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domenica 12 giugno 2016

Una clinica per gatti terminali

Un clinica per gatti terminali esiste, ed è stata creata dalla signora Maria Torero che si prende cura di pazienti felini terminali.


Vi siete mai chiesti che fine fanno i gatti malati terminali di cui nessuno si prende cura? Sono moltissimi gli esemplari che ogni anno muoiono di leucemia. E in loro aiuto accorre Maria Torero, un'infermiera di 45 anni che, al fine di sensibilizzare le persone nei confronti delle sofferenze di questi gatti, ha trasformato la sua casa in un clinica.


La sognora Torero ha attualmente 175 pazienti, un numero davvero notevole come le spese che deve affrontare per le cure: 1.500 dollari ogni mese. Nonostante tutto, per Maria è un dovere aiutare questi animali che naturalmente nessuno vuole, e molto esplicativa è una sua dichiarazione:  “La gente non adotta gatti adulti, meno che meno malati terminali”.

Tra l'altro, fra gli amici di Maria alcuni trovano che questa scelta sia inopportuna, poichè il tempo che deve essere loro dedicato è molto, per non parlare dei cattivi odori che si spandono nell'ambiente domestico. Anzi, ci sono quelli che le cosigliano di dedicarsi piuttosto a gatti sani. Ma Maria è irremovibile:  “Non è il mio ruolo, io sono un infermiera”, dice. C’è però in generale grande solidarietà ed ammirazione verso la donna, con molti che le fanno piccole donazioni per aiutarla a coprire le spese che sostiene per curare i gatti.

Usi cosmetici dell'olio di oliva

Usi cosmetici dell'olio di oliva: struccante, peeling, scrub, maschera per pelle secca. Scopriamo insieme virtù e modalità d'uso


Ci sono tantissimi prodotti a base di olio di oliva per la cura del corpo, creme per il viso, oli e bagni doccia, lozioni per il corpo e per i capelli. Ma il prezioso oli odi oliva lo possiamo usare anche in ricette fai da te e risparmiare sull'acquisto di costose confezioni ed avere tutti i preziosi benefici dell'olio in casa. Ecco alcuni utili usi.


Struccante: è di una semplicità disarmante, perchè basta bagnare in acqua calda un batuffolo di cotone, togliere l’acqua in eccesso, versarvi qualche goccia di olio extravergine di oliva, passarlo sul viso e collo: il trucco sarà asportato in maniera molto delicata e se volete evitare anche l'uso del tonico, con un altro batuffolo intriso in un po’ d'olio massaggiare per bene il viso e sciacquare via tutto con sapone delicato.

Peeling: 1 volta a settimana, mescolare bicarbonato di sodio e olio fino ad ottenere una consistenza cremosa e strofinare leggermente il viso, sciacquare con sapone delicato, la pelle sarà perfettamente liscia e si potrà anche fare a meno di usare la crema.

Scrub: vi occorrono olio d’oliva a una manciata di sale grosso (o fino se si ha la pelle sensibile) da mischiare insieme, quindi strofinare sulla pelle del corpo e risciacquare; è efficace anche per la pelle secca di gomiti e talloni.

Maschera per pelle secca: mescolare una parte di olio, una parte di miele ed una di argilla in polvere per una maschera purificante e distensiva;  sempre per il viso una parte di olio, una di miele ed una di yogurt per una maschera nutriente.

sabato 11 giugno 2016

Piantare un melo, pici, piecciocci, piedi a parabarberi

Piantare un melo, pici, piecciocci, piedi a parabarberi, pigliare i cocci e incocciassi altri modi, qualcuno un po'fetente, di descrivere anche qualche difetto fisico


PIANTARE UN MELO: cadere all'indietro battendo il sedere (le mele cioè). Si dice soprattutto ai bambini per distrarli dal dolore della caduta e farli sorridere. E siccome l'espediente, in genere, fallisce fra i pianti e strilli, si insiste aggiungendo scorno pur con le migliori intenzioni: "Vien qui che ti rizzo"

PICI: la politica non c'entra: i "Pici" sono certi spaghettini aritgianali, tirati e filati a mano, specialità della gastronomia casalinga del Senese e di Chiusi. Parenti stretti, di nome e di fatto, dei "pinci" che si mangiano, però a Montalcino


PIECCIOCCI: è chi cammina piano piano, magari strascicando i piedi; e anche una persona indecisa, che non leva un ragno da un buco

PIEDI A PARABARBERI: piedi con le punte divaricate. Lo dicono nel Senese dove "barberi", oltre che i cavalli che corrono il Palio, sono le palline di terracotta con le quali giocano i ragazzi

PIGLIARE I COCCI E INCOCCIASSI: arrabbiarsi, impermalirsi, diversamente dal significato di intestardirsi che i dizionari italiani di lingua danno "incocciarsi". C'è chi vi trova un riferimento all'opera vana e rumorosa di raccogliere frammenti di stoviglie o vetri ("Chi rompe paga e i cocci sono suoi")


Come riciclare i calzini spaiati

Come riciclare i calzini spaiati può essere un'interessante attività creativa attraverso la quale sarete in grado di creare, in base al tipo di calzino, utili oggetti casalinghi 


Prima o poi succede, anche quando si presta somma attenzione: si perde un calzino e non lo si ritrova più. Inutile cercarlo tanto non lo troverete mai. Com'è come non è, ve ne rimane solo uno. Che fare? Sicuramente non gettarlo, questo è poco ma sicuro, ma riciclarlo in base al tessuto o al filato di cui è composto. Vediamo alcuni esempi. 


