Salvia deriva dal latino
salves, cioè "salute" ,"officinalis perché usata nelle
antiche farmacie.
Nota fin da tempi remoti, originaria del Mediterraneo fu sempre considerata
pianta grandemente salutare e dalle virtù cosmetiche. Le
belle donne
dell' antichità che non avevano a loro disposizione che i prodotti della natura
per curare la loro bellezza, usavano strofinare i denti con una foglia
di salvia per renderli più bianchi e scintillanti. Un detto latino diceva: "Perché un uomo dovrebbe morire, quando la salvia
cresce nel suo giardino?" Non deve sorprendere, quindi, che entrasse
subito nella farmacopea. Sorprende, invece, che stentasse e entare in cucina.
È pur vero che
Apicio la cita qualche volta e che
Vinidario, naturalista
romano esperto di cucina, la elenca nelle spezie essenziali di una
buona cucina ma l'uso era del tutto casuale e fatto senza convinzione.
Saranno la Scuola Salernitana e
Arnaldo da Villanova, medico alchimista
e teologo catalano del XIII secolo, ad accreditarla come condimento, suggerendo
di farcire con la medesima oche e porchette da fare arrosto. Da allora l'uso
della salvia comincia a
farsi più generale, ma sempre
con una certa perplessità.
Si legge sul Tacuinum
sanitatis in medicina,
risalente al XIV
secolo: "La sua
natura è calda
e secca e genera
sangue
grosso, talora
caldo, fa bene allo
stomaco e alle
malattie fredde dei nervi. Si
farà scegliere quella dell' orto domestico,
ma la selvatica verde ha più forza
nel riscaldare. Nella digestione è lenta
ma la si affretterà con un decotto di
miele. È scritto che, bevendone la donna
che per quattro giorni abbia dormito sola, e poi congiungendosi carnalmente, subito s' ingravida. E a tal fine, in
un luogo d'Egitto, dopo una pestilenza, le donne superstiti furono costrette
a bere succo di salvia perché rapidamente il luogo si ripopolasse" .
Tra l'altro, si attribuiva alla salvia anche il
magico potere di rompere gli
incantesimi e i
malefici.
Ancora a metà del '500, l'umanista Messisbugo afferma che la salvia è
più un medicinale che un condimento, anche se egli stesso se ne serve, ma
con parsimonia. Col passare dei secoli è però diventata uno degli odori
più tipici della cucina italiana.
Caratteristiche e proprietà
Si tratta di un arbusto sempreverde aromatico appartenente alla famiglia
delle Labiate. La radice è ramificata e legnosa come i fusti alla base. La
parte superiore dei fusti, che possono raggiungere anche 1 m di altezza, è
coperta di peli e di colore bianco cenere. Le foglie sono opposte, ovali,
quelle inferiori con gambo, quelle superiori generalmente prive. La superficie
è rugosa, di colore verde cenere e fortemente aromatica. I fiori, di colore
azzurro o violetto, sono raggruppati a formare una spiga terminale. Il
frutto contiene un solo seme.
Spontanea, si può trovare solo nella zona mediterranea dell 'Italia centromeridionale.
Cresce fino a un'altitudine di 1000 m. Predilige gli ambienti
secchi, caldi, riparati dal vento. Non sopporta i ristagni d'acqua, i venti
freddi e gli inverni prolungati.
Coltivata, necessita di terreni asciutti, sassosi e calcarei. Eventualmente si
può adattare a qualsiasi terreno purché ben drenato.
Le foglie si raccolgono, ben sviluppate, da aprile a luglio, prima della fioritura.
Le sommità fiorite in maggio-agosto. L'essiccazione avviene in locali
arieggiati o artificialmente con essiccatoi a corrente calda. Si conserva
in sacchetti di carta o tela.
I principi attivi sono costituiti da olio essenziale, tannini, colina ecc.
Possiede proprietà digestive, balsami che e antinfiammatorie.
Utilizzo
Sarebbe troppo lungo elencare in quanti modi la salvia può essere utilizzata
in cucina.
Ottimo
aromatizzante per olio,
aceto e
burro, insaporisce
tanto i pesci che le carni.
Per quanto riguarda la medicina popolare, la sua fama non si smentisce
neppure ai giorni nostri.
Per
purificare l'alito è sufficiente tenere in bocca una foglia di salvia fresca,
masticarla a lungo lentamente inghiottendo ne le particelle.
Vino digestivo: lasciar macerare per cinque giorni 40 g di foglie di salvia
in un litro di vino bianco. Berne un bicchierino dopo ogni pasto.
Fumo di salvia contro l'
asma: polverizzare una manciata di foglie di salvia
essiccata pestandole a lungo nel mortaio e confezionare delle sigarette
da fumare ogni volta che si manifesta un attacco.
Miele espettorante: mescolare 50 g di foglie essiccate pestate nel mortaio e 80 g di miele. Prenderne un cucchiaino il mattino e uno la sera prima di
coricarsi.
Per abbassare il
tono zuccherino nei diabetici bisogna far bollire per due
minuti un litro di vino bianco d'ottima qualità con 100 g di foglie di salvia.
Raffreddare, filtrare e berne un bicchierino dopo ogni pasto.
Decotto contro le infiammazioni del cavo orale: far bollire con un litro
d'acqua 50 g di foglie di salvia. Filtrare il liquido dopo mezz'ora e berne
4 tazzine il giorno. In pari tempo praticare con il decotto degli sciacqui alla
bocca.
Vino vulnerario: in mezzo litro d'ottimo vino bianco, far bollire per un minuto
100 g di foglie di salvia. Filtrare il liquido dopo mezz' ora e usarlo per
lavare le ferite con un tamponcino di cotone idrofilo. Questo preparato, oltre ad essere disinfettante, favorisce ed affretta il processo di cicatrizzazione.
Tintura: in un litro di buona grappa, mettere a macerare per 10 giorni 25 g
di foglie di salvia. Filtrare e adoperare la tintura per fare dei gargarismi
mettendone un cucchiaino in mezzo bicchiere d'acqua tiepida. E uno specifico
efficace quale disinfettante e preventivo in caso di epidemie e malattie
infettive.
Per
rinforzare le gengive deboli che sanguinano facilmente e per proteggere
i
denti dalla
carie, sciacquare la bocca tre volte il giorno con il seguente
decotto: far bollire per due minuti 300 g d'acqua con 20 g di foglie
essiccate di salvia. Filtrare, raffreddare e infine aggiungere alcune gocce
d'aceto.
Vino tonico contro l'esaurimento nervoso: mettere a macerare per 8 giorni,
in un litro di buon marsala, 100 g di foglie di salvia. Filtrare e conservare
in una bottiglia ben tappata. La dose è di un bicchierino subito dopo i
pasti.