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mercoledì 20 gennaio 2016

La ricarica delle "batterie" eteriche

Le energie dei vari centri possono venire proiettate dall'aura; e tali proiezioni di forza spesso si vedono come emanazioni nebulose, oppure come nettissimi raggi di luce. Molto dipende dall'intensità della volontà o del desiderio che determina la proiezione. Quando l'intensità è elevata, sembra che sia possibile dispensare in breve tempo molta forza concentrata, e questo dispendio d'energia lascia l'individuo privo di vitalità. In tali condizioni, egli può tendere a diventare così negativo da stabilire una sorta di « suzione », e ad assorbire energia da quanti lo circondano, oppure da una qualunque fonte di forza.

Possiamo ricordare qui un metodo grazie al quale una persona temporaneamente devitalizzata può ricaricare rapidamente le « batterie» eteriche. La vitalità non è affatto circoscritta al regno animale e umano, naturalmente; ma molti non si rendono conto che i membri del regno vegetale non soltanto assorbono energia eterica, ma sono circondati da una semplice aura di tale energia, in surplus rispetto alle loro esigenze. La qualità di queste aure varia considerevolmente; ma ve ne sono alcune che si armonizzano benissimo con le energie eteriche umane, e chiunque sia privo di vitalità può ricaricarsi rapidamente per mezzo di una semplice tecnica.

Gli alberi più adatti a questo scopo sono il pino e l'abete; la quercia, la betulla e il melo vengono subito dopo.  L'olmo è un albero da evitare, per quanto riguarda la sua atmosfera aurica, perché, a parte la pessima abitudine di lasciare cadere un ramo morto quando meno ci si aspetta, sembra in qualche modo ostile agli esseri umani. Immaginiamo, comunque, che abbiate trovato un pino adatto per la vostra ricarica. Sedetevi a terra, con la schiena appoggiata saldamente al tronco.

Dopo esservi seduti comodamente con la schiena solidamente appoggiata al tronco dell'albero, adottate un certo atteggiamento mentale, o meglio della mente e della sensazione. In questo campo le sensazioni sono importanti: voi non vi «pensate» nell'aura dell'albero, bensi vi « sentite» in essa, il che è ben diverso. Per molti non è facile. Comunque, è necessario appunto questo sentimento affettuoso verso la semplice intelligenza che potremmo chiamare figurativamente « lo spirito dell'albero ».

Occorre un sentimento, non un quadro mentale nettamente definito; ma un buon ausilio consiste nel visualizzare più chiaramente che si può la forma simbolica che, secondo noi, rappresenta la natura essenziale dell'albero. Se per caso avete sviluppato la vista eterica, allora può darsi che intravvediate davvero l'intelligenza vivente di cui l'albero è la manifestazione esteriore e visibile. Poi, senza sforzarvi, ma restando completamente rilassati in questo affettuoso accostamento all'essere vivente che è il vero albero, riposate, e lasciate che le energie da esso emanate passino in voi.

Quindici minuti o anche meno possono ricaricare efficacemente le vostre batterie della vitalità.  Tuttavia, la chiave dell'operazione sta nel «sentire» anziché nel «pensare ». Il sistema funziona persino per alcuni che non credono affatto alla possibilità di un trasferimento di vitalità, e che attribuiscono il risultato all' autosuggestione.


lunedì 18 gennaio 2016

Psicopittografia, Colorate i vostri mocassini magici

 Narra una leggenda di una tribù di indiani che aveva paura a recarsi nella foresta vicina in cerca di cibo. La foresta era oscura, impenetrabile, senza piste. Anche i guerrieri migliori vi si perdevano spesso per giorni e giorni. Un giorno venne al villaggio uno stregone che offrì alla tribù dei mocassini magici. Chiunque li portava era sicuro di poter rientrare al campo sano e salvo. [Immagine mentale 29]