Calzino in spugna: si presta perfettamente per essere usato nella cosmetica casalinga, infatti potete inserirvi uno scrub naturale, le erbe da cui trarre l'infuso per detergervi, residui di saponette ecologiche per detergere la vostra pelle.

Calzino in filo di scozia:  da riciclare sottoforma di sacchettini profuma armadi. All’interno del calzino potete inserire una manciata di lavanda oppure di camomilla e riporlo nei cassetti e negli armadi.

Calzino in lana: usatelo per spolverare le piccole superfici della casa. Indossatelo come un guanto così passerete facilmente attraverso le fessure dei termosifoni o delle tapparelle.

Calzino in cotone:  usatelo per la pulizia dei sanitari e dei vetri delle finestre in quanto non lascia pelucchi e si asciuga molto in fretta.

Creare un peluches da un calzino: in questo caso va bene qualunque tipo di calzino abbiate. Farete felici i bambini realizzando dei pupazzi davvero belli, in questo modo insegnerete ai vostri bimbi che in giocattolo non è solo quello che si compra ma anche quello che si ricicla. Occorrente: calzino colorato,  forbici,  pennarello,  passamaneria,  tanta fantasia,  ago e filo
Come fare:  prendete un calzino, infilatelo nella vostra mano e osservate le grinze e le pieghe, poi con
un pennarello delineate la forma degli occhi e quella della bocca. Qui usate la vostra fantasia,  occhi grandi, bocche sorridenti, qualche dente buffo. A questo punto decorate gli occhi con perline, bottoni, strass colorati, altra stoffa. Per la bocca va bene del filo di lana rosso e grosso, o passamaneria e per il corpo tutto ciò che vi viene in mente.



Dimagrire: il ruolo dell'acqua

Dimagrire: il ruolo dell'acqua nel metabolismo è, per quanto a molti possa sembrare strano, molto importante. Lo dimostra uno studio.


I nutrizionisti si raccomandano sempre: bere più acqua per raggiungere e mantenere un peso equilibrato. Qualcuno potrebbe ancora nutrire dubbi ma la spiegazione è semplice e legata ad un fenomeno ben preciso: la termogenesi, ovvero la produzione di calore dell'organismo.


Nicola Sorrentino, docente di Igiene Nutrizionale all’Università di Pavia, direttore scientifico delle Terme Sensoriali di Chianciano Terme ed esperto dell’Osservatorio Sanpellegrino spiega: "La letteratura scientifica rende evidente il ruolo dell’acqua nell’attivare una serie di meccanismi metabolici conosciuti come termogenesi, ossia produzione di calore con dispendio energetico, che ci aiutano realmente a perdere peso. Un aspetto molto importante da sottolineare è che l’effetto dell’acqua sul metabolismo è di breve durata, tra la mezz’ora e l'ora”.

E' stato uno studio condotto in Germania e poi pubblicato su “The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism” che ha valutato l’effetto dell'acqua sul tasso metabolico, per spiegarci meglio quante calorie vengono bruciate dal nostro organismo ogni giorno. I dati raccolti hanno evidenziato che bere due bicchieri d’acqua (500 ml) a temperatura ambiente (22°C), aumentava del 30% il tasso metabolico sia degli uomini sia delle donne coinvolte nello studio. Dieci minuti dopo aver bevuto, l’aumento cominciava e raggiungeva il suo apice a distanza di 30-40 minuti. E' stato inoltre constatato che, questo effetto, si deve al fatto che l'acqua nel nostro organismo viene portata da 22°C a 37°C. Si è quindi osservato che questo innalzamento della temperatura era in grado di bruciare i grassi negli uomini e i carboidrati nelle donne. Risultati poi confermati da un altro studio di controllo.

Ma c'è di più, un gruppo di ricerca israeliano ha riscontrato un simile effetto anche nei bambini (maschi) in sovrappeso di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni . Durante lo studio è stato osservato infatti un aumento medio del 25% del tasso metabolico dopo aver bevuto dell’acqua (4°C, per una quantità di 10ml/kg): l'effetto cominciava entro 24 minuti dall'ingestione e durava in media 40 minuti. Non solo, oltre all’effetto termogenico, i ricercatori evidenziano il ruolo che gioca l'idratazione nella 'spinta metabolica' dei muscoli: infatti un tessuto muscolare correttamente idratato è più attivo dal punto di vista metabolico. "Ecco perché non è importante solo bere, ma bere spesso durante tutto l’arco della giornata, senza arrivare ad avere sete", conclude Sorrentino.

