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domenica 6 marzo 2016

ERO UNA BAMBINA DISAPPETENTE

Sono stata una bambina disappetente, così diceva il pediatra. Per me lo stimolo della fame non esisteva affatto, fame non ne avevo mai. A dire il vero, a chi mi aveva intorno, apparivo come un derviscio (benchè fossi paffutella, nessuno a vedermi avrebbe detto che ero una che non mangiava) in continua meditazione, capace di digiuni prolungati per giorni. A mangiare naturalmente venivo forzata, con mio grande disappunto. Ovviamente crescendo le cose sono cambiate, sono diventata una buona forchetta e una grande buongustaia, adoro la buona cucina e i piatti ben cucinati che apprezzo con tutto il mio essere. Nonostante tutto però, non sopporto di stare a lungo a tavola, mangio volentieri, con gusto, ma il tempo deve essere limitato, questo suggerisce il mio istinto.


Una riflessione la mia, che è maturata recentemente, forse perchè mi è stato fatto più volte notare e soprattutto in famiglia, che ho la tendenza a togliere, con fulminea velocità, i piatti da tavola, talvolta mentre i malcapitati familiari stanno ingoiando l'ultimo boccone. Così, mi son messa a pensare a questa sorta di mania. Perchè mi comporto così?  Ripensando ai miei trascorsi infantili, a quando per me il verbo "aver fame, essere affamati" non aveva alcun significato, mi sono riaffiorati alla mente dai vecchi cassetti della memoria, i pensieri di un tempo: mangiare uguale perdita di tempo prezioso.

Tempo tolto ai miei pensieri, ai giochi, alla lettura, alla mia voglia di stare da sola nella mia cameretta senza essere disturbata da nessuno, quindi gli orari dei pasti (oltre al fatto che la fame non si faceva mai sentire), sottraevano tempo. Ripensando a ciò, ho rivisto anche il mio modo di essere adesso, ancora legato a quegli istinti. Mangiare mi piace, ma nella mia mente continua ad essere una perdita di tempo, tempo sottratto, tempo mancante, pericolo forse? Se sono sola, per me diventa inutile persino sedermi a tavola, mangio in piedi, comodo e veloce; se sono con i miei familiari, sosto a tavola solo il tempo necessario a masticare, deglutire, complimentarmi per la bontà delle pietanze (siano esse cucinate da me o da loro) e poi via, prepararsi a sparecchiare, fare la cucina e togliere tutto di mezzo, andare in altra stanza. 

Per me è una totale assurdità che si stia a tavola una volta finito il pasto semplicemente per chiacchierare, con la tavola ancora da sparecchiare e i piatti da lavare, il mio solito atavico istinto mi dice che si deve sbarazzare tutto e poi dedicarsi alla conversazione in un luogo più consono ad essa. Mi chiedo se non vi sia una sordida sensazione di paura, il pasto come sosta, come pausa, il fermarsi chissà, in un luogo pericoloso, sotto il tiro dei cecchini, con il pericolo di un agguato, quindi, sbrigarsi e marciare per andare in un luogo sicuro. L'unico pasto che per me vale la pena godersi è la colazione, illuminante momento di delizia. Sola o in compagnia, per colazione siedo, e sosto (mai troppo), ma sosto; respiro l'inizio della giornata come fosse una sorta di nascita, un nuovo affacciarsi al mondo, giorno, metafora della vita, tutto da vivere.


lunedì 4 gennaio 2016

Psicopittografia, Come trattare con le persone difficili

Lo scopo delle Immagini Mentali è quello di insegnarci a vedere ogni cosa sotto una luce diversa. E' la magia che muta le cose in ciò che esse dovrebbero essere. Vi è qualcosa in noi che corrisponde a questa verità.

Durante la Seconda Guerra MOndiale, la lampada Aldis è stata utilizzata con successo. Era una lampada di segnalazione con carattere speciale. Quando veniva usata su una nave, non poteva esser scorta che da qualcuno che si trovava in un certo settore della riva. Chi era al di fuori di questo settore non la poteva scorgere. Ma chiunque volesse raccogliere il messaggio non doveva far altro che cambiare il punto di osservazione [Immagine mentale 27]

Quale può essre un punto di osservazione valido per tutte le relazioni umane? Quando incontriamo una persona scostante, non consideriamola crudele, sciocca o grossolana. Al contrario consideriamola una persona spaventata. Tutte le emozioni negative son fondate sulla paura. L'aggressività collerica di un individuo è il solo metodo che egli conosce per alleviare la tensione della paura. Supponiamo che al primo incontro con questa persona difficile noi la consideriamo crudele e odiosa. Ciò avrà conseguenze definitive sul modo in cui la tratteremo. 

