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sabato 23 agosto 2014

Metti da parte qualcosa | Seneca, Lettere a Lucilio | Varie

Ecco un'altra perla di saggezza di Lucio Anneo Seneca. Quale sia la vera ricchezza, e non si tratta di beni materiali, se non quelli sufficienti al vivere quotidiano, bensì ricchezza d'animo e sua tranquillità. Sapersi accontentare, saper stare con se stessi, conservare nella propria mente la ricchezza che ci proviene dalle nostre letture. Una saggezza la sua che è universalmente valida per tutti, per tutti i tempi, da cui prendere esempio per far sì che la nostra vita non si fondi su meri principi materialistici.

"Caro Lucilio,
mi scrivi e mi riferiscono cose che mi fanno ben sperare per te: non sei irrequieto e non ti agiti in continui spostamenti. Chi si agita sempre vuol dire che è malato nell'anima: per me il primo segno di un temperamento equilibrato è la capacità distare tranquilli in compagnia di se stessi. Però stai attento perchè anche leggere molti scrittori e molti libri di genere diverso può essere segno di volubilità. Bisogna approfondire gli scrittori che valgono davvero e nutrirsi di loro, se vuoi ottenerne qualcosa che ti rimanga.

Chi è dovunque, finisce per non essere da nessuna parte. Chi passa la vita a girare senza mai fermarsi conosce molte persone ma non avrà un vero amico. La stessa cosa succede a chi sfoglia tanti libri ma non si sofferma mai su nessuno. Non giova e non si assimila il cibo che viene vomitato subito dopo averlo ingoiato. Niente impedisce la guarigione quanto cambiare continuamente medicina: non si cicatrizza la ferita quando si cambia continuamente la pomata, non cresce bene l'albero che viene continuamente trapiantato.

Niente può dare giovamento se non gli si concede il tempo necessario perchè abbia effetto. Troppi libri sono inutili: se non hai tempo per leggere tutti quelli che puoi avere, tieni solo quelli che puoi leggere. Ma a me piace sfogliare ora questo ora quel libro, dirai. Ora è proprio di uno stomaco malato degustare tanti cibi, e così essi invece di far bene fanno male. Leggi sempre, allora, buoni libri, e se a volte ti piacerà di conoscerne di nuovi, non dimenticarti di quelli vecchi.

Ogni giorno metti da parte qualcosa che ti serva contro la miseria e contro la morte e dei tanti libri che leggi conserva una frase o un pensiero sul quale riflettere ogni giorno. Anche io faccio così, di tante cose che leggo salvo sempre qualcosa. Oggi ho fatto un incursione in un accampamento nemico, non da disertore, ma da esploratore, era l'accampamento di Epicuro e sono tornato con questo pensiero: "La povertà accettata con gioia è buona cosa".

Ma se l'accetti con gioia non è più povertà. Non è povero chi ha poco, ma chi desidera avere di più. Che cosa importa quanto uno ha in cassaforte o nel granaio, quanti capi di bestiame possieda e quanti soldi da prestare a usura, se non riesce a staccare gli occhi dalle altrui proprietà facendo sempre i conti non di quello che ha ma di quello che vorrebbe avere? Mi domandi quale sia la misura giusta della ricchezza? Primo avere quanto è necessario, poi quanto è sufficiente".


Come l'asino di' pentolaio, come lo strolago di Brozzi | Parole e verbi in disuso


COME L'ASINO DI' PENTOLAIO: equivale a sostare ad ogni porta, perder tempo fermandosi ad ogni passo per chiacchierare, come fa il venditore ambulante di terraglie. Scriveva il Giusti: " Inforco mattina e sera una cavallina che pare un piccione e che avvezza a portare un medico fa l'atto di voltare a ogni viottolo e di fermarsi a ogni uscio, come l'asino del patolaio". Per traslato: "intraprendere diversi affari quasi inutilmente". E ancora: " fare la corte a tutte le donne incontrate".

COME LO STROLAGO DEL BROZZI: di quelle persone che hanno il vizio di ripetere "Io lo sapevo, me lo immaginaco, me lo sentivo" e a chi si vanta di prevedere il tempo che farà, si dice che sono "come lo strolago del Brozzi, che conosceva la merda al tasto". Brozzi è una località vicinissima a Firenze, quasi la continuazione della proverbiale Peretola. L'astrologo al quale viene attribuito tanto potere divinatorio è quel "celebre Rutilio Benincasa astronomo-cabalista" capostipite della stirpe Baccelli (Sesto Cajo e Settimio Cajo) alla quale da un secolo viene attribuito l'annuale lunario-almanacco che è il livre de chevet si fa per dire, dei contadini e degli agricoltori toscani.

venerdì 22 agosto 2014

La vita corre via | Seneca, Lettere a Lucilio | Varie


Ciò che Seneca scriveva è di una modernità disarmante. Nelle sue "Lettere a Lucilio" sottlinea la necessità che gli uomini trovino in se stessi il bene e la felicità, una felicità austera, sobria, quasi dolente.
Ecco ciò che scrive, che dovrebbe essere spunto per tutti noi:

"Caro Lucilio,
...rivendica la proprietà di te stesso e raccogli e conserva il tempo che finora ti veniva portato via o andava perduto. Convinciti che è così come ti scrivo: il tempo ci viene portato via, a volte con la forza a volte con abilità, altre volte se ne va senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo.
Ma la vergona peggiore è perdere tempo per la nostra negligenza. Se ci pensi bene: gran parte della nostra vita se va nel fare male, ancora di più nel non fare niente e tutta quanta la perdiamo nel fare cose che non vorremmo fare. Puoi indicarmi qualcuno che impieghi giustamente il suo tempo e la sua giornata, che capisca di morire giorno dopo giorno?