venerdì 10 giugno 2016

Perdere il ranno e il sapone, perdono

Perdere il ranno e il sapone, perdono, per filo e per segno, ancora detti toscani dai profondi significati e dalle origini davvero originali


PERDERE IL RANNO E IL SAPONE: sprecare tempo e fatica senza profitto. Il Ranno, come si sa, era l'acqua a bollore che, quando il bucato si faceva nelle conche,, veniva versata su uno strato di cenere dalla quale assorbiva le sostanze detergenti; quindi, colano attraverso la biancheria, la ripuliva dallo sporco più grosso. Questa biancheria veniva poi ripassata con sapone. Le donne di casa, nelle campagne, dicevano, appunto, "fare il ranno" come sinonimo di fare il bucato. "A lavare i' capo a' ciuchi si perde il ranno e il sapone", come a dire che con le persone cocciute è tutto tempo perso.


PERDONO: specialmente nei paesi del Valdarno è così chiamata la festa sacra popolare, con funzioni religiose, sì, ma anche con giostre, divertimenti e ballo serale. Un tempo i "perdòni" erano occasione per riconciliare i partiti avversi e sopire odi, una specie di "tregua di Dio"

PER FILO E PER SEGNO: con esattezza. Deriva dal gergo dei boscaioli e dei falegnami che per segare diritto segnano il legno battendovi un filo tenuto in tirare e impregnato di polvere rossa o nera. Proprio da questa operazione con la polvere rossa di sinòpia è derivato l'analogo ma più antico "non uscir dal filo della sinòpia", per significare una cosa che viene ripetuta senza allontanarsi minimamente dalla verità o che è conosciuta con esattezza.

Petunia Circadia: cambia colore con la Birra

Petunia Circadia: cambia colore con la birra, già, proprio se annaffiata con la birra. Così oltre ad avere un fiore allegro e colorato, avrete anche l'opportunità di fargli cambiare colore.


Le petunie rallegrano balconi e giardini con i loro bei colori brillanti che vanno dal bianco al viola. C'è però chi è andato oltre, e lo ha fatto una start up americana, la Revolution Bioengineering (RevBio). 
Infatti grazie ad  un processo di ingegnerizzazione genetica è riuscita a creare una variante del fiore (ribattezzata Petunia Circadia) che può cambiare colore  in 24 ore. Come? Con un po' di alcol etilico, innaffiandola, ad esempio, con un goccio di birra.


In natura sono gli antociani a regolare la pigmentazione dei fiori, ma Keira Haven e Nikolai Braun,  biologi molecolari fondatori di RevBio, si sono impegnati nello studio di questa via metabolica per creare un organismo geneticamente modificato (OGM): cioè hanno modificato artificialmente il DNA della pianta (ricombinadolo con dei geni di lievito) per far sì che uno specifico enzima si attivi o disattivi a comando, come se fosse l'interruttore di una lampadina.

In particolare, l'enzima si attiva dopo che la petunia bianca ha assorbito una soluzione acquosa contenente etanolo: l'alcol (come ad esempio la birra) mette in moto il processo delle antocianine e nel giro di un giorno i fiori diventano, ad esempio, rossi. Il meccanismo, dicono gli scienziati, è reversibile: è sufficiente inumidire il terriccio con acqua liscia per tornare alle condizioni di partenza.

Tonificare l'interno coscia

Tonificare l'interno coscia è importante e per farlo non importa certo andare in palestra o iscriversi ad estenuanti sessioni di di ginnastica. Basta poco tempo e la nostra casa andrà benissimo. Ecco quali esercizi fare.


L'interno coscia è una parte della gamba soggetta a cedimenti se non viene tonificata,  quindi oltre alle solite raccomandazioni di praticare uno stile di vita sano, una corretta alimentazione e attività fisica possiamo intervenire con una serie di esercizi mirati a questa importante parte della gamba. Non ci vorrà molto tempo, solo buona volontà e costanza.


Esercizio 1:   sdraiarsi sul pavimento, utilizzando un tappetino, e piegare le ginocchia. La distanza tra i piedi, che devono aderire al pavimento, e le ginocchia, può variare tra i sei e i dodici centimetri. Appoggiare le mani sui fianchi e sollere il bacino dal pavimento. Cercate di mantenere la posizione per alcuni secondi e chiudere le ginocchia. Dopo aver eseguito l’esercizio, tornare nella posizione di partenza. fare 10 ripetizioni.

Esercizio 2: sdraiati sul pavimento, sempre con un tapptino,  con le gambe divaricate, sollevare in maniera alternata, prima una gamba, cercando di sollevarla il più possibile ma evitando sempre lo sforzo, quindi si abbassarla fino a toccare, di nuovo, il pavimento. Ripetere l’esercizio con l’altra gamba. Fatelo 5 volte a gamba.

Esercizio 3: prendere l'abitudine di fare una passeggiata di circa mezzora, di prima mattina, aumenta il metabolismo,  aiuta a consumare le calorie in più che vengono assunte nel corso della giornata; fate un una colazione abbondante, è la benzina della giornata.