Saremo sbigottiti, perchè  l'atteggiamento in una persona provoca un atteggiamento negativo in chi l'avvicina. Così, se saremo negativi nei confronti di questa persona, non potrete trattarla con tatto e saggezza. Ma se capiamo realmente che essa agisce in questo modo perchè si sente frustrata, non saremo influenzati negativamente. Non ci metteremo sulla difensiva. Resteremo emotivamente indipendenti. Potremo così procedere con calma e intelligenza

Si realizzerà un processo inverso. Anzichè subire la negatività altrui, noi trasmetteremo la nostra forza positiva. Sperimenteremo questo metodo nelle nostre relazioni; nell'ambito di lavoro e in quello familiare e proveremo qualcosa che sospettiamo da tempo: che quando vediamo correttamente le cose, ne derivano risultati corretti.


domenica 6 dicembre 2015

La nebbia dell'ignoto

 Apro gli occhi, sono in mezzo ad un mare di nebbia spessa, senza punti di riferimento, senza luce, immersa in un grigiore tutto uguale, dove anche il respiro si fa affannoso. 
Il passo è incerto, non v'è percezione di ciò che mi circonda. Giro su me stessa ma tutto intorno a me è uguale. Cerco disperatamente di guardarmi i piedi, per capire dove poggiano, ma non li vedo, sento solo qualcosa di gelatinoso e globoso che mina la mia stabilità. Provo a camminare, lentamente, portando le mani avanti, per proteggermi, ma sembra che mi trovi in uno sterminato spazio aperto dove non c'è suono, solo nebbia. 

Sembra un muro gigantesco, impenetrabile, che il mio tatto percepisce, ma che non è consistente. E' una cataratta che mi avvolge, e io cerco di camminare.
Ad ogni passo mi pare di sprofondare, come su trucioli di gomma, barcollo. Non riesco ad articolare parole, vorrei urlare, ma non ci riesco, sono sola con i miei pensieri e un intento che non controllo.
La nebbia preme sul mio corpo, ne avverto la pesantezza, so che non devo fermarmi per nessun motivo, mi sento braccata, ma non so da cosa o chi.

Vado avanti a tentoni, incespicando, camminando in quella che mi pare essere una eternità caotica e senza forma. Non ho percezione del tempo che passa, senza riferimenti visivi è come non esistere. 
Mi struggo, nella paura e nella disperazione e quando il mio io cede alla rassegnazione, mi accascio a terra e allora sento, come foglie di sottobosco umide, il fruscio di un terreno reale, e la nebbia comincia a lasciare qualche sprazzo di confuso panorama.

Di fronte a me un ponte. Ma dove porta? Su cosa è sospeso? Cosa c'è al di là? Mi siedo al suo limitare, sotto il ponte nebbia, intorno nebbia, la mia vista scorge solo pochi metri avanti, un tratto del ponte che penetra dentro questo grigio muro. Mi par di percepire una voce, una voce che viene da dentro, che mi istiga ad andare avanti, guardo il ponte, forse c'è qualcuno, una sembianza che si confonde con il lattiginoso essere di questo velo nebbioso che copre ogni cosa. 

Comincio a percorrere il ponte, scossa dal terrore del vuoto, strizzo gli occhi per mettere a fuoco l'incerta forma che sembra attendermi in quella che credo essere la metà del ponte. Dentro la mia testa risuona sempre più forte quella voce che mi incita, quasi mi frustasse, ad andare avanti, ma cos'è quella voce? 

Mi prendo la testa fra le mani, forse sto impazzendo, ma non la  posso  arginare, ripete continuamente di andare avanti. Voglio gettarmi nel vuoto, e farla finita, ma non riesco a staccare i piedi da terra se non per proseguire.
Cedo, non ho più la forza di contrastare quella voce, chiudo gli occhi e disarmata, lascio che quella voce sia la mia guida. 
All'improvviso un lieve tepore,  socchiudo le palpebre, mi ritrovo nel mio mondo, niente più nebbia, solo in lontananza quella voce: "Sono la voce del "vedere", hai assaggiato l'ignoto!"


mercoledì 2 settembre 2015

Pietre e cristalli, Opale

L’energia e la forza del Fuoco; la prosperità, la pace e il benessere della Terra; l’intuizione, le emozioni e la sensibilità dell’Acqua; la comunicazione e la creatività dell’Aria: questo contiene l'opale

OPALE
Caratteristiche: biossido di silicio; sistema colloidale amorfo; colori: incolore, latteo, nero, azzurrognolo e spesso con bellissime iridescenze che assumono colori diversi a seconda dell'angolo di osservazione, create da sferette di crisobalite all'interno. 

