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giovedì 25 febbraio 2016

L'Escolzia, la pianta del sonno e dell'igiene orale

L’escolzia, il cui nome botanico è eschscholtzia californica, viene altresì detta  papavero della California, ed è una pianta erbacea perenne originaria appunto degli stati nordamericani. Già gli Indiani d’America e i primi coloni americani ne utilizzavano le foglie sia come alimento, dopo averle bollite, sia a scopi terapeutici e per il trattamento interno in caso di coliche intestinali, biliari e mal di denti.

Nello stelo e nel fiore dell’escolzia vi sono sostanze alcaloidi, fitosteroli, carotenoidi e flavonoidi che danno a questa pianta le sue carattersitiche sedative; infatti è consigliata per favorire il rilassamento muscolare e per combattere l’insonnia. Inoltre per la presenza della chelidonia, l’escolzia ha notevoli proprietà antispasmodiche ed analgesiche che la rendono consigliabile per affrontare soprattutto disturbi a livello gastroenterico, come crampi notturni, ma anche mal di testa e tosse.


Un'altra delle sue caratteristiche è quella di essere adatta all’igiene orale (sciacqui e tinture orali) grazie alla presenza dell’alcaloide sanguinarina. Per i suoi effetti sedativi, ben si confà a chi stenta ad addormentarsi senza indurre sonnolenza durante il giorno, può essere usato in età pediatrica anche per enuresi notturna e come calmante della tosse.

L’escolzia è controindicata  a donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento; è da evitare anche se si è affetti da disturbi cardiocircolatori o se si assumono contemporaneamente psicofarmaci (come tranquillanti o sedativi) o antistaminici di sintesi. Può essere assunta sotto forma di infuso (50-100 gr in acqua bollente), di estratto secco (50-100 gr in capsule) e di tintura madre (30- 40 gocce la sera).

Con melissa, biancospino, valeriana, tiglio e passiflora, l’escolzia costituisce il gruppo di erbe rilassanti che favoriscono la distensione, per combattere l’ansia e aiutare il sonno. Per uso interno si consiglia di versare un cucchiaio raso delle sommità dell’escolzia in una tazza d’acqua bollente e lasciare in infusione per una decina di minuti. Quindi, filtrare l’infuso per poterlo consumare. Dolcificare a piacere e bere poco prima di coricarsi.

Trovatevi un socio | Un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

L'aspetto più piacevole del compiere una buona azione è che ci porta a condividere la vita con gli altri, offrendoci l'opportunità di rendere migliore non solo la nostra esistenza, ma anche la loro. Quale regalo più bello potremmo fare a noi stessi?


  • L'obiettivo di  questa settimana consiste nel condividere almeno in parte la nostra ricompensa con un socio: dobbiamo trovare qualcuno che per un giorno realizzi assieme a noi un'azione a nostra scelta. Può essere qualcosa che abbiamo già fatto e in cui vorremmo cimentarci di nuovo, oppure qualcosa con cui non ci siamo ancora misurati
  • Qualunque azione si scelga , farà del bene non solo agli altri, ma anche al nostro socio. Forse non riuscirà a vederne immediatamente i vantaggi, però grazie alla nostra esperienza potremo fargli capire che prima o poi li toccherà con mano
  • Pensiamoci: l'azione di questa settimana vale il triplo. Sostiene le nostre guide spirituali, aiuta la persona a cui la dedichiamo e rafforza il rapporto con il nostro socio
  • Scegliamo il nostro socio d'avventura ricordando che stiamo facendo del bene a lui e anche a noi stessi. Siamo noi a dargli l'opportunità di essere il nostro assistente, ma avere qualcuno a cui chiedere aiuto è una vera benedizione. Apprezziamo la possibilità di condividere i doni spirituali con il prossimo
  • La scelta potrà cadere su chiunque vogliamo: nostro figlio, il nostro partner, un amico, qualcuno che abbiamo appena conosciuto oppure un fratello o una sorella. Se non troviamo nessuno, chiediamo alle nostre guide spirituali di aiutarci
  • Dobbiamo imparare a conoscere le leggi dell'universo. Una di esse stabilisce che ogni azione che facciamo ci verrà restituita moltiplicata per dieci. Se riusciamo a essere soci davvero affidabili per le nostre guide spirituali, loro ci invieranno il miglior compagno che potremmo desiderare


