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sabato 20 giugno 2015

ll solito delirio, ZOE parte settima

Quella sera la camera di Zoe era molto silenziosa; Zoe guardò il quadro con i cavalli, nella loro prateria tirava vento, e le criniere si alzavano, invece le canne di bambù della sua tappezzeria non le parlavano. Non sibilavano, non cantavano.

Il cavallo di fuoco che aveva dipinto sulla porta della sua stanza appariva più caldo a guardarlo nella penombra, le tapparelle si scuotevano leggermente, tirava un po' di vento e lei era avvolta dal buio e dal silenzio, per compagna solo la solitudine

Era forse annoiata? La NOIA, santi numi che parola odiosa! Non poteva definirla sentimento, piuttosto quella sensazione che si annida dentro di noi quando perdiamo interesse per ciò che stiamo facendo, niente, o perché non stiamo facendo niente che ci distolga dal rimuginare sui nostri problemi, problemini, problemetti.

Lo ammetteva, era in questa situazione. Avrebbe voluto dare in escandescenze, dire cose senza senso, esser presa per pazza......Sarebbe stato un ottimo movente per dedicarsi in seguito alla profonda meditazione, per cercare cosa? In quel momento proprio non lo sapeva, ma avrebbe volentieri parlato con un vecchissimo saggio, di quelli che stanno su qualche inaccessibile montagna, lungi dalla vita frenetica del mondo, che guardano con distacco, senza lasciarsi trascinare nel turbinio delle emozioni.
Forse qualche risposta l'avrebbe ottenuta, o semplicemente avrebbe ascoltato le sue parole, avrebbe tratto delle conclusioni, e chissà, sarebbe stata in grado di ricominciare con una nuova filosofia di vita. Si sarebbe convertita? Avrebbe potuto fare un pellegrinaggio alla Mecca, a Gerusalemme, a dare delle sonore capocciate al "muro del pianto", una capocciata et voilà nuovi orizzonti!

Magari avrebbe potuto far finta di diruparsi dalla rupe di Leucade come aveva fatto Saffo (o come si raccontava...fuerunt). Era il caso che Zoe portasse le sue gambine, il suo cervello e relativi neuroni fuori controllo, a letto, a dormire e interrompere la fiumana di baggianate che stava non solo pensando, ma anche scrivendo.  Saggia risoluzione Zoe.


venerdì 19 giugno 2015

Lascia che la musica rallegri la tua vita, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

La musica ha un'importanza straordinaria nella nostra vita ed è in grado di emozionarci come poche altre cose. Essa è in risonanza con il nostro essere interiore. Ecco dunque alcuni piccoli consigli affinchè essa possa darci un aiuto concreto

  • Le sette note sono in grado di esercitare un'enorme influenza sul nostro benessere: una canzone può rievocare un ricordo e renderci felici oppure tristi; può farci piangere o sorridere. La musica, insomma, sucita in noi delle emozioni: quelle stesse emozioni che spesso nascondiamo agli altri, talvolta persinio a noi stessi, ma che non sfuggono al nostro essere interiore
  • Per mettere in pratica questo piccolo consiglio, scegliamo un brano musicale che abbia un effetto positivo su di noi, una melodia che ci ispiri: magari la nostra canzone preferita di tanto tempo fa o qualcosa che non ascoltiamo da un po'
  • E' una canzone che ci commuove, ci fa ridere, oppure scoppiare in lascrime? Quando la sentiamo non possiamo fare a meno di cantare o ballare? Benissimo. L'importante è che ci regali delle emozioni ci facca sentire vivi. Ritagliamoci dieci minuti ogni giorno per ascoltarla, e condividiamola con noi stessi, con quella parte di noi che ci accompagna ogni giorno
  • La  musica ha anche il potere di motivarci e darci ispirazione: una bella canzone può rendere piacevole persino il compito più noioso, aggiungere un tocco di gioia alla nostra giornata o a quella di chi ci circonda, rallegrare la nostra anima. E può illuminarci affinchè capiamo qual è il migliore ritratto di noi stessi a cui dobbiamo aspirare
  • Proviamo a farlo, questo piccolo impegno ci renderà più forti

