Simply

lunedì 21 settembre 2015

Fior di Zolfo, usi e proprietà

Tutti conoscono lo zolfo, ma credo che non tutti conoscano il Fior di Zolfo e le sue proprietà. Andiamo per gradi e vediamo innanzitutto di che si tratta. Il Fior di Zolfo è un derivato dello zolfo minerale, cioè una polvere gialla ottenuta per raffreddamento rapido dei vapori di zolfo che, a causa del raffreddamento, assumono una caratteristica forma a fiore. Come minerale, lo zolfo è molto diffuso in natura e, in particolare, nel nostro corpo si concentra nella pelle, nei capelli, nelle unghie, nelle articolazioni.


Lo zolfo ha un ruolo importante nel nostro organismo, poichè presiede alla sintesi proteica e di alcuni aminoacidi che, a loro volta, sono gli elementi essenziali nella costituzione di ormoni, vitamine e co-enzimi. In particolare esso è il componente principe delle molecole di Glutatione: insulina, tiamina, biotina, eparina e cheratina.

Quali sono le proprietà del Fior di Zolfo? Fra le più importanti: disintossica dai metalli pesanti e contrasta i radicali liberi, aiuta il fegato a secernere la bile e si rivela efficace nel contrastare allergie, asma, dermatosi, eczemi, orticaria, prurito e contribuisce al benessere delle ossa, dei capelli, delle unghie, dei denti.  Promuove la cicatrizzazione delle ferite.

Come si usa? Il Fior di Zolfo può essere usato sia internamente che esternamente. Per l'uso interno è necessario stare attenti, le dosi sono piccolissime: una puntina, equivalente ad una punta d'unghia da mescolare con miele. La durata dell'assunzione varia da 7 a 30 giorni, o a giorni alterni al mattino a digiuno, prima di colazione.
Per l'uso esterno è possibile preparare maschere per pelli grasse e impure, mescolando un cucchiaio di Fior di Zolfo con acqua e argilla. Lo si può usare anche per la detersione di tutti i giorni mescolandone un cucchiaio con scaglie di sapone di Marsiglia e acqua.

Non sono note interazioni con altri prodotti e particolari effetti collaterali, in ogni caso per quanto concerne l'uso interno è sempre bene consultare il proprio medico curante.


domenica 20 settembre 2015

Ataviche sensazioni

Qualcosa di atavico, di antico, emerge dal mio io più profondo, che mi impedisce di essere espansiva con le persone che amo, che limita i miei gesti d'affetto. Fin dalla più tenera età, ho sempre cercato di sottrarmi ai profumati baci di mamma, agli abbracci, con un istintivo gesto delle mani, atto ad impedire di entrare in contatto fisico con tutti, familiari e non. Era più forte di me, una inconscia maniera di difendermi forse, non so da cosa o da chi, un gesto guidato da un istinto primordiale, la cui presa di coscienza mi faceva star male: perchè ero così distante nei confronti delle persone che amavo e che cercavano di farmi sentire tutto il loro affetto?


Non me ne sono mai liberata, nemmeno quando mi sono innamorata; non sopportavo che mi si prendesse per mano, nè che mi si cingessero le spalle, come del resto tutto l'universo mondo dei fidanzati faceva. No, non con me. Me ne sono fatta persino una colpa, dicendo a me stessa che non ero capace di amare, se questo era il mio modo di comportarmi. Ma non era così, ho amato, così tanto da farmi male, ma quei gesti non erano per me.

Per molto tempo mi sono imposta di non pensare a questo mio modo di essere, a lasciare scivolar via quella sensazione che stringeva il mio stomaco, che sorda rumoreggiava nella mia testa: ero così, non potevo farci nulla, prendere o lasciare. Per anni ho lasciato che tutto scorresse così, accantonando quell'istinto, reprimendo la sofferenza che mi procurava, perchè avrei voluto mostrare con una gestualità che non mi è mai appartenuta, la forza dei sentimenti e delle emozioni che come acque tumultuose straripavano da tutto il mio essere.

Sono una contraddizione: per quanto solare, sorridente, di compagnia e allegra da un lato, dall'altro risulto introversa e complessa persino a me stessa. Di me, di quello che vivo e sento non parlo quasi mai, a meno che non vi sia costretta da cause di forza maggiore.
Tutto questo contrasta con la mia capacità di saper stare e trattare con le persone, e della mia spiccata propensione ai rapporti interpersonali.

Solo in questi giorni questi pensieri si sono riaffacciati prepotenti nella mia testa, in una carrellata infinita di ricordi, che continuano ad urlarmi gesti negati seguiti da dolorosi sensi di colpa che mi fanno apparire gelida e fredda quale non sono. E' come essere una statua di ghiaccio con un fuoco che  arde all'interno. Il ritorno prepotente di questo pensiero mi ha costretta a riflettere nuovamente su quelle sensazioni, gettandomi nello sconforto. Ma non ho potuto fare altrimenti, a volte ritornano, i ricordi, e bisogna conviverci. E' come cimentarsi con un puzzle i cui pezzi sono tutti  mescolati alla rinfusa e non si riesce a trovare quello giusto per iniziare. Guardi la figura sulla scatola, chiara, addirittura semplice, poi guardi i pezzi e non trovi il bandolo della matassa.