mercoledì 24 febbraio 2016

Decifrato un manuale di incantesimi egiziano, manoscritto misterioso

Il misterioso Egitto ha regalato ai ricercatori "Il Manuale del Potere rituale" (come lo hanno definito), un testo medioevale scritto in copto in cui sono stati decifrate invocazioni ed incantesimi. Il manuale è una guida per i propri lettori dell'epoca a lanciare incantesimi in amore, esorcismi contro spiriti malefici e addirittura al trattamento dell'"ittero nera" (la leptospirosi), un'infezione batterica che anche oggi può rivelarsi fatale. 

Il manuale molto antico, risale infatti a 1300 anni fa, ed è costituito da pergamente legate insieme.  "È un codice completo di 20 pagine di pergamena, contenente il manuale di un praticante rituale", scrivono Malcolm Choat e Iain Gardner, professori rispettivamente presso l'Università di Macquarie e l'Università di Sidney, nel loro libro "A Coptic Handbook of Ritual Power" (Brepols, 2014). L'antico libro "comincia con una lunga serie di invocazioni che culminano con disegni e parole di potere", scrivono. "Seguono un numero di prescrizioni o formule magiche per curare la possessione da parte di spiriti e vari malanni, o per avere successo in amore e nel lavoro".


I ricercatori fanno anche alcuni interessanti esempi:  per soggiogare qualcuno, il codice dice che bisogna recitare una formula magica su due chiodi, e poi "piantarli negli stipiti della porta, una sul lato destro e uno sul sinistro". Secondo i ricercatori il codice risale al VII o all'VIII secolo, periodo durante il quale molti egizi erano cristiani e il codice contiene una serie di invocazioni in riferimento a Gesù. Però alcune delle invocazioni sembrano più associate con un gruppo che è talvolta chiamato "Sethiani". Questo gruppo prosperò in Egitto durante i primi secoli della cristianità e aveva grande riguardo verso Seth, il terzo figlio di Adamo e Eva. Un'invocazione recita: "Seth, Seth, il Cristo vivente".

Proprio all'inizio il codice fa riferimento  a una figura divina chiamata "Baktiotha", la cui identità rimane ancora un mistero. Si legge infatti: "Ti rendiamo grazie e ti preghiamo, Baktiotha: il grande, che è molto affidabile; quello che è il signore su quaranta e nove tipi di serpenti". "Il Baktiotha è una figura ambivalente. È un grande potere e un governante di forze nel regno materiale", hanno detto Choat e Gardner.

In base alle cronache del tempo si sa che che i leader della chiesa consideravano i Sethiani come eretici. Dal VII secolo, si sa che  i Sethiani erano estinti o stavano scomparendo. Questo codice, con il suo mix di invocazioni cristiane ortodosse e sethiane, potrebbe in verità essere un documento di transizione, scritto prima che tutte le invocazioni sethiane venissero epurate dei testi magici. Esistono altri testi simili a questo codice, ma contengono dei tratti più cristiani ortodossi e meno sethiani. I ricercatori sostengono che le invocazioni fossero in origine separate da 27 degli incantesimi del codice. Più tardi invece, invocazioni e questi incantesimi vennero combinati per formare un "singolo strumento di potere rituale", dice Choat.

Un altro interrogativo è quello che riguarda chi ha usato questo manuale, la cui identità rimane ignota. "Credo che ci fossero praticanti rituali al di fuori delle cerchie di clero e monaci, ma chi fossero esattamente non lo sappiamo poiché le persone non volevano essere etichettate come 'maghi' ", dice Choat. Parte del linguaggio usato nel codice suggerisce che venne scritto per un uomo. Tuttavia, ciò "non avrebbe certo fermato una praticante donna dall'utilizzo del testo".

