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venerdì 1 gennaio 2016

Raggi di luce, aura

Un altro fenomeno interessante connesso con l'aura eterica è l'apparizione occasionale, al suo interno, di quelli che sembrano raggi di luce e che, in molti casi, partono dal corpo fisico per irradiarsi nello spazio intorno. In alcuni casi si è notato che questi raggi erano diretti a qualcuno o a qualcosa nelle vicinanze, e si è accertato che la persona di cui veniva studiata l'aura, stava pensando fortemente all'individuo o all'oggetto raggiunto dal raggio aurico. E' possibile  che questo sia un aspetto della trasmissione telepatica dei sentimenti e dei pensieri.


Veniamo ora a un altro aspetto interessante dell'aura: quello che comunemente è detto "spazio sicuro". Ha uno spessore variabile tra 1,5 e 6 mm, e segue esattamente i contorni del corpo. Tutte le aure partono da questo spazio sicuro, che sarebbe la superficie del corpo eterico. Naturalmente, potrebbe anche essere un'altra parte dell'aura, ma le ricerche non hanno ancora accertato esattamente il suo ruolo.

Infine, come ho già detto, c'è un'aura dovuta all'azione biologica in atto nel corpo e nella pelle; essa genera un minuto campo elettromagnetico intorno al corpo fisico, che può venire misurato con strumenti molto sensibili. Sembra che si intensifichi quando una luce forte cade sulla superficie del corpo, e i vari tipi di luce, ultravioletta, infrarossa, colori primari, influiscono in modo diverso sul campo stesso.

domenica 20 settembre 2015

Ataviche sensazioni

Qualcosa di atavico, di antico, emerge dal mio io più profondo, che mi impedisce di essere espansiva con le persone che amo, che limita i miei gesti d'affetto. Fin dalla più tenera età, ho sempre cercato di sottrarmi ai profumati baci di mamma, agli abbracci, con un istintivo gesto delle mani, atto ad impedire di entrare in contatto fisico con tutti, familiari e non. Era più forte di me, una inconscia maniera di difendermi forse, non so da cosa o da chi, un gesto guidato da un istinto primordiale, la cui presa di coscienza mi faceva star male: perchè ero così distante nei confronti delle persone che amavo e che cercavano di farmi sentire tutto il loro affetto?


Non me ne sono mai liberata, nemmeno quando mi sono innamorata; non sopportavo che mi si prendesse per mano, nè che mi si cingessero le spalle, come del resto tutto l'universo mondo dei fidanzati faceva. No, non con me. Me ne sono fatta persino una colpa, dicendo a me stessa che non ero capace di amare, se questo era il mio modo di comportarmi. Ma non era così, ho amato, così tanto da farmi male, ma quei gesti non erano per me.

Per molto tempo mi sono imposta di non pensare a questo mio modo di essere, a lasciare scivolar via quella sensazione che stringeva il mio stomaco, che sorda rumoreggiava nella mia testa: ero così, non potevo farci nulla, prendere o lasciare. Per anni ho lasciato che tutto scorresse così, accantonando quell'istinto, reprimendo la sofferenza che mi procurava, perchè avrei voluto mostrare con una gestualità che non mi è mai appartenuta, la forza dei sentimenti e delle emozioni che come acque tumultuose straripavano da tutto il mio essere.

Sono una contraddizione: per quanto solare, sorridente, di compagnia e allegra da un lato, dall'altro risulto introversa e complessa persino a me stessa. Di me, di quello che vivo e sento non parlo quasi mai, a meno che non vi sia costretta da cause di forza maggiore.
Tutto questo contrasta con la mia capacità di saper stare e trattare con le persone, e della mia spiccata propensione ai rapporti interpersonali.