Con il tempo e con il calore la pietra può disidratarsi e perdere iridescenza o addirittura fessurarsi; si può ovviare a questo spiacevole inconveniente deponendola per esempio in un bicchiere d'acqua. L'opale comune (d'aspetto traslucido, di solito bianco) può essere confuso con il calcedonio, mentre gli opali nobili si distinguono dagli altri minerali per i fantaastici colori (bianchi, lattiginosi, azzurrognoli, grigio perla, semitrasparenti) e l'aspetto porcellanaceo con accentuata opalescenza e iridescenza.

Proprietà: apporta tranquillità e fa svanire la paura dell'oscurità
Disturbi: porta giovamento nei disturbi del sistema digestivo
Associazione con i chakra: tutti

venerdì 21 agosto 2015

Pedibus timor addidit alas

Non ditemi che non siete mai scappati dalla paura. Uno spavento improvviso, che vi ha fatto fare uno scarto e vi ha fatto correre a perdifiato. A me è capitato spesso, soprattutto da bambina, quando incosciente me ne andavo in giro per boschi a ficcare il naso là dove non avrei dovuto. 

Hermes
Un giorno mi sono imbattuta in un  branco di maiali, che pascolavano felici in mezzo ad una raduretta ricca di querce delle cui ghiande i maiali sono ghiotti. Sfortuna volle però che la mia curiosità mi facesse avvicinare troppo, cosa non gradita ai rosei porcelli in festa. 

Fu un attimo e mi ritrovai arrampicata su un bell'albero da frutta, un pero mi pare, intorno al quale i grassottelli porcelli si erano messi a farmi la guardia, per non farmi scendere naturalmente. Fortuna che arrivò il porcaro.......

Pedibus timor addidit alas ovvero la paura aggiunse ali ai piedi (Virgilio, Eneide,VIII, 224) espressione probabilmente ispirata alle rappresentazioni del dio Hermes, il Mercurio latino, raffigurato con le ali ai piedi.


sabato 15 agosto 2015

Psicopittografia, Il punto essenziale

Perchè non sappiamo esigere tutto ciò? Perchè pensiamo che la pretesa è tutto ciò che possediamo, tutto ciò che esiste. Supponiamo, a torto, che senza di essa saremmo impoveriti. Ma noi possiamo cambiare; possiamo pensare e vedere differentemente. Mettiamoci in guardia contro queste pretese che ci ingannano sulla realtà. Ribelliamoci contro la commedia che recitiamo a noi stessi. Esigiamo ora il nostro Io. Ci accorgeremo che siamo realmente milionari mentali e che lo siamo sempre stati.
Il fine di tutto è di vivere comesi vuole realmente vivere.

  • Un futuro più brillante
  •  Il controllo della propria vita
  • Evitare gli errori
  • Vivere con semplicità
  • Avere una grande energia
  • Aver la giovinezza
  • Essere liberi dalle costrizioni
  • Conoscere se stessi
  • Esser senza paura
 Si può avere tutto ciò. Non complichiamo le cose pensando che possono esserci altri scopi. Siamo
pratici. Cerchiamo di avere cciò che desideriamo realmente. Accostiamoci a questo punto essenziale e solo allora otterremo ciò che desideriamo realmente.


mercoledì 27 agosto 2014

Paura, aiutarsi con gli oli essenziali | Salute


PAURA

Inalazione secca e diffusione ambientale: Angelica, Arancio amaro, Arancio dolce, Finocchio dolce, Legno di Rosa, Mandarino, Maggiorana, Nardo, Neroli, Pepe nero, Pino cembro, Pino silvestre, Rosa, Salvia sclarea, Timo rosso, Vaniglia, Ylang-Ylang.
Scegliere almeno 2 oli diversi cercando di individuare quelli più corrispondenti al profilo della persona da trattare, e utilizzarli sia in miscela sia separata mente. Miscele per paure generalizzate: Angelica e Arancio dolce; Finocchio dolce e Legno di Rosa; Pino cembro e Ylang-Ylang. Miscele per paure legate a traumi affettivi: Legno di Rosa e Nardo; Mandarino e Rosa; Maggiorana e Neroli. Miscela per paure legate alla sessualità: Legno di Rosa, Neroli, Ylang-Ylang.

Massaggio e bagno: utilizzare oli diversi da quelli dell'inalazione. I più consigliati sono: Achillea,
Anice, Arancio amaro, Arancio dolce, Finocchio dolce, Ginepro bacche, Legno di Rosa, Neroli, Pepe
nero, Pino cembro, Pino silvestre, Salvia sclarea, Timo rosso, Vaniglia, Ylang-Ylang.