Rimane un mistero anche l'origine del codice . L'Università di Macquarie lo acquistò alla fine del 1981 da Michael Fackelmann, un mercante di antichità di Vienna. "Negli anni '70 e '80, l'Università di Macquarie (come molte collezioni in tutto il mondo) acquistò dei papiri da Michael Fackelmann", dice Choat. Ma dove Fackelmann abbia preso il codice non si sa. Lo stile della scrittura suggerisce una provenienza dall'Alto Egitto: "Il dialetto indica un'origine dell'Alto Egitto, forse nelle vinanze di Ashmunein/Hermopolis", scrivono Choat e Gardner. Il codice è attualmente ospitato al Museo delle Culture Antiche dell'Università di Macquarie a Sidney.

Stimolare le difese immunitarie con l'olio essenziale di origano

Ho sempre sostenuto che i nostri cari, vecchi, antenati latini la sapevano lunga. Infatti per loro il mese di Febbraio, che era il mese della purificazione, dal latino "februa" infatti deiva appunto il nome di Febbraio, il mese della purificazione. Così dovremmo anche noi fare lo stesso e cominciare a risvegliare il nostro corpo con bella bottarella di energia al sistema immunitario. Dunque per stimolare in maniera dolce ed efficace i nostri anticorpi un po' in letargo possiamo avvalerci dell'aiuto dell'olio essenziale di origano.



L'olio essenziale di origano è infatti un antibiotico naturale, come il limone e recenti studi, condotti dall'Università di Georgetown, hanno dimostrato le sue proprietà antibatteriche simili a quelle degli antibiotici di sintesi, ma con una marcia in più, infatti possiede anche proprietà antivirali e antinfiammatorie che ne fanno un rimedio completo. Stimolante immunitario, l’origano è anche un ottimo sedativo della tosse per la sua capacità di fluidificare il catarro e drenare le mucose bronchiali.

Per stimolare le difese immunitarie, versare una goccia di olio essenziale di origano per uso alimentare in mezzo cucchiaino di miele la mattina a digiuno, e assumere il composto per non più di 10 giorni continuativi. Attenzione: in caso di gravidanza, l’olio di origano usato solo per via esterna.

Oggi nella mia rubrica: Psicopittografia, Come appassionarsi al proprio viaggio

Non dobbiamo preoccuparci per i nostri progressi. L'ansietà deve essere assente dai nostri piani. Come eliminare le preoccupazioni dalla nostra mente? Eliminando l'idea che siamo responsabili del corso degli avvenimenti.

Un giovane se ne andò in Giappone. Pensando di poter tornare lavorando su una nave mercantile, si indirizzò al capitano. La sua richiesta fu accolta. Il giorno della partenza chiese al capitano: "Che debbo fare?" - "Solo prendere piacere al viaggio" rispose il capitano.
"Prendere piacere al viaggio?" replicò il giovane sorpreso. "Sì. E' tutto ciò che devi fare. Il tuo viaggio è già stato pagato". E gli comunicò che un amico aveva voluto risolvere il problema e gli aveva pagato il viaggio.  [Immagine mentale 34]

Allo stesso modo non c'è per noi altro da fare che prendere piacere al viaggio. Finchè siamo a bordo della nave, viaggiamo con i buoni principi e possiamo rilassarci completamente. Il battello naviga insieme a noi nella buona direzione.

 Certamente il viaggio può presentare qualche inconveniente, ma non vi è alcun pericolo. La verità è salvaguardata. Bisogna sgombrare dalla nostra mente l'idea  che noi siamo responsabili dei risultati. Appassioniamoci al viaggio intrapreso. Presto o tardi riconosceremo che è una grande idea. 
E' un dovere morale quello di esser felici.
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