Esercizio 4: partire dalla posizione eretta, aprire le gambe con le punte dei piedi rivolte all’esterno. Tenere il busto fermo e stringerei glutei, scendere fino a che il bacino non raggiunge la linea delle cosce. Rimanere così per 1 minuto e poi risalire, potete arrivare a 2 minuti via via che aumentate la vostraresistenza. Fare 2 serie da 10 piegamenti.




Lavare le mani correttamente

Lavare le mani correttamente è di fondamentale importanza a partire dalla più tenera età. Oggi voglio percorrere con voi gli otto punti che, se seguiti correttamente ci aiuteranno a lavare molto bene le mani.


Sono ancora molti coloro che sottovalutano l'importanza del lavaggio delle mani, eppure è una pratica importantissima. Fin dall'infanzia ci siamo sentiti ripetere di lavarci le mani al rientro a casa, sia che fossimo stati a scuola, dal medico, a fare sport, fuori a giocare. E oggi medici e scienziati non fanno che ripeterlo, e lo troviamo scritto un po' ovunque che è obbligatorio lavarsi le mani, a maggior ragione per coloro che lavorano nel campo della ristorazione o nella sanità. Ma sappiamo veramente lavarci le mani?
Vediamo con la scaletta di seguito, se lo facciamo in maniera corretta.


1) sciacquarsi le mani prima di insaponarle, e non dopo averle insaponate, è importante perché permette di fare più schiuma e di cospargere di sapone in maniera uniforme su tutte le zone della mano.

2) la saponetta che abbiamo tutti in bagno è piena di batteri e microbi. Solitamente la saponetta non contiene alcun agente disinfettante: ciò significa che quando ci si lavano le mani, tutti i microbi che si trovano sull’epidermide vengono trasferiti sul sapone dove permangono, riproducendosi in attesa del prossimo lavaggio. Meglio un distributore di sapone liquido, ne esistono anche di automatici, senza contatto.

3) non basta una semplice sfregatina, per staccare efficacemente i microbi si devono insaponare le mani per almeno 20 secondi.

4) ricordare sempre di non sfregare solo il palmo e il dorso della mano, ma anche le nocche, le dita, lo spazio tra le dita, il polso, e anche le unghie

5) poi per almeno 10 secondi passare bene le mani sotto acqua corrente, se possibile calda, per eliminare tutte le tracce di sapone, che non solo contiene microbi ma, se rimane sulla pelle, la irrita e la secca.

6) anche asciugare bene le mani è importante per mantenere la pelle morbida, ma si fa uso di un asciugamano di tessuto, sarebbe buona norma cambiarlo una volta ogni due giorni. Nei bagni pubblici, utilizzare sempre delle salviette di carta usa e getta. Gli asciugamani automatici ad aria calda possono sembrare una buona idea, ma spesso sono pieni di microbi che si accumulano nella ventola e vengono dispersi dall’aria calda.

7) il rubinetto va chiuso con la salvietta che si è usata per asciugare le mani, così si evita di entrare nuovamente in contatto con i microbi che vi si sono depositati sopra aprendolo... E magari con quella stessa salvietta apri la porta del bagno per non toccare la maniglia con le mani pulite (soprattutto nei bagni pubblici)

8) infine, per essere sicuri di aver le mani perfettamente pulite si può applicare una goccia di gel idroalcolico disinfettante. Attenzione, che sia delicato con la pelle!

N.B.: L’utilizzo del gel idroalcolico è raccomandato sistematicamente per tutti coloro che lavorano a contatto con persone fragili (malati, bimbi, persone anziane) e con il cibo (cuochi, camerieri, baristi, ecc.)


giovedì 9 giugno 2016

Pinza o pinzo, piove sul bagnato

Pinza o pinzo, piove sul bagnato, pisciare a gocciole, piscio e vengo e altre chicche toscane che renderanno la vostra conversazione piena di peperoncino


PINZA o PINZO: chi sta diventando vecchio senza essersi sposato

PIOVE SUL BAGNATO: quando guai si aggiungono ad altri guai per chi ne ha abbastanza

PISCIARE A GOCCIOLE: dar qualcosa un po' per volta e chiaramente a malincuore

PISCIO E VENGO: arrivo subito, il tempo di finire in un attimo ciò che sto facendo, anche se non è necessariamente una funzione idraulica


PIU' ADDIETRO DELLE MARTINICCHE: si dice a chi è in ritardo e a chi non è aggiornato

PIU' PANICO O MENO UCCELLI: vuole significare l'unica via d'uscita da una situazione critica. C'è anche un'altra versione, riportata dal Giusti: "Più panico e meno uccelli", detto quando si spera di avere il bene senza impedimento o difficoltà

POCCE DI GHISA: a Siena chiamano così le ragazze dal petto giovanile e provocante

Crampi: rimedi naturali

Crampi: rimedi naturali. I rimedi ai dolori crampi muscolari ci sono, in primis un aiuto può venire dall'alimentazione e inoltre da oleoliti e tisane. Vediamo quali


Credo che chiunque abbia avuto, almeno una volta nella vita, l'esperienza di un doloroso crampo muscolare. I crampi si manifestano con contrazioni involontarie, dolorose e protratte di un muscolo o più muscoli. E' molto facile che si manifestino dopo l'attività fisica soprattutto quando si è scarsamente allenati, ma possono manifestarsi anche a distanza di ore o durante la notte, o persino al risveglio al mattino. Possono comparire crampi a riposo, in tutte le condizioni che causano abbondante sudorazione (febbre, vampate di calore, ecc.) perché la perdita di sali minerali (specie sodio e potassio) con il sudore, altera l'attività delle cellule muscolari.