Uso interno: Achillea, Angelica, Anice, Arancio amaro, Arancio dolce, Finocchio dolce, Legno
di Rosa, Maggiorana, Mandarino, Melissa, Nardo, Neroli, Pepe nero, Rosa, Salvia sclarea, Vaniglia,
Ylang- Ylang.

Anche qui si dovranno scegliere quegli oli che più corrispondono ai disturbi e alle caratteristiche
della persona.

sabato 21 giugno 2014

La tipologia dominante | Salute

La personalità dominante è caratterizzata da un atteggiamento muscolare atto a respingere la paura del fallimento qualora si ceda. Ciò viene attuato rimanendo cronicamente in ispirazione con il petto alzato. Un dominante sente il bisogno di essere superiore a tutti, in tutte le situazioni. L'esssenza della sua attitudine è la negazione dei sentimenti e delle emozioni, in contrasto con il tipo cerebrale che invece tende a dissociarsene.

E' proprio della personalità di questo tipo rivoltarsi contro il corpo e le sue sensazioni, soprattutto quelle sessuali, in favore di una realtà totalmente immaginata dal suo io. Il tipo dominante si fonda infatti sull'immagine che egli è in grado di offrire al mondo esterno, e investe in essa una grande quantità di energia.


Un altro aspetto essenziale di questo carattere è il bisogno di dominare e controllare, di sentire che gli altri sono in suo potere. Per fare questo, il tipo dominante può adottare due diverse strutture di carattere: nel primo caso aggredisce con prepotenza, nel secondo cerca di ottenere il potere sugli altri attraverso la seduzione.

Questo carattere mostra generalmente uno sproporzionato sviluppo della parte superiore del corpo. La sua testa è pesante e rigida sul collo, dà l'impressione di essere gonfia: la parte inferiore del suo corpo è invece più magra e debole. Nel caso del dominante seduttivo lo sviluppo superiore del corpo può anche essere ridotto, ma in questo caso la schiena può curvarsi con estrema facilità.

Sia nel dominante aggressivo che in quello seduttivo lo scorrere dell'energia tra le due parti del corpo (superiore e inferiore) risulta molto disturbato. Nel tipo aggressivo il bacino è sovraccaricato ma sconnesso. Entrambi i tipi hanno una marcata spasticità del diaframma. Particolarmente tesi sono in loro anche gli occhi e i muscoli alla base della nuca e così pure i muscoli alla base del cranio lungo quello che si potrebbe chiamare segmento orale.

Queste tensioni mostrano che l'impulso alla suzione è stato inibito. Questi tipi hanno "fame" di potere a tal punto che il potere è diventato per loro più importante del piacere. Il bisogno di controllare un'altra persona è tanto forte che in verità ne sono dipendenti. Vogliono comandare perchè hanno paura di essere comandati. In questo gioco di dominio anche la sessualità ha una sua parte spaciale: il piacere sessuale è solo un mezzo secondario per sedurre e conquistare.

La manovra tipica del dominante è far sì che siano gli altri ad aver bisogno di lui per non mostrare che lui ha bisongo degli altri. Nella storia di questi individui c'è generalmente una figura parentale molto seducente che ha negato il suo amore, costringendo il bambino a fingere di non provare per essa nessuna attenzione. Questa situazione provoca profondi contrasti tra genitori e figli, un triangolo di lotta che spinge il bambino contro il genitore dello stesso sesso e lo fa identificare con il genitore amato.

Il problema con questo tipo di carattere è di ripristinare l'equilibrato fluire dell'energia bloccata nella parte alta del corpo, verso il basso. Possono servire a questo scopo esercizi e interventi di manipolazione sui muscoli tesi dell'area della nuca e del segmento orale e del torace, seguiti o accompagnati da altrettanti esercizi e interventi sulla zona del bacino e sulle gambe.

martedì 3 giugno 2014

E' più facile evitare i problemi che risolverli | Psicopittografia

Una persona turbata, di fronte a una verità psicologica che potrebbe liberarla, reagirà in uno dei modi seguenti:

1. Accoglierà questa verità e se ne servirà. Lo farà forse con timidezza, ma andrà avanti coraggiosamente. Questo individuo ha raggiunto un livello di comprensione che gli permette di capire come il sacrificio delle idee preconcette e l'accoglimento di concetti nuovi sono i passi necessari al raggiungimento della felicità.

2. Egli la respingerà con irritazione. Il suo Falso Io vede questa verità come una minaccia alla sua esistenza. Le forze del falso Io, resisteranno furiosamente. Questo uomo intuisce confusamente che egli agisce contro i suoi interessi, ma a questo stadio di conoscenza è incapace di porvi rimedio.