Questo è il nostro sbaglio, che consideriamo la morte come un avvenimento futuro, mentre per gran parte essa è già alle nostre spalle ed è padrona del nostro passato. Fai dunque, Lucilio mio, quello che mi scrivi, e sfrutta ogni ora. Se sarai padrone del presente, sarai meno schiavo del futuro. Tra tanti rinvii la vita corre via. Solo il tempo è nostro, nient'altro.

Solo di questa cosa, fuggente e incerta, la natura ci ha fatto padroni, e chiunque se vuole ce ne può privare. La stupidità degli uomini è tale che accettano venga loro messo in conto l'acquisto di cose insignificanti e senza valore, sempre compensabili, e nessuno invece si sente in debito per il tempo che prende agli altri, proprio il tempo, l'unica cosa che anche le persone più riconoscenti non possono restituire.

Ti chiederai forse come mi comporto io che ti do questi consigli. Sarò sincero: amo spendere ma senza esagerare, so fare i miei conti. Non posso dire di non perdere niente, ma tengo sempre il conto di quello che perdo, di perchè e di come lo perdo. So perchè sono povero. Mi succede quello che succede a quelli caduti in miseria senza averne colpa: tutti sono pronti a giustificarli, ma nessuno li aiuta.

E allora? Non considero povera una persona che ha quello che le basta, però penso che tu devi in tempo utile cominciare a mettere da parte le tue cose. Perchè, come dicevano i nostri antenati, non serve chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati."

giovedì 21 agosto 2014

Problemi muscolari, uso degli oli essenziali | Salute

MUSCOLI

Inalazione secca e diffusione ambientale: Abete rosso, Cajeput, Canfora, Lavanda, Lemongrass,
Limone, Menta piperita, Niaouli, Pompelmo, Ravensara, Timo rosso, Zenzero. Provare più di un olio
sia miscelandoli in parti uguali, sia assumendoli separata mente durante la giornata.

Massaggi, impacchi e bagni: Angelica, Basilico, Cajeput, Canfora, Lavanda, Lemongrass, Limone,
Maggiorana, Noce moscata, Pepe nero, Pompelmo, Ravensara, Vetiver, Zenzero. Per il massaggio
utilizzare preferibilmente una crema base neutra o l'olio vettore di Arnica: provare una delle formulazioni seguenti, date per 50 mi di vettore.

Formulazione 1: 3 gocce di Angelica, 8 di Canfora, 7 di Limone, 4 di Zenzero.
Formulazione 2: 3 gocce di Basitico, 8 di Cajeput, 7 di Lemongrass, 4 di Ravensara.
Formulazione 3: 3 gocce di Pepe nero, 8 di Lavanda, 7 di Pompelmo, 4 di Vetiver.

Per l'impacco si possono utilizzare 2-3 oli, o anche una delle formulazioni date sopra per il massaggio: stemperare le essenze in un dito di aceto di vino o di mele, aggiungere almeno il doppio di acqua, bagnare una garza e applicare sulle zone affette. Ricorrere sempre a un'acqua di buona qualità contenuta in bottiglia di vetro, come la Humana Amorosa reperibile in farmacia.
Per il bagno utilizzare oli diversi rispetto a quelli presi in considerazione per il massaggio e gli impacchi.
Per il massaggio, anche sportivo, allo scopo di tonificare muscoli flaccidi e doloranti, tenere sempre presenti queste essenze: Canfora, Lemongrass, Limone, Pompelmo, Zenzero (in molti casi una miscela di 2 tra questi oli produce ottimi effetti).

Uso interno: Angelica, Basilico, Lemongrass, Limone, Maggiorana, Menta piperita, Noce moscata,
Pepe nero, Pompelmo, Tuberosa, Vetiver, Zenzero.

mercoledì 20 agosto 2014

MIlza e oli essenziali | Salute

MILZA

Per riequilibrare la milza utilizzare una o più di queste essenze, soprattutto in inalazione secca, diffusione ambientale, massaggio e bagno: Bergamotto, Camomilla romana, Cisto, Elicriso, Garofano chiodi, Limone, Mimosa, Vaniglia, Vetiver, Zenzero.

Miscela armonizzante da utilizzarsi per il massaggio sulla zona della milza: in 50 mi di crema base
neutra emulsionare 6 gocce di Bergamotto, 8 di Vaniglia e 6 di Zenzero. La formulazione data qui
per il massaggio può venire sperimentata anche come impacco, secondo la modalità spiegata al
punto successivo.


Impacco da applicare almeno 2 volte al giorno sulla zona della milza: in un dito di alcool alimentare a 90° stemperare 5 gocce di Bergamotto, 6 di Cisto, 5 di Mimosa e 4 di Vetiver, aggiungere quindi una quantità di acqua almeno tripla (anche di più secondo la persona e la sensibilità individuale). La formulazione data qui per l'impacco può essere sperimentata anche nella crema base neutra per il massaggio sulla zona della milza, come detto al punto precedente.

Uso interno: Bergamotto, Camomilla romana, Cisto, Elicriso, Limone, Mimosa, Vaniglia, Vetiver,
Zenzero. A parte il fatto di controllare il profilo di ciascuno di questi oli e scegliere quelli più adatti
alle caratteristiche della persona da trattare, tenere sempre in considerazione Bergamotto, Vaniglia
e Zenzero.

Licenza Creative Commons
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