I consigli seguenti saranno come i mocasini magici. Sono la guida sicura attraverso la foresta
  1. Il potere più persuasivo che possiamo avere è quello di una personalità matura
  2. Il segno di grandezza è di essere superiori senza sentirsi tali
  3. Il sapere che essere amati lenisce le angoscie più penose
  4. Mutando l'Io interiore, modifichiamo le relazioni con l'esterno
  5. I forti attirano sempre i deboli
  6. Il possesso e la sottomissione non sono stati d'amore
  7. Chi entra nella nostra vita è attirato dalla nostra personalità
  8. Colui che non ha bisogno di obbedire nè di comandare per essere qualcuno è tanto felice quanto grande
  9. Il vero Io non può temere alcuno
  10. E' penoso pretendere di essere qualcuno
  11. Ogni sforzo sincero per migliorare le relazioni umane sarà ricompensato
  12. Non disperdiamo le energie pensando negativamente a chi ci nuoce
  13. I rapporti con gli altri sono in relazione al comportamento che avremo con noi stessi
  14. Una vera personalità si distingue come un uomo in mezzo alle statue

martedì 4 agosto 2015

Psicopittografia, l'Uomo ha tutto ciò di cui ha bisogno

All'uomo non manca nulla, tutto ciò di cui ha bisogno lo possiede già, ora. Questa idea può suscitare una domanda: "Se noi abbiamo tutto ciò che ci occorre, perhè non fare un'esperienza pratica? Consideriamo le nostre energie. Perchè ci stanchiamo così facilmente non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale ed emotivo? In verità l'unico affaticamento vero è quello fisico che si può sentire dopo un duro lavoro. Ogni altra stanchezza è superflua. 

Quando ci si sente fisicamente affaticati, dobbiamo riposarci. Non è la stessa cosa per la stanchezza psichica. Per milioni di uomini dai nervi logori l'ora del riposo diventa un incubo, sanno che si prospetta loro una notte insonne. Come possiamo utilizzare queste energie nei nostri affari quotidiani? Dapprima rendendoci conto del modo in cui le sprechiamo...Poi cercando il mezzo di arrestare questo sperpero. Come le sperperiamo? Con le emozioni negative

Ci alziamo al mattino con una nuova provvista di forze. Poi ci innervosiamo durante la giornata pensando a qualcuno che ci ha trattato male, e in questo modo perdiamo le forze. La sera ci mettiamo in subbuglio per un problema domestico. E così di seguito un sentimento negativo dopo l'altro che ci tolgono forza e buon umore. Non c'è da meravigliarsi quindi che siamo stanchi.

venerdì 12 giugno 2015

Psicopittografia, come mettere in pratica l'operazione rigetto

Come possiamo risolvere le difficoltà giornaliere con vigile realismo? Se i medici e gli psicologi affermano che l'uomo possiede tutte le energie di cui ha bisogno perchè esistono tanti uomini che sono affaticati?

Si narra di un viaggiatore  che camminava barcollando, con un masso in una mano e un mattone nell'altra. Sulla schiena aveva un sacco di terra, alla giacca era attaccata una pianta di vite. Sulla testa portava una grossa zucca. Lungo il cammino incontrò un contadino che gli chiese: "viandante, perchè porti questo grosso masso?" "E' strano" rispose il viandante "fin'ora non l'avevo notato".
Gettò quindi il masso al bordo della strada e si sentì più a suo agio. Incontrò un altro uomo che gli chiese: "Viandante, perchè ti sforzi a portare quella grossa zucca?" " Sono contento che me lo abbiate detto" rispose il viandante "non mi ero reso conto del male che mi faceva".
Gettò la zucca e riprese il camminosentendosi più leggero. E così il viandante abbandonò uno dopo l'altro i suoi inutili fardelli. Fu un uomo libero e come tale compì il suo viaggio [immagine 4]
Qual'era in realtà il problema? Il masso o la zucca? Certamente egli non aveva coscienza del fattore che fossero fardelli superflui. Quando se ne accorse li gettò via e non si senti più affaticato. E' il problema quotidiano di molti che portano fardelli della cui inutilità non si rendono conto. E' naturale che si sentano stanchi. Quali sono i fardelli che appensantiscono l'uomo e gli sottraggono tanta energia? Sono i pensieri negativi, come biasimare e accusare il prossimo, intrattenere tristi pensieri, portare il peso di una falsa colpa, aver compassione di se stessi...Ciascuno ha il proprio fardello. Mettete in pratica 'operazione "rigetto", vi sentirete meglio e camminerete con passo più leggero.


giovedì 15 maggio 2014

Come raddoppiare le nostre energie | Psicopittografia

Abbiamo più volte insistito sulla necessità di conoscere, osservare e capire se stessi. E' un esercizio di grande valore che assume grande importanza nei confronti della salute e delle energie.