Psicopittografia, le quattro chiavi d'oro verso la nuova libertà e la felicità

Vi sono quattro chiavi d'oro che permettono di scoprire il vero io e l'io libero e felice. Eccole:
  1. Un desiderio sincero di mutamento interiore
  2. Il contatto con principi efficaci
  3. L'onestà verso se stessi
  4. La perseveranza
1) Un desiderio sincero di mutamento interiore:
Un uomo deve veramente desiderare di essere diverso. Il suo primo desiderio dovrebbe essere quello della verità stessa. L'uomo coraggioso osa navigare in mari sconosciuti. Quando infine giunge in porto, si accorge che il luogo, così strano a prima vista, è lo stesso a cui ha sempre anelato. "La sincerità profonda e vera è la prima caratteristica di tutti i possibili eroi" (T. Carlyle).

2) Il contatto con principi efficaci:
Ciò significa che dobbiamo essere in contatto con una fonte di aiuto veritiero: una persona che già possiede la libertà o un libro, o il nostro nuovo modo di pensare. Diffidate delle contraffazioni, non accettate una cosa per vera, solo perchè vi sembra attraente. Dobbiamo verificare personalmente ogni idea che si presenta.

3) L'onestà verso se stessi:
Il vero coraggio sta nell'essere onesti con se stessi. Ma essere onesti non significa mutare i propri punti di vista solo per il gusto di cambiare. Significa invece esplorare i propri pensieri per separare il vero dal falso. Non vi è nulla di più positivo che l'essere onesti con se stessi.

4) La perseveranza:
Una persona può essere sincera e onesta, ma deve possedere anche la qualità della perseveranza per progredire nella via della felicità. Come sta scritto nel Nuovo Testamento, non dobbiamo seguire vie sbagliate. Chi si ferma durante il proprio cammino per la confusione o per lo scoraggiamento non deve desistere, basta che riprenda i concetti delle quattro chiavi d'oro e ritroverà la giusta via sgombra da ostacoli.

L'ortica, come usarla in cucina e per curarsi

Urtica deriva dal latino urere che significa "bruciare"; dioica perché sovente porta i fiori maschili su una pianta e quelli femminili su un' altra. I Greci, secondo quanto afferma Aristofane, ne erano ghiotti e la ritenevano migliore se colta prima dell' arrivo delle rondini. 

Petronio e i suoi contemporanei consigliavano di fustigare su reni e natiche chi difettava di salute e di virilità e, per quanto possa sembrare incivile, queste pratiche usavano ancora il secolo scorso. Alcune tribù del Caucaso disinfettavano col succo di ortica gli arnesi per praticare interventi chirurgici. Un altro uso era quello di tessere le sue fibre resistenti per ottenere leggere e preziose tele soppiantate poi dall' uso della seta, e in quest' arte erano maestri gli artigiani di Lipsia. Oggigiorno l'ortica gode ancora dei favori di chi si rivolge alle erbe con fiducia, sia dal punto di vista curativo che alimentare.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Urticacee. Ha radice molto ramificata; il fusto è rigido, coperto di peli, quelli più lunghi sono urticanti. Può raggiungere un' altezza di 2 m. Le foglie sono grandi, ovali con i margini seghettati. I fiori sono in spighe. Il frutto è piccolo, ovale, con ciuffo di peli all'apice. Si trova quasi ovunque, preferibilmente su terreno ricco di azoto; arriva sino a 2000 m in tutta Italia. Spesso considerata un infestante di orti e giardini, è stata rivalutata da chi pratica l'agricoltura biologica che approfitta di quest' erba per far crescere bene i propri ortaggi. Infatti l'ortica rende più profumate le erbe aromatiche dell'orto e fertilizza il terreno producendo sostanze stimolanti, soprattutto per i pomodori. Si usano le foglie e gli steli, da raccogliere in primavera e da far seccare all'ombra, ma all'aria aperta. I suoi componenti sono carotene, clorofilla, aminoacidi, proteine vegetali, vitamine A, B2, Bs e K, sali di fosforo, magnesio e potassio, acidi organici diversi e silicio. Possiede proprietà diuretiche, depurative, antireumatiche, antiemorragiche, favorisce l'eliminazione del colesterolo e dell'acido urico.

