponcino di cotone idrofilo. Questo preparato, oltre ad essere disinfettante, favorisce ed affretta il processo di cicatrizzazione.
Tintura: in un litro di buona grappa, mettere a macerare per 10 giorni 25 g di foglie di salvia. Filtrare e adoperare la tintura per fare dei gargarismi mettendone un cucchiaino in mezzo bicchiere d'acqua tiepida. E uno specifico efficace quale disinfettante e preventivo in caso di epidemie e malattie infettive.
Per rinforzare le gengive deboli che sanguinano facilmente e per proteggere i denti dalla carie, sciacquare la bocca tre volte il giorno con il seguente decotto: far bollire per due minuti 300 g d'acqua con 20 g di foglie essiccate di salvia. Filtrare, raffreddare e infine aggiungere alcune gocce d'aceto.
Vino tonico contro l'esaurimento nervoso: mettere a macerare per 8 giorni, in un litro di buon marsala, 100 g di foglie di salvia. Filtrare e conservare in una bottiglia ben tappata. La dose è di un bicchierino subito dopo i pasti.

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