Prestate sempre e comunque attenzione all''alimentazione, che deve essere sana e ben equilibrata, ricca di frutta e verdura. Nessun alimento è vietato, neppure il cioccolato. E ora i rimedi naturali.

Oleolito: Olio essenziale di Maggiorana m.l 4, Olio essenziale di Alloro ml. 4, Olio di Iperico ml. 92

Tisana ricca in sali minerali: preparare un infuso con Erba medica pianta  g. 40, Coda cavallina fusti sterili  g. 30, Ortica foglie  g. 30. Berne una tazza al mattino e una alla sera.

Tisana per eliminare le tossine dopo uno sforzo muscolare: preparare un infuso con Frassino foglie g. 40, Spirea ulmaria pianta g. 30, Ribes nero foglie g. 30. Berne più tazze nella giornata.





Usi cosmetici della farina d'avena

Usi cosmetici della farina d'avena: davvero molti, efficaci e a basso costo. Ottima nell'alimentazione la farina d'avena è anche un cosmetico multitasking sorprendente.


Tutti ormai conoscono la farina d'avena, ritrovata e riscoperta in cucina per le sue ottime qualità nutrizionali e per il contenuto di vitamina B1 e zinco. Ma oltre agli usi in cucina e come molti già sapranno, la farina di avena è un vero e proprio toccasana per la pelle (prodotti cosmetici a base di avena sono da anni in commercio e si trovano nelle farmacie e nelle erboristerie). Essa ha proprietà emollienti, lenitive, rinvigorenti, antinfiammatorie ed è adatta tutti i tipi di pelle,  utile per trattare infiammazioni cutanee come acne, eczemi, rosacee ed eruzioni, oltre ad essere idratante contrasta l'invecchiamento della pelle. Senza dover spendere un patrimonio in prodotti, possiamo invece procurarci la farina di avena e usarla a scopo cosmetico con un sano fai da te. Vediamo come.


Viso: la si può usare come un sapone, e le pelli particolarmente secche, irritate o sensibili ne trarranno grande giovamento. Ecco come usarla in tre modi:
detersione veloce: mescolare 1 cucchiaio di farina d'avena con 2 cucchiai di acqua calda; applicare sul viso e riscacquare con acqua tiepida.
detersione nutriente:  mescolare 2 cucchiai di farina d'avena con 2 cucchiai di miele e un cucchiaio di latte anche vegetale va benissimo; applicare su viso e collo e lasciar agire qualche minuto; riscacquare con acqua tiepida.
cura di bellezza: mescolare 3 cucchiai di farina d'avena con 2 cucchiai di acqua tiepida, 2 cucchiai di farina di riso, 1 cucchiaio di glicerina vegetale e 1 cucchiaio di aloe vera; procedere all'applicazione su viso e collo; lasciare agire qualche minuto e risciacquare.
    
Tonico all'avena:  mescolaee insieme ¼ di bicchiere di farina d'avena con 200 ml di acqua demineralizzata e un cucchiaio di olio vettore (mandorle dolci, jojoba, mais, arachidi, girasole, oliva etc.). Trasferire in una bottiglia possibilmente scura da tenere in frigorifero e utilizzare con un batuffolo di cotone, esattamente come fosse un tonico.

Scrub:  per il viso procedete così,  mescolando 1 parte di farina d'avena con 1 parte di olio vettore (ad esempio è ottimo l'olio di oliva); frizionare con movimenti circolari il viso e procedete al risciacquo con acqua tiepida. Per il corpo: unire 1 parte di farina di avena, 1 parte di olio vettore e 1 parte di zucchero integrale di canna; procedere all'applicazione con movimenti circolari e risciacquare bene; non avrete nemmeno bisogno di applicare la crema idratante.
    
Bagno: grazie al latte che si ottiene dai fiocchi potrete fare un bagno ammorbidente e lisciante. Mettere mezza tazza di fiocchi d'avena in un panno e legare i lembi in modo da formare un fagotto; porlo in 'acqua calda nella vasca e dopo qualche minuto premere il sacchetto per far uscire il “latte di avena”. Rimanere immerse per 10 minuti. Il fagotto può essere passato sulla pelle come una normale spugna per completare l'azione detergente dell'avena.


Come eliminare le turbe emotive

Come eliminare le turbe emotive può a prima vista sembrare solo un lavoro adatto ad uno psicologo, ma non è poi del tutto vero. Abbiamo a disposizione uno strumento davvero efficace per contrastarle: l'attenzione.