3. Egli agirà con indifferenza, benché questa indifferenza sia un' altra forma di rigetto. Quando un simile Uomo incontra una verità che potrebbe servirgli, la sua indifferenza diviene una maschera per nascondere la paura del nuovo e del diverso. Il primo di questi uomini scoprirà la sua strada non cosparsa di difficoltà. Il suo successo è assicurato perché egli ha abbandonato il falso Io, che è la causa di tutte le sue sofferenze.

Molti si lamentano del fatto che gli altri non si comportano correttamente con loro. Costoro mancavano di riguardo, non mantengono la parola data, approfittando della loro bontà. C'è da chiedere: «Perché pretendere che gli altri si comportino come noi preferiamo? La gente si comporta sempre com'è e non conformemente ai nostri desideri. Non è chiaro forse che il problema sta nell'irrealtà di ciò che ci attende? » Facciamo una cosa intelligente. Mettiamoci ad analizzare le nostre esigenze mentali nei rapporti con gli altri. Anziché cercare di cambiare la loro condotta, modifichiamo i nostri punti di vista. Lasciamo che la gente si comporti a modo suo senza aspettarci nessun cambiamento. In questo stato salutare, ritroveremo la pace. È un buon esempio di come un'attitudine ricettiva in presenza di una verità psicologica può risolvere un problema dissolvendone la causa stessa.

lunedì 12 maggio 2014

Come sfuggire alla tensione | Psicopittografia

Le relazioni tra gli uomini sono regolate da determinate leggi psicologiche. Una di queste leggi è spesso dimenticata.

Si tratta della legge di compensazione. Per definirla semplicemente, essa afferma che noi riceviamo ciò che doniamo. Se offriamo il bene, riceviamo il bene. Se procuriamo il male, avremo il male. Questa legge lavora senza sosta a nostro svantaggio o a nostro beneficio. Nessun studioso moderno l'ha esposta più chiaramente di Waldo Emerson: "Ogni attentato all'amore o all'equità nelle relazioni umane è presto punito. Questi  attentati son puniti dalla paura. Finchè le relazioni con il compagno saranno buone, non proveremo dispiacere a incontrarlo.  Noi ci incontriamo così come l'acqua incontra l'acqua, con una perfetta interpretazione del rapporto semplice e chiaro, ci sarà qualcosa che va bene per me e non per il mio vicino; e allora quello mi eviterà così come io mi allontanerò da lui. "

E' un errore ammettere che i nostri pensieri segreti sugli altri non hanno importanza. Ne hanno molta invece. Non basta comportarsi gentilmente verso gli altri in pubblico. Anche i modi segreti, vale a dire le attitudini interne, devono essere amabili. Altrimenti pagheranno un prezzo doloroso.
L'invidia nei confronti di un altro, sarà punita immediatamente. Non si può essere allo stesso tempo invidiosi e felici. Più che agire amabilmente, dobbiamo essere  amabili.

domenica 11 maggio 2014

Come smettere di lottare con se stessi | Psicopittografia

E' noto il caso di un soldato giapponese che continuava a combattere nella giungla quindici anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Quando alcune truppe amiche lo avvicinarono, il soldato pensò ad un attacco nemico. Ci vollero giorni per convincere il soldato che la guerra era finita da molto tempo. Quando finalmente comprese, depose il suo fucile e se ne andò a casa. [Immagine mentale 67]

L'uomo può esser paragonato a questo uomo smarrito. Fuori dal contatto della realtà, circondato dalla paura e dall'ostilità, egli continua a combattere. Ignorando che la guerra è finita, egli continua a combattere anche contro coloro che gli portano il messaggio di pace. Non è sorprendente che il suo universo sia costituito da una giungla spaventosa.

Se ben considerate, colui che combatte nella vita per il potere politico o finanziario, anche se vince una battaglia, non sarà più felice di prima. Se si accanisce ad inseguire altri successi egli proverà dispiaceri sempre più grandi. Tutte le conquiste sulle quali contava per raggiungere la soddisfazione interiore non fanno che approfondire la sue paure. Un tale uomo deve capire che non può vincere questa specie di guerra. La guerra che egli vuole veramente vincere, quella su se stesso, è già vinta. Non ha bisogno di ascoltare il messaggio di vittoria del vero Io che è in lui.