Utilizzo 

Subito un'annotazione: l'aggressività dei peli si spegne subito nell'acqua del lavaggio. Una volta cotte, le foglie diventano addirittura morbidissime. In cucina le foglie vengono usate cotte per frittate, tortelli, dolci; crude, aggiunte a fine cottura, in minestre e risotto; per bevande fermentate. Grappa all' ortica: far macerare per tre mesi in un litro di buona grappa 20 foglie di ortica ben verdi e non troppo vecchie, 40 g di zucchero e una scorzetta di limone. Si otterrà un'ottima grappa color smeraldo.
Molteplici gli usi nella medicina popolare.
Succo di ortica: occorre raccogliere 3 kg di foglie d'ortica fresche e tenere e mondarle. Fatto ciò si buttano in una pentola senz'acqua sotto la quale sia acceso il fuoco. Dopo un minuto, allontanare il recipiente dalla fiamma, rimescolare un poco le foglie e lasciarle raffreddare completamente. Versarle allora in un tovagliolo sottile e spremere per far uscire dalle foglie tutto il succo possibile. Il succo di ortica, mescolato allo shampoo, serve per eliminare la forfora; mescolato a tanto miele quanto è il suo peso serve, bevuto a bicchierini, come antinfiammatorio; inzuppato in un batuffolo di cotone e introdotto nelle narici ferma l'emorragia dal naso.
Infuso per l'artrite: versare tre cucchiaini di foglie d'ortica in una tazza d'acqua bollente. Filtrare dopo cinque minuti e bere l'infuso addolcito da un poco di miele. Berne tre tazze al giorno.
Decotto contro la caduta dei capelli: far bollire per cinque minuti 200 g di radici d'ortica in mezzo litro di aceto di vino. Quando è completamente raffreddato usare per frizioni sul cuoio capelluto la sera prima di coricarsi. Al mattino occorre lavare i capelli con un buon shampoo.
Decotto depurativo: far cuocere 50 g di foglie e steli d'ortica in un litro e mezzo d'acqua. Lasciar bollire fino a quando il liquido è ridotto a un litro, filtrarlo e conservarlo in una bottiglia, e berne due o tre bicchierini al giorno.



Bagno rilassante al coriandolo

Questa di oggi è la terza ricetta fai da te a base di coriandolo. Abbiamo visto l'oleolito e il detergente, oggi invece impareremo a fare dei sali da bagno da usare per i momenti di relax, dedicati alla cura di se stessi. Con questi sali avrete un'efficaica tonificante, anti fatica, dermopurificante e riattivante, poichè, come è noto, il sale favorisce l'espulsione delle tossine. 




Bagno al coriandolo:   per 1,2 chili di sali da bagno polverizzare con un macinacaffè elettrico o un mixer 100 grammi di cannella intera (stecche), 100 grami di frutti di cardamomo, 50 grammi di semi di Coriandolo. Procedimento: mescolare le spezie polverizzate con 1 chilo di sale marino integrale grosso. Conservare in un barattolo sterilizzato, a chiusura ermetica; si conserverà per più di un anno.

Modalità d'uso: far sciogliere 5 cucchiai di sali da bagno sotto un getto d’acqua caldissima, terminate di riempire la vasca con acqua più fredda, mescolando con la mano per far sciogliere il sale, poi immergersi e rilassarsi.


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