Non avete mai considerato l'attenzione  come una forza personale al vostro servizio. Per attenzione intendiamo il semplice atto di dirigere la mente verso un oggetto particolare. Una persona afflitta è una persona distratta da emozioni negative e che si interessa a desideri sterili.


Immaginate un uomo sperduto in mezzo al mare su una piccola barca. Egli è bloccato dalla nebbia, ma si ricorda di qualcosa che ha visto prima, quando il cielo era limpido. Ricorda una casetta sull'alto di una roccia a picco sul mare. Allora volge la sua attenzione e la sua barca verso quella direzione. Ogni tanto, attraverso uno squarcio nella nebbia, vede per un istante la casetta. Egli capisce che fissare l'attenzione sulla castta è tutto ciò di cui  ha bisogno. In questo modo non puà sbagliarsi. E così riesce a uscire dalla nebbia e a raggiungere la costa. [Immagine mentale 50]

Facciamo l'esperienza del potere dell'attenzione. Scegliamo un principio fondamentale e dedichiamogli tutta la nostra attenzione e il nostro interesse. Prendiamo, ad esempio, questo principio: Noi siamo più utili agli altri quando siamo veramente padroni della nostra vita".
Quando la nostra automobile non funziona, non pensiamo alla vettura del vicino, noi cerchiamo di riparare la nostra. E poi, se il vicino ha delle noie con la sua auto, noi avremo la competenza per aiutarlo veramente.

Il valore personale viene per primo; in seguito lo mettiamo a disposizione degli altri. Questa idea ci dirà che non c'è egoismo nel pensare al nostro sviluppo personale. Questo concetto può esser di grande aiuto per coloro che hanno un falso senso di colpa. Ricordate che nessun sforzo è vano se ci si occupa di ciò di cui necessitiamo. Newton disse: "Le scoperte più importanti le devo ad un'attenzione paziente più che a qualsiasi altro talento".


mercoledì 8 giugno 2016

Pigliare il filone, pigliare il fottuto, pigliare l'aire, pigliare per i' baero

Pigliare il filone, pigliare il fottuto, pigliare l'aire, pigliare per i'baero insomma c'è sempre da imparare, e da riciclare


PIGLIARE IL FILONE: prendere un'abitudine, di solito non lodevole. "Gli ha preso i' filone di giocare alle corse de' cavalli"

PIGLIARE IL FOTTUTO: indica sempre una partenza indispettita. "Io piglio i' mi' fottuto e vò via". L'etimologia è dal vecchio gergo delle meretrici, per le quali "pigliare il fottuto" era come dire prendere il denaro guadagnato, a loro modo


PIGLIARE L'AIRE: cominciare ad andare, a parlare o a fare qualcosa rapidamente. "Quando la Prmira la piglia l'aire a chiacchierare la 'un si ferma più"

PIGLIARE PER I' BAERO: prendere in giro, canzonare. Forma corretta di "pigliare peri'culo"

PIGLIARE UNA BOCCATA D'ARIA: è un vecchio modo di dire: uscire di casa senza uno scopo preciso, o anche starsene alla finestra o sulla terrazza

PIGLIARE UN GRANCHIO A SECCO: commettere un errore, cadere in un tranello. I granchi stanno in genere nell'acqua, come si sa, ed è abbastanza facile catturarli afferrandoli dalla parte di dietro; ma quando per siccità o altro sono costretti a ripararsi i nqualche buca asciutta bisogna stanarli senza vederli e allora è facile essere agganciati dalle loro chele.

Sovrappeso: Drenaggio terapeutico

Sovrappeso: Drenaggio terapeutico, una tecnica che permette di eliminare le tossine attraverso gli organi emuntori: fegato, reni, intestino e pelle


Oggi l'estetica fa ricorso molto spesso al drenaggio, e credo che uno dei più noti sia il linfodrenaggio. Vorrei però approfondire l'aspetto terapeutico del drenaggio, che si rivela essere una tecnica che se ben praticata, permette di eliminare le tossine dall'organismo attraverso gli organi emuntori, cioè deputati all'epurazione: fegato, reni, intestino e pelle. 


Oltre all'eliminazione delle tossine il drenaggio favorisce l'eliminazione dei liquidi in eccesso, agisce sui gonfiori e modera l'appetito. Sarebbe sempre opportuno purificare sempre il proprio organismo prima di procedere a qualsiasi tipo di trattamento o cura, altrimenti si rischia l'inefficacia di quest'ultima.

Prendiamo uno dei problemi più sentiti oggi: il sovrappeso. Oltre alla scorretta alimentazione, il sovrappeso si sviluppa a causa del rallentamento degli organi emuntori e dall’accumulo di diverse sostanze tossiche e sono quindi da considerare “patologie” di “deposito”. Ciò significa che l'organismo è saturo di tossine: alimentari, metaboliche, di origine farmacologica che vanno a depositarsi nel tessuto connettivo. Da questo punto divista il tessuto adiposo non è solo costituito da grassi, ma rappresenta anche il deposito delle tossine liposolubili che il nostro organismo non sa dove stoccare.