In questo stato ricettivo egli non ha bisogno di combattere per qualcosa nè contro nessuno. E' il messaggio che la vera religione, la filosofia e la psicologia hanno proclamato attraverso i tempi dell'umanità bellicosa.

sabato 10 maggio 2014

Come cominciare la giornata con spirito tranquillo | Psicopittografia

Uno spirito chiaro è uno spirito in pace. Marc'Aurelio lo espresse così: "Per spirito tranquillo non intendo altro che uno spirito ordinato".
Come può l'uomo mettersi a cercare uno spirito chiaro e tranquillo? Non v'è altro che meditare su queste due grandi verità:
  1. Esiste una via d'uscita
  2. Chi la cerca sinceramente la può trovare
La via d'uscita da che cosa? Dalla prigione psicologica nella quale ogni individuo si sente rinchiuso. E' una prigione con un'infinità di celle che contengono la paura, l'ansia, il senso di frustrazione, ecc. Ogni cella ha la sua porta per uscire.
Dovremmo sentirci colpevoli dei nostri errori? Se nel passato qualcuno di noi è stato crudele con alcune persone, avrà in seguito sentito il senso di colpa quale reazione al comportamento espresso.

Il senso di colpa è un'emozione puramente egocentrica. Essa alimenta la tendenza nociva a condannare se stessi, a riflettere a proposito del proprio Io crudele. Ma la ragione più importante è nella falsa idea che la colpa sia un segno di umiltà e di pentimento.
Essa invece crea esattamente il contrario, spingendo l'individuo verso l'arroganza, l'ostilità e la crudeltà. Quindi il senso di colpa porta a compiere atti ostili che provocano un accrescimento della colpa. Una persona in una simile situazione, si colloca in un circolo vizioso che è ben noto agli psichiatri e agli psicologi. La via d'uscita consiste  quindi nel comprendere tutto il processo della colpa.


mercoledì 7 maggio 2014

Come occuparsi dell'avvenire | Psicopittografia

La sincerità verso se stessi può aiutarci. Facciamo un esempio, prendendo in considerazione il problema della paura. Ognuno è molto più pauroso di quanto non voglia sembrare. La gente ama far bella figura, ma ciò non basta a nascondere le ansietà segrete. Cerchiamo in noi stessi e diciamoci onestamente ciò che ci spaventa. Per esempio: paura di prender delle decisioni, problemi fianziari, sentimento di colpa e di paura per errori del passato, paura delle malattie, dell'avvenire, sentimento d'impotenza, di non essere amati, ansietà in generale.

In questo elenco non vi è un tipo di paura che non possa essere cancellato. Quando siamo spaventati per qualcosa, ricordiamo innanzitutto che esiste ssempre un rimedio. Non importa che lo conosciamo o meno; il rimedio esiste. Eccone uno: quando temiamo qualcosa chiediamoci "chi ha paura? chi è questo Io pauroso?". E la risposta è questa, è sempre il falso Io che è vittima della paura o della disperazione, ma in realtà noi non siamo il nostro falso Io.  Riconsideriamo il caso. Noi abbiamo un vero Io e un falso Io. E' il falso Io condizionato che ha paura delle bombe atomiche, della disapprovazione altrui, degli errori del passato. Quando un uomo si affida a questo falso Io, ha paura di tutto. Noi dobbiamo cominciare a considerare le nostre paure basate sulle illusioni, le chimere, le sporcherie e le sciocchezze del Falso Io. Cominciamo a distinguere il falso Io che ha sempre paura, dal vero Io che non ha mai paura. Non identifichiamoci con i nostri pensieri, con le emozioni, con il nostro corpo. Non cerchiamo di scoprire chi siamo in realtà. Cerchiamo di vedere chi non esiste. Una volta trovato chi non siamo, proveremo una pace interiore completamente nuova.

lunedì 5 maggio 2014

Bisogna comprendere il segreto della libertà interiore | Psicopittografia

Un uomo ha paura perchè dubita di non corrispondere realmente alle false immagini che si è costruito. Ogni paura interiore deriva dallo sforzo di credere che una illusione è realtà. Ognuno ha di se stesso delle idee immaginarie, che lo determinano nella realtà. Ma poichè sono puramente immaginarie, esse sono particolarmente sensibili all'assalto della realtà. Perchè resistere con tanto accanimento a smascherare le false immagini che abbiamo di noi stessi? Perchè, perdendole, temiamo di perdere la nostra identità.