Solo in questi giorni questi pensieri si sono riaffacciati prepotenti nella mia testa, in una carrellata infinita di ricordi, che continuano ad urlarmi gesti negati seguiti da dolorosi sensi di colpa che mi fanno apparire gelida e fredda quale non sono. E' come essere una statua di ghiaccio con un fuoco che  arde all'interno. Il ritorno prepotente di questo pensiero mi ha costretta a riflettere nuovamente su quelle sensazioni, gettandomi nello sconforto. Ma non ho potuto fare altrimenti, a volte ritornano, i ricordi, e bisogna conviverci. E' come cimentarsi con un puzzle i cui pezzi sono tutti  mescolati alla rinfusa e non si riesce a trovare quello giusto per iniziare. Guardi la figura sulla scatola, chiara, addirittura semplice, poi guardi i pezzi e non trovi il bandolo della matassa.

Guardi, cerchi, e non trovi, riguardi, ricerchi e nulla, fino a che non lasci perdere per un po', e poi all'improvviso si muove qualcosa. Qualcosa di perduto, in un tempo che non riaffiora alla mia mente, ma che sembra avermi marchiata a fuoco e di cui rivivo solo gli istinti e le sensazioni che condizionano il mio comportamento. Ho ripercorso la gestualità a cui mi sono sempre sottratta, chiedendo il perchè del rifiuto di un abbraccio, di un bacio affettuoso, di un braccio sulle mie spalle, di un incrocio di mani: è la sensazione di un'appartenenza impropria, quella della schiavitù.


lunedì 31 agosto 2015

Psicopittografia, Come conoscere tutte le soluzioni

L'Io interiore, il vero Io conosce tutte le soluzioni, e non si sbaglia mai. È un fatto indiscutibile. Trovate il saggio vero Io e non dovrete più affrontare alcuna crisi di decisione. Ecco come il Dott. Fromm spiega il modo in cui procedere: «Solamente le qualità derivanti dalla nostra attività spontanea danno forza all'Io e quindi costituiscono la base della sua integrità. L'incapacità ad agire spontaneamente, a esprimere ciò che si sente veramente, e la necessità che ne deriva di presentare agli altri e a se stesso uno pseudo-Io sono all'orizine dei complessi d'inferiorità e di debolezza.» Siate voi stessi e non il risultato dei vostri pensieri ordinari e abituali. Vi è grande differenza tra questi due modi di essere. 

II terremoto è causato da un assestamento interno della terra. La stessa cosa capita all'uomo scosso da una crisi personale. Gli strati sub-coscienti della mente poggiano su fondazioni difettose, cosicché una crisi improvvisa provoca un terremoto che scuote l'individuo e lo fa comportare in modo abnorme e nefasto. Fortunatamente vi è molta differenza tra un terremoto fisico e uno psicologico. Il terremoto nell'uomo ha un rimedio sicuro. L'uomo non può vivere nel timore di continui sussulti. Egli deve ancorarsi alle fondamenta della realtà psicologica. [Immagine mentale 12] 

Ve ne darò un chiaro esempio. Si tratta di una questione di moralità personale. Nessun'altra crisi può causare tanta dolorosa ansietà e vani sentimenti di colpa. Ne deriva questo quesito: «Sono perplesso a proposito della moralità. Quale è esattamente il bene e quale il male? Ho un grande desiderio di mutare la mia vita abituale. Che pensare di questo mio impulso? È immorale? » - Perché non mutare vita? Perché non vivere come desiderate realmente? - Lo vorrei, ma ... - Vorreste sapere perché non lo fate? Molte persone rispondono SI! » - Il vostro senso della moralità è falso. La società vi ha imposto i suoi prototipi ipocriti di comportamento. Essi vi indicano ciò che dovete loro. Attenti! Non lasciatevi trascinare. 