Supponiamo che noi lavoriamo con accanimento a casa o in ufficio. I nervi sono tesi al massimo, ci gira la testa, stiamo per esplodere. Che cosa possiamo fare? Possiamo liberarci completamente grazie al potere pratico della conoscenza di sè. Ecco come: rendiamoci coscienti del fatto che stiamo per esplodere e che siamo sotto pressione. E' uno stato di coscienza completamente diverso da quel che possiamo immaginare. Significa che ora noi possiamo vederci in questo stato nevrotico. Diveniamo per la prima volta coscienti del nostro stato frenetico. [Immagine mentale 70]


Ora, la coscienza del nostro stato di frenesia ci dà il potere su di esso. Noi non possiamo controllare uno stato col quale ci siamo identificati, ma c'è in noi un Io impeturbabile che può tenersi in disparte e osservare un altro Io, quello frenetico. E' la coscienza di sè. E' ciò che ci dà la padronanza. Quando siamo coscienti di uno stato di frenesia, possiamo vedere la differenza tra uno stato frenetico e uno stato di calma. Quando invece non siamo coscienti del nostro stato di pressione, noi pensiamo a torto che sia il solo che esista. Plachiamo quindi liberamente questo stato di pressione. Attraverso un atto volontario pensiamo, agiamo e parliamo con clama. E' una cosa che possiamo fare e che ci aiuterà a distruggere il quadro della frenesia.

Possiamo stabilire nuovi piani di lavoro e raddoppiarne l'efficacia. Le nostre energie non si disperderanno più in emozioni negative. Esse sono ora incanalate in un percorso costruttivo.

sabato 23 novembre 2013

LETTERA AL DOLORE

Fuggo, da te dolore che mi smembri il corpo, che da troppo tempo ormai usuri la mia esistenza e il mio fisico. Con te dentro al corpo non si scherza, perchè  succhi via tutte le energie che mi rimangono, porti via la mia forza vitale, la mia lucidità, parassita che non sei altro.
E' come trovarsi dentro una prigione, un sarcofago nel quale tu mi hai relegata a forza, fasciata in bende strette che impediscono ogni minimo movimento, e sto lì a fissare davanti a me,  un panorama fisso che i miei occhi  vedono, e ascolto il mio respiro, e i suoni intorno, e coloro che  cercano di starmi vicino, ma impotenti.
Non posso fare nulla perchè se non  rimuovo la  causa che ti ha fatto mettere radici dentro di me, mi inchioderai per sempre, mutilando il mio corpo, togliendomi la capacità sensitiva e ambulatoria. 
Allora non puoi far altro che pensare,  e mentri aspetti, guardi il telefono e speri che da un momento all'altro arrivi, quella telefonata, quella che significa almeno in parte la fine di questo incubo che perdura da non so più quanto tempo, ho perso il conto.
Voglio tornare a passeggiare, a correre, a camminare, a guidare, a far le scale saltellando, a viaggiare, a lavorare....il mondo è solo chiuso fra quattro mura adesso, le mura della mia stanza, dove il mio corpo è steso, sul letto, fermo. 
Mi hai fatto urlare  dolore, mi hai tolto il sonno, notti intere senza neanche poter piangere, ad anelare solo un minuto di assenza da te, solo un minuto per rilassare i muscoli sempre in tensione, per riposare il cuore che batte all'impazzata per la tensione che mi provochi e gli spasmi a cui mi sottoponi.
Rivoglio la mia vita, la pretendo, ho troppe cose ancora da fare, persone da amare, luoghi da vedere perchè tu, maledetto possa pretendere un prezzo così alto. 
E' meglio che ti prepari perchè manca poco alla resa dei conti, e questa battaglia nella quale fino ad ora hai avuto tu il vantaggio, la vincerò io, perchè ti ho studiato così tanto, di te so tutto, ho lasciato che tu barbaricamente vandalizzassi il mio regno e ti facessi vedere per quello che sei, e ora so, perfettamente cosa sei.
La mia battaglia l'ho pianificata, ho mandato ambasciatori, ho acquisito alleati, ho la mia strategia dolore, una strategia che ti farà soccombere, questa sarà l'ultima battaglia che scatenerò contro di te, e poi sarò libera, di rinascere e di rivivere, come meritano la mia tenacia, il mio coraggio, la mia costanza, la mia determinazione.  Questo è il mio ultimatum.
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