Poichè esse costituiscono la sola identità che riconosciamo a noi stessi, siamo terrificati al pensiero che la loro perdita possa significare la nostra perdita. Ma è la perdita di questo Falso Io che ci dà la possiblità di scoprire chi siete realmente! Bisogna avere il coraggio di respingere il falso Io per scoprire quallo vero. E' solo in questo modo che potremo liberarci da ogni paura.
Se per esempio qualcuno ci dicesse che abbiamo una personalità sbiadita, mentre noi eravamo convinti di avere una personalità brillante, rimarremmo male. Non dovremmo forse cercare di essere semplicemente noi stessi? Una personalità reale è dieci volte più attraente di una personalità brillante. Questo è ciò che dovremmo tenere bene a mente.

domenica 4 maggio 2014

Come evitare la paura | Psicopittografia

Alcuni vogliono identificare la paura, analizzarla, e trovare i mezzi per sbarazzarsene una volta per tutti. E' realmente possibile farlo? Certamente. E' assolutamente possibile. Ad ogni modo non posso convincervi con semplici parole. Voi non potete conoscere il mio stato; potete solamente conoscere il vostro. Ma il vostro stato può evetualmente innalzarvi al livello in cui sarete completamente senza paura.

Bisogna innanzitutto capire che non si tratta di una paura che ha una base reale nel mondo esterno, come quando avete paura di attraversare una piazza in pieno traffico o se siete inseguiti da una tigre. Noi parliamo invece delle ansietà lancinanti e penose che non si possono ben identificare nè comprendere. La paura è presente in ogni emozione negativa come la collera, la solitudine, la depressione.
Torniamo alla prima domanda: Cosa è la paura?  Solo un'analisi accurata di noi stessi è il mezzo per liberarci da essa. Noi abbiamo già sperimentato piani e sistemi che non hanno fnzionato. Abbiamo sempre paura. Ma se cercheremo di fare del nostro meglio, ne trarremo grandi vantaggi. Quando avremo realmente capito, saremo liberi.

sabato 3 maggio 2014

Diciamo addio alla tensione e alla paura | Psicopittografia

Immaginiamo che un uomo si smarrisca in un bosco. Scende la sera, tutto si fa buio e i pericoli sono in agguato. L'uomo sa che un passo falso lo può far cadere in una fossa o in un pantano. Le fiere si nascondono nell'oscurità. All'improvviso scorge un altro uomo che avanza cautamente. Gli chiede come uscire dalla foresta. Lo straniero gli offre immediatamente il suo aiuto, ma poco dopo si rende conto che nemmeno la sia guida conosce la via del ritorno. Allora lo lascia e segue il suo cammino. Ben presto incontra un altro uomo che dice di avere una cartina con indicata la via per uscire dal bosco. L'uomo segue il nuovo consigliere ma ben presto s'accorge che la cartina è errata. L'uomo sperduto cammina con una disperazione sempre più grande. Incontra altre persone che affermano di conoscere la strada da percorrere, ma capisce che sono tutti perduti come lui. Infine, il viaggiatore, mettendosi la mano in tasca, scopre di possedere una bussola. Ride di soddisfazione e di sollievo pensando che quella bussola era sempre stata nella sua tasca. Era così preoccupato a correre appresso agli altri che non s'era curato di fare l'unica cosa utile. Ma ora ha trovato la salvezza in se stesso. [Immagine mentale 63]
Allo stesso modo noi possediamo una bussola interna in grado di condurci fuori dalla foresta della paura e della costernazione. E non si tratta di una semplice teoria, è un fatto: la paura emotiva è evitabile. La risposta alla paura esiste, ma non dobbiamo accontentarci di argomenti troppo facili. Non dobbiamo mai rimettere la nostra individualità tra le mani di una persona semplicemente perché questa pretende di conoscere la risposta. Dobbiamo e possiamo trovarla in noi stessi.

sabato 26 aprile 2014

Come incamminarsi verso una nuova vita gioiosa | Psicopittografia

La lettura di Robinson  Crusoe di Danile Defoe suggerisce un'idea utile. Naufragato su un'isola deserta, Robinson si accampò vicino alla spiaggia. Poi si mise ad esplorare il suo dominio privato. Non passò molto tempo che egli fece una scoperta che lo lasciò perplesso. S'accors eche si era accampato nel posto meno adatto. L'altro lato  dell'isola infatti offriva grandi risorse di acqua e di cibo. Ora, benchè vedesse la necessità di spostarsi, gli dispiaceva molto farlo  [Immagine mentale 60]