Voi dovete qualcosa unicamente a voi stessi alla vostra libertà interiore. » A questo punto una donna chiese: «Quale atteggiamento dobbiamo assumere nei confronti di coloro che hanno inculcato nella nostra mente le idee false, e si servono di noi per i loro scopi egoistici? - Non preoccupatevi per loro. Qualcuno li ha indotti in errore. Non dovete biasimare nessuno. Reagite unicamente contro le idee false. Allora qual'è la vera' moralità? Come comportarci? - Non fate nulla che possa nuocere a voi stessi o agli altri. Questa idea è più profonda di quel che pensate. Chi dorme non si rende conto del male che fa a sé stesso. Un uomo deve risvegliarsi per poter raggiungere la felicità.


giovedì 16 luglio 2015

Spedisci un messaggio d'affetto, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Spesso i bambini scrivono dei bigliettini affettuosi per i genitori, i nonni, gli amici. A loro viene molto più naturale che a noi, che cresciuti, spesso ci troviamo in difficoltà a dar voce ai nostri sentimenti e a dimostrare amore e tenerezza, persino nei confronti di chi ci sta più a cuore. Quindi nei prossimi sette giorni cerchiamo dunque di mandare più messaggi affettuosi possibile.
  • Ritagliamoci un po' di tempo per scrivere un bigliettino e spedirlo, Ci vuole davvero poco, bastano alcuni minuti e un minimo sforzo. Mandare un biglietto ad un amico, ad un vicino di casa, o a qualcuno che ha bisogno d'aiuto può significare moltissimo: molto più di un'email, di un sms o di una telefonata. Mettere nero su bianco una parola d'affetto, di solidarietà o di amicizia richiede un po' più d'impegno, tuttavia la felicità che susciterà nel destinatario sarà immensa. 
  • Per affidare alla carta i propri sentimenti occorre fermarsi un attimo a pensare. E' un gesto intimo, che scaturisce direttamente dal cuore e che il destinatario apprezzerà moltissimo perchè in quel momento potrebbe averne davvero bisogno per andare avanti.
  • Il nostro messaggio potrà essere breve e simpatico oppure più lungo e intenso. Non è necessario che serva a ricambiare un gesto gentile (per esempio un "grazie" per un invito a cena o un regalo). Sarà semplicemente un modo per far sapere a qualcuno che gli vogliamo bene, che lo consideriamo una fonte di ispirazione e che ha un ruolo nella nostra vita.
  • Rileggiamo le parole positive che abbiamo scritto e pensiamo intensamente alla persona a cui sono rivolte,  il regalo che stiamo offrendo è in realtà un regalo che facciamo a noi stessi.
  • A volte non è facile trovare le parole per esprimere i propri sentimenti, ma rivolgiamoci al nostro cuore ed esse arriveranno.
  • Facciamolo e chissà, potremmo riceverne uno noi, e ci accorgeremo di quanta forza, allegria e motivazione siano in grado di diffondere. Impariamo a scrivere con il cuore a scrivere agli altri.

martedì 10 giugno 2014

Come non sentirsi indesiderati | Psicopittografia

Affrontiamo ora il problema di chi si sente indesiderato, ignorato e biasimato. Pochi atteggiamenti interiori causano tanta ansia e confusione quale questo. Inoltre, trattandosi di uno stato negativo, esso provoca altri atteggiamenti negativi in chi ne soffre. Cosa c'è alla radice di questo stato d'animo? Vi è la falsa presunzione di esser popolari, giudiziosi, attraenti. Le persone più felici sono quelle che non cercano questo o quello. Anziché cercare di vivere, esse vivono, semplicemente.

Sentite che gli altri vi disapprovano? Permettete una domanda. Se voi non sentite di esser disapprovati, dov' è la disapprovazione? Essa non esisterebbe. Forse direste che esiste nell'atteggiamento degli altri verso di voi. Ma questo non conta se voi non lo permettete. Quando avrete capito questo concetto, non sentirete più alcun senso di disapprovazione da parte degli altri. Non giudicate i sentimenti da quello che sembrano.

Non accettate un sentimento come un fatto reale. Non chiamate questo sentimento col nome che sembra portare. In questo modo eliminerete il falso potere di questo sentimento e manterrete la vostra serenità. In realtà nessuno vi disapprova. La disapprovazione non esiste. Gli altri possono fare delle osservazioni che il Falso Io interpreta come una disapprovazione, ma esse non hanno il potere di colpire la persona che vive col suo vero Io.