Dunque per ridurre il peso, è necessario prima disintossicare l’organismo, favorendo l’espulsione tossine, a seguire si potrà avere un efficace dimagrimento. Chi dunque è in procinto di seguire una dieta, potrebbe avere dei sicuri benefici dal drenaggio, in quanto favorisce un aumento della diuresi e delle secrezioni biliari, in un moderato aumento del transito intestinale e nella regolazione della secrezione sebacea.

I rimedi drenanti sono quindi in grado di: ridurre efficacemente le tossine (azione depurativa); favoriscono l’eliminazione dei liquidi in eccesso (azione diuretica); agiscono favorevolmente sui gonfiori (addominale ma anche caviglie e gambe); favoriscono il processo di lipolisi; moderano l’appetito.

Il succo di Guava, benefici

Il succo di Guava, benefici a tutto tondo per la nostra salute e il nostro benessere, a partire del suo ricco contenuto di vitamine


La guava è un frutto dell'America Centrale molto ricco in acqua, sali minerali, fibre e antiossidanti, vitamina C in quantità cinque volte superiore a quella dell'arancia, vitamina A. Il suo succo tra l'altro è anche un potente antisettico, che contrasta in maniera efficace le bronchiti, sia allergiche che batteriche, che in questo periodo sono frequenti. Ma non finisce qui, perchè la guava è anche un ottimo ricostituente, dato che il suo contenuto di vitamina C facilita l'assorbimento del ferro e per questo previene l'anemia. 

Contiene quercetina  un flavonoide che prevene le infiammazioni croniche e gli stress ossidativi alla base dell’insorgere di allergie, aterosclerosi e artriti. Succo ed estratto di foglie sono efficaci nel regolare il metabolismo degli zuccheri e curare varie forme di resistenza all’insulina

Perciò perchè non preparare un cocktail rimineralizzante e antiossidante? Lo si può bere per un mese, sia a colazione che come spuntino. Mescolare bene 3 cucchiai di succo di guava (in erboristeria e nei negozi di cibi naturali) e 150 ml di succo di mirtilli bio. Aggiungere, se si vuole mezzo bicchiere d’acqua. Grazie a questa mini cura avrete diversi vantaggi: preparerete la pelle all'abbronzatura, farete prevenzione contro il diabete, combatterete l'ipertensione, e quessto grazie alla ricchezza di potassio.



La meditazione fa bene a tutti: meditate

La meditazione fa bene a tutti: meditate. Molti di noi vedono la meditazione solo come un appannaggio di persone particolarmente portate alla concentrazione, che hanno tempo da dedicare allo spirito, mentre la gran parte di noi non ce la fa quasi a guardarsi allo specchio la mattina, e passa la propria giornata praticamente correndo, cercando di espletare tutte le incombenze che il quotidiano ci mette di fronte.

La meditazione fa bene a tutti: meditate

La meditazione può essere praticata da noi tutti, anche solo per poche decine di minuti senza pretendere troppo da noi stessi e constatare poi i benefici che fisici e mentali che ci può regalare. E ricordate di non chiudere troppo la vostra mente, lasciatela aperta a nuove visioni del mondo!

Ma quali benefici:

1. La meditazione Potenzia il sistema immunitario

Pratiche regolari di meditazione agiscono come antiossidante naturale incrementando la circolazione, aiutando così il corpo nello smaltimento dei radicali liberi.

2. Rende il tuo cuore felice e abbatte lo stress

La meditazione rallenta il battito cardiaco e il ritmo della respirazione, incrementando il flusso del sangue attraverso il cuore, favorendo così la salute cardiovascolare del nostro corpo.

Inoltre la meditazione è il principale alleato contro lo stress, abbassa la pressione sanguigna, entrambi fattori veramente positivi per il cuore.

3. La meditazione favorisce la Creatività

La quiete, la calma e la concentrazione aiutano l’artista che è dentro ad ognuno di noi a esprimersi. Molti artisti usano la meditazione per raggiungerete uno stato di superiore creatività

4. Aumenta la stima e la fiducia in se stessi.

La meditazione può aiutarti a vedere il lato luminoso della vita riducendo le vostre paura e fobie. L’esatta ragione di questo effetto non è ancora completamente chiarito. Secondo recenti studi si fonda sull’aumento dei livelli di serotonina.

5. Aiutare gli altri per aiutare se stessi.

Quando abbiamo il tempo per coltivare la nostra pace interiore possiamo osservare le energie positive attorno a noi. Siamo più calmi con i nostri cari, più gentili con i nostri colleghi e generalmente più piacevoli da avere attorno.

Come praticare la Meditazione e ottenerne i Benefici

Per iniziare è consigliabile sfruttare la mattina, pochi minuti dopo essersi alzati prima di farsi una doccia. Trovate un angolo silenzioso della vostra dimora e provate a renderla più vivace con candele e un cuscino. Quando entrerete in questo spazio dedicato saprete che è il momento di mantenere la vostra mente concentrata e vi riuscirà praticamente naturale.