Perchè? Perchè non cambiare il peggio in meglio? Quando uno può trovare una vita più ricca, perchè non cerca di cambiare? Vi sono molte ragioni che bloccano l'uomo. L'indolenza mentale, la mancanza di perseveranza, lo scoraggiamento di fronte al minimo ostacolo e la paura dei cambiamenti. Gli uomini temono che le idee nuove facciano loro perdere quel poco che hanno. In questo caso bisogna aver coraggio. Bisogna abbandonare l'antico per sperimentare il nuovo. Supponiamo che un individuo viva abitualmente in uno stato depressivo. Un simile individuo resiste all'idea di rinunciare al suo stato. Per quanto penoso, non vuole lasciarlo. Perchè? Perchè la depressione gli dà un falso senso di identità; vale a dire che egli può affermare: "Ebbene, io so almeno chi sono, sono un individuo depresso". Egli teme di abbandonare questo stato penoso, perchè teme di perdere l'identità di un individuo depresso. In questo modo alcuni individui si aggrappano a questo stato negativo al punto di vantarsi del loro cattivo carattere. Ricordiamo la ripugnanza di Robinson Crusoe a spostarsi verso il lato più confortevole dell'isola, e traiamo le conclusioni.

mercoledì 16 aprile 2014

Non vi è nulla da temere | Psicopittografia

Parliamo della paura. Guardiamoci attorno e scopriremo che dietro una maschera di falsa gaiezza si nsconde la paura. Guardiamoci dentro e scopriremo una penosa collezione di apprensioni e paure. Non c'è nulla da temere. Il primo passo da fare è quello di ammettere onestamente di essere spaventati. In seguito dobbiamo respingere le false identità. Nella vita sociale è logico identificarsi con la professione che si esercita; ma psicologicamente, interiormente, noi dobbiamo esser nessuno. Finchè abbiamo bisogno di essere  qualcuno psicologicamente, abbiamo paura. Questa paura deriva dal fatto che noi cerchiamo di provare che un Io immaginario è reale. Ma noi non possiamo provare una illusione, come non possiamo provare che un albero immaginario abbia relamente rami e foglie. Qualcuno si chiederà: "cosa si intende per un nulla psicologico"?
Nel mondo esterno noi possiamo essere il Presidente degli Stati Uniti. Interiormente non siamo nulla di simile; è solo un modo di identificazione sociale.

martedì 15 aprile 2014

Sfuggire alle emozioni negative | Psicopittografia

Esiste un piano pratico per sfuggire agli attacchi della depressione , della paura, delle nevrosi? Certamente. Il centro emozionale negativo è come una vecchia casa che tutti credono abitata da fantasmi. Coloro che credono a questi fantasmi interiori, si comportano come se gli spiriti fossero reali. In realtà la casa è vuota e se noi avessimo il coraggio di esplorare noi stessi, constateremmo che è così. I pretesi fantasmi sono i prodotti delle nostre illusioni. In secondo luogo dobbiamo pensare che queste emozioni negative sono completamente inutili.
Inoltre nuocciono alla salute, disperdono l'energia e ci rendono infelici. Nessun individuo vuol realmente far del male a se stesso. Lo fa unicamente perchè non vede che le emozioni negative rovinano i suoi interessi. L'automobilista che cerca di passare ad un semaforo rosso, agisce in questo modo, perchè ignora in quel momento il pericolo che corre. Se lo vedesse, smetterebbe di guidare a quel modo. Ricordiamo queste idee essenziali:
  1. Le emozioni negative non sono necesariamente permanenti nella nostra vita
  2. Ricordiamo quanto possono essere nocive 

lunedì 14 aprile 2014

Come conoscere il tesoro nascosto dentro di noi | Psicopittografia

Un uomo d'affari trattava ogni tipo di merce all'ingrosso, compresi i libri d'occasione. Poichè i libri non avevano molta importanza nei suoi affari, dedicava loro poca attenzione. Un giorno un amico che per caso esaminava lo stok, si lasciò sfuggire un'esclazmazione. Vi era nei libri un rarissimo volume di grande valore. Questa scoperta suscitò l'interesse del commerciante nei confronti dei libri rari. Si mise a studiarli. Ora era in grado di riconoscerne il valore e ciò gli fu molto utile. [Immagine mentale 54]
Questo è ciò che deve fare ogni uomo. Deve essere in grado di percepire il valore di ogni pensiero, sentimento ed esperienza. Dobbiamo esser capaci di vedere mentalmente il nostro tesoro nascosto. Solo dopo potremo approfittarne. In ogni cosa che avviene, anche in quelle che sembrano dolorose o nocive, viè un particolare valore. La sofferenza può procurare  la fine stessa della sofferenza, se noi siamo in grado di capirne l'insegnamento. Se l'esaminiamo con cura, la paura, può liberarci dalla paura. Non si tratta di filosofia, è un fatto pratico. Nessuno l'ha espresso così chiaramente come Waldo Emerson. "La forza emerge dalla debolezza. L'indignazione, che si nutre essa stessa di forze segrete, non si desta prima che noi siamo feriti, assaliti o insultati".
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