Molte persone sono come il protagonista di un film televisivo che, dopo aver letto a metà un romanzo giallo, smarrì il libro. Il protagonista, cominciò una ricerca frenetica nelle librerie, ma senza risultato. Disperato tornò a casa e ritrovò il libro dietro il divano. Finalmente poté finire di leggere il romanzo che era lì a portata di mano. [Immagine mentale 86]

Questo esempio si può applicare a un problema che a prima vista sembra insolubile. Vivendo coi principi della verità potete sciogliere i misteri, colmare la tensione, compreso il timore di esser disapprovati. Bisogna studiare i principi della Psicopittografia con costanza. È la perseveranza che ci indica la via giusta da seguire.

Immaginate una catasta di legna e di paglia in un campo indiano. La catasta deve essere incendiata per inaugurare una festa particolare. Tenendosi a distanza, un indiano lancia, una dopo l'altra, delle frecce infiammate. Per un po' il bersaglio è mancato, ma alla fine una freccia raggiunge la catasta e la incendia. Ben presto l'intero campo si illumina di un grande chiarore. [Immagine mentale 87]

Ecco come la perseveranza lavora a nostro favore. Per qualche tempo non avviene nulla, ma insistendo, la verità si rivela e ci illumina, Il vero eroe è perseverante nel cammino verso il suo obiettivo. Come dice Emerson: «La caratteristica dell' eroismo è la perseveranza. »

lunedì 14 aprile 2014

Come conoscere il tesoro nascosto dentro di noi | Psicopittografia

Un uomo d'affari trattava ogni tipo di merce all'ingrosso, compresi i libri d'occasione. Poichè i libri non avevano molta importanza nei suoi affari, dedicava loro poca attenzione. Un giorno un amico che per caso esaminava lo stok, si lasciò sfuggire un'esclazmazione. Vi era nei libri un rarissimo volume di grande valore. Questa scoperta suscitò l'interesse del commerciante nei confronti dei libri rari. Si mise a studiarli. Ora era in grado di riconoscerne il valore e ciò gli fu molto utile. [Immagine mentale 54]
Questo è ciò che deve fare ogni uomo. Deve essere in grado di percepire il valore di ogni pensiero, sentimento ed esperienza. Dobbiamo esser capaci di vedere mentalmente il nostro tesoro nascosto. Solo dopo potremo approfittarne. In ogni cosa che avviene, anche in quelle che sembrano dolorose o nocive, viè un particolare valore. La sofferenza può procurare  la fine stessa della sofferenza, se noi siamo in grado di capirne l'insegnamento. Se l'esaminiamo con cura, la paura, può liberarci dalla paura. Non si tratta di filosofia, è un fatto pratico. Nessuno l'ha espresso così chiaramente come Waldo Emerson. "La forza emerge dalla debolezza. L'indignazione, che si nutre essa stessa di forze segrete, non si desta prima che noi siamo feriti, assaliti o insultati".

domenica 29 dicembre 2013

OBLIO

Giacqui,
con un sembiante non noto,
ove l'oblio avea a lungo lavorato.
Non emozione,
statuaria icona di serenità.
Non mente,
poichè scevra di negativi affanni.
Solo da lacrime di cristallo
udisti storie di sentimenti infuocati,
di paraventi, e segrete stanze.
Ne aprii le celle e furon liberi,
e divenni il sembiante dell'oblio.

sabato 16 novembre 2013

LA DANZA DELLA MORTE














La Morte mi sfida,
la sua sfida è la vita,
vita,
arena in cui io e Morte duelliamo.
Mi muovo,
perchè essa incalza,
segna il tempo delle  azioni,
dei sentimenti.
Implacabile spinge,
al mio cedere vince,
al mio combattere arretra.
La sua falce prova ad affondare,
sulla fenditura del mio bozzolo.
E io danzo con Lei,
la danza del guerriero.





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