Iniziate concentrandovi su qualcosa di molto piacevole e concentratevi su quello,non preoccupatevi se state utilizzando la meditazione più proficua o se la state eseguendo correttamente. Non concentratevi troppo sulla tecnica, ma sul momento. Quando sarete sulla retta via ve ne accorgerete immediatamente.

Se siete dei buoni osservatori, vi accorgerete che anche gli animali lo fanno, e non pensiate che per riuscire dovete necessariamente credere: ci dovete provare!


martedì 7 giugno 2016

Pochi maledetti e subito, polverone

Pochi maledetti e subito, polverone, Pompeo, poccianculo direi che non necessita di grande introduzione leggete che è meglio


POCHI, MALEDETTI E SUBITO: si dice quando si tratta di soldi e si preferisce concludere un affare o una discussione al più presto, a costo di fare qualche concessione. E' una specie di versione sbrigativa del "meglio un ovo oggi che una gallina domani"

POLVERONE: sinonimo fiorentino-senese di rappresaglia e anche di cazzottatura. "Va a finire che fo' un polverone"


POMPEO: è un altro dei personaggi popolarissimi ma misteriosi che s'incontrano nei modi di dire. Forse è esistito davvero, ma i suoi biografi sono stati tanto sbrigstivi da condensarne il dramma in una sola frase e per giunta quasi enigmatica, anche se certamente sarcastica: "Sta meglio di Sor Pompeo" si usa, infatti, quando qualcuno ha dei guai e delle seccature che si aggiungono ad altri guai e ad altre seccature. Sembra che questo proverbiale Sor Pompeo sia passato alla storia dei modi di dire nel momento stesso in cui, mentre stava perdendo una fonte somma al gioco, nella stanza accanto se la spassava con un amico

POCCIANCULO: gradevolissimo vin dolce che fanno nella Val d'Orcia. Il vino in genere si chiama, in molte parti della Toscana, "Poccia dei vecchi", cioè poppa, ovvero latte dei vecchi

Ricilare le Infradito rotte

Riciclare le infradito rotte è facile e divertente. In questo modo non sprecheremo del materiale utile e otterremo alcuni oggetti davvero utili


In estate non c'è niente di meglio che indossare le infradito ai piedi, sia per stare in casa che per andare al mare. Finalmente anche i nostri piedi sono liberi di distendersi e stare in libertà dopo un intero inverno costretti in scarpe e stivali. Ma si sa, l'uso estremo può portare ad un'irriparabile rottura delle nostre amate ciabattine infradito, soprattutto quando si rompe stringa che lega la ciabatta al piede.

 Non vi venga in mente di gettarle via! Sappiate che pur rotte le vostre infradito si prestano alla creazione di alcuni oggetti utili grazie ai quali potre riutilizzarle in modo creativo e utile.  Come? La suola ad esempio potete trasformarla in un pratico separa dita per quando metterete lo smalto alle unghie dei piedi. Poggiate il piede sulla suola della vostra ciabattina, con una penna o pennarellino seguite la forma delle dita e poi tagliate con un taglierino.

Potete poi creare un tassello antiurto per le finestre, in modo che se aperte non sbattano violentemente, basterà sagomare la suola, dalla parte del tallone, tagliando un semicerchio. Et voilà le vostre infradito continueranno a vivere felici.

Calcoli Renali e la Renella: un decotto

Calcoli Renali e Renella: un decotto con tiglio bruno, paritaria, uva ursina, virgo aurea e menta piperita


Chi ha avuto una colica renale sa quale violentissimo dolore provoca. Solitamente queste coliche sono causate dalla presenza di calcoli, che potremmo definire dei sassolini che si formano nel tempo, costituiti fosforo, calcio, ossalato ecc. Essi si formano per cristallizzazione di sostanze che normalmente sono disciolte nelle urine.


In primis è bene, per chi è predisposto, avere un'alimentazione corretta, ad esempio per la calcolosi urica, è necessario eliminare cacciagione, acciughe, cioccolata, alcolici e ridurre le carni rosse. Per quella ossalica, attenzione a the, cacao e cioccolata, pepe, fichi, spinaci e a tutte le verdure a foglia verde. Per la calcolosi fosfatica, diminuire formaggi, uova, legumi, frutti di mare. Nella calcolosi calcica, ridurre latte e latticini. Inoltre molto aiuta a tenere i reni puliti e di norma sarebbe corretto bere da un litro e mezzo a trelitri di acqua al giorno in cui è consigliabile diluire una tisana. Ecco qui un decotto.

Decotto: bere più tazze nella giornata, meglio se diluite in acqua, tre tazze in due litri di acqua oligo-minerale e bere durante la giornata. Occorrono: Tiglio alburno g. 30, Paritaria pianta g. 20, Uva ursina foglie g. 20, Virgo aurea pianta  g. 20, Menta piperita foglie  g. 10. Vi ricordo che per la preparaione del decotto si procede così: mettere la miscela di piante in acqua bollente, coprire ilrecipiente e proseguire l'ebollizione a fiamma bassa per pochi minuti. Filtrare.


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