Guardi, cerchi, e non trovi, riguardi, ricerchi e nulla, fino a che non lasci perdere per un po', e poi all'improvviso si muove qualcosa. Qualcosa di perduto, in un tempo che non riaffiora alla mia mente, ma che sembra avermi marchiata a fuoco e di cui rivivo solo gli istinti e le sensazioni che condizionano il mio comportamento. Ho ripercorso la gestualità a cui mi sono sempre sottratta, chiedendo il perchè del rifiuto di un abbraccio, di un bacio affettuoso, di un braccio sulle mie spalle, di un incrocio di mani: è la sensazione di un'appartenenza impropria, quella della schiavitù.


Acne: curarla con gli oli essenziali

Ecco una serie di consigli per intervenire con gli oli essenziali su malattie, squilibri e sintomi vari.

 ACNE:

Inalazione secca: Legno di Rosa, Mirto, Palmarosa, Patchouli.
Applicazione locale: uno o più dei seguenti oli, in piccola quantità (1-2 gocce, utilizzando un bastoncino di legno o di vetro, o un cotton fiock), solo sulle lesioni: Albero del Tè, Cajeput, Garofano chiodi, Niaouli, Timo rosso. Attenzione a non eccedere.
 Maschera d'argilla o di fango del Mar Morto, con almeno un olio: Bergamotto, Canfora, Cedro, Cipresso, Cisto, Galbano, Geranio, Lemongrass.

Crema da giorno: da preparare con una crema neutra e 3 oli in uguale quantità: Lavanda, Limone, Palma rosa oppure Manuka.

Crema da notte: da preparare come la precedente, Cedro, Mirto, Patchouli oppure Ylang-Ylang.
 Se al posto della crema base neutra si vuol sperimentare come vettore un olio vegetale, orientarsi su: Aloe vera, Arrnellina, Arnica, Canapa, Jojoba, Sesamo.

Per creare una lozione di pulizia emulsionare gli oli in acqua e alcool, oppure in acqua e aceto (ricorrere sempre a un'acqua di buona qualità contenuta in bottiglia di vetro), oppure in un detergente schiumoso (uno o più oli): Albero del Tè, Bergamotto, Lavanda, limone, Manuka, Mirto, Verbena odorosa. - Uso interno: Albero del Tè, Lavanda, Legno di Rosa, Manuka, Mirto, Patchouli.


Cristalleria, consigli casalinghi

Sicuramente tutti voi avrete in casa della cristalleria, che vi è stata regalata  o che avete ereditato da qualche vecchio parente. Di solito la si tiene ben riposta e la si tira fuori in occasioni speciali, il cristallo è delicato e prezioso.  Ecco alcuni pratici consigli per mantenerlo al meglio.

Per lavare velocemente i bicchieri a stelo lungo, fate come i baristi: tenendoli alla base, affondateli energicamente in una vaschetta di acqua saponata caldissima, poi passateli rapidamente in una vaschetta d'acqua calda pulita (se l'acqua è più fredda, il vetro potrebbe incrinarsi). Fateli asciugare capovolti su un canovaccio di cotone.

Per avere bicchieri brillanti e senza ombre, sciacquateli in acqua cui avrete aggiunto un po' d'aceto.
Se i bicchieri presentano macchie dovute all'acqua dura, sfregateli con una spugnetta bagnata nell'aceto.

Non usate mai acqua caldissima, saponi aggressivi, ammoniaca o bicarbonato di sodio su bicchieri decorati con filo d'oro o d'argento. Mentre un pennello da barba ben insaponato è ideale per pulire i bicchieri di cristallo intagliato.

Se un po' d'uovo si è seccato sui piatti di cristallo, eliminate i resti incrostati con una fettina di limone. Trattare le pirofile con cura estrema. Evitate sia i colpi sia il contatto improvviso con il caldo e il freddo e tenetele lontane dall'acqua (persino da un tavolo bagnato) quando sono calde.

Se le pirofile restano macchiate anche dopo il lavaggio, riempitele con una soluzione di acqua e aceto, in proporzione di 3 a 1, e fate bollire per circa 20 minuti.



sabato 19 settembre 2015

Abbellissi, abbia pazienza, a bocca di barile | Parole e verbi in disuso

ABBELLISSI: accettare; scegliere. Bellissima espressione familiare di cortesia (ma forse in fondo sottilmente ironico) per invitare qualcuno a servirsi a volontà di qualcosa, per esempio a tavola.
Esempio: "la s'abbellisca"-"C'è da abbellissi"

ABBIA PAZIENZA: modo di dire cortese, familiare e deferente al tempo stesso, per "Scusi" e, all'inizio di discorso "per favore"

A BOCCA DI BARILE: in grande quantità (la bocca del barile è piuttosto larga). Ma si dice anche di persone, cioè di chi non si cheta mai, è un fiume impetuoso di parole
Esempio: "Piove a bocca di barile"-"Parla a bocca